furto

Arrestato dopo un furto nel Santuario San Camillo de Lellis

Domenica pomeeriggio in Piazza Duca D’Aosta, la Polizia di Stato ha arrestato un 36enne italiano per il reato di furto aggravato. Poco prima aveva rubato 3 suppellettili sacre dal Santuario “San Camillo de Lellis” di via Mauro Macchi. Gli agenti di una volante dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, durante l’ordinario servizio di pattugliamento del territorio nella zona della stazione Centrale, hanno notato il 36enne, persona a loro già nota per precedenti per reati contro il patrimonio, al quale il giorno prima un altro equipaggio aveva notificato un provvedimento di divieto di ritorno nel Comune di Milano per la durata di 3 anni. Il 36enne alla vista dei poliziotti ha di colpo cambiato la propria direzione di marcia. E’ stato pertanto fermato e sottoposto a controllo. All’interno del proprio zaino nascondeva 3 calici in oro e argento, arredi sacri utilizzati nella celebrazione della messa. Uno di questi calici è poi risultato essere una sorta di  “reliquia”, in quanto era appartenuto a Papa Giovanni Paolo II, pontefice divenuto santo, e poi donato all’Ordine Camilliano. Le indagini degli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale hanno appurato che poco prima l’uomo si era introdotto nel Santuario di San Camillo de Lellis, dove il sacrestano lo aveva visto armeggiare con una cassetta delle offerte, senza però riuscire ad aprirla, per poi allontanarsi subito dopo. Gli agenti hanno anche accertato che i calici appartenevano al Santuario, arrestando così l’uomo per furto aggravato, e denunciandolo per la violazione del divieto di ritorno nel Comune di Milano. I calici e la reliquia sono stati prontamente restituiti al rettore del Santuario, che ha sporto denuncia in Questura.

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CInque arresti per il furto di 20 smartphone

La scorsa notte la Polizia di Stato ha arrestato a Milano 5 cittadini rumeni di età compresa tra i 19 e i 23 anni per furto aggravato in concorso. Alle 3.00, gli agenti della volante del Commissariato Bonola hanno intimato l’alt ad una macchina con a bordo 5 cittadini rumeni, in via Civitali, ma il conducente si è dato alla fuga. Gli agenti hanno inseguito la macchina fino in via Fantoni, dove sono riusciti a fermarla. All’interno dell’auto i poliziotti hanno trovato 20 smartphone ed un tablet, dal valore di circa 3 mila euro, diverse schede telefoniche nuove ed arnesi per lo scasso. Tramite uno scontrino di pochi euro risalente a qualche giorno prima, trovato nella loro disponibilità, relativo ad un negozio di telefonia in via Civitali, i poliziotti sono riusciti a risalire all’esercizio commerciale nel quale i 5 si erano introdotti per rubare i cellulari. Sul posto gli agenti hanno subito riscontrato che la saracinesca del negozio era stata danneggiata e che qualcuno si era introdotto poco prima. Una persona nelle vicinanze del negozio ha riconosciuto le persone fermate come gli autori del furto, mentre uno dei dipendenti del negozio ha confermato la proprietà dei telefoni rubati. I 5 cittadini rumeni sono stati arrestati per furto aggravato in concorso e la merce è stata restituita al negozio.

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Libico arrestato per furto di un cellulare

Stanotte in via Giosuè Carducci, gli agenti della volante del Commissariato Sempione hanno arrestato un cittadino libico di 35 anni per furto con strappo di un cellulare. L’uomo si è avvicinato ad una ragazza 20enne in attesa del bus della Linea M1 notturna; dapprima le ha chiesto delle informazioni, poi le ha strappato dalle mani il cellulare dandosi alla fuga. La vittima è riuscita a contattare la Polizia e a fornire una descrizione del malvivente, che è stato bloccato poco dopo dai poliziotti.

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Marocchino arrestato dopo un furto in una profumeria

Giovedì pomeriggio, gli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale della Questura, all’interno di un negozio in Corso Vittorio Emanuele II, hanno sorpreso un cittadino marocchino di 45 anni intento a rimuovere la placca anti taccheggio dalla confezione di un profumo del valore di 120 euro al fine di  impossessarsene indebitamente. I poliziotti hanno immediatamente fermato l’uomo e lo hanno arrestato per furto aggravato.

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Denunciato per furto di 11 chitarre da 150mila euro

Venerdì scorso, a Milano, la Polizia di Stato ha ritrovato nell’abitazione di un 57enne italiano incensurato, 11 chitarre del valore complessivo di 150 mila euro valore, sottratte ad un musicista ed ha  denunciato l’autore del furto. Le indagini dei poliziotti del Commissariato Sempione sono iniziate lo scorso 8 agosto, a seguito della denuncia sporta da un musicista per il furto di 11 chitarre di sua proprietà, che custodiva all’interno di un garage preso in affitto in piazza Giulio Cesare. La vittima, musicista e tenore, durante un normale passaggio nello stabile locato si era accorta che le sue chitarre, di ingente valore economico, tra le quali una “Gibson SJ 200” appartenuta ad Elvis Presley, erano state sostituite con altre chitarre di scarso valore. Gli accertamenti dei poliziotti di Viale Certosa hanno appurato che proprio il locatore del garage affittato, servendosi del proprio badge, si era introdotto nel corso di due distinte notti nello stabile ed aveva asportato le chitarre del musicista suo locatario. I poliziotti hanno inoltre accertato che il 57enne, anch’egli collezionista di strumenti musicali, qualche giorno prima del furto aveva acquistato le chitarre di scarso valore, che ha poi sostituito ai preziosi pezzi di collezione. Le perquisizioni degli agenti hanno interessato circa 20 autorimesse site tra Milano e l’hinterland, inclusa l’abitazione del 57enne, locali caratterizzati tutti da numerosi strumenti musicali accatastati. Gli agenti sono riusciti a recuperare tutte le chitarre trafugate, ad eccezione di una che nel frattempo era stata venduta su internet. Tra i pezzi di collezione, oltre a quella suonata dal noto cantante statunitense, sono tornate al legittimo proprietario una “Guild”, una “Admira”, una “Valeriano Bernal”, una chitarra elettrica “Fender Hot Rod”, una “Martin & Co”, una “Martin HD 28 Vintage” ed infine una “Phiphone Hummingbird”. Il 57enne pertanto è stato deferito all’A.G. in stato di libertà per furto in abitazione.

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Fermato per furto si impicca in questura

Un algerino di 42 anni si è tolto la vita all’interno della camera dei fermati della questura di Milano. E’ accaduto alcuni minuti dopo le 12, poco prima era stato fermato in zona Porta Venezia mentre tentava di forzare un’auto assieme a un complice, un marocchino di 23 anni. I due erano stati sorpresi in via Felice Casati, sono stati bloccati e accompagnati in questura per essere fotosegnalati. Sono quattro le stanze dei fermati in questura, in quel momento tutte vuote. Gli agenti li hanno chiusi ognuno in uno spazio, lasciandoli da soli. Un’operazione del tutto normale e di routine. L’algerino è rimasto circa un’ora nell’isolamento della camera, un tempo sufficiente per togliersi la maglietta, annodarla e trasformarla in un cappio da legare alle grate di una finestra bassa. Quando i poliziotti hanno aperto la porta blindata era ormai senza vita, quasi seduto sul pavimento ma col corpo abbandonato e con la testa tesa in una posizione innaturale  Inutili le manovre di rianimazione, l’uomo è morto sul posto. Sono in corso approfondimenti sul suo passato, a partire da eventuali problemi psichiatrici. Resta la sorpresa e lo sgomento degli agenti. L’algerino sarebbe stato quasi sicuramente denunciato a piede libero e rimesso in libertà. ANSA

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