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L’alleanza PD-5Stelle è perdere ovunque per Roma

L’alleanza PD-5Stelle è perdere ovunque per Roma. Perché dall’inizio di questa esperienza, l’alleanza non ha mai funzionato. Reggeva in Parlamento perché la guida del non compianto Di Maio aveva portato i 5 Stelle oltre il 33 per cento dei consensi nazionali. Quindi aggiungendo una qualsiasi percentuale era possibile creare un governo, tant’è che quel Movimento 5 Stelle ha in effetti governato sia con la destra che con la sinistra. Fino a farsi ppi snaturare dai discorsi surreali che si sentono a Roma. Moderazione, centrismo e via così di idiozie: gli unici partiti che hanno raccolto percentuali decisive sono proprio quelli che veicolavano uno o due idee molto chiare. Molto decise. Mentre i centristi non hanno mai preso nulla a parte i posti di potere. Perché inevitabilmente i giornali di sistema iniziavano a sottolineare l’impreparazione, la poca educazione istituzionale e così via, mentre i loro referenti ne combinavano di ogni. E così i 5 stelle hanno seguito gli stessi percorsi della Lega e di altri prima di loro, vedendo erodere i propri consensi giorno dopo giorno nel segno della responsabilità e del rispetto istituzionale. Per non parlare del mitico campo largo. Il sistema con cui il Pd ha sistematicamente distrutto qualunque alleato, perché il PD più di altri è ormai forza di sistema. E dunque pensa solo a perdurare. Quale che sia la condizione. Infatti L’alleanza PD-5Stelle è perdere ovunque per Roma: perché in Parlamento esistono commissioni, sottocommissioni, presidenti di organismi sostanzialmente inutili come il Censis che possono creare problemi. E dunque conviene sempre essere alleati del Pd per le forze di opposizione. Almeno a Roma. Poi in tutte le altre situazioni puoi pure perdere, tanto il potere finale è a Roma. Questo alla fine sembra  il filo conduttore dei 5 Stelle che anche oggi applicano lo stesso schema pure in Lombardia: si vergognano così tanto di sè stessi da aver deciso di fare l’alleato minore in ogni occasione. Eppure una certa politica non funziona: altrimenti Michele Usuelli sarebbe ancora in Consiglio regionale: l’ex consigliere radicale era un maestro delle battaglie che piacciono alla gente che piace. Era quello che si inginocchiava in aula quando andava di modo in senso anti trumpiano. E i giornali ne parlavano. Era quello delle mozioni che obbligavano il PD a seguirlo pur essendo l’unico rappresentante della sua forza politica in Consiglio. Ecco: Usuelli è rimasto fuori. Segno che i politici nostrani sono vittime delle bolle in cui credono. Ma l’aspetto peggiore è che lo sono pure le idee per le quali le persone li hanno votati. Per carità, in tanti sarebbero pure contenti di vedere i 5 Stelle perdere sempre, ma ci si chiede se questo sia il destino che si sono scelti. Perché il Molise non è la Lombardia, eppure hanno perso pure lì.

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La vasca per contenere il Seveso è sotto casa del viceministro 5Stelle: Niguarda sotto scacco statale

La vasca per contenere il Seveso è sotto casa del viceministro 5Stelle: Niguarda sotto scacco statale. Stefano Buffagni è stato consigliere regionale per i grillini (uno dei pochi a non essere considerato grullino dagli avversari) prima di diventare viceministro allo Sviluppo Economico. Però pare che lui intenda lo sviluppo economico ovunque tranne che sotto casa sua: la vasca di laminazione nel Parco Nord ha la sfortuna di essere sotto casa sua. “Mi scuso perché non ero presente, ma alla manifestazione c’erano i miei familiari” ha dichiarato pochi giorni fa al IlGiorno. Peccato che non si sia mai scusato con tutti i milanesi che hanno subito i danni delle alluvioni, ma si sa non sono suoi vicini di casa. E Buffagni sembra aver preso due sindromi: la NIMBY, acronimo inglese che significa Not In My Back Yard, cioè “non nel mio giardino”. Quella tendenza cioè a essere a favore dei cambiamenti a patto che non cambino le nostre abitudini personali. Più volgarmente in Italia dicono anche “essere omosessuali con il didietro altrui”. La seconda sindrome che ha contagiato Buffagni è quella del io sono io e voi non siete nulla in stile Marchese del Grillo: solo un uomo che si pensa al di sopra degli altri può avere la faccia tosta di andare sotto casa propria come viceministro a sostenere una battaglia sulla pelle dei cittadini. Che piaccia o no al viceministro, lui è pagato con i soldi di tutti i cittadini. Non solo dai suoi parenti e amici. Quindi dovrebbe difendere anche i cittadini milanesi che da anni soffrono di problemi più seri che qualche odore non gradito. Agli odori si rimedia con quattro fiori profumati, mentre i danni delle alluvioni sono ben più seri di un naso a 5 Stelle infastidito. Ma non per Buffagni. A quanto pare per lui i milanesi possono tranquillamente restare annacquati per un po’ in attesa di ulteriori studi e documenti che possano tutelare il prezioso olfatto a 5 Stelle. Per questo abbiamo scritto La vasca per contenere il Seveso è sotto casa del viceministro 5Stelle: Niguarda sotto scacco statale. Perché ora che il viceministro si è preso la briga di farsi sentire con tutto il peso che hanno i politici in Italia, difficilmente non ci saranno reazioni. Si spera solo che i milanesi si ricordino di Buffagni e dei 5 Stelle alle prossime elezioni.

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Arcuri incontra i 5Stelle lombardi, ecco dov’era

Arcuri incontra i 5Stelle lombardi, ecco dov’era. In tanti si chiedevano che fine avesse fatto Domenico Arcuri, il commissario statale per l’emergenza Covid19 che ordinava tamponi ma non i reagenti. Nei mesi di lockdown parlava molto, e spesso per bacchettare gli altri. L’ennesimo dirigente pubblico che guarda con un certo disprezzo unito a fatica chi gli chiede conto del suo operato. Sembrava sempre dire: già sono qui a lavorare, vedete di non rompermi l’anima. Ha polemizzato con gli “economisti da divano”, ma pure con chi diceva che le mascherine a 50 centesimi non si trovavano. Sembrava dalle sue dichiarazioni sempre molto impegnato per il bene comune, poi ha chiuso con le conferenze stampa, ma non con il posto di lavoro. E in tanti si chiedevano: ma cosa starà mai facendo Arcuri? Perché delle misure come il superbonus non si occupa e comunque lo Stato ci farà sapere cosa  effettivamente si può fare solo a fine agosto. Conte ci ha fatto sapere che il piano per rilanciarsi sarà presentato a settembre (attenzione: ha indicato il mese, non il giorno né l’anno), con tutta calma. Hai visto mai che al ministero qualcuno si muova troppo in fretta stabilendo pericolosi precedenti. Ma Arcuri che fa? Arcuri incontra i 5Stelle lombardi, ecco dov’era. Lo spiegano nel dettaglio proprio i diretti interessati: Questa mattina la Senatrice milanese Simona Nocerino e Massimo De Rosa, Consigliere regionale del M5S Lombardia, hanno incontrato Domenico Arcuri, Commissario straordinario per il potenziamento delle infrastrutture ospedaliere necessarie a far fronte all’emergenza COVID-19. La senatrice Nocerino dichiara: “L’incontro nasce dalla volontà di un confronto e un aggiornamento diretto sulla lotta alla pandemia. Abbiamo organizzato diversi momenti di approfondimento a tutti i livelli Istituzionali con coloro che sono in prima linea nella lotta al Covid-19. Nel caso particolare, a fronte di una interlocuzione lacunosa se non assente per noi opposizione in Regione Lombardia, avevamo la necessità di un’interlocuzione diretta, strumento che può fare la differenza nel risolvere problemi concreti del nostro territorio così gravemente colpito dal virus. Da questo punto di vista abbiamo rilevato, ancora una volta totale attenzione e disponibilità nei confronti della Lombardia e del Paese da parte del Commissario straordinario”. “Nel corso dell’incontro”, approfondisce Massimo De Rosa, “abbiamo analizzato e valutato gli scenari pre e post Covid, discusso dell’emergenza ancora in corso e condiviso l’urgenza di una mappatura estesa con i test sierologici. Tra le proposte che abbiamo avanzato, quella di calmierare, come accaduto per le mascherine, i prezzi dei test sierologici e stabilire una volta per tutte il grado di affidabilità dei test pungidito, strumento rapido per avere una mappatura del contagio estesa a costi contenuti”. Ecco dunque dov’era il super commissario. E c’era chi pensava che fosse alacremente impegnato a risolvere qualche problema. Sia chiaro, nessuna condanna umanamente: lavora per lo Stato, i 5Stelle sono maggioranza di governo, dunque giusto rispondere. Siamo in Italia, qui l’inchino è essenziale per preservare il posto di lavoro. Come sempre se volesse scriverci, tra un omaggio e l’altro, gli offriamo uno spazio senza commento.

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Lega e 5Stelle litigano sul latte

Lega e 5Stelle litigano sul latte. “I Cinquestelle hanno forse intenzione di affossare il settore lattiero-caseario lombardo? In un momento in cui ci pensa già l’emergenza coronavirus a mettere in ginocchio la nostra economia, ci mancano solo le fisime dei grillini come colpo di grazia per le nostre filiere produttive. I Cinquestelle parlino chiaro e dicano senza se e senza ma se preferiscono avvantaggiare l’importazione di latte straniero, a discapito delle nostre eccellenze locali”. Così il consigliere regionale leghista Federico Lena replica ai Cinquestelle al Pirellone. “I grillini chiedono a Regione Lombardia di revocare l’autorizzazione all’utilizzo del siero del latte negli impianti biogas perchè a dir loro è un incentivo a impianti inquinanti. I Cinquestelle”, spiega Lena, “evidentemente non hanno capito la situazione produttiva degli allevamenti zootecnici. Una certa visione ambientalista modello pasdaran non permette loro di ampliare le valutazioni critiche sul provvedimento della DG Agricoltura, salvo peraltro dimenticarsi che a Roma i loro colleghi al Governo nell’ultimo decreto tengono aperte anche aziende per la fabbricazione di prodotti chimici e di articoli di gomma, come se questi materiali non fossero inquinanti”. “Quanto alla questione siero di latte”, spiega ancora il consigliere leghista, “i pentastellati probabilmente ignorano le difficoltà dei produttori di latte. I caseifici hanno difatti comunicato che, a seguito della minor richiesta di latte da parte del mercato in questa situazione contingente, viene meno la necessità di lavorarne gli stessi quantitativi. In altre parole, ritirano meno latte del solito. Una buona soluzione per le eccedenze è quella individuata dall’assessore all’Agricoltura Fabio Rolfi, che grazie all’utilizzo del siero del latte per il biogas, offre agli allevatori alternative remunerative”. “Se i Cinquestelle non hanno intenzione di danneggiare la produzione di latte lombardo, magari a favore di quello d’importazione, stiano zitti e lasciano lavorare in pace chi ne capisce. Perché visti così, i loro obiettivi pseudoecologisti mi sembra non abbiano nulla in comune con gli interessi del territorio, dei cittadini e degli allevatori lombardi”, conclude Lena.

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