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Le guardie zoofile OIPA salvano un cane costretto a vivere in un piccolo balcone, denunciato il proprietario

D’Aquila: “Appena ci ha visti con il guinzaglio ha capito che lo stavamo salvando, ha iniziato a scodinzolare e a saltare dandoci tante leccatine” Un bellissimo giovane cane costretto a vivere in due metri quadrati di balcone senza uscire quasi mai, tanto da avere la muscolatura delle zampe atrofica, è stato sequestrato a Sesto San Giovanni (MI) dalle guardie zoofile dell’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa). Chi lo deteneva è stato sanzionato ai sensi della normativa regionale. “Abbiamo trovato Zeus, questo è il suo nome, in una condizione di sofferenza, chiuso in quel balcone tra le sue deiezioni e costretto a stare sempre sdraiato», racconta il coordinatore del Nucleo delle guardie Oipa di Milano e provincia, Fabio D’Aquila. «Siamo intervenuti dopo alcuni sopralluoghi e diversi appostamenti durati settimane. Zeus ha due anni ed è un cane molto buono e socievole. Appena ci ha visti con il guinzaglio, ha capito che lo stavamo salvando e ha iniziato a scodinzolare e a saltare dandoci tante leccatine. È stato molto commovente”. Il cane è ora ospite del canile di Pozzo d’Adda e può intanto essere affidato in via provvisoria; terminato l’iter legislativo, potrà essere adottato in via definitiva da chi potrà dargli per sempre amore e serenità.  Per ulteriori informazioni e per segnalare situazioni sospette o di maltrattamento a Milano e provincia, scrivere a guardiemilano@oipa.org. Per le segnalazioni in tutta Italia: https://www.guardiezoofile.info/nucleiattivi

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La Lombardia preferisce i cani agli uomini

La Lombardia preferisce i cani agli uomini. E se ne vanta pure. Secondo la giunta di Attilio Fontana era più urgente riaprire i negozi di toelettatura per cani che barbieri e parrucchieri, con l’appoggio di Confcommercio come vi abbiamo scritto nelle scorse settimane. Sentiamo che il fatto va ricordato ai lombardi. Ora chi scrive adora gli animali, ma non come i fighetti del centro città: un conto è rispettarli, un conto elevarli a qualcosa di superiore all’essere umano. Che ci siano tante signore sole che hanno necessità di accudire il loro Fuffy come se fosse un bipede è un fatto, ma che siccome le suddette sono ricche si possa trattare meglio un cane di un essere umano è sbagliato. Non c’è un altro modo di dirlo. Esseri umani e cani non sono uguali. Punto su cui sembra essere d’accordo anche Attilio Fontana, governatore lombardo che passerà alla storia anche per aver preferito gli animali agli uomini. Cosa avranno mai fatto di male a Regione Lombardia tutti i bipedi che lavorano con le pelurie umane? Perché loro e i loro clienti hanno dovuto subire un insulto del genere? Davvero il partito dei produttori di gattini su Facebook è così potente da consentire un oltraggio del genere? Se davvero siamo simili, anzi secondari, forse è il caso che tutti i lombardi inizino a far vivere i propri figli in una cuccia. Che gli diano da mangiare scatolette o avanzi e li portino a defecare in strada nudi. Collari antipulci e così via. Anzi, pardon: questa è la vita dei cani che secondo Fontana sono meglio degli esseri umani. Quindi i vostri figli cari lombardi buttateli in una stanza dove ogni tanto tirerete del cibo avanzato da Fido. E con una buona aerazione visto che essendo inferiori i vostri figli dovranno convivere coi loro escrementi. Non lo chiediamo noi, ma a quanto pare è il futuro delle nuove generazioni lombarde perché la Lombardia preferisce i cani agli uomini.

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Covid19, secondo Confcommercio è urgente pulire i cani

Covid19, secondo Confcommercio è urgente pulire i cani. Non è una battuta di cattivo gusto, ma proprio una dichiarazione scritta di quella che dovrebbe essere un’istituzione molto seria e autorevole di Milano e non solo. E’ urgente tolettare i cani, dice Confcommercio, in questo periodo. Quindi devono riaprire i negozi che se ne occupano. In effetti con centinaia di morti al giorno, si avverte strisciante la necessità di vedere il proprio cane bello pulito, pettinato e con la pedicure a posto. Hai visto mai che uscendo qualcuno noti un’irritazione cutanea del povero Fuffy, l’economia nazionale non potrebbe evidentemente sopportare una tale vergogna sociale. In fondo tutti i potenti ci hanno tartassato di immagini e video con cagnolini e cagnoloni per anni, la naturale evoluzione del periodo in cui si parlava dell’altro esemplare da compagnia dei potenti: mogli e mariti. Diventa quindi naturale che oggi in piena crisi Covid19, secondo Confcommercio è urgente pulite i cani. L’Italia non sa cosa sarà di lei, ma ecco che una delle rappresentanze del famoso cuore produttivo italiano se ne esce con questo comunicato: Emergenza Covid -19: “Autorizziamo le toelettature dei cani: non è soltanto un vezzo estetico – afferma Davide D’Adda, presidente di Acad, l’Associazione degli operatori commerciali di animali domestici e toelettatori aderente a Confcommercio Milano – ma un’operazione necessaria al benessere generale dei nostri animali”. Acad lancia l’allarme: a Milano Città Metropolitana sono almeno un migliaio i cani che hanno bisogno di un intervento urgente di toelettatura, possibile nella rete dei 500 esercizi commerciali specializzati. “Un’operazione – prosegue D’Adda – che dev’essere svolta da professionisti con la quale si preserva il benessere dei nostri amici a quattro zampe. Infatti, oltre a lavare il pelo vengono svolti anche il controllo delle unghie ed un’analisi superficiale del manto che consente di individuare eventuali problemi come dermatiti ed eczemi e di indirizzare il cliente dal veterinario per gli approfondimenti specifici”. Ora nessuno vuole mettere in dubbio che D’Adda e i suoi associati abbiano diritto di lavorare come tutti, ma le parole andrebbero misurate meglio. Non da lui per carità, sono comprensibili certi sfoghi, ma di Confcommercio che si lascia andare a comunicati come questo mentre le persone muoiono. Spesso senza essersi fatti barba e capelli, ma forse per corso Venezia sono meglio i cani.

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Fortino dello spaccio vigilato da cani e videocamere

Lunedì scorso la Polizia di Stato ha arrestato un italiano di 45 anni, per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio. L’uomo aveva trasformato la sua casa in un fortino fortino  sotto la guardia di 9 cani e microcamere nascoste con il proposito di spacciare indisturbato. I poliziotti del Commissariato Lorenteggio, presso l’abitazione dell’uomo in via Recoaro, strada interna del “Quadrilatero” ALER del Giambellino, hanno rinvenuto e sequestrato 700 grammi di hashish, 800 euro e materiale per il confezionamento della droga nonché un libricino con la contabilità delle vendite dello stupefacente e la messaggistica degli appuntamenti con la “clientela”. Partecipa al sondaggio Per quale partito voterai alle elezioni amministrative di Milano  VOTA

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Bene confiscato ospiterà 50 senzatetto con i loro cani

Quasi 500 metri quadrati distribuiti su due piani, cui si aggiungono un ampio terrazzo di 90 metri quadrati e un grande giardino recintato. È lo stabile confiscato nel 2010 alla criminalità organizzata in via Ripamonti 580, un ex night club che diventerà, già a partire dal prossimo inverno, luogo di accoglienza per i senzatetto con i loro cani. Dopo una sperimentazione portata avanti durante lo scorso piano freddo, quando la struttura è stata aperta da gennaio a maggio per offrire un servizio notturno a cinquanta persone senza dimora nei mesi più freddi, l’Amministrazione ha deciso con una delibera di destinare questa struttura in maniera permanente all’ospitalità di chi non ha una casa e vive per strada. E visto che lo stabile è circondato da un ampio giardino, l’accoglienza sarà dedicata in particolar modo ai senzatetto e ai loro animali d’affezione. Il Comune lancerà entro settembre un avviso pubblico per reperire soggetti disponibili a co-progettare il servizio. Coloro che si candideranno – da soli o in forma di raggruppamento – dovranno avere esperienza nella relazione con i senza fissa dimora, ma anche competenze nella tutela dei diritti degli animali o nella gestione di parchi canili. Per il mantenimento della struttura il Comune ha previsto un finanziamento di 584mila euro per una convenzione della durata di 27 mesi, a partire dall’ottobre 2019 e fino a dicembre 2021. L’ente che si aggiudicherà la gara dovrà poi mettere a disposizione un cofinanziamento pari ad almeno il 10% delle risorse investite dall’Amministrazione, che potranno servire per l’allestimento della struttura. “Milano – dichiara l’assessore alle Politiche sociali e abitative Gabriele Rabaiotti – sta attrezzando in modo sempre più solido un’offerta alloggiativa per chi non ha una casa che non ha eguali in Italia. Abbiamo pensato di dedicare la struttura di via Ripamonti all’accoglienza dei senzatetto che hanno un animale come compagno di vita perché spesso sono proprio loro i cosiddetti irriducibili della strada, quelli più refrattari ad accettare il ricovero nei centri comunali. Il fatto che questo avvenga in una struttura confiscata alla criminalità organizzata ci permette di raggiungere un doppio obiettivo: dare nuova vita a un immobile dove prima regnava l’illegalità e restituirlo a chi ha meno”. “Per le persone che si ritrovano senza dimora – aggiunge Paola Fossati, Garante per la tutela degli animali del Comune –, avere un cane è, in molti casi, l’unica forma di ‘legame familiare’ possibile, da cui non intendono separarsi. Per questo è importante che il Comune abbia scelto di mettere a disposizione la struttura di via Ripamonti per accogliere i senzatetto e anche i loro animali, garantendo che sia gli uni che gli altri possano trovarvi riparo e assistenza. Inoltre, questa opportunità è pensata come un progetto allargato a finalità di reinserimento sociale, quindi, ogni volta che le persone potranno migliorare la propria condizione, si può essere fiduciosi che anche gli animali che condividono la vita con loro ne beneficeranno“. Il centro, che avrà a disposizione cinquanta posti letto, dovrà rimanere aperto 24 ore su 24, per permettere agli ospiti di viverlo come una casa e di usufruire di percorsi di inclusione sociale che comprenderanno, laddove fosse possibile, l’accesso a tirocini, borse lavoro e tutto ciò che è necessario per l’avviamento all’autonomia. La permanenza si intende temporanea (sei mesi prorogabili per altri sei) e subordinata all’adesione al progetto personalizzato di reinclusione. Nella struttura sarà presente inoltre personale specializzato nella cura degli animali, ad esempio veterinari e istruttori cinofili. L’Amministrazione, in collaborazione con il soggetto vincitore del bando, stilerà un decalogo di regole di comportamento che terrà conto del nuovo Regolamento per il benessere e la tutela degli animali approvato dalla Giunta e che dovrà iniziare a breve il suo iter in Consiglio comunale.  

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Arruolati quattro nuovi cani per l’unità cinofila della Polizia locale

Si chiamano Assenzio (detto Zio), Bobo, Malu e Udon i quattro cani, ora in fase di addestramento, entrati nell’unità cinofila della Polizia locale. I cani, tutti pastori tedeschi, hanno preso servizio da qualche mese insieme ai loro allievi conduttori, e andranno ad aggiungersi alle altre sei unità già operative. “Con queste nuove ‘reclute’ – ha detto Anna Scavuzzo, vicesindaco e assessore alla Sicurezza – rafforziamo il nucleo cinofili della Polizia locale e potenziamo il controllo del territorio. La velocità con cui questi animali rintracciano sostanze stupefacenti anche nascoste aiuta gli agenti della Polizia locale nelle loro attività di contrasto allo spaccio, che stiamo portando avanti con particolare determinazione intorno alle scuole. I cani di questo nucleo hanno permesso di sequestrare oltre una tonnellata di sostanze stupefacenti negli ultimi due anni”. I quattro nuovi cani hanno tra gli 11 e i 22 mesi e sono stati scelti dopo una lunga selezione tra altri 67 candidati provenienti da genealogie ‘da lavoro’. Fino agli 11 mesi i cuccioli non mostrano chiaramente le caratteristiche comportamentali e fisiologiche che possono risultare non idonee al lavoro: un cane antidroga deve essere infatti un animale socievole, curioso, di indole non aggressiva, di alta tempra e avere le capacità di sopportare le sollecitazioni negative prodotte dall’ambiente urbano e umano in cui si trova a operare. L’addestramento di una unità antidroga avviene presso la Scuola Addestramento unità cinofile della Polizia locale di Milano, ha una durata di almeno sei mesi durante i quali, sotto la regia dell’istruttore cinofilo, conduttore e cane imparano insieme. L’addestramento del cane si basa sull’enfatizzazione di alcuni istinti naturali come l’attitudine al gioco, che nel linguaggio canino si concretizza con una fase della pulsione predatoria. Lo scopo è quello di indurre il cane a dedicarsi alla ricerca con interesse, non considerando l’attività un lavoro o una costrizione, ma un divertimento. La vita media operativa di un cane antidroga è di circa 8 anni, dopo i quali va in pensione e, nella maggioranza dei casi, viene ritirato dal suo conduttore oppure, quando questo non fosse possibile, viene affidato a famiglie selezionate che se ne possano prendere cura. Il Nucleo cinofili della Polizia locale, nato nell’aprile del 2000, oltre a svolgere attività di vigilanza nei parchi cittadini e nei pressi delle scuole, fornisce un valido supporto a reparti operativi anche fuori dal territorio del Comune di Milano e alle Forze di Polizia. Nel corso degli anni il nucleo ha collaborato anche alla selezione di personale e animali, nonché alla formazione e all’addestramento per piccole realtà locali e di capoluoghi quali Bergamo, Brescia, Venezia, Padova e Verona. L’acquisto di questi quattro cani è stato finanziato con le risorse del Progetto scuole sicure promosso dal Ministero dell’Interno. Finito l’addestramento, nei primi mesi dell’anno prossimo, saranno pronti per entrare in servizio a fianco dei loro colleghi.

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