2 Dicembre 2020

Impresainungiorno.it: il vanto di Maran un calvario per i professionisti

Capita spesso di ricevere segnalazioni da professionisti il cui lavoro è complicato dalla burocrazia del Comune di Milano. Lamentele che smontano, almeno in parte, la narrazione della Milano “smart city” tanto cara alla Giunta Sala. L’ultima (ma non è la prima del genere) ci arriva da un Architetto, costretto a barcamenarsi non poco per riuscire a protocollare una pratica edilizia. “Mario”, ci racconta di avere appena utilizzato la piattaforma www.impresainungiorno.gov.it, in passato presa ad esempio dall’Assessore Maran per vantarsi della propria efficienza. Si tratta di un portale del governo italiano dove, in seguito alla pandemia, è necessario registrarsi con password e firme digitali, per inserire le pratiche, che a dire del nostro interlocutore, rende la vita dei professionisti  “impossibile, altro che semplificarla…”. Secondo “Mario”, l’utilizzo della piattaforma, più che un aiuto per chi lavora, sarebbe un “regalo all’Agenzie delle Entrate” che “si è presa 8 anni per le verifiche inerenti alle varie detrazioni, superbonus…”. Non ci è difficile immaginare con quale patema d’animo possa lavorare un’impresa sapendo che il fisco potrebbe farle contestazioni anni dopo il termine dei lavori, pur avendo fornito fin da subito  quanto necessario allo Stato per verificare la bontà delle dichiarazioni fatte. “Metodi da Unione Sovietica“, secondo chi ci scrive. “Mario“, ci spiega quindi che il Comune di Milano non ha previsto nessuna differenziazione nei moduli da compilare, che sono gli stessi sia nel caso della ristrutturazione di uno sgabuzzino di casa, sia per un intervento edilizio di grande portata e ci porta ad esempio quanto ha appena dovuto fare: “per la ristrutturazione di un appartamento con il rifacimento di 2 bagni e cucina, ho dovuto compilare pagine e pagine, come se stessi edificando una palazzina di 20 piani! Cose da pazzi!“. Risultato, “quattro ore di lavoro” e una ricevuta di protocollo costituita da un file pdf “di ben 53 pagine“. L’amara conclusione di “Mario” è che, dalle prossime parcelle sarà costretto ad inserire la voce: “indennità digitale € 250+Iva” che andrà a pesare sulle tasche dell’utente finale: il cittadino. Cittadino che come noi si chiederà: l’Assessore Maran prima di vantarsi di avere “semplificato” le cose, avrà testato o fatto testare la piattaforma da qualcuno che avesse la competenza per farlo?

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La tassa rifiuti in Lombardia in media vale 241 euro all’anno

La tassa rifiuti in Lombardia in media vale 241 euro all’anno.  Un prezzo molto inferiore ai 300 euro di media nazionale. La Campania è la regione più costosa (419€), Trentino Alto Adige la più economica (193€). I nuovi dati dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva È di 300€ la tassa per i rifiuti pagata in media nel 2020 da una famiglia nel nostro Paese, cifra rimasta invariata rispetto all’anno precedente. La regione in cui si rileva la spesa media più bassa è il Trentino Alto Adige (€193), dove si registra un incremento del 1,4% rispetto all’anno precedente. Al contrario, la regione con la spesa più elevata resta la Campania (€ 419, -0,4% rispetto al 2019). In un panorama nazionale in cui la tariffa resta invariata, a livello territoriale si registra un incremento in dieci regioni: Molise (+4,3%), Calabria (+3,4%), Umbria (+2,8%), Liguria (+2%), Lazio (+1,9%), Marche (+1,7%), FVG (+1,6%), Trentino Alto Adige (+1,4%), Toscana (+0,8%), Piemonte (+0,7%); tariffe in diminuzione in sei: Abruzzo (-2,8%), Veneto (-2,2%), Sardegna (-1,5%), Sicilia (-1,4%), Puglia (-0,8%) e Campania (-0,4%). La spesa resta invariata in quattro regioni: Basilicata, Emilia Romagna, Lombardia e Valle d’Aosta. Regione Tari 2020 Tari 2019 Variazione % Abruzzo € 317 € 326 – 2,8% Basilicata € 221 € 221 0,0% Calabria € 306 € 296 + 3,4% Campania € 419 € 421 – 0,4% Emilia Romagna € 274 € 274 0,0% Friuli Venezia Giulia € 232 € 228 + 1,6% Lazio € 331 € 325 + 1,9% Liguria € 340 € 333 + 2,0% Lombardia € 241 € 241 0,0% Marche € 239 € 235 + 1,7% Molise € 228 € 219 + 4,3% Piemonte € 278 € 276 + 0,7% Puglia € 370 € 373 – 0,8% Sardegna € 340 € 345 – 1,5% Sicilia € 389 € 394 – 1,4% Toscana € 325 € 323 + 0,8% Trentino Alto Adige € 193 € 190 + 1,4% Umbria € 310 € 301 + 2,8% Valle d’Aosta € 275 € 275 0,0% Veneto € 229 € 234 – 2,2% Italia € 300 € 300 0,0% Fonte: Cittadinanzattiva – Osservatorio Prezzi&Tariffe, Novembre 2020 È questo il quadro che emerge dalla annuale rilevazione dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, disponibile online, gratuitamente dietro registrazione, sul sito www.cittadinanzattiva.it. L’indagine sui costi sostenuti dai cittadini per lo smaltimento dei rifiuti in tutti i capoluoghi di provincia prende come riferimento nel 2020 una famiglia tipo composta da 3 persone ed una casa di proprietà di 100 metri quadri. La rilevazione è realizzata nell’ambito del progetto “Consapevolmente consumatore, ugualmente cittadino”, finanziato dal Ministero dello Sviluppo economico (DM 7 febbraio 2018). Catania è il capoluogo di provincia più costoso (504€ stabile sul 2019), Potenza il più economico (121€). Rispetto ai 112 capoluoghi di provincia esaminati, sono state riscontrate variazioni in aumento (rispetto al 2019) in 30 capoluoghi, situazioni di stabilità in 27 e variazioni in diminuzione in 11. A Crotone l’incremento più elevato (+14,1%), a Venezia la diminuzione più consistente (-16,2%). I 10 capoluoghi più costosi I 10 capoluoghi più economici Capoluogo Tari 2020 Capoluogo Tari 2020 Catania 504 € = Potenza 121 € = Cagliari 481 € ↓ Belluno 168 € = Benevento 464 € ↓ Udine 169 € ↑ Salerno 462 € ↓ Vibo Valentia 184 € = Napoli 455 € = Pordenone 185 € ↑ Reggio C. 443 € = Isernia 185 € = Siracusa 442 € = Bolzano 190 € ↑ Agrigento 425 € = Brescia 191 € = Trapani 424 € ↓ Trento 196 € ↑ Messina 422 € ↑ Fermo 196 € = Fonte: Cittadinanzattiva – Osservatorio Prezzi&Tariffe, Novembre 2020 A livello di aree geografiche, i rifiuti costano meno al Nord (in media 258 euro, invariato rispetto al 2019), segue il Centro (304 euro rispetto ai 299 del 2019), infine il Sud, più costoso (349 euro, erano 351€ nel 2019). Secondo il rapporto Rifiuti urbani 2019 dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), gli italiani nel 2018 hanno prodotto 30,2 milioni di tonnellate di rifiuti urbani (+2% rispetto al 2017). La maggioranza dei rifiuti urbani è prodotta al Nord (47,5%) seguito dal Sud (30,5%) e infine dal Cn entro (22%). La media nazionale di raccolta differenziata ha raggiunto il 58,1% (+2,6 punti percentuale rispetto al 2017) mentre il 22% finisce in discarica. A livello di aree geografiche, primeggia in raccolta differenziata anche in questo caso il Nord (67,7%) seguito da Centro (54,1%) e Sud (46,1%). Le percentuali più elevate e al di sopra del 70% si registrano in Veneto (73,8%), Trentino Alto Adige (72,5%), Lombardia (70,7%); le più basse e sotto la soglia del 40% in Sicilia (appena il 29,5%) e Molise (38,4%). Tutte le informazioni della indagine sono disponibili su INFORMAP, www.cittadinanzattiva.it/informap, la cartina navigabile che rende fruibili, per ogni capoluogo di provincia, informazioni e approfondimenti su tariffe e agevolazioni, qualità, tutele e altri riferimenti utili. Per maggiori informazioni, assistenza e consulenza sul tema, Cittadinanzattiva ha attivato un numero dedicato ai cittadini: 06 36718040 (lunedì dalle 14:30 alle 17:30; mercoledì e venerdì dalle 10:00 alle 13:00).

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Parte il contagiorni della prigionia dei pescatori italiani

Parte il contagiorni della prigionia dei pescatori italiani. Noi dell’Osservatore abbiamo deciso di iniziare a contare i giorni di ingiustificata prigionia dei pescatori italiani in Libia. Una ex nazione come la Libia, a cui l’Italia per altro paga da anni in soldi e mezzi, si permette di arrestare cittadini italiani e lasciarli in prigione senza problemi. Eppure se la guardia costiera libica esiste lo si deve proprio al supporto italiano, se sotto il ministro Minniti si sono stretti accordi (cioè finanziamenti) con le tribù che gestiscono il traffico di migranti lo si deve all’Italia, e se esiste un governo diverso da quello del generale Haftar lo si deve all’Italia. Per questi motivi oggi parte il contagiorni della prigionia dei pescatori italiani. Un’iniziativa per ricordare a tutti gli italiani che ci sono persone di prima categoria e persone di seconda categoria. I pescatori italiani evidentemente appartengono alla seconda categoria. La Libia anche solo per cortesia verso chi la finanzia e cura i suoi malati, potrebbe restituirci i nostri concittadini. Negli ospedali italiani infatti da anni vengono curati i libici, soprattutto militari, feriti nelle attività belliche. E a sentire chi si occupa del portare i libici negli ospedali italiani, la Libria sarebbe anche in ritardo sui pagamenti. E ciò nonostante si arroga il diritto di sequestrare imbarcazioni e cittadini italiani. Se parte il contagiorni della prigionia dei pescatori italiani è per ricordarci che il governo ha priorità sempre più strane in questi tempi, sembra quasi più attento a non offendere nessuno, anche quando si tratta di alleati (posto che si possa definire così il governo ufficiale libico) che insultano i rapporti di amicizia e collaborazione. Perché non possiamo riprendere i pescatori? La Libia non è la Russia o gli Stati Uniti. Possiamo mandare qualcuno dei nostri a recuperare i nostri cittadini. Se sono accusati di qualche crimine, li possiamo processare qui dove avranno la garanzia di un procedimento equo e rispettoso delle leggi europee.

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Fidanza (FdI): Sala aiuta Amazon invece dei commercianti milanesi

“Mentre migliaia di commercianti milanesi rischiano il fallimento, e sono riusciti a riaprire dopo oltre tre settimane di stop, una partecipata a maggioranza pubblica come A2a decide di regalare ai propri nuovi clienti buoni da spendere online su Amazon. Tutto questo mentre invece si dovrebbe fare il possibile per aiutare gli esercenti locali e i negozi di vicinato”, commenta in una nota  l’eurodeputato milanese di Fratelli d’Italia Carlo Fidanza”. “Siamo all’assurdo – continua Fidanza –  E cosa fa il sindaco Sala? Resta come sempre in silenzio. In questo momento così difficile dobbiamo aiutare i commercianti italiani, fare il possibile perché possano sopravvivere – concludendo – Iniziative come questa vanno in senso contrario e devono essere stigmatizzate”.

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De Chirico (FI): ambulanti dimenticati e mercati senza controlli

“Dall’inizio della pandemia, uno dei settori più colpiti è stato quello degli ambulanti. – spiega Alessandro De Chirico, Consigliere Comunale di Forza Italia – È bene ricordare l’excursus. Mentre le botteghe di vicinato hanno continuato a rimanere aperte, i mercati scoperti – nonostante sia comprovato che all’aria aperta il virus circoli meno – sono stati interrotti. Le proteste dei mercatali sono state tra le più forti anche perché molti non si sentivano rappresentati dall’APECA. Poi, all’inizio della fase 2, dei 97 mercati cittadini ne sono stati riaperti alcuni, ma per i soli venditori di alimenti. Sono seguite altre proteste. La stessa APECA, con l’avallo del Comune di Milano, ha introdotto il Covid manager che avrebbe dovuto contingentare gli ingressi nei mercati misurando la temperatura a spese dei mercatali che pagano posteggio e COSAP senza alcuna riduzione“. “Da settembre con tanti consiglieri municipali di Forza Italia abbiamo denunciato che i controlli nei mercati erano svaniti e che della Polizia Locale non si vedeva nemmeno l’ombra. – continua l’azzurro – Del Covid manager ne hanno parlato “A chi l’ha visto?”. Sarà una coincidenza, ma Milano ha rischiato di venire travolta dalla seconda ondata di contagi. Dopo tutti questi mesi le uniche grandi novità proposte per evitare l’affollamento nei mercati rionali sono dedicare fasce orarie agli over 65 – come da noi proposto per tutti i servizi della città dallo scorso aprile in uno dei tanti documenti bocciati dalla maggioranza di Palazzo Marino – e la promozione delle consegne a domicilio? L’assessore Tajani in tutti questi mesi non è riuscita a fare di meglio? – si chiede De Chirico, concludendo – Un’altra proposta che avevamo fatto, ma che è caduta nel vuoto era quella di spostare provvisoriamente i mercati in aree più ampie come il piazzale dello Sport, piazza Sempione, piazza Gino Valle, piazza Duca d’Aosta e tutti quei luoghi delle periferie dotati di ampi parcheggi. Siamo in emergenza, ma l’amministrazione guidata da Sala e dal PD pare non essersene accorta“.

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Covid: 4.048 positivi e 249 decessi

Sono 249 i decessi per Covid in Lombardia, dove il totale delle vittime da inizio pandemia è arrivato a 22.104. Il numero dei tamponi effettuati è 34.811 e 4.048 sono i nuovi positivi, con un rapporto dell’11,6%, stabile rispetto ai giorni precedenti (ieri era dell’11,3%). I dati di ieri:  i tamponi effettuati: 34.811, totale complessivo: 4.107.489  i nuovi casi positivi: 4.048 (di cui 189 ‘debolmente positivi’ e XX a seguito di test sierologico)  i guariti/dimessi totale complessivo: 268.702 (+8.174), di cui 5.954 dimessi e 262.748 guariti  in terapia intensiva: 876 (-30)  i ricoverati non in terapia intensiva: 7.342 (-91)  i decessi, totale complessivo: 22.104 (+249) I nuovi casi per provincia: Milano: 885, di cui 342 a Milano città; Bergamo: 129; Brescia: 159; Como: 893; Cremona: 41; Lecco: 108; Lodi: 111; Mantova: 126; Monza e Brianza: 212; Pavia: 230; Sondrio: 41; Varese: 1.036.

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