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Protesta degli infermieri davanti al Pirellone

‘Non eroi ma professionisti’ è uno dei cartelli che gli infermieri aderenti al NurSind tengono in mano, indossando mascherine, camici monouso e cuffie chirurgiche, nel presidio che hanno organizzato davanti al Pirellone, sede del Consiglio regionale della Lombardia, nel giorno dello sciopero nazionale contro le “condizioni di lavoro inaccettabili”, per avere “stipendi dignitosi”. “A livello nazionale incrociamo le braccia perché non abbiamo ricevuto segni dalle istituzioni, né nazionali né regionali – ha spiegato Donato Cosi, responsabile lombardo del sindacato -. I nostri stipendi sono fra i più bassi d’Europa, la dotazione organica è calcolata in modo arcaico, dovrebbe esserci un rapporto di uno a sei con i pazienti, ma siamo uno a 12, non c’è programmazione per il futuro e non sono stati erogate le risorse della legge di bilancio 2020 per gli infermieri, lo saranno con il nuovo contratto mentre ai medici sono già state date”. ANSA

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Artisti di strada in protesta in piazza San Fedele

Artisti di strada in protesta in piazza San Fedele. “L’Arte di Strada a Milano è bloccata da mesi e, a causa di vuoti normativi e paradossi burocratici, la situazione sembra irrisolvibile. ASM Confesercenti Artisti di Strada a Milano, FNAS e AleaCaM hanno indetto una nuova manifestazione che si terrà lunedì 14 giugno, dalle ore 10:00 alle ore 13:00 in Piazza San Fedele a Milano. Manifestemo in simultanea con le associazioni degli artisti di strada di Roma, per darci reciproco sostegno ideale. Milano e Roma sono tra le poche città italiane ancora bloccate. Il Comune di Milano non permette le nostre esibizioni, poiché il Decreto Legge vigente impone “posti a sedere preassegnati” per qualunque spettacolo dal vivo in “Zona Gialla”, anche all’aperto. Regola inapplicabile e inutile in relazione all’Arte di Strada. Se tale regola rimanesse attiva anche in “Zona Bianca”, resteremmo esclusi a tempo indeterminato da ogni ripartenza. Apprezziamo la solidarietà giunta da tanti componenti delle istituzioni e delle forze politiche, ma occorre che qualcuno abbia finalmente il coraggio di prendere una decisione. È il momento di far rinascere la vita della città, in completa sicurezza”. Non è la prima volta che gli artisti di strada manifestano e forse neanche l’ultima.

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Pentolada di protesta sotto Regione Lombardia

“Per dire a Fontana di andarsene. Per dire che in Lombardia è andato tutto male” i Sentinelli, insieme ad Arci, Medicina Solidale e Casa Comune hanno organizzato una pentolada sotto palazzo Lombardia. Ai partecipanti hanno infatti chiesto di presentarsi con pentole e padelle, coperchi e mestoli per far sentire in questo modo la loro voce. ‘Gestione inadeguata, sanità commissariata’ è uno degli striscioni che hanno portato i partecipanti alla manifestazione, che scandiscono con pentole e mestoli appunto i discorsi di chi interviene al microfono denunciando il “disastro” del sistema di prenotazione di Aria, come ha sottolineato il presidente di Arci Milano Maso Notarianni. “Una cosa ci indigna più di tutte: 31 mila morti e non hanno mai detto una volta ‘scusa’, mai” ha aggiunto Luca Paladini chiedendo a nome dei Sentinelli che “Fontana e la sua giunta diano le dimissioni”. ANSA

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Esponenti del Pd protestano seduti davanti al consolato turco

Seduti su due sedie davanti alla sede del consolato turco di Milano in segno di solidarietà alla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e contro il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Così due esponenti del Pd milanese – Angelica Vasile, consigliera comunale, e Massimo Scarinzi, assessore del Municipio 3 – hanno espresso la loro solidarietà alla presidente “per il trattamento inaccettabile che le è stato riservato durante la visita ufficiale della delegazione Ue ad Ankara”, come hanno spiegato in una nota. “La Turchia rispetti le donne. Questa ennesima provocazione arriva pochi giorni dopo la decisione di Ankara di cancellare l’adesione alla Convenzione di Istanbul che contrasta la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica – hanno commentato Vasile e Scarinzi -. Quanto successo ieri ad Ankara è gravissimo. Ancora una volta la Turchia sceglie di umiliare le donne con un gesto irrispettoso e inaccettabile. L’Europa e l’Italia non voltino lo sguardo in nome della tutela di interessi economici e geopolitici”. ANSA

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Le cose che non dicono: riqualificazione delle aree in stazione centrale.

Da due anni a questa parte, il Comune parla col comitato Salviamo Benedetto Marcello di  uno dei quartieri liberty più famosi e belli di Milano. La tanta proclamata riqualificazione del quartiere di Via Benedetto Marcello e dei dintorni, sembra proprio che non veda la luce. Parliamo di un progetto aperto coi residenti da più di 20 anni, quindi non proprio poco tempo. Assisteranno invece, all’ennesimo restyling delle aree della stazione centrale di Milano che è lì a due passi. Ben venga dico io, ma gli effetti di questa riqualificazione andranno a sommarsi a quelli del 2015. I cittadini così si trovano spostati sotto casa i problemi che girano attorno a tutte le stazioni del mondo. I residenti devono confrontarsi con: spaccio, abusivismo, prostituzione, insomma un mercato a cielo aperto di ogni genere.  La cosa drammatica sapete qual è? Che tutti sanno, ma che nessuno fa niente, persino il nostro Sindaco Beppe Sala aveva detto che se ne sarebbe interessato. Inoltre, i residenti chiamano le forze dell’ordine ma si sentono glissare continuamente. Bene, i cittadini, sono ancora in attesa della presa di posizione del nostro Sindaco e di sentirsi al sicuro ovviamente. Le elezioni fanno miracoli a volte, vedremo.  Il 14 febbraio 2020, è stato organizzato l’incontro da Mercato Centrale con la presenza del sindaco Giuseppe Sala, l’Assessore all’Urbanistica, al Verde e all’Agricoltura Pierfrancesco Maran, l’architetto e urbanista Stefano Boeri, l’Amministratore Delegato di Grandi Stazioni Retail Alberto Baldan e l’architetto del progetto Mercato Centrale Milano Alberto Torsello, per parlare del progetto imminente del mercato centrale. La cosa secondo il mio punto di vista, ma anche dei residenti, è quella che non si siano posti una domanda essenziale. Che senso ha concentrare il commercio proprio in questa zona? A copia o somiglianza di quello che avviene nelle capitali europee, ma come da tempo chiedono i residenti: perché non si vuole unire in un solo posto il mercato quindi? In Via Benedetto Marcello è in vigore un vincolo paesaggistico ed architettonico. Ricordiamolo. Quindi il mercato non ci potrebbe nemmeno stare. Per di più su un’area verde vincolata. Ulteriore danno provocato direi. Quindi facendo il punto della situazione, avremmo due aree di commercio a distanza di pochi metri. Utile vero? Ma soprattutto, molto difficile da gestire, sia per il traffico che genera e sia per tutti i problemi che un’area commerciale di questa portata si trascina dietro. Proprio perché viene considerato come servizio utile, civile e d’integrazione con la funzione all’interno del quartiere considerata la sua natura di spazio inclusivo e aperto al dialogo con il contesto urbano di riferimento, perché non toglierne una e concentrarla solo in stazione con tutti i benefit che ne deriverebbero? Perché procurare ulteriori problemi in zona, se Il fine è quello di dare un contributo concreto al territorio? Grazie alla creazione di importanti sinergie con i settori protagonisti del quartiere e lo sviluppo di progetti dal forte valore culturale e sociale, se ne avrebbe la possibilità così.  Perché non prendersi cura di quello che dicono i cittadini in riguardo? Si parla tanto di partecipazione, di collaborazione, ma qui non se ne vede tanta, anzi… quasi quasi si respira l’aria di speculazione edilizia, perché come ben si sa, un’area mercatale subisce di conseguenza un deprezzamento. Riqualificazione, territorio e identità sono temi cardine e non li si può strutturare ed inserire così in sordina in un progetto commerciale.  La cultura e l’integrazione, vanno ben oltre e non devono essere posti come problemi ai cittadini, perché così un buon progetto socio culturale commerciale come questo, diventerebbe un ennesimo concentrato degli effetti che si abbatterebbero sui residenti. Se come si dice: “il bello, attira il bello” da quando hanno rifatto il piazzale, tutti i problemi si sono spostati nelle vie limitrofe e non si risolvono così i problemi, vero? Spostandoli ed aggirandoli intendo.  

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Protesta dei ristoratori fuori da Palazzo Lombardia

Si sono radunati ieri mattina fuori dalla sede di Regione Lombardia i ristoratori e proprietari di pubblici esercizi milanesi per protestare contro il governo al grido di ‘Basta, siamo stremati’. Sotto accusa soprattutto le risorse economiche destinate da governo, Regione e Comuni nei confronti del settore dei ristoranti, bar, pizzerie, pasticcerie, discoteche, pub, gelaterie e locali serali, giudicate insufficienti per evitare il fallimento di migliaia di attività del settore. Al centro delle polemiche anche le lungaggini che stanno portando alla definizione dei contenuti del nuovo pacchetto di aiuti per le imprese più colpite dalla pandemia. “Al momento non abbiamo neanche i parametri su come verranno erogati, se non vedere alcune bozze che nel giro di poche ore vengono smentite, per poi essere riproposte con modalità diverse ma che non specificano i miliardi di euro messi a disposizione del settore, ma che invece provocano ansia, delusione, incredulità e rabbia a noi imprenditori dopo aver perso mesi di lavoro importanti per salvare le nostre imprese” ha affermato Alfredo Zini, ristoratore milanese da generazioni e portavoce di tanti colleghi in difficoltà. “Chiediamo a tutte le forze politiche che compongono la maggioranza di questo governo guidato dal professor Mario Draghi di approvare il decreto in tempi rapidissimi, cosi da poter salvare imprese e posti di lavoro – ha concluso Zini -. inoltre chiediamo a tutti i prefetti di intensificare i controlli perché in queste ultime settimane vediamo il dilagare di un abusivismo di massa”.     Fra le richieste anche quella di riformare la Legge Bersani in favore di una moratoria che impedisca nuove aperture nel settore cosicché chi ha maggiormente patito le chiusure dell’ultimo anno possa ritornare a far rivivere la città quando l’emergenza sarà superata. ANSA

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