esondazione

Il piano dell’Amministrazione comunale per il Seveso

Il piano dell’Amministrazione comunale per il Seveso. Scusate la battuta grafica, ma è anni che Niguarda e altri quartieri del Nord Milano subiscono periodiche inondazioni. Spesso con danni le cui stime sono lasciate all’approssimazione, ma che sono sempre gravi. Stop al lavoro, danni alle cantine, alle auto, ai negozi e così via. Il piano dell’Amministrazione comunale per il Seveso pare essere quello di continuare così: ci sono voluti decenni solo per programmare una pulizia della parte interrata del torrente (su questo va dato atto a Maran di essercisi impegnato più di altri), ma non c’è niente di definitivo. La lotta con i comuni e i residenti delle zone in cui si dovrebbero costruire le vasche di laminazione (cioè laghi momentanei per scaricare l’acqua in eccesso) ha impantanato tutto. Sala è solo l’ultimo di una serie di sindaci che hanno fallito sul Seveso, ma ha fallito pure lui. E viene da dire: anche su questo. Passa per essere un uomo pratico però forse visto che di Olimpiadi si parlerà più avanti, nel frattempo potrebbe usare tutti gli strumenti immaginabili e non per risolvere i problemi dei milanesi. Un ipotesi che potrebbero prendere in considerazione anche le opposizioni. Milano ha perso il suo sorriso, ma resta una città votata alla pratica: non ci interessa quanto in là devi spingerti, ci interessa il risultato. Ci vuole un piano applicabile subito. E lo devono tirare fuori i politici, perchè vengono pagati con potere e soldi non solo per gestire le nostre vite, ma per cercare di migliorarle. Niente piagnistei, o chiacchiere: fatti. Piuttosto meglio un piano per costruire paratie mobili intorno ai marciapiedi se non c’è altra soluzione. Se Sala e compagnia si dovessero arrendere lo capirebbero tutti: negli ultimi mesi ha preso tanti di quegli schiaffi che è già tanto se centra il cappuccino con la zolletta di zucchero. Nessuno deve fare qualcosa al di sopra delle proprie forze se non ne è convinto, bisogna avere le spalle per il presente e il futuro: Milano prima del Covid era una cosa, ora si apre un’altra fase. Se “Beppe”, come lo chiamano certi cronisti, non ha idee, ripeschi quella dell’Expo. Facciamo una Expo virtuale, oppure una fisica per dimostrare al mondo che Milano sa gestire persino una pandemia. Dalla Prefettura siamo certi che arriverà un sostegno se il piano che si presenta è ben studiato e organizzato. Ma facciamo. Siamo ancora una volta inondati dall’acqua, possiamo capire una pandemia improvvisa, ma un fenomeno frequente va gestito. Tra le prime testimonianze storiche al mondo ci sono gli scritti cinesi di una delle prime dinastie conosciute: in questi testi si racconta come il principe riuscì a pensare un sistema di gestione del principale fiume delle regione. Perché, proprio come dimostrano i Navigli, un fiume imbrigliato può essere una risorsa, e non un problema.

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Cittadini esondati mobilitatevi

Cittadini esondati mobilitatevi. Forse non è più il caso di restare passivi di fronte all’ennesima esondazione di due giorni fa, così non basta più rivolgersi alle pagine Facebook dei politici di zona. Le vasche di laminazione, cioè i laghetti temporanei dove convogliare le piogge in eccesso, devono essere costruite in tempi rapidi. Niguarda e i i quartieri circostanti sopportano da decenni la stessa funzione di sfogo per il torrente interrato, ma gli unici a muoversi fino ad oggi sono stati i cittadini delle zone dove dovrebbero essere costruite le vasche. Zone verdi in cui è difficile pensare a disagi come quelli subiti dalla città. Ricorsi, proteste e ancora ricorsi in ogni sede competente hanno rallentato i lavori delle vasche più di quanto non avesse già fatto il farraginoso sistema italiano, ma nessuno sembra essersi attivato per sostenere l’avanzamento dell’opera. Le richieste più frequenti sono quelle di contributi per i danni subiti, ma anche se onesto è un gioco in difesa. Invece si potrebbe cercare una concordanza di intenti per costruire. Stefano Indovino, capogruppo Pd del Municipio 9, si è accorto della questione: “Stanotte è esondato di nuovo il Seveso per più di un’ora. I mezzi di Amsa stanno pulendo le strade, lo faranno per tutta la giornata di oggi è domani. Ancora due settimane fa è stato accolto un ulteriore ricorso del condominio di Bresso, un gruppo di comitati che preferiscono che le vasche di laminazione restino interi quartieri piuttosto che infrastrutture predisposte a ricevere l’acqua. I cittadini dei nostri quartieri devono rispondere. Devono far sentire la loro voce. Devono gridare che non è più possibile attendere opere già finanziate e progettate per gli interessi particolari di qualcuno. Vasche di laminazione, pulizia acque, individuazione degli scarichi abusivi da parte della procura. La misura è colma da tempo”. Ora se persino da Partito democratico arriva una posizione ragionevole, ci permettiamo di proporne una noi alla politica locale: perché non sfruttare l’occasione per dimostrare cosa vuol dire essere milanesi? Il problema è i tutti, destra sinistra e non votanti. Chiunque può essere d’accordo sul difendere i propri concittadini ed elettori, dunque cittadini esondati mobilitatevi: chiedete ai vostri rappresentanti un’azione condivisa tra tutte le forze degli schieramenti. Chiedete che su un problema pratico i vostri rappresentanti sappiano dimostrare il loro animo meneghino dando più peso ai fatti che alle opinioni o agli interessi particolari. Si uniscano i politici e i cittadini del nord Milano per evitare che anche i figli e i nipoti debbano vivere una situazione surreale come quella di una città allagata a ogni temporale. Cittadini esondati mobilitatevi, noi dell’Osservatore ci saremo per sostenere lo sforzo in ogni modo.  

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Sala, il sindaco coi piedi nell’acqua

Sala, il sindaco coi piedi nell’acqua. Ospedali che cascano a pezzi, strade allagate, persone nel panico e un’immagine di una città alluvionata. Sempre nello stesso posto, quello in cui il sindaco Giuseppe Sala passa solo per annunciare che investirà sul quartiere dove si concentrano le proprietà della cooperativa Niguarda. E (anche) questa volta non c’era: era in giro per cercare di portare a Milano le Olimpiadi invernali. Una volta erano un’evento minore, buono per città come Torino (per altro la questione di quanto siano costate alla città non ha mai visto la parola fine). Sala però è alla disperata ricerca di un successo almeno secondario per rilanciare la sua immagine di uomo internazionale, perché senza un Renzi alle spalle sta rapidamente tornando a essere solo un uomo normale. Inaccettabile per lui e tutti quelli che a Expo si sono sentiti tanto internazionali e hanno guadagnato lauti stipendi negli anni delle spese e dei decreti da commissario speciale. Sala non si arrende e intanto la città affonda con le sue ambizioni. Il sindaco ha passato buona parte del mandato in giro a cercare di continuare a frequentare quel mondo che aveva visto a Expo e ha tentato di riportare a casa quei mesi che l’hanno fatto sentire così speciale. La città però nel frattempo affondava sui tanti debiti e promesse e, specialmente, sulla carenza di cura da parte del primo cittadino: la battaglia per la pulizia dell’alveo del Seveso, come per il completamento delle vasche di laminazione, è qualcosa di molto meno cool di un evento internazionale. Ma il problema è che riguarda solo i milanesi, mentre Sala e la sua corte già pensano alla dimensione nazionale. Però non si accorgono che ormai Sala è il sindaco coi piedi nell’acqua. E in certi ambienti la puzza delle acque del Seveso si sente. Non tutti sono boccaloni come gli italiani e sembrano aver inquadrato bene Beppe Sala: ogni competizione per agenzie europee o altro si è conclusa male. Ora attendiamo quella per le Olimpiadi, intanto nessuno ha risolto il problema delle esondazioni. Però si sono accorti che i conti non reggono e che si devono chiedere 50 centesimi in più ai milanesi più poveri (quelli che prendono la metro). Se anche le Olimpiadi invernali dovessero andare male, Sala avrà solo due scelte: o iniziare a fare il sindaco dei milanesi, o dimettersi per seguire le legittime aspirazioni da premier o ministro. Però è il momento di lavorare, perché al momento la sua carriera ha i piedi nell’acqua.  

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Esonda il Seveso, strade chiuse

Il fiume Seveso è esondato questa mattina a causa della pioggia. A darne notizia è il Comune che già da ieri pomeriggio, in attesa dei previsti temporali che stamani si sono abbattuti sulla città, stava monitorando la situazione, e che precisa come l’attenzione resti alta “per la possibilità di una seconda ondata di piena” dovuta alla pioggia che ancora scende a nord della città. “Questa mattina, intorno alle 9.55 – fa sapere il Comune in una nota -, si è verificata una piccola esondazione del Seveso, rientrata alle 10.15“. Al momento è chiusa la viabilità tra viale Fulvio Testi, viale Sarca e viale Suzzani, mentre MM servizi idrici, Protezione civile, Polizia Locale e Amsa sono al lavoro per riaprire le strade al traffico “nel minor tempo possibile“.  

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