Le voci sull’ago della bilancia nella resa dei conti su Mediobanca

Le voci sull’ago della bilancia nella resa dei conti su Mediobanca. Lunedì è infatti atteso lo showdown all’assemblea dei soci di Mediobanca. Lo schieramento raccolto attorno a Francesco Gaetano Caltagirone e alla Delfin, guidata da Francesco Milleri, con l’ausilio di diversi fondi pensione e casse di previdenza tra cui l’Enpam di Alberto Oliveti e l’Enasarco di Antonino Mei, è accreditato di una percentuale intorno al 40%. Non è detto che tutti votino espressamente contro: taluni potrebbero astenersi per celare ciò che tante voci ripetono nei corridoi, ovvero un concerto sul voto. Il risultato sarebbe il medesimo: è sufficiente che la proposta di OPS su Banca Generali non raggiunga la maggioranza dei voti assembleari per ottenerne la bocciatura. Lo schieramento che si è espresso a favore della proposta è più variegato (o forse solo meno concertato), e comprende quasi tutti i soci del patto di consultazione e la stragrande maggioranza del mercato: fondi di investimento e altri soci finanziari che hanno espresso il pieno appoggio alla proposta del management. Anche questo schieramento è accreditato di una percentuale che potrebbe essere vicina al 40%.

L’ago della bilancia potrebbe essere nelle mani di un cavaliere misterioso. Voci insistenti sul mercato sussurrano che Unicredit, sotto la guida di Andrea Orcel, avrebbe raccolto silenziosamente un quantitativo cospicuo di azioni Mediobanca, sino a portarsi vicino alla soglia del 3%, superata la quale dovrebbe informare l’Autorità di vigilanza. Unicredit, si dice, avrebbe prestato le azioni, con diritto di voto, ad intermediari finanziari, e si fanno i nomi di Jefferies e Barclays. Sarà vero?

Non è dato saperlo. Certo un’operazione del genere, se fosse confermata, potrebbe destare qualche perplessità: Unicredit ha una rilevante parte in commedia, detenendo una partecipazione significativa anche in Assicurazioni Generali, partecipazione con la quale la seconda banca italiana ha già appoggiato una volta le mire di Caltagirone e Delfin, votando la loro lista di minoranza nella recente assemblea di Generali. Unicredit, forse, vuole accreditarsi con il Governo, sperando in una mano più leggera nell’uso del golden power?

Certo è ben noto che ISLA, l’associazione che gestisce e regola i contratti di prestito su titoli, non gradisce che queste operazioni vengano effettuate al solo scopo di incidere sulle maggioranze assembleari. Il contratto di prestito dovrebbe avere una finalità economica indipendente.

Come che vada, ne vedremo delle belle