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De Chirico (FI): inopportuno affidare RSA a cooperativa indagata

“La Giunta comunale oggi ha approvato le linee di indirizzo per la concessione, per una durata di quattro anni, della Rsa e del Cdi (Centro diurno integrato) ‘Virgilio Ferrari’ in via dei Panigarola e del solo Cdi della ‘Casa per Coniugi’ di via dei Cinquecento” lo scrive in una nota il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio Comunale, Alessandro De Chirico. “Sono curioso di leggere quali sono queste linee guida – commenta l’azzurro –  ma ritengo prematuro che si dia una concessione con delle indagini in corso a chi è sottoposto ad accertamenti giudiziari. Ricordo infatti che lo scorso 7 luglio sono morte 6 persone nel rogo scoppiato nella RSA ‘Dei Coniugi’, pare, per dei gravi malfunzionamenti del sistema antincendio”. “Sarebbe opportuno scongiurare che la gestione torni in mano alla cooperativa Pro.Ges. – conclude De Chirico – almeno fino a quando non verranno accertate eventuali responsabilità e gravi negligenze nella conduzione della RSA”.

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Milano: la Giunta approva il pagamento delle rette in Rsa

Il Comune di Milano ha approvato le nuove linee guida per il convenzionamento con le Rsa, che consentiranno di bandire un avviso pubblico e aggiornare l’elenco delle Residenze sanitarie assistenziali accreditate le cui convenzioni sono in scadenza a fine anno, e anche le tariffe per la “quota sociale” della retta garantita o integrata da Palazzo Marino a favore degli indigenti, che aumenterà di 5 euro, da 63 a 68 euro al giorno. In Lombardia sono 727 le Rsa accreditate con il servizio sanitario regionale, per circa sessantamila posti. Per tutti gli ospiti è la Regione a corrispondere la “quota sanitaria” della retta, mentre la “quota alberghiera” è di norma a carico degli anziani o delle persone non autosufficienti o delle loro famiglie. A meno che non siano in grado di provvedervi: in questi casi è il Comune di residenza a intervenire per coprire, parzialmente o del tutto, la cosiddetta “quota sociale”, con tariffe determinate dalla stessa amministrazione comunale all’interno di una convenzione. L’anno scorso, le persone sostenute da Palazzo Marino con la quota sociale per la residenza in Rsa sono state circa 1.700, spiegano dal Comune, con una spesa totale di circa 31 milioni di euro distribuita tra 47 strutture convenzionate. Le convenzioni con queste 47 strutture che avevano aderito all’ultimo avviso pubblico scadranno a dicembre. Per questo è necessario avviare una nuova procedura attraverso la quale sarà compilato un nuovo elenco di Rsa convenzionate con il Comune di Milano per i prossimi quattro anni. All’avviso pubblico si potranno candidare gli enti già accreditati con la Regione e con almeno tre anni di esperienza nel settore; l’avviso le cui linee guida sono state deliberate dalla Giunta contiene già l’aggiornamento della retta massima riconoscibile con la quota sociale(68 euro a persona al giorno), al quale Palazzo Marino prevede di far fronte con uno stanziamento ulteriore di 2,4 milioni, arrivando a 33,4. “In una società che invecchia e in cui anziani e anziane convivono spesso con malattie croniche che li rendono meno autosufficienti e senza il supporto dei loro familiari – commenta l’assessore al Welfare Lamberto Bertolé – è fondamentale che il sistema pubblico possa offrire alternative di qualità. Dedichiamo una fetta molto importante del nostro bilancio a garantire l’assistenza residenziale, quando non è più possibile prolungare la permanenza a casa con forme di cura più leggere. L’obiettivo è costruire un sistema in alleanza virtuosa con il privato e il privato sociale, tradizionalmente attivi e propositivi in questa città”.

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Maltrattamenti in Rsa, Pallavicini (Confcommercio): “Solidarietà a pazienti e famiglie”

Maltrattamenti in Rsa, Pallavicini (Confcommercio): “Solidarietà a pazienti e famiglie”. “Amarezza per quanto accaduto e solidarietà verso pazienti e famiglie vittime dei maltrattamenti”. E’ la dura presa di posizione di Luca Pallavicini, presidente nazionale di Confcommercio Salute, Sanità e Cura e Responsabile del Dipartimento lombardo, dopo il recente grave fatto di cronaca in Lombardia con l’arresto di 5 persone per gli episodi in una Rsa del Pavese. “Sono fatti gravi e inaccettabili – commenta Pallavicini – anche per l’effetto di screditare un settore che svolge quotidianamente un ruolo cruciale nella presa in carico dei cittadini anziani e con fragilità: spesso, in alcuni territori, sostituendosi allo Stato”. Per Paolo Uniti, Direttore del Dipartimento lombardo Salute Sanità e Cura occorre intervenire con urgenza puntando prima di tutto su severi audit condotti con regolarità da una task force coordinata da Regione Lombardia ed istituendo una premialità per le imprese che investono in formazione e sicurezza, due pilastri fondamentali per definire una struttura di qualità. “Il cambio di marcia non può più essere posticipato – conclude il presidente di Confcommercio Salute, Sanità e Cura Luca Pallavicini – Parliamo di un settore destinato a diventare un vero e proprio pilastro della Silver Economy. Una sfida che potrà essere vinta solo con un deciso cambio di paradigma nell’approccio culturale e operativo verso i LEA, in cui strutture e operatori possano essere parte integrante di un processo di crescita efficace ed efficiente. Tra le priorità c’è senz’altro la valorizzazione del personale, attraverso la garanzia di un compenso equo, lo sviluppo della formazione continua e del welfare aziendale. Muove in questa direzione il recente Contratto Collettivo Nazionale da noi siglato a settembre con Fisascat Cisl, Uiltucs e l’assistenza di Confcommercio. Un documento dalla forte matrice valoriale, sociale e solidale a tutela di ogni attore coinvolto”.

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RSA: conto sempre più salato e crescono i posti letto “privati”

RSA: conto sempre più salato e crescono i posti letto “privati”. Le RSA in Lombardia: pubblicati i dati dell’Osservatorio dei pensionati CISL. In Lombardia, le famiglie e i pazienti delle RSA nel 2020 hanno speso il doppio di quanto abbia stanziato la Regione (un miliardo e 600 milioni di euro contro 860 milioni), e i soldi vanno a finanziare strutture che sono per la quali totalità private (664 contro 48 pubbliche) e poco meno della metà non appartengono a proprietà OnLus. I posti letto contrattualizzati sono cresciuti di due sole unità rispetto allo scorso anno e sono calati di circa 700 rispetto a cinque anni fa, mentre i posti solventi (cioè a totale carico di famiglie e pazienti) sono aumentati di 385 unità in un solo anno. Infine, la media delle rette pagate dalle famiglie è cresciuta di un euro e mezzo al giorno e di quasi 7 in cinque anni. Sono i primi dati che balzano all’attenzione leggendo l’annuale Report sulla non autosufficienza e le RSA in Lombardia preparato dall’Osservatorio della FNP CISL regionale. I dati, aggiornati al 31 dicembre 2021, hanno esaminato le 712 strutture presenti sul territorio regionale con un totale di 65.512 posti letto autorizzati (+579 rispetto al 2020); di questi, 57.512 sono contrattualizzati (ovvero riconosciuti da Regione Lombardia con regolare contratto e finanziati per la parte relativa alla spesa sanitaria dal Fondo Sanitario Regionale). Con l’aumento del numero di anziani che necessita di un assistenza continua, la domanda di ricovero in strutture protette è sempre in crescita. Per rispondere a questo bisogno, diverse RSA hanno aumentato la loro offerta di posti letto solventi, ovvero a totale carico economico dell’utente e della sua famiglia. Infatti, nel 2021 i posti letto solventi sono saliti a 7.752 unità (+385 unità rispetto al 2020). Il costo della retta nelle RSA è uno dei temi maggiormente delicati: in assenza di vincoli normativi, le tariffe variano di molto nelle RSA lombarde. I dati dell’Osservatorio mostrano un’enorme volatilità per quanto riguarda la parte della retta pagata dall’ospite: la differenza va da una retta minima media di 54,12€ al giorno nell’ATS Montagna fino ad una retta media massima di 91,95€ al giorno nell’ATS Città Metropolitana di Milano. L’indagine ha inoltre provato a calcolare a quanto ammonti la spesa sostenuta da una persona ricoverata in una RSA lombarda: si aggira attorno a circa 25 mila € all’anno. Moltiplicando tale cifra per il totale dei posti letto autorizzati (65.512), si può dedurre che la spesa complessiva annua in Lombardia a carico delle persone e famiglie ammonti a circa 1,6 miliardi di €. Se si paragona questa cifra, con la quota che paga Regione Lombardia (869,5 milioni €), il confronto risulta chiaro. Il report 2021 analizza anche la natura giuridica della RSA presenti in Lombardia, e ne emerge un quadro già noto, ma comunque di impatto: 664 sono strutture private e solamente 48 pubbliche. Inoltre: 311 sono fondazioni, 160 sono società di capitale, 133 società cooperative o aziende speciali e 51 sono gestite da enti ecclesiastici. La mappatura delle strutture si allarga anche ai Nuclei Alzheimer, agli Hospice e ai Centri diurni integrati. Il quadro complessivo che emerge permette di svolgere analisi anche a livello politico e di governance per l’intero settore della non autosufficienza. Secondo Osvaldo Domaneschi, segretario generale FNP CISL Lombardia il momento per intervenire in maniera decisa e decisiva su questo settore è quanto mai favorevole: “Arriviamo da due anni di pandemia dove le RSA sono state al centro del ciclone mediatico e gli anziani, soprattutto nella prima fase più acuta, sono stati una delle categorie maggiormente esposte. Inoltre, grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza, l’occasione per riformare il settore della non autosufficienza è quanto mai propizia con risorse dedicate, investimenti previsti e una legge sul settore che sta per essere varata. Anche Regione Lombardia dovrà svolgere la propria parte, riprendendosi il ruolo centrale e di reale governo di questo settore, ponendosi come facilitatore per inaugurare una vera stagione di dialogo tra i diversi soggetti che afferiscono al mondo RSA: enti gestori, associazioni di rappresentanza, ospiti, famiglie, lavoratori, organizzazioni sindacali, enti locali”. “L’Assessorato al Welfare regionale – conclude il segretario FNP – dovrebbe poi operare per semplificare le modalità di accesso, assicurare la massima trasparenza e il controllo sui servizi erogati e le rette praticate dalle RSA. Dovrà riordinare la classificazione dell’utenza, garantire finalmente, un sostegno economico per gli ospiti e le famiglie e sostenere i lavoratori sanitari e sociosanitari delle strutture”.  

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La Rsa Arconate esce dalla gestione prefettizia

La Rsa Arconate esce dalla gestione prefettizia. La Casa di riposo (RSA) di Arconate potrà aprire grazie all’accordo raggiunto in data odierna tra il Comune e l’Opera Pia Castiglioni. L’atto di transazione sottoscritto oggi rappresenta il punto di arrivo di un lungo percorso intrapreso lo scorso 14 febbraio dai Commissari di nomina prefettizia incaricati della straordinaria e temporanea gestione, d’intesa con l’ANAC. L’intenso lavoro dei Commissari ha consentito la predisposizione del testo che ha visto l’accordo tra il Comune di Arconate e l’Opera Pia Castiglioni srl, previa approvazione da parte del Consiglio Comunale di Arconate all’unanimità il 21 dicembre scorso e del Consiglio di Amministrazione dell’Opera Pia Castiglioni srl il 20 dicembre 2021. L’atto individua soluzioni condivise in merito ad aspetti del rapporto concessorio, regolato dal contratto del 3 maggio 2013 già in precedenza oggetto di negoziazioni infruttuose tra le parti, e determina la cessazione delle reciproche azioni civili. Grazie a questo importante punto di svolta e alla avvenuta conclusione del procedimento di collaudo lo scorso 25 ottobre 2021, parimenti frutto della dedizione e della professionalità dei Commissari nello svolgimento del proprio incarico, la casa di riposo potrà aprire le porte ai primi ospiti non appena conclusa la procedura di accreditamento della struttura presso Regione Lombardia. In vista della scadenza del mandato annuale dei Commissari, il Prefetto di Milano, sentito il Presidente dell’Anac, assumerà le determinazioni più opportune per assicurare un pronto avviamento dell’attività di accoglienza e assistenza della RSA di Arconate. “Sono grato ai Commissari, Dott. Mele e Prof. Zucco, e al Sindaco Calloni e all’Assessore Colombo che in questi mesi hanno dato prova di grande serietà e professionalità, avviando un proficuo dialogo che ha consentito di superare gli ostacoli che fino a questo momento avevano impedito l’apertura di una struttura di cui beneficerà ampiamente il territorio di riferimento”.

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RSA lombarde: 23.600 firme per la petizione promossa da SPI CGIL, FNP CISL e UILP UIL

RSA lombarde: 23.600 firme per la petizione promossa da SPI CGIL, FNP CISL e UILP UIL. Il documento consegnato oggi all’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale. Otto punti per rinnovare le RSA lombarde “perché siano luoghi dove vivere serenamente la vecchiaia”. Sono quelli contenuti nella petizione promossa da SPI CGIL, FNP CISL e UILP UIL e che in due mesi ha raccolto quasi 23.600 firme in tutte le province lombarde. La petizione (con le sottoscrizioni allegate) è stata consegnata questo pomeriggio al Presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi e agli altri componenti dell’Ufficio di Presidenza dai Segretari regionali delle tre sigle sindacali Valerio Zanolla, Emilio Didonè e Serena Bontempelli, accompagnati da Federica Trapletti: i rappresentanti sindacali sono stati accolti a Palazzo Pirelli dal Vice Presidente Carlo Borghetti. Nel dettaglio il documento chiede forme di residenzialità aperta e leggera; integrazione tra RSA e servizi sociosanitari territoriali; adeguamento dei minutaggi assistenziali alla reale complessità di cura degli anziani; trasparenza su dati, esiti di cura e rette; copertura del 50% delle rette da parte del servizio sanitario regionale; rette sostenibili per le famiglie; rafforzamento del personale e percorsi di formazione specifici; visite dei familiari in sicurezza. “In Lombardia -hanno spiegato Zanolla, Didonè e Bontempelli- sono presenti circa 700 RSA che ospitano oltre 65mila anziani: il tema della non autosufficienza sta assumendo sempre più carattere di urgenza e priorità, anche alla luce dell’invecchiamento della popolazione e della maggiore longevità, e in considerazione di un numero di anziani soli in forte aumento. Da qui la nostra richiesta all’Assessorato regionale al Welfare di avviare un tavolo di confronto sui temi e le istanze sollevate”. “Il percorso che abbiamo appena avviato questa settimana con l’inizio delle audizioni per la riforma della legge 23 del 2015 -ha sottolineato il Presidente Alessandro Fermi- rappresenta sicuramente l’occasione e il contesto più adatto per approfondire le proposte e le sollecitazioni contenute nella petizione e che sicuramente meritano attenzione. Migliorare sempre di più le condizioni di cura e assistenza ai nostri anziani rappresenta una delle principali sfide della riforma e sono convinto che sapremo centrare al meglio l’obiettivo”. “Il bisogno di assistenza degli anziani non autosufficienti è in forte evoluzione, così come tutto il mondo RSA -ha aggiunto il Vice Presidente Carlo Borghetti-: trovo davvero interessante la piattaforma di proposte presentata dai sindacati pensionati della Lombardia, che mi sento di condividere e che auspico diventi presto elemento di confronto anche per la nuova riforma sanitaria”. “Oggi a margine dell’Ufficio di Presidenza abbiamo ricevuto la raccolta firme promossa dalle sigle sindacali delle Residenze Sanitarie Assistenziali che ci hanno fornito molti spunti di riflessione in vista della riforma Regionale dei servizi sociosanitari – ha evidenziato infine la Vice Presidente Francesca Brianza-. L’invecchiamento della popolazione solleva tematiche di primaria importanza. La politica deve saper affrontare queste nuove sfide per assistere al meglio i cittadini in tutte le fasi della vita ed essere sempre più vicina alle esigenze delle famiglie”.

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