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Mille preferenze per Tatarella, respinta la richiesta di scarcerazione

Ha ottenuto poco meno di mille preferenze alle europee Pietro Tatarella, ex consigliere comunale di Milano finito in carcere lo scorso sette maggio in una inchiesta della Procura su un giro di tangenti. Tatarella si è candidato nel Nord Ovest con Forza Italia e ha ottenuto 996 voti, 465 a Milano probabilmente dati in segno di solidarietà da amici e parenti. Oggi però per lui è arrivata la doccia fredda della notizia che dovrà rimanere in carcere. Lo ha deciso il tribunale del Riesame di Milano che ha respinto la richiesta di revoca della misura cautelare avanzata da Tatarella coinvolto nella maxi inchiesta della Dda milanese. Sono state respinte anche le richieste di revoca di altri due indagati. In particolare, il Riesame col dispositivo della decisione (le motivazioni tra 45 giorni) ha confermato l’impianto accusatorio dei pm Silvia Bonardi, Luigi Furno e Adriano Scudieri, coordinati dall’aggiunto Alessandra Dolci, per il politico di Forza Italia, accusato di associazione per delinquere, corruzione e finanziamento illecito nella maxi indagine con al centro un sistema di mazzette, appalti e nomine pilotate e finanziamenti illeciti guidato, secondo le indagini, dal presunto ‘burattinaio’ Nino Caianiello. Un’inchiesta che vede oltre 100 indagati, tra cui anche Lara Comi, accusata di finanziamento illecito e corruzione.  

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Tatarella: difesa chiede i domiciliari, PM contrario

I pm di Milano Luigi Furno e Silvia Bonardi, assieme all’aggiunto della Dda Alessandra Dolci, hanno insistito nell’udienza davanti al riesame sul fatto che la misura cautelare in carcere per Pietro Tatarella, ex consigliere comunale milanese e candidato di FI alle europee, è essenziale perché le indagini sul sistema di corruzione, appalti e nomine pilotate e finanziamenti illeciti alla politica sono ancora in corso. I legali del politico di FI, arrestato assieme ad altre 27 persone lo scorso 7 maggio, gli avvocati Nadia Alecci e Luigi Giuliano, hanno chiesto invece ai giudici che Tatarella torni in libertà e, in subordine, ai domiciliari. Secondo la difesa, per quanto riguarda l’accusa di finanziamento illecito ci sarebbero soltanto “violazioni di tipo amministrativo e non penale“. Per i pm un finanziamento da 25 mila euro venne dichiarato da Tatarella, ma usato da Fabio Altitonante, altro politico azzurro, arrestato. Per la difesa, però, Tatarella era “mandatario elettorale” di Altitonante. ANSA  

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Consiglio Comunale, avvenuta la surroga da Tatarella a Mascaretti

Il Consiglio Comunale ha votato all’unanimità la convalida dell’elezione del consigliere di Forza Italia, Andrea Mascaretti, che prende il posto del dimissionario, Pietro Tatarella, arrestato nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Milano sulla corruzione. Per Mascaretti, primo dei non eletti azzurri alle comunali del 2016, si tratta di un ritorno in Consiglio comunale, dove è entrato per la prima volta nel 2000, mentre sotto la giunta di Letizia Moratti ha ricoperto il ruolo di assessore alle Politiche per il lavoro e poi alle Aree cittadine. “Gli diamo un bentornato piu’ che un benvenuto“, ha detto il presidente dell’aula, Lamberto Bertole’.  

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Altitonante: i soldi erano per Tatarella

Fabio Altitonante, il consigliere lombardo di FI arrestato nella maxi inchiesta della Dda milanese, non ha ottenuto “soldi né come corruzione né come finanziamento illecito“. Così il suo legale, l’avvocato Luigi Giuliano, ha riassunto la difesa del politico nell’interrogatorio davanti al gip di Milano. Per la difesa di Altitonante non c’è “alcuna mazzetta da 20mila euro” e i 25mila euro contestati come finanziamento illecito “non erano riferiti alla sua campagna elettorale“, ma a quella di “un altro candidato“. Poi ha detto che quello che viene contestato dai pm come un finanziamento illecito da 25mila euro “è in realtà un finanziamento regolare e dichiarato, ma non per me, per la campagna elettorale di Pietro Tatarella“. ANSA  

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Tatarella: sono innocente e lo dimostrerò

Si è svolto oggi nel Carcere di Opera il primo interrogatorio a Pietro Tatarella che, davanti al Giudice per le Indagini Preliminari Raffaella Mascarino, ha per ora scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere. Quanto avenuto è stato riferito dal suo difensore precisando che Tatarella ha scelto di non rispondere perché “si riserva di analizzare e offrire ai magistrati una serie di documenti e contratti” al centro dell’indagine, oltre che di leggere tutti gli atti dell’inchiesta prima di “chiarire i fatti“, sottolinenado la dichiarazione “Sono innocente e lo dimostrerò” fatta dal suo assistito. Il politico di Forza Italia, ha poi deciso allo stesso tempo di dimettersi dalla carica di consigliere comunale e “già stasera – ha aggiunto il legale – invierò al Consiglio una lettera di dimissioni che mi ha lasciato il mio assistito“. Nei prossimi giorni proseguiranno gli interrogatori e in particolare quelli degli indagati finiti ai domiciliari. Tra loro, il consigliere regionale Fabio Altitonante, sottosegretario all’area Expo della Regione (sospeso ieri dalla carica), che sarà sentito venerdì al settimo piano del Tribunale.  

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Forza Italia distrutta dagli arresti

Sono 95 gli indagati per per associazione per delinquere aggravata dall’aver favorito un’associazione di tipo mafioso, finalizzata a corruzione, finanziamento illecito ai partiti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, false fatturazioni per operazioni inesistenti, auto riciclaggio e abuso d’ufficio. Gli arresti che più fanno rumore sono quelli di Fabio Altitonante e Pietro Tatarella, rispettivamente consigliere regionale con delega allo sviluppo dell’area Expo e candidato alle elezioni europee. Prima ancora una candidata di Forza Italia al Consiglio comunale di Bergamo era stata arrestata con l’accusa di vendere permessi di soggiorno a cittadini cinesi. Nel giro di due giorni il partito ormai di centro che sembrava potersi riprendere almeno per contare qualcosa, rischia ora percentuali da prefisso telefonico. Già c’erano i segni che una certa epoca era finita, con Berlusconi che a ogni campagna elettorale collassa al San Raffaele e il partito sempre ben lontano dai tempi delle due cifre. Il volto giovane di Forza Italia è ora dietro le sbarre, quindi sarà difficile che i “vecchi” possano raccogliere molto viste le ultime inchieste. Forza Italia non può nemmeno contare sulla poca memoria degli italiani visto che mancano poche settimane alle elezioni. Chi contava sugli eterni ritorni oggi si deve ricredere. E le scelte dei vari Maullu, Toti e altri di prendere le distanze dal loro partito sembrano ora molto più lungimiranti di quanto non fossero tempo fa. Intanto tutti gli altri partiti festeggiano per le percentuali, tra il 5 e il 10 per cento a seconda delle stime, che si sono appena liberate. Queste elezioni europee diventano sempre più importanti e interessanti.

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