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A2A, AeB, il Consiglio di Stato boccia la fusione, Fumagalli (M5S Lombardia): “Sindaci non all’altezza, Attendiamo dimissioni”

A2A, AeB, il Consiglio di Stato boccia la fusione, Fumagalli (M5S Lombardia): “Sindaci non all’altezza, Attendiamo dimissioni”. “La sentenza del Consiglio di Stato che sancisce l’illegittimità dell’operazione posta in essere da A2A e AeB è motivo di grande soddisfazione poiché costituisce il coronamento di anni di lotte contro le aziende pubbliche brianzole che vengono gestite dai partiti come un bene proprio”, così Marco Fumagalli, Consigliere regionale del M5S Lombardia. Per il rappresentante del Movimento 5 Stelle, “la svendita della AeB ad A2A era solo la più vistosa e importante di altre questioni che videro coinvolte aziende come BEA, CEM e Brianzacque. Accertato il fatto che il procedimento non è stato correttamente espletato poiché l’operazione doveva essere preceduta da una gara pubblica mi aspetto l’immediata uscita di A2A e dei suoi dirigenti dalla compagine di AeB e il ripristino della situazione preesistente”. “Alla luce dell’elevato rischio di danno erariale e di risarcimento del danno, tutti coloro che hanno preso la scellerata decisione dovranno procedere alle dimissioni al fine di non compromettere quanto deciso dalla sentenza.  Dal momento che il Presidente Mazzoncini e Bracchitta, e tutti sindaci coinvolti non si sono dimostrati all’altezza, devono rassegnare al più presto le dimissioni in quanto soggetti non idonei a ricoprire i relativi ruoli. Ciò per evitare che commettano errori simili in futuro o che resistano per pretendere di difendere ciò che è assolutamente indifendibile”, conclude Fumagalli.

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Fumagalli (M5S Lombardia). Sostituire i vertici di ARIA per ridare credibilità alle istituzioni

Fumagalli (M5S Lombardia). Sostituire i vertici di ARIA per ridare credibilità alle istituzioni. L’attacco del Movimento 5 Stelle arriva dopo l’ennesimo tentativo di ottenere più informazioni su quanto accaduto nei mesi della quarantena. Settimane in cui si sono mossi tutti tanto e in modo confuso in Lombardia: oggi l’Amministrazione sta pagando proprio questo attivismo con una serie di indagini tanto ampie che prevedibilmente finiranno tra dieci anni e magari in una bolla di sapone. Intanto però le opposizioni hanno rilanciano chiedendo la sostituzione di Ferri, fino a ieri uno dei leghisti che sembravano più lanciati verso una grande carriera politica. “Ieri il Presidente di ARIA Francesco Ferri non ha riferito in Commissione circa le inchieste in corso per non interferire sul segreto istruttorio. Riferirà forse in Commissione di inchiesta Covid a porte chiuse. Come possiamo pensare che la più grande centrale di acquisti italiana sia nelle condizioni di poter operare correttamente quanto le informazioni che la riguardano sono pubbliche solo grazie alle fonti di stampa e investigative? I condizionamenti e le deviazioni di cui abbiamo appreso sono tali per cui una discontinuità di gestione è quanto meno opportuna”, così Marco Fumagalli, consigliere regionale del M5S Lombardia. “Occorre sostituire i vertici di ARIA per ridare credibilità alle istituzioni. Non possiamo aspettare che provveda la magistratura a commissariare ARIA. Deve intervenire la politica per evitare un’ulteriore perdita di credibilità”, conclude Fumagalli. Mentre i 5 Stelle puntano a Aria, Pierfrancesco Majorino ha rilanciato invece avvertendo il suo partito che è il momento di una proposta forte perché Fontana difficilmente arriverà al 2023. Il primo nome “forte” emerso è quello di Maurizio Martina, senza dubbio un nome conosciuto a Milano perché è stato uno dei principali organizzatori dell’Expo 2015.

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Cessione quote FNM a Serravalle. Fumagalli (M5S): “Si vuole sottrarre FNM al controllo pubblico”  

Cessione quote FNM a Serravalle. Fumagalli (M5S): “Si vuole sottrarre FNM al controllo pubblico”. “L’audizione di FNM e Serravalle conferma che l’operazione è stata effettuata senza una valutazione economico-finanziaria e un piano industriale che potesse confermare la solidità dell’operazione. Ho chiesto di poter avere il piano industriale redatto da una primaria società di consulenza che sulla base di un’analisi costi benefici evidenzi i vantaggi dell’operazione. Questo documento che è alla base di una qualsiasi operazione di acquisizione non è disponibile”, così Marco Fumagalli, consigliere regionale del M5S Lombardia, commenta l’audizione che si è tenuta questa mattina in Consiglio regionale con il Presidente di Ferrovie Nord Milano e di Milano Serravalle. “Ma non è l’unico documento a mancare all’appello”, denuncia Fumagalli: “non è stata nemmeno consegnata una perizia circa il valore di acquisto delle azioni che tra l’altro riguardano anche la liquidazione di una società del Gruppo Gavio. Non c’è traccia di una due diligence su società come Serravalle e Pedemontana che nulla hanno da invidiare ad altre discusse società di Regione Lombardia come ARIA e Lombardia Film Commission”. “Dall’audizione emerge che l’operazione non ha una base industriale e nemmeno di prospettiva finanziaria ma solo quello di affrancare un’importante area di intervento di Regione Lombardia al controllo pubblico per le finalità esclusivamente politiche e finanziaria dei poteri vicini alla Lega. Tra l’altro oltre alla carenza di trasparenza che continuerà a caratterizzare l’azione di FNM, in totale contrasto con la normativa e lo statuto regionale, per sostenere finanziariamente l’operazione, la promessa di Fontana di togliere il pedaggio dal casello di Agrate e Monza rimarrà l’ennesima bugia di una classe politica senza credibilità. La notizia poi che Regione Lombardia diventerà socio di maggioranza di Pedemontana conferma come l’operazione di switch tra Serravalle e Pedemontana è definibile con il termine tecnico di “fregatura””, conclude il Consigliere regionale del M5S Lombardia.

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Caso camici, M5S Lombardia: “Fontana spieghi in aula”

Caso camici, M5S Lombardia: “Fontana spieghi in aula”. Il caso sollevato sulla presunta donazione di materiale medico da parte di una ditta di cui è coinvolta la famiglia del governatore lombardo sta assumendo proporzioni sempre più gravi. Sembrava un fraintendimento, invece alcuni giornalisti, in particolare Andre Sparaciari sul Fattoquotidiano, stanno rilevando aspetti interessanti anche per le Procure. Dopo gli articoli sono arrivate le indagini, dopo le indagini le reazioni politiche: “Martedì Fontana, insieme all’Assessore Cattaneo, hanno il dovere di venire in aula a spiegare ai lombardi che cosa sta accadendo. Non è tollerabile che si facciano vedere in Consiglio regionale solo per commemorazioni o inaugurazioni. È più di un mese che chiediamo che riferiscano sulle inchieste che, ancora una volta, gettano ombre vergognose sull’amministrazione della Lombardia. Le indagini in corso sono ampie  e sebbene siano solo all’inizio ci restituiscono un sistema di comando anomalo, imbarazzante e molto discutibile. Ovviamente faranno il loro corso, spetta però alla politica, e a chi amministra la regione, chiarire proprio perché l’eventuale coinvolgimento in inchieste non garantisce la concentrazione necessaria che dobbiamo avere in questo momento in cui vanno assunte decisioni fondamentali per rilanciare la Lombardia dopo l’emergenza Covid. Per quanto riguarda i dirigenti di ARIA abbiamo chiesto da tempo di ascoltarli in Commissione, con il consigliere Marco Fumagalli. Anche in questo caso è stato finora impossibile un confronto politico pubblico. Lo ribadiamo, non c’è più tempo da perdere e la Lombardia si deve concentrare esclusivamente sul suo futuro”, così Massimo De Rosa, capogruppo del M5S Lombardia.

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A2A – AEB, Fumagalli: “Ora intervenga AGCM in giudizio”

A2A – AEB, Fumagalli: “Ora intervenga AGCM in giudizio”. Marco Fumagalli, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, incassa una prima vittoria con lo stop imposto dal Tar al progetto di fusione tra A2A e AEB e rilancia. Ora il politico chiede l’intervento di un’altra autorità: “Ho trasmesso il decreto di sospensione dell’accordo tra A2A e AEB emesso dal TAR lombardo alla AGCM affinchè possa intervenire in giudizio o comunque fornire un parere in merito. Ho dato avvio a questo contenzioso perché nessuno può fare il furbo e calpestare la legalità e svendere le aziende pubbliche facendo accordi sottobanco senza fare gare pubbliche. Il TAR tuttavia non ha riconosciuto la mia legittimazione attiva e quindi da un punto di vista processuale devo cedere il passo. Continuerò a dare sostegno a questa azione da un punto di vista politico visto che da quello processuale sono stato escluso. La mia risposta quindi ad A2A ed AeB che vogliono ricorrere al Consiglio di Stato è chiedere l intervento dell’’AGCM visto che tra i suoi poteri vi e’ quello di intervenire in giudizio e/o fornire pareri nel caso si ravvisino violazioni della concorrenza nel caso in cui un’operazione non garantisca il rispetto delle regole del mercato. D’altronde se posso concordare con il TAR sulla mia carenza di legittimazione attiva è anche vero che l’ordinamento giuridico proprio per supplire a questa “carenza di interesse” come viene definita dai Tribunali ha messo a disposizione della collettività l’attività della AGCM fino a concedere la possibilità di intervenire in giudizio, aprire una indagine o comunque fornire un parere in merito ad operazioni lesive della concorrenza. Questa è un’azione politica che rivendico a gran voce”.

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Fumagalli, M5S: “Singolare: respingiamo le Ong, ma negli ospedali curiamo i militari libici”

Fumagalli, M5S: “Singolare: respingiamo le Ong, ma negli ospedali curiamo i militari libici”. La questione la riassume così Marco Fumagalli, consigliere regionale Cinque Stelle in Regione Lombardia. Oggi lo abbiamo intervistato sulla curiosa vicenda dei miliziani libici curati negli ospedali italiani negli ultimi anni. Una nebulosa faccenda su cui si sono accesi in parte i riflettori per un episodio di violenza accaduto proprio tra bande libiche ospitate nelle strutture del gruppo San Donato. Ad oggi si sa quanti sono i libici ospitati negli ospedali italiani?  I controlli disposti da Regione Lombardia sono talmente insufficienti e la risposta data dall’Assessore Gallera in Consiglio così banale, che non abbiamo idea di quante persone sono ricoverate e nemmeno se sono militari o altro. Non è una novità che la Giunta Regionale cerchi di sviare l’argomento e avere un atteggiamento reticente e non sorprende, nemmeno, che si comportino in modo superficiale. Se fossero stati precisi e puntuali i dati sul numero di questi soggetti ricoverati sarebbero stati resi noti fin dal mese di novembre 2019 quando ho fatto esplicita richiesta. Che lei sappia qualcuno ha controllato che non ci fossero criminali di guerra tra loro? Dalla risposta data dal Gruppo San Donato, in data 20 dicembre, alla mia richiesta di chiarimenti si riferisce “che non sono informati dello status – militare o civile – dei pazienti per note ed evidenti ragioni di privacy”. Dato che quando si viene ricoverati si devono fornire le generalità, anche per motivi sanitari legati ad eventuali malattie professionali, mi chiedo quali procedure adottino al San Donato in fase di accettazione e quali procedura siano state adottate in relazione a questi pazienti. Evidentemente in Giunta non fanno domande. Io invece le domande le faccio e voglio capire chi erano queste persone e perché Regione non ha indagato fin dalla mia richiesta di informazioni. Le reticenze alle legittime domande e le indagine coordinate dalla Digos non possono che far pensare al peggio. Non sappiamo chi erano questi violenti che avevamo a due passi da casa nostra e sorprende che tutto ciò sia avvenuto con il beneplacito di Regione Lombardia. Regione lombardia si sta muovendo in questo senso? Sembra che la cura di questi “pazienti” libici sia stata effettuata a seguito di una richiesta dell’Ambasciata libica presso la Santa Sede. Potrebbe essere che il Vaticano abbia concesso un “corridoio” umanitario per la cura di questi pazienti. E’ singolare che le ONG che operano sui mari vengano fermate per effetto del decreto sicurezza, come nel caso della ONG al comando di Carola Rackete, mentre non meglio specificati “militari” – come riporta la stampa – vengono curati a Milano con il consenso di Regione Lombardia. La cosa ancora più strana è che i morti e feriti nel conflitto civile libico sono qualche centinaia, come riportato da fonti di stampa e dalla relazione dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani. Stando, quindi, ai numeri riportati dai giornali di circa cento libici negli ospedali milanesi, pare, quanto meno, improbabile che siano venuti tutti a Milano a farsi curare. E’ per questo che occorre capire quante persone sono state realmente ospitate presso il Gruppo San Donato. E’ evidente che tutta questa situazione è molto strana e sorprende l’atteggiamento di Regione Lombardia che tenta di deviare l’attenzione mediatica concentrandosi sulle responsabilità del Gruppo San Donato. È stata, infatti, comminata una sanzione contrattuale a carico del Gruppo per un utilizzo improprio dei posti letto destinati in regime di accreditamento con il servizio sanitario regionale, senza tuttavia che sia stata citata la base normativa o regolamentare a sostegno della decisione e della determinazione del quantum. Lei ha presentato un’interrogazione per avere informazioni sul tema, ha intenzione di intraprendere altre iniziative con lo stesso scopo? Andrò a fondo di questa situazione perché coerenza vuole che se si è usato il pugno di ferro con le ONG nel Mediterraneo, e allora così deve essere fatto anche per coloro che curano non meglio precisati cittadini libici a Milano. I leghisti fanno i bulli con le ONG e poi calano le braghe con chi gestisce il 40 % della sanità lombarda. Qualcosa mi dice che occorre fare chiarezza intorno a questa vicenda.

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