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De Corato (FdI): Scavuzzo cerca scuse per evitare commissione sulla Polizia Locale

“Gli scandali che coinvolgono la polizia locale, ormai, non si contano più. Si è iniziato con lo spaccio di droga, per passare all’appropriazione indebita con riferimento alle multe e alle pagine tristi e dolorose dei suicidi dei 4 agenti, per finire con la questione dell’ex comandante Marco Barbato e di quello attuale, Antonio Ciacci, portata all’attenzione della cronaca dal recente servizio delle Iene. Come opposizione è da Marzo che chiediamo alla maggioranza  di riferire  in Consiglio o almeno in Commissione sui fatti avvenuti. Nonostante la richiesta più volte reiterata e la raccolta firme, da me promossa, tra i consiglieri di opposizione non abbiamo ancora avuto alcun riscontro.  La commissione si sarebbe dovuta già tenere ma, con la scusa delle indagini in corso, la nostra  istanza è stata rispedita al mittente. A portare avanti questa linea è il Vicesindaco Anna Scavuzzo in prima persona, per la quale, addirittura, la data più opportuna si individuerà: non appena l’autorità giudiziaria si sarà espressa in merito“, lo scrive in una nota Riccardo De Corato, Consigliere Comunale di Fratelli d’Italia. “Una scusa, a mio modo di vedere – continua De Corato – per continuare a non dare risposte alle opposizioni. I Consiglieri Comunali, in base all’articolo 30 del regolamento del consiglio, sono tenuti, nei casi indicati, a mantenere la riservatezza sulle questioni trattate, quindi è evidente che la giustificazione utilizzata dal Vicesindaco non regge. Mi auguro che il Presidente della Commissione Sicurezza proceda a riunire la commissione, da me richiesta il 17 marzo u.s., anche senza il bene placet della reticente Scavuzzo, convocando il comandante Ciacci, le sigle sindacali e anche l’ex comandante Barbato. Quello che noi consiglieri chiediamo è semplicemente di sapere cosa sta succedendo al corpo della polizia Municipale e quali azioni siano state intraprese a seguito dei numerosi scandali emersi. Informazioni  che ogni consigliere ha diritto di conoscere”. “E’ chiaro che la sinistra ha un’idea della democrazia molto riduttiva e personale e non posso non domandarmi cosa sarebbe accaduto se tutti questi scandali si fossero verificati in epoca Albertini o Moratti – conclude De Corato – L’augurio è che entro la prossima settimana venga comunicata una data. Diversamente mi vedrò costretto a rivolgermi presso le opportune sedi per chiedere il rispetto e l’applicazione del Regolamento comunale”.

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Quella cena tra amici di Scavuzzo

Quella cena tra amici di Scavuzzo. Qualcosa di strano? In fondo no. Perché è vero che il vicesindaco con delega alla Sicurezza è certa dell’irregolarità della cena con gli amici di cui ha postato una foto, altrimenti non la avrebbe rimossa, ma pare che fosse altrettanto tranquilla prima. Perché lei fa parte di quella Milano che vive dentro l’Area C e la propone come una misura per tutta la città. Peccato che alla fine lì ci possano vivere solo i ricchi. Se sei povero invece puoi tranquillamente beccarti l’inquinamento di fianco a casa. E lo stesso con le cene: i carabinieri, la polizia e la polizia locale sono intervenuti diverse volte nelle ultime settimane per sanzionare chi si ritrovava per qualche ora di svago in compagnia. Ma quelli mica erano Scavuzzo. Lei fa parte di una Milano che si sente superiore agli altri, moralmente perché ufficialmente di sinistra, e materialmente perché le regole per loro non sembrano valere. Quella cena tra amici di Scavuzzo è stata però “denunciata” dal capogruppo di Fratelli d’Italia Andrea Mascaretti e dal parlamentare di FdI Marco Osnato. E allora Scavuzzo si è resa conto di aver sbagliato perché la disintermediazione della comunicazione espone anche i protetti come lei alle critiche. Di non essere così intoccabile se n’era già accorta quando il Comune aveva preso sotto gamba la gestione della Darsena, lasciando fare a chi aveva organizzato un rave finito in rissa sedata dai carabinieri giunti a mettere una pezza al caos dato dal lavoro disorganizzato di Palazzo Marino. Oggi invece se lo ricorda grazie a Fratelli d’Italia: anche chi vive nei bei palazzi del centro e sanziona a destra e a manca, deve rispettare le regole.

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Darsena, c’era una volta l’assessore alla Sicurezza

Darsena, c’era una volta l’assessore alla Sicurezza, ma c’è mai stato? Tutti i milanesi se lo stanno chiedendo. Ve la presento il suo nome è Anna Scavuzzo, Vicesindaco. Per il Sindaco Sala è stata dal 2016 al 2018 Assessore all’Educazione e poi, con l’elezione al Consiglio Regionale di Carmela Rozza, è stata spostata sulle deleghe di quest’ultima, Sicurezza e Coesione Sociale. Da quel giorno, purtroppo, è caduto un terribile silenzio sulla sicurezza della nostra città. La Vicesindaco Scavuzzo sembra un fantasma. Sul territorio non si è mai fatta vedere. Non è mai andata a riferire sulla sua attività nei municipi o in altri consessi di confronto. La città è diventata terra di nessuno. Le istituzioni non sono visibili, soprattutto nei quartieri più critici. Statue di santi alte due metri abbattute, rave party in centro città, fuochi d’artificio sparati dalle nuove piazze create dall’amministrazione comunale, bivacchi, spaccio di droga, sversamenti abusivi di immondizia…questa ormai è diventata la normalità per Milano. Resta inspiegabile la protezione che gode l’Assessore, perfino il Sindaco fa da suo portavoce, accampando scuse del tipo “non posso essere dappertutto, la città è grande”, quando poi per evitare il Rave in Darsena dell’altra sera forse sarebbero bastate due transenne. Qua non c’entra il Covid, perché l’illegalità non è mai accettabile. Qua si è persa totalmente la partita sul governo del territorio della città I responsabili per il Comune di Milano hanno nome e cognome.

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Abbiati (Lega): censura e ritiro deleghe alla Scavuzzo

“Il rave party organizzato dai centri sociali milanesi alla Darsena, lo scorso sabato sera, non è solo un atto illegale, ma uno schiaffo in faccia ai cittadini che stanno compiendo enormi sacrifici per far fronte alla pandemia. Ed è scandaloso che la giunta Sala, ed in particolare il vicesindaco e assessora alla Sicurezza Anna Scavuzzo, siano rimasti per l’ennesima volta fermi a guardare, senza fare nulla. Per il Pd milanese, di cui la Scavuzzo è esponente di primo piano, evidentemente ci sono cittadini di serie A e di serie B e ai primi, come abbiamo visto sabato, tutto è concesso: questa situazione non è più accettabile”. Così Gabriele Abbiati, Consigliere comunale della Lega a Milano, promotore insieme ai colleghi della Lega a Palazzo Marino, di un ordine del giorno nel quale si chiede la censura del vicesindaco e assessore Scavuzzo e, di conseguenza, il ritiro delle deleghe alla sicurezza urbana alla stessa vicesindaco. “Le negligenze dell’Amministrazione comunale hanno creato una situazione di oggettivo pericolo a livello di ordine pubblico, un gravissimo danno ai commercianti che sono stati penalizzati dalla presenza del rave party e ovviamente un danno incalcolabile di immagine per la città. È quindi quanto mai necessario dare un segnale di svolta e, oltre alla censura, arrivare al ritiro delle deleghe in materia di sicurezza urbana al vicesindaco Scavuzzo” conclude Abbiati.

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Serve davvero il super assessore Scavuzzo?

Serve davvero il super assessore Scavuzzo? Perché i suoi risultati non si vedono, a meno che per risultati non si intendano gli assembramenti sui Navigli nel pieno di una pandemia. Scavuzzo è vicesindaco e assessore alla Sicurezza, ma serve davvero il super assessore Scavuzzo? Ha senz’altro amici potenti, ma evidentemente limiti importanti sulla gestione amministrativa: Scavuzzo infatti non ha chiesto scusa per il suo fallimento. Fallimento confermato dal fatto che il giorno successivo agli assembramenti sui Navigli, il Comune è intervenuto regolando meglio l’accesso all’area. Allora per questo periodo storico è meglio avere politici con le spalle abbastanza larghe da ammettere anche gli errori: invece Scavuzzo si è presentata a relazionare al Consiglio comunale sottolineando che erano in servizio circa 850 vigili. Metà però erano in ufficio. E poi erano in servizio su tutta la città. Infatti sui Navigli la gente ha fatto come le pareva, risse comprese, fino all’intervento dei carabinieri. Ma da Scavuzzo nessuna scusa, perché lei sembra brava a farsi dare deleghe, ma pare una di quei politici senza umiltà. Gli ultimi che servono in questo periodo storico. Servono politici spessi, gente che sappia amministrare, soprattutto quando le cose vanno male. Allora serve il super assessore Scavuzzo? A Milano sembra proprio di no. Perché dopo il grave errore dei Navigli le scuse erano il minimo. Ma Scavuzzo sembra invece far parte di quella sinistra chic che pensa di essere in credito con la cittadinanza perché concede i suoi nobili sforzi alla comunità. Per servire però è necessaria l’umiltà che manca ai borghesi del centro città, servono spalle larghe e se persino il sindaco Sala si candida dopo aver detto che non ne aveva voglia, cosa ci si può aspettare dal vice?

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Sala guardi alla Scavuzzo nel suo occhio

Sala guardi alla Scavuzzo nel suo occhio. Perché è il momento di rendersi conto della necessità di criticare meno le pagliuzze altrui mentre si ha una trave nel proprio. Complice forse la stanchezza, Sala continua a inanellare errori su errori. E la corsa solitaria non lo aiuta, perché se ci fosse un avversario potrebbe sempre contare sugli sbagli degli altri. Invece no. Ma il problema della gestione della sicurezza a Milano per la sinistra non esiste, eppure molti cittadini hanno la sensazione di vivere in quartieri dove non si può vivere. Allora Sala guardi alla Scavuzzo nel suo occhio, perché è la giovane vicensidaco ad avere la relativa delega: e non sembra che vada tutto bene. E’ quasi una Granelli ormai, nel senso di uno che è lì nonostante i problemi che non riesce a risolvere e che prosegue a creare. Non c’è un singolo quartiere di Milano dove si possa dire che la percezione della sicurezza sia cambiata davvero. Se almeno ce ne fosse uno, si potrebbe convenire che almeno un tentativo c’è stato. Invece no. Perché già solo il tema fa venire l’orticaria a chi vive nei bei palazzi dove la sicurezza è garantita da molteplici livelli. Posti dove vivono Scavuzzo e Sala, impossibilitati dunque a comprendere il problema. Allora prima Sala guardi alla Scavuzzo nel suo occhio, poi torni a parlare di questo e di altri temi, perché gli ultimi assembramenti in Darsena dimostrano come non ci sia nemmeno l’intenzione di gestire la sicurezza. Almeno non prima che il danno sia fatto.

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