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Sacco: nasce la prima agenzia anti-pandemie d’Italia

Fare ricerca nel campo della prevenzione e del monitoraggio per arrivare preparati a future ed eventuali pandemie. Con questi obiettivi nasce in Lombardia la prima agenzia italiana per la prevenzione e il controllo delle malattie infettive. Una nuova struttura che avrà sede all’ospedale Sacco di Milano e per la quale la Regione ha già stanziato 85 milioni di euro. L’agenzia collaborerà a livello europeo con il nuovo progetto Hera (Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie), contribuendo allo sviluppo di politiche comunitarie di risposta alle emergenze sanitarie. Tra i compiti principali dell’agenzia ci sarà la ricerca di nuove strategie terapeutiche e di vaccini, il buon utilizzo dei farmaci antibiotici e il contrasto all’antibiotico-resistenza. La struttura, articolata in sette settori, farà ricerca in ambito virologico, immunologico e clinico, nel tentativo di elaborare strumenti innovativi e sviluppare modelli matematici per il controllo e la gestione dell’andamento delle malattie infettive. L’agenzia sarà composta dal Consiglio di amministrazione (5 componenti di cui 3 designati dalla Regione, uno dal ministero della Salute e uno dal ministero dell’Università); dal direttore generale; dal direttore scientifico e dal Collegio sindacale. “È una struttura che va a rafforzare quella grande prevalenza che la Lombardia ha nelle scienze della vita ed è un ulteriore stimolo per ricercatori, virologi e immunologi”, ha commentato il presidente lombardo Attilio Fontana durante la presentazione dell’agenzia a Palazzo Lombardia. “La sua strategicità è emersa ancora di più dopo la pandemia – ha aggiunto – e quindi sono ancora più felice che ha già avuto anche il ‘via libera’ del governo come progetto bandiera”. Come ha spiegato la vicepresidente lombarda, Letizia Moratti, l’agenzia “sarà operativa dal primo ottobre e potrà contare inizialmente su uno staff di 20 persone”. Un progetto “che nasce dall’analisi e dall’ascolto rispetto alla pandemia”, con la Lombardia “che si conferma leader in Italia nelle Life Sciences: un primato che, in questo modo, sarà ulteriormente rafforzato”. ANSA

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Attacco hacker agli ospedali Fatebenefratelli e Sacco

Un attacco hacker ha colpito dalle tre del primo maggio i presidi ospedalieri e territoriali dell’Asst Fatebenefratelli Sacco, ovvero dell’azienda ospedaliera. Da Regione Lombardia spiegano che data l’entità dell’attacco non si sa quando saranno ripristinati i sistemi.Di conseguenza oggi e domani i pronto soccorso e i punti prelievo dei presidi ospedalieri dell’Asst Fatebenefratelli Sacco (Fatebenefratelli, Sacco, Buzzi e Melloni) saranno in grado di accettare gli accessi dei pazienti in maniera limitata e solo attraverso modulistica cartacea e potranno esserci disagi per le prestazioni ambulatoriali. “Le visite ambulatoriali prenotate e le attività di pre ricovero sono comunque garantite” assicurano dalla Regione. L’attacco hacker sui server dei siti Fatebenefratelli e Sacco ha avuto conseguenze su tutte le sedi aziendali (Buzzi, Melloni e 33 sedi territoriali) e su tutti i sistemi aziendali attaccando anche i servizi di base “nonostante l’accrescimento delle misure di sicurezza poste in essere negli ultimi mesi”. E’ iniziato il lavoro di ripristino che però “non ha al momento tempi definibili”. Sul posto si trovano anche i tecnici dei servizi di sicurezza informatica regionali e la polizia postale. Di certo, spiega la nota dell’Asst, “sarà presentata denuncia formale”. L’azienda di Emergenza Urgenza è stata informata dei problemi e ha “già provveduto a dirottare tutte le emergenze su altri presidi ospedalieri milanesi”. ANSA

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Sacco: calano gli accessi ma la mortalità in TI è al 40%

Il dato più positivo delle ultime ore è la riduzione dell’afflusso di pazienti in Pronto Soccorso. È l’elemento per noi più importante perché ci lascia prevedere nelle prossime settimane un’ulteriore decelerazione della curva dei ricoveri”. Lo ha detto a Buongiorno, su Sky TG24, Emanuele Catena, primario del reparto di terapia intensiva dell’ospedale Sacco di Milano. “Abbiamo avuto un weekend difficile – ha spiegato – con tanti ricoveri in terapia intensiva anche a livello regionale, ma questo non deve essere interpretato con eccessivo pessimismo. È possibile che nelle prossime settimane, nella settimana di Pasqua, si assista a una stabilizzazione della situazione e all’inizio di un generale miglioramento. C’è un iniziale rallentamento, ci auguriamo tutti che sia questo il trend dei prossimi giorni”. “Noi abbiamo 28 letti di terapia intensiva occupati, siamo quasi al massimo delle nostre possibilità – ha aggiunto Catena -, i pazienti ricoverati, ovviamente, sono estremamente critici. Abbiamo varianti inglesi prevalenti e due pazienti con la variante brasiliana e la mortalità in terapia intensiva rimane elevata, intorno al 35-40%, non tanto lontano dalla mortalità della prima e della seconda ondata”. “In questa fase si è ridotta la fascia di età: abbiamo pazienti anche di 27 anni, ne abbiamo avuti di 40, 42, 50, senza patologie associate, che sono arrivati in terapia intensiva in condizioni critiche. Le persone che sopravvivono sono mediamente quelle più giovani, intorno ai 60 anni, i decessi si spostano più in una fascia di età intorno ai 70”. ANSA

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Galli annuncia di voler violare i protocolli sui vaccini ai medici: “Reazioni fastidiose”

Galli annuncia di voler violare i protocolli sui vaccini ai medici. “Inutile vaccinare chi ha avuto il Covid-19”. Lo afferma Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano in un’intervista a QN. Galli spiega di aver “avuto diversi medici e infermieri vaccinati che hanno riferito effetti collaterali, una risposta eccessiva del sistema immunitario al vaccino. Nulla di pericoloso, ma la seconda dose è anche più fastidiosa della prima nei soggetti che hanno già superato l’infezione”. Secondo Galli, “ha poco senso convocare due volte chi si è ammalato ed è guarito, perché possiede già una memoria immunologica. Finora si è affermata una linea talebana, per cui se obiettavi qualcosa venivi bollato come irresponsabile, ma l’atteggiamento sta cambiando”. Un esempio? “Io ho davanti a me una dottoressa di 55 anni, che si è negativizzata il 20 novembre, l’hanno vaccinata il 15 gennaio, e viste le reazioni non farà la seconda dose, anche se un protocollo, che potrei definire demenziale, prevede che siano tutti riconvocati senza eccezioni”, replica.

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Camilla Assi non si pente del video fake sul Sacco

Camilla Assi non si pente del video fake sul Sacco. La donna è di recente diventata nota alle cronache per un video girato con lo smartphone all’interno dell’ospedale Sacco nel quale evidenziava la presunta serenità del personale sanitario oltre alla mancanza di ambulanze in entrata: la sua tesi è che sia tutto un complotto per schiavizzare gli italiani. Proviamo a spiegarla meglio dopo aver consultato anche i suoi social network: il virus esisterà pure, la donna non ne sembra certa, ma sicuramente l’emergenza è stata gonfiata in modo esagerato con lo scopo di limitare le libertà civili. I medici sarebbero parte di questa congiura della paura. Così come i politici e molti giornalisti. Ma lei fa parte della confraternita degli apoti (quelli che non se la bevono) e dunque ha deciso di smontare questa presunta truffa mondiale a colpi di video con il telefonino. Nessuna smentita la convince, anzi le giuste censure per un video privo di qualunque fondamento razionale l’hanno convinta ancora di più. Se siti come Bufale.net o giornalisti affermati come Enrico Mentana la contestano per il video, lei la prende come una conferma del complotto. Si sente un’eroina Camilla Assi. E questa è una patologia da cui è difficile guarire: in tanti si credono sinceramente qualcosa che non sono e lei pare su quella strada. Convicerla dunque della realtà è molto difficile, perché per lei la realtà è una truffa. Come superare lo scoglio? Perchè Camilla Assi da sola più che un problema è un sintomo di qualcosa di più diffuso: molti italiani non credono a nulla che vada oltre la loro capacità di sopportazione. E’ uno dei problemi in un Paese di paesini, dove basta che dieci persone non vadano come sempre a prendere al caffè allo stesso bar e subito sale l’inquietudine. Se non è successo a te o a qualcuno che conosci bene, c’è diffidenza. Ecco perché, crediamo noi, Camilla Assi non di pente del video fake sul Sacco: per lei è più credibile della realtà.

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Isolato al Sacco il ceppo italiano del virus

I ricercatori dell’Ospedale Sacco di Milano hanno isolato il ceppo italiano del coronavirus. Lo annuncia all’ANSA il professor Massimo Galli, direttore dell’Istituto di scienze biomediche, che ha illustrato i risultati del lavoro di ricerca che procede ininterrottamente da domenica scorsa, coordinato dalla professoressa Claudia Balotta. Fanno parte della squadra le ricercatrici Alessia Loi, Annalisa Bergna e Arianna Gabrieli, precarie, insieme al collega polacco Maciej Tarkowski e al professor Gianguglielmo Zehender. “Abbiamo isolato il virus di 4 pazienti di Codogno“, spiega il professor Galli aggiungendo che “siamo riusciti a isolare virus autoctoni, molto simili tra loro ma con le differenze legate allo sviluppo in ogni singolo paziente“. Si tratta di una scoperta che consentirà ai ricercatori di “seguire le sequenze molecolari e tracciare ogni singolo virus per capire cos’è successo, come ha fatto a circolare e in quanto tempo“. Il passo successivo sarà quello di studiare lo sviluppo di anticorpi e quindi di vaccini e di cure da parte dei laboratori farmaceutici. ANSA  

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