2 Settembre 2021

Egea presenta “Il mosaico della libertà” di Salvatore Veca

Egea presenta “Il mosaico della libertà” di Salvatore Veca. Nel suo nuovo libro, il filosofo si pone una domanda la cui risposta viene data troppo spesso per scontata, ma che oggi più che mai si rivela essenziale per affrontare il futuro: qual è il vero valore della democrazia? Perché la democrazia per noi vale ed è preferibile ad altri assetti e regimi politici e istituzionali? Una domanda che fino a qualche anno fa sarebbe sembrata banale ma che oggi, in un mondo Occidentale provato dal confronto continuo con crisi di diversa natura, pone molti cittadini nelle condizioni di non sapere – o non volere – rispondere. Nel libro “Il mosaico della libertà” (Bocconi Editore – Egea, 2021), Salvatore Veca tenta di andare alle radici dei tratti distintivi della democrazia liberale, cercando di capire – e di spiegare – perché questa resti l’unica forma di governo e di vita in grado di preservare l’eco dei valori del progresso e della giustizia sociale. Dando vita a un rinnovato patto fra società, scienza e natura, fondamentale per affrontare un futuro che impone una presa di coscienza e un’assunzione di responsabilità collettive nel segno di equità e sostenibilità. Quando pensiamo a una forma di vita democratica, pensiamo a un regime politico che ospita istituzioni, norme, procedure, provvedimenti e scelte collettive, interpretazioni politiche differenti dell’interesse pubblico di lungo termine. E consideriamo tutti questi come elementi fondamentali di un regime di democrazia liberale che, proprio grazie ad essi, si distingue da qualsiasi regime illiberale, autocratico o autoritario. Questo quadro, secondo Veca, è tuttavia incompleto. Uno dei tratti distintivi cruciali di una democrazia è infatti l’ampiezza, la densità e la ricchezza del suo spazio pubblico, in cui si esercita la libertà democratica per eccellenza: quel “principio di contestabilità qualificato” che consente di condividere con altre cittadine e cittadini cerchie di valore politico fra loro alternative e confliggenti, non necessariamente riducibili all’ordine dato e vigente. È alla libertà democratica e allo spazio pubblico, insomma, che si deve guardare se vogliamo non solo descrivere un tratto saliente della democrazia come complesso artefatto politico, ma anche e soprattutto individuare le radici del suo valore per noi. “La libertà”, spiega Veca, “di parteggiare e di persuadere. La libertà di convertire e guadagnare seguaci a una prospettiva politica, la libertà di far spazio, se le cose hanno successo, a ‘mondi possibili’. Il principio di contestabilità qualificato rende conto in tal modo del perché la democrazia vale, mostrando il proprio carattere endogenamente generativo. Perché gli attori che nello spazio pubblico mirano a parteggiare per politiche alternative, cui convertire un seguito crescente e durevole, dilatano lo spazio del possibile democratico grazie all’esercizio collettivo dell’immaginazione politica e civile. Delineando nello spazio pubblico la grammatica del mutamento, dovuta all’esercizio della libertà democratica, gli attori del cambiamento preservano il sogno di una democrazia accessibile a tutte e tutti”. È questa, secondo l’autore, la base necessaria per dare spazio e forza all’altra faccia della globalizzazione: la mondializzazione possibile di una civiltà di tutte e di tutti, che si incentri su diritti e giustizia ambientale come giustizia sociale. Una possibilità oggi in conflitto con la realtà di un pianeta malato e di un’umanità prostrata da una pandemia che ha messo in evidenza la fragilità non solo della propria condizione ma anche delle società che essa ha costruito. La “normalità” tanto desiderata nei tempi bui, insomma, è per Veca un modello dal quale dovremmo scostarci radicalmente dando vita a un mondo nuovo che non potrà prescindere dalle nuove generazioni e dalla loro educazione. “Un’educazione incentrata solo sull’idea di sapere utile è destinata a modellare e disciplinare le menti delle persone, addestrandole al problem solving con una scatola degli attrezzi, che paradossalmente si svaluta ciclicamente a fronte del mutamento continuo delle competenze, generato dalle frotte dell’incessante e pervasiva innovazione tecnologica. Noi dovremmo educare persone che fioriscano grazie a una visione. Visionari sì, ma visionari che sanno fare i conti. O meglio: ‘visionari’ che sanno che cosa vuol dire fare i conti e ne riconoscono la rilevanza e ‘calcolanti’ che sanno che cosa vuol dire avere una visione e ne riconoscono la rilevanza. L’interazione e la contaminazione fra i due modelli sembra essere allora la prospettiva promettente per i volti plurali dell’educazione nel ventunesimo secolo. Questa è la mia speranza progettuale”. Perché, come ci hanno insegnato gli ultimi – difficili – mesi la cooperazione tra i diversi approcci disciplinari è l’unica risorsa grazie al cui impiego possiamo sperare di venire a capo delle sfide inedite che abbiamo di fronte, costruendo un futuro in cui le tessere del “mosaico della libertà” trovino finalmente il proprio posto. L’AUTORE: Salvatore Veca, filosofo e accademico, è una delle figure di spicco del panorama intellettuale italiano. Per il suo approccio alla filosofia politica, è stato punto di riferimento filosofico della sinistra non marxista, sia come teorico sia come militante. Laureatosi all’Università di Milano sotto la guida di Enzo Paci e Ludovico Geymonat, è divenuto professore presso numerosi atenei, tra cui Bologna, Milano, Firenze e Pavia. Ha ricoperto ruoli importanti nel mondo editoriale, come direttore di riviste scientifiche oltre che di Fondazione Feltrinelli, di cui attualmente è Presidente onorario. È autore di una vasta produzione saggistica.

Egea presenta “Il mosaico della libertà” di Salvatore Veca Leggi tutto »

In Piazza San Carlo il Globo di pane benefico dei Frati missionari

In Piazza San Carlo il Globo di pane benefico dei Frati missionari. E’ stato realizzato dai panificatori volontari di “Pane in Piazza” in occasione della mostra open air WePlanet, 100 globi per un futuro sostenibile e poi andrà all’asta. Il ricavato andrà a sostegno delle attività solidali dei religiosi nel mondo. A Milano, in Piazza San Carlo, dal 27 Agosto al 7 Novembre, in occasione della mostra open air “100 Globi per un futuro sostenibile”, si potrà ammirare anche il Globo di pane realizzato da Cesare Marinoni con l’aiuto della sig.ra Laura Gioacchini e della storica panificatrice meneghina Milena Pizzocchero, già protagonisti di “Pane in Piazza”, la grande manifestazione benefica dei Frati Cappuccini missionari di piazzale Cimitero Maggiore 5, che si tiene in Piazza Duomo e che si spera possa riaprire presto i battenti. La sfera di pane misura 1,70 mt di diametro. I pani, plasmati con farina e lievito, rappresentano i prodotti tipici delle 20 Regioni italiane e sono stati donati da oltre 300 dei fornai che hanno aderito alle ultime edizioni di “Pane in Piazza”. Fra questi: Luca Piantanida di Coggiola (Biella), Nicola Ciarcia di Avellino, Pasquale Esposito di Napoli, Paolo D’Amici di Latina e Pina Mazzara di Trapani. Il Globo è stato già esposto accanto all’altare maggiore del Duomo, durante la Giornata Mondiale dell’Alimentazione del 16 Ottobre 2020, nella Basilica di Sant’Eustorgio per portare un messaggio di pace e speranza in occasione dell’Epifania 2021 e sempre quest’anno a Pasqua in Piazza del Duomo. Al termine dell’evento WePlanet, tutte le installazioni verranno selezionate da un comitato artistico e battute ad un’asta benefica organizzata da Sotheby’s per raccogliere fondi a favore dell’ambiente e del settore sanitario della città meneghina. In particolare la Charity Action dell’installazione artistica di “Pane in Piazza” vedrà devolvere i fondi a favore delle attività missionarie dei Cappuccini di piazzale Cimitero Maggiore. Per sponsorizzare “Pane in Piazza”: marinoni@marinoni.com Per donare: https://www.missioni.org/come-aiutarci/ specificando la causale Panificio Harar.

In Piazza San Carlo il Globo di pane benefico dei Frati missionari Leggi tutto »

Settantenne spara a pregiudicato per il barbecue

Settantenne spara a pregiudicato per il barbecue. Sembra assurdo, ma è pura cronaca. In zona Barona, ieri sono stati segnalati colpi da arma da fuoco. Sul posto è stato rinvenuto a terra un uomo italiano, classe 1949, con ferita al capo, che è stato medicato e trasportato in codice giallo presso l’ospedale Humanitas di Rozzano. Dalle indagini successive si è scoperto che il motivo delle ferite del settantenne è la reazione degli amici di un condomino dello stesso palazzo: l’anziano infatti ha sparato a un pregiudicato 34enne a causa di un barbecue ritenuto molesto dal boomer armato. Quest’ultimo possiede ben tre pistole regolarmente denunciate e le ha usate per opporsi con la violenza alla grigliata del vicino, segno forse di una tensione già con una storia alle spalle: pare che la vittima della furia del settantenne avesse l’abitudine di organizzare grigliate nel cortile condominiale. Un’attitudine che lo ha portato però dritto al cimitero.

Settantenne spara a pregiudicato per il barbecue Leggi tutto »

Le Pescherie di Giulio Romano aprono con “Cucire il tempo”

Le Pescherie di Giulio Romano aprono con “Cucire il tempo”. Al tema dell’arte come tessitura del quotidiano è dedicato il progetto espositivo Cucire il tempo, curato da Stefano Baia Curioni e Melina Mulas, che inaugura le Pescherie di Giulio Romano a Mantova come spazio espositivo, dopo i recenti interventi di restauro che hanno restituito alla città il prezioso monumento del Maestro manierista. A partire da una riflessione sul lavoro di Maria Lai, la mostra raccoglie e presenta al pubblico la ricerca di sei artiste italiane: Sonia Costantini e Maria Lai (7 – 26 settembre 2021), Marta Allegri e Irene Lanza (28 settembre – 17 ottobre 2021), Rosanna Bianchi Piccoli e Antonella Zazzera (19 ottobre – 7 novembre 2021). La rassegna Cucire il tempo – promossa dal Comune di Mantova, Fondazione Palazzo Te e Fondazione le Pescherie di Giulio Romano, in collaborazione con Archivio Maria Lai e Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani, con il contributo PIC | Regione Lombardia e con il progetto grafico di Corraini Edizioni – nasce da un’intuizione di Melina Mulas: “Ho avuto la fortuna di conoscere alcune artiste, le ho incontrate perché le ho cercate, attratta dalla dimensione spirituale della loro ricerca, nel loro fare. Ognuna, in modo diverso, trasforma e alchimizza i temi e il tempo della propria vita, come fossero tessitrici”. Tessitura, nido, infanzia, ascolto, fiaba, narrazione, silenzio e radici sono dunque alcune delle parole d’accesso per la comprensione del lavoro di queste artiste, focalizzato sulla connessione sottile di captare nel creare, di portare in materia: più che guardare per capire, l’osservazione richiede un certo tipo di ascolto. La prima tappa del progetto, dal 7 al 26 settembre 2021, ospita i monocromi inediti D5 bianco e AA19-15 blu J.S.B. della pittrice mantovana Sonia Costantini in dialogo con una selezione di opere di Maria Lai degli anni Novanta, periodo in cui torna a vivere in Sardegna dopo il lungo soggiorno a Roma, continuando a sperimentare materiali tradizionali e nuovi e a creare telai, libri e lenzuoli, tra cui quello esposto a Mantova insieme alla serie Telaio di guerra per la prima volta presentata al pubblico. Accanto a queste opere, la mostra presenta il video del regista Tonino Casula che documenta la straordinaria azione relazionale sul territorio Legarsi alla montagna, realizzata da Maria Lai nel 1981 a Ulassai con gli abitanti del paese che hanno legato con un nastro azzurro le case tra loro e poi al monte sovrastante, simbolo di armonia fra uomo, natura e arte. In occasione della rassegna, è in programma una conferenza di approfondimento sull’opera di Maria Lai con Elena Pontiggia e Maria Sofia Pisu Lai che si terrà martedì 7 settembre alle ore 18.00 allo Spazio Te di Palazzo Te (prenotazione alla mail spaziote@fondazionepalazzote.it). Dopo il dialogo tra Maria Lai e Sonia Costantini, altri due momenti espositivi esplorano il tema del fare arte che “accoglie, cuce e riordina l’amore profondo per le proprie origini”: dal 28 settembre al 17 ottobre le trame di architettura dismesse di Marta Allegri e i ferri trasportati dal mare di Irene Lanza; e dal 19 ottobre al 7 novembre 2021 i misteri dei ricami dei bisquit di porcellana di Rosanna Bianchi Piccoli e i fili di rame stratificati di Antonella Zazzera. Il filo che attraversa il lavoro sapiente e paziente di queste artiste, lo stesso filo che collega il visibile con l’invisibile, viene espresso nelle parole di Mariangela Gualtieri, presente in mostra con una poesia: “Questo abbiamo fatto / acciaio e carta. Tessiture di fili e di sostanze. / E questo siamo. Ultimo abbozzo / prima dell’umano”. Il Rinascimento Culturale delle Pescherie di Giulio Romano  Per lungo tempo le Pescherie Giulio Romano – l’unico edificio italiano a conservare ancora nella facciata le tecniche originali del grande architetto rinascimentale – hanno versato in stato di abbandono. Il monumento, oltre che un bene culturale di grandissimo valore, è anche un punto strategico di accesso pedonale al centro storico e uno snodo cruciale dei percorsi turistici cittadini, e aveva dunque bisogno di un significativo intervento di restauro. Per realizzarlo, è nata la Fondazione delle Pescherie di Giulio Romano, che ha ottenuto la concessione dell’edificio per trenta anni, con l’obiettivo di recuperare il bene per utilizzarlo a fini pubblici, trasformando le Pescherie in un luogo di dialogo tra le culture e di scoperta del patrimonio storico e artistico del territorio di Mantova e Sabbioneta. La Fondazione porta avanti tutte le iniziative e i progetti grazie al contributo fondamentale dei suoi volontari e di un gruppo di imprenditori illuminati del territorio, convinti che la cultura possa essere produttiva e che fare sistema tra le piccole e medie imprese possa rendere il patrimonio culturale e monumentale diffuso in tutta Italia una rete di luoghi che creano valore e lavoro. Questo progetto di recupero a tutto tondo – non solo del monumento nel suo valore artistico, ma anche nel suo ruolo sociale ed economico – è guidato da valori precisi: collaborazione tra privato e pubblico, rispetto del patrimonio artistico, volontà di investire nella cultura come canale di sviluppo e di arricchimento collettivo. Valori che potranno rendere quello delle Pescherie un modello di Rinascimento Culturale, sostenibile e replicabile. Orari e accessi: Ingresso libero; venerdì 16.00 – 20.00 | sabato e domenica 10.00 – 12.30, 16.00 – 20.00 oppure su appuntamento segreteria@fondazionepalazzote.it Aperture straordinarie dal 8 al 12 settembre in occasione di Festivaletteratura: mercoledì e giovedì dalle 16.00 alle 20.00. In allegato comunicato e una piccola selezione di immagini, altro materiale è disponibile nel link in calce. Grazie dell’attenzione. www.fondazionepalazzote.it

Le Pescherie di Giulio Romano aprono con “Cucire il tempo” Leggi tutto »

A2A, AeB, il Consiglio di Stato boccia la fusione, Fumagalli (M5S Lombardia): “Sindaci non all’altezza, Attendiamo dimissioni”

A2A, AeB, il Consiglio di Stato boccia la fusione, Fumagalli (M5S Lombardia): “Sindaci non all’altezza, Attendiamo dimissioni”. “La sentenza del Consiglio di Stato che sancisce l’illegittimità dell’operazione posta in essere da A2A e AeB è motivo di grande soddisfazione poiché costituisce il coronamento di anni di lotte contro le aziende pubbliche brianzole che vengono gestite dai partiti come un bene proprio”, così Marco Fumagalli, Consigliere regionale del M5S Lombardia. Per il rappresentante del Movimento 5 Stelle, “la svendita della AeB ad A2A era solo la più vistosa e importante di altre questioni che videro coinvolte aziende come BEA, CEM e Brianzacque. Accertato il fatto che il procedimento non è stato correttamente espletato poiché l’operazione doveva essere preceduta da una gara pubblica mi aspetto l’immediata uscita di A2A e dei suoi dirigenti dalla compagine di AeB e il ripristino della situazione preesistente”. “Alla luce dell’elevato rischio di danno erariale e di risarcimento del danno, tutti coloro che hanno preso la scellerata decisione dovranno procedere alle dimissioni al fine di non compromettere quanto deciso dalla sentenza.  Dal momento che il Presidente Mazzoncini e Bracchitta, e tutti sindaci coinvolti non si sono dimostrati all’altezza, devono rassegnare al più presto le dimissioni in quanto soggetti non idonei a ricoprire i relativi ruoli. Ciò per evitare che commettano errori simili in futuro o che resistano per pretendere di difendere ciò che è assolutamente indifendibile”, conclude Fumagalli.

A2A, AeB, il Consiglio di Stato boccia la fusione, Fumagalli (M5S Lombardia): “Sindaci non all’altezza, Attendiamo dimissioni” Leggi tutto »

Come la pandemia ha cambiato la medicina estetica: i tre nuovi trend di un settore in crescit

Come la pandemia ha cambiato la medicina estetica: i tre nuovi trend di un settore in crescita. «La bellezza come cura di sé; la fiducia nel rapporto tra paziente e medico, che diventa un vero e proprio consulente; l’attenzione alla sicurezza». La clinica Sotherga traccia la medicina estetica di domani, caratterizzata da un approccio sempre più conservativo, preventivo e mini invasivo. La medicina estetica è cambiata ed è cambiato anche il suo rapporto con i pazienti. Un anno e mezzo di pandemia ha di fatto modificato le abitudini, ma soprattutto la percezione della bellezza. E non si tratta solamente di un processo indotto da un maggiore ricorso alle videochiamate, ma una nuova tendenza che rimescola le carte e mette al centro il tema della fiducia e dello stare bene. È di fatto emersa una nuova visione di bellezza molto più legata al concetto del benessere, è cambiato anche il rapporto con il medico estetico da mero “esecutore” dei trattamenti a consulente e si è fatta avanti una forte ricerca di sicurezza, in termini di luogo sicuro e “a prova” di Covid. Sono questi i tre principali elementi che Sotherga, clinica milanese dedicata alla medicina estetica non invasiva, ha registrato negli ultimi 18 mesi. «Dal lockdown in avanti, nonostante la complessità del momento, il settore della medicina estetica ha continuato a crescere con ritmi a doppia cifra, contro una chirurgia sostanzialmente stabile: segno che l’attenzione al proprio aspetto, spesso accentuato dal continuo rivedersi su uno schermo grazie alle video chiamate, non è venuto meno. E non è venuta meno l’attenzione a un approccio mini invasivo» afferma Angelo Castello, CEO di Sotherga. «Dall’altra parte però, non possiamo ignorare i cambiamenti che abbiamo registrato. Elementi che di fatto hanno introdotto un nuovo concetto di bellezza, nuove modalità nella relazione medico-paziente e accentuato il tema della sicurezza sanitaria. Sono tutti indicatori che ci dicono, già oggi, come sarà la medicina estetica di domani». Dall’approccio trasformativo a quello conservativo. «Se prima chi si rivolgeva alla medicina estetica voleva cambiare ciò che non gli piaceva o veniva percepito come un problema, ora nel concetto di bellezza viene ricompreso il proprio benessere – spiega Marco Bartolucci, fondatore della clinica Sotherga –. Questo ha portato a vedere il trattamento non come azione di cambiamento o di trasformazione del proprio aspetto, ma come scelta di prevenzione. C’è una maggiore attenzione allo stare bene, quindi al tema della cura personale. In quest’ottica, negli ultimi mesi abbiamo avuto un aumento di under 35». La parola chiave diventa: autenticità. «Non esiste più un metro univoco che possa definire la bellezza. La richiesta dei pazienti va nella direzione di conservare le proprie caratteristiche, all’interno di un processo di benessere non solo estetico, ma anche fisico e mentale». Un nuovo rapporto tra medico e paziente. «Soprattutto i mesi di lockdown hanno accentuato un processo di relazione basato sulla fiducia. I pazienti che sono venuti da noi volevano parlare, confrontarsi, farsi conoscere e conoscere lo specialista», prosegue il dottor Bartolucci. «La mera attenzione al risultato, quindi all’eliminazione dell’inestetismo, si è trasformata in un processo di consulenza, dove il medico accompagna il paziente in un percorso dedicato. L’approccio d’equipe di Sotherga, che vede medico estetico, dermatologo e nutrizionista lavorare insieme, risponde a questa nuova esigenza». Sicurezza in primo piano. «Torniamo alla fiducia», aggiunge Castello. «La pandemia ha evidenziato l’importanza della sicurezza nelle strutture sanitarie. Questo ha riguardato anche le cliniche di medicina estetica che, adottando tutti i protocolli necessari, hanno rafforzato la loro presenza». Non solo. «Sicurezza è anche poter fare affidamento su specialisti di alto livello. Questi elementi hanno permesso a Sotherga, che ha al suo interno esclusivamente personale medico, di crescere ulteriormente. Nella sola prima metà del 2021 il trend consolidato è di un +196% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso», sottolinea il CEO di Sotherga. «La pandemia ha alzato gli standard anche in medicina estetica». Sotherga – Nata dalla volontà di creare un nuovo punto di riferimento nel mondo della medicina, Sotherga è la clinica che ha fatto dell’innovazione tecnologica e del benessere a 360 gradi l’arte della bellezza. Affidandosi a un team di medici specializzati, offre un’esperienza unica per esaltare la bellezza distintiva di ciascuno in uno spazio dove l’eccellenza si coniuga con la modernità e l’arte. La sede è a Milano in via Fatebenefratelli 26. www.sotherga.com

Come la pandemia ha cambiato la medicina estetica: i tre nuovi trend di un settore in crescit Leggi tutto »