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Glovo dovrebbe spiegare perché Cinzia è diventata uomo

Glovo dovrebbe spiegare perché Cinzia è diventata uomo. Nei giorni scorsi è infatti tornata in prima pagina la questione dei rider, nome inglese per indicare chi consegna il cibo in bicicletta. Un lavoretto per chi è senz’arte nè parte, così sarebbe stato nel Novecento, divenuto la nuova frontiera della lotta di classe a quanto pare, tanto che l’avvocato dei centri sociali milanesi si è ritrovato a essere un difensore degli “schiavisti” secondo i novelli Lenin. Ma mentre loro combattono questa battaglia, Cinzia è diventata uomo. E nel giro di pochi minuti, circa 25. Un sogno per un chirurgo plastico? No, la differenza tra quando è stato preso il nostro ordine e quando Cinzia è arrivata. Incredibilmente Cinza era diventata un uomo piuttosto in carne tra i 30 e i 40, a spanne sudamericano. Cinzia però sembrava proprio una donna bianca dalla foto, la citiamo perché magari sul nome poteva esserci di mezzo qualche genitore originale. In pochi minuti, il tempo di prenotarsi per raccogliere la pizza e consegnarla è diventata un uomo. Allora Glovo dovrebbe spiegare perché Cinzia è diventata un uomo, ma citiamo quest’azienda perché è con loro che abbiamo verificato un fenomeno di cui si parla da tempo: l’affitto degli account dei rider. Se si guadagna così poco come dicono i comunisti del 21esimo secolo, come mai si affittano gli account? Sia chiaro, non suggeriamo niente di losco dietro a questo piccolo commercio. Anzi, noi siamo a favore della mancanza di regole in quel settore perché siamo convinti che debba rimanere un lavoretto e non un lavoro. Soprattutto per chi lo fa. L’esempio di Cinzia calza a pennello: c’è una donna probabilmente rimasta senza lavoro che ha trovato un nuovo sistema per guadagnarsi da vivere. Un lavoretto onesto. E in questo periodo è una buona notizia per tutti.  

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Arrestato libico che aveva rapinato un rider

Ieri sera gli agenti della volante del Commissariato Garibaldi Venezia hanno arrestato un cittadino libico di 24 anni per rapina aggravata in concorso. I poliziotti, durante il servizio di controllo del territorio, sono stati avvicinati da un cittadino pakistano, rider di una azienda di delivery, che ha riferito di essere stato aggredito poco prima da 3 uomini che gli avevano rubato il cellulare. Gli agenti, sulla base della descrizione dei tre uomini fornita dalla vittima e grazie alla localizzazione GPS, sono riusciti a rintracciare ed arrestare uno dei rapinatori, trovandolo ancora in possesso del cellulare appena rubato.

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In Cadorna i rider protestano contro Trenord

Continua la protesta del comitato riderXidiritti, che unisce i gruppi organizzati di rider e fattorini. Alla stazione Cadorna, dove sono stati raggiunti da Giovanni di Aldo, Giovanni e Giacomo, e da legambiente, i rider hanno dato il via a una protesta per chiedere a Trenord di ritirare il divieto di caricare le bici sui treni. Con slogan come ‘United we stand‘ e cartelli con scritto ‘Durante la pandemia noi eravamo fuori a rischiare le nostre vite per lavorare, ora siamo stati dimenticati‘, i fattorini in bicicletta hanno protestato anche davanti alla stazione di porta Garibaldi. Ieri in più di 70 si erano dati appuntamento all’aperto per un’assemblea “per discutere – raccontano da Deliverance Milano – del contratto collettivo nazionale, di sicurezza sul lavoro, del trasporto bici per i pendolari e sulla necessità di organizzarci insieme“. Poi tanta era la voglia di protestare che è partita una strikemass che dalle vie del centro è passata da Duomo a Piazza Castello verso zona Navigli, Piazza 24 Maggio, Porta Genova per concludersi al parco di Via Solari. “Abbiamo sfilato per le strade della città chiedendo una sanatoria per i rider senza documenti e senza permesso di soggiorno, una soluzione per le bici in stazione a Trenord e un contratto di lavoro alle piattaforme. Lo stato di agitazione – annunciano i rider – è appena ricominciato e non siamo mai stati così tanti, agguerriti ed uniti“. ANSA

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Rider denuncia traffico di droga

Lunedì sera, alla Centrale Operativa della Polizia, è giunta la segnalazione di un rider che in una via della zona Bicocca aveva appena ritirato un pacco da consegnare in zona Porta Ticinese in quanto la confezione emanava un forte odore di marijuana. I poliziotti della volante Monforte inviati sul posto hanno accertato che effettivamente, oltre ad una bottiglia di vino, il pacco conteneva circa 32grammi della sostanza stupefacente. Con una “consegna controllata” gli agenti sono riusciti ad identificare l’acquirente, un 27enne brasiliano, che aveva fatto richiesta della consegne a domicilio tramite un’app. L’uomo è stato indagato in stato di libertà per detenzione e spaccio di stupefacenti.  

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Inchiesta sulla sicurezza dei rider

Alcune società di delivery, come Deliveroo e Glovo, avrebbero omesso di valutare il rischio biologico da Covid per i rider nelle prime fasi dell’emergenza, limitandosi, tra l’altro, a consegne sporadiche di mascherine. Emerge, apprende l’ANSA, da una relazione del Nucleo ispettorato lavoro dei carabinieri di Milano per il pool ‘ambiente, salute, lavoro’ della Procura nell’indagine sul fenomeno dei rider. I militari non hanno potuto richiedere documenti a Uber Eats Italy perché risulta irreperibile nella sede dichiarata. ANSA

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Mille kit contenenti mascherine e guanti per i rider

Tutelare la salute dei rider che ogni giorno sono impegnati nelle consegne e contemporaneamente garantire la sicurezza dei ristoratori e dei milanesi che ordinano pasti pronti a domicilio. Questo l’obiettivo dell’iniziativa voluta dal Comune di Milano e realizzata dall’Assessorato alle Politiche del lavoro, Attività produttive e Commercio che da oggi, martedì 14 aprile, per poi proseguire nelle giornate successive, presso lo “Sportello lavoro” di Viale Gabriele d’Annunzio 15 (ingresso da via Arena, passo carraio), dalle ore 9:30 alle ore 17, distribuirà gratuitamente i primi 1.000 kit sicurezza (5 mascherine e 5 paia di guanti) a tutti i rider convocati a scaglioni per il ritiro. Per evitare qualsiasi assembramento e procedere con una distribuzione ordinata, l’operazione è organizzata in ordine alfabetico con quantità giornaliere definite in accordo con le principali aziende di food delivery operanti in città. Ciò consentirà un’equa ripartizione dei rider nelle giornate di distribuzione previste: si inizia oggi dai rider con cognome compreso tra la lettera A alla lettera E per proseguire, con lo stesso sistema, F÷J mercoledì 15, e K÷Z nei giorni successivi fino ad aver raggiunto tutti i rider stimati in oltre 3.000 unità, indipendentemente dall’azienda per cui lavorano. “Con questa iniziativa – spiega l’assessora alle Politiche per il lavoro, Attività produttive e Commercio, Cristina Tajani – vogliamo tutelare sia la salute dei rider che, con il loro lavoro, garantiscono la continuità del servizio di food delivery, ma anche quella dei cittadini e dei ristoratori. Un’attenzione che vogliamo riservare proprio a quei lavoratori poco tutelati da un punto di vista contrattuale, che non possono pagare anche un rischio sanitario maggiore di altre categorie di lavoratori attivi nonostante l’emergenza“. Nei kit messi a disposizione dall’Amministrazione, oltre ai presidi utili per la propria sicurezza personale e di quella altrui, i rider troveranno anche un utile volantino informativo in italiano, inglese, spagnolo e francese con le principali indicazioni per affrontare l’emergenza CoViD-19: come usare correttamente i dispositivi di protezione individuale, inviti ad evitare assembramenti durante le attese sia presso i ristoranti di ritiro sia nei luoghi di ritrovo, il rispetto delle distanze minime con gli operatori e i clienti finali, non toccarsi naso e bocca. La distribuzione kit ai rider rientra nella più ampia azione predisposta dall’Amministrazione per fornire di presidi personali di sicurezza tutte quelle categorie di lavoratori, come commercianti, tassisti, operatori socio sanitari, impiegati di sportello che quotidianamente ininterrottamente svolgono la propria attività lavorativa nel periodo di emergenza. La distribuzione dei kit avverrà grazie al contributo volontario dei dipendenti dell’assessorato mentre il volantino informativo è stato realizzato a cura del Centro per la cultura della prevenzione nei luoghi di lavoro e di vita.  

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