4 Giugno 2021

Milano, Monza Brianza, Lodi: manifatturiero pronto a ripartire

Milano, Monza Brianza, Lodi: manifatturiero pronto a ripartire. Migliora la situazione finanziaria delle imprese, in forte crescita il lavoro agile, anche se meno del 50% lo manterrà. La Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e Unioncamere Lombardia hanno indagato le conseguenze della pandemia e le strategie di reazione adottate dalle imprese nell’ambito delle attività trimestrali di monitoraggio del manifatturiero, a distanza di un anno dall’inizio dell’emergenza sanitaria. Le interviste sono state realizzate nella prima metà di aprile 2021, quando le imprese si sono trovate in zona rossa e arancione. Nel manifatturiero le criticità prevalenti sono legate a problemi con i clienti e gli ordinativi, problema segnalato dal 32,4% delle imprese industriali di Milano, il 28,6% di Monza Brianza, il 25% di Lodi. A Lodi il dato più importante sono i problemi di approvvigionamento/organizzazione col 29,5%, che per Milano e Monza Brianza sono rispettivamente 22,8% e 26,4%. Con la ripresa della domanda mondiale stanno inoltre emergendo anche difficoltà di reperimento dei materiali e significativi rincari delle materie prime e semilavorati. Dalle dichiarazioni degli imprenditori emerge una situazione difficile anche se in lento miglioramento la percentuale che dichiara di non avere alcun problema è abbastanza elevata (16,2% per Milano, 14,3% per Monza e Brianza, ancora più alta con 22,7% per Lodi. Le imprese che dichiarano di aver subito perdite difficilmente recuperabili sono 10,1% per Milano, 14,3% per Monza Brianza, 9,1% per Lodi. Le imprese in questo periodo di difficoltà hanno fatto largo impiego degli ammortizzatori sociali: il 37,3% per Milano, il 29,3% per Monza Brianza, il 27,3% per Lodi dichiara di aver utilizzato recentemente la Cassa Integrazione. Questo strumento ha permesso di limitare il ricorso a provvedimenti con impatti maggiormente negativi sull’occupazione come la riduzione dell’organico e il mancato rinnovo dei contratti in scadenza. Nell’industria il 26,3% delle imprese di Milano, il 32,1% di Monza Brianza, il 36,4% a Lodi ha dichiarato di non aver avuto ripercussioni o di avere aumentato l’organico, con imprese in espansione (22,8% a Milano, 20% a Monza Brianza, 18,2% a Lodi). Interessanti i dati sullo smart working: oltre la metà delle imprese lo ha adottato durante la pandemia nell’industria (62,1% a Milano, 59% a Monza Brianza e 55% a Lodi). Non tutte le imprese sembrano comunque intenzionate a rendere strutturale questa modalità di lavoro: non lo sono il 52% a Milano, il 64,6% a Monza Brianza, il 54,2% a Lodi.

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Con il licenziamento di Mancini abbiamo perso tutti

Con il licenziamento di Mancini abbiamo perso tutti. Per carità: silurare una spia di alto livello è un gran colpo giornalistico in linea generale, ma qui non si tratta di una spia che stava tradendo il suo compito. Solo di un grande professionista dello spionaggio che ha avuto la sfortuna di legarsi al personaggio politico più odiato della storia recente. Perché Renzi è odiatissimo e Report fa parte di quella fazione trasversale alla politica e alla stampa che ha deciso di attaccarlo sempre e comunque. E’ innegabile: il servizio di Report ha moltissime ombre, perché una persona normale (come dovrebbe essere “l’insegnante” testimone dell’incontro all’autogrill) non riesce a sentire cosa si dice dall’altra parte di un parcheggio. Eppure la teste chiave di Report aveva l’udito bionico a quanto pare. Ma si sa che la gente vede ciò che le fai vedere: e il punto era sputtanare Renzi un’altra volta. A silurarlo non ci sono riusciti perché il Rignanese ha dimostrato di avere le spalle troppo larghe. Ma non è lo stesso però per chi gli si avvicina. E Mancini non fa eccezione nonostante il suo operato sia stato difeso da ben quattro governi di colore diverso. Perché un buon servizio di spionaggio fa più sicurezza di una flotta di incrociatori. Salva le vite del popolo dentro e fuori i confini nazionali con l’efficienza di un battaglione di Lagunari, ma senza scatenare guerre. Ecco perché con il licenziamento di Mancini abbiamo perso tutti: è ed era una grande spia. Messa alla porta perché i due Matteo hanno sfidato poteri storici italiani. Quelli chiamati volgarmente poteri forti, o in altre sedi classi dominanti. Gli stessi che preferiscono privarsi di una grande spia solo per colpire i giovani arroganti che hanno dimostrato di non temerli. L’unica speranza è trasformare quelli come Mancini in martiri di una causa più grande: ristabilire regole normali di convivenza democratica. Mettere insomma fine a questa democrazia che può funzionare solo se il popolo vota ciò che secondo il Re è giusto. Una democrazia sotto tutela di poteri consolidati e autocratici, perché così è una democrazia ocrtoyé. Qualcosa cioè di concesso dalla classe dominante, ma solo se il popolo fa il bravo. Perché chi è al potere oggi non pensa al bene della nazione, ma solo alla propria conservazione. Così preferisce lasciare al macello una spia di alto livello, cioè una protezione di alto livello, solo per punire chi li ha sfidati.

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I ricci fermeranno la riqualificazione di via Rizzoli?

Esiste una resistenza sotterranea alla volontà del Comune di eliminare l’abusivismo dell’area INPS di via Rizzoli. È piccola, ma arrabiatissima. E tiene dei cuccioli in ostaggio. Non parliamo dell’opposizione a palazzo Marino, che al massimo tiene in ostaggio se stessa, ma dei coraggiosissimi Erinacei del fiume. O ricci, per i meno scientificamente inclini. Questi piccoli e tenaci animaletti, insieme a delle associazioni animaliste come la LAV e ad almeno un Consigliere Regionale, rivendicano il diritto di nidificare un po’ dove diamine pare a loro. In barba alla proprietà privata dell’INPS e al degrado. Perché, ciò che per noi è indiscutibilmente illegale, per i nostri amici notturi e spinosi è semplicemente casa. Il problema di iniziare ora i lavori di sbancamento per riportare l’area alla legalità è che le mamme riccio, se minacciate, tendono a regire molto male. La prima opzione è abbandonare i piccoli al proprio destino. La seconda è ucciderli. Quindi, ad oggi, la popolazione locale ha messo sotto ultimatum ecologico Sala e compagni: se mandi le ruspe ammazziamo i cuccioli. E, vista la campagna elettorale alle porte, l’amministrazione si trova con le spalle al muro. L’operazione di abbattimento di orti, colonia felina e balera abusiva, infatti, era il volano per recuperare il consenso traballante di questa via alla maggioranza cittadina. Ma cosa fare se le piccole terroriste spinose dovessero attuare le loro minacce? Cosa ne sarebbe del consenso di fronte alle foto di piccoli dilaniati dai denti di madri terrorizzate? Di fronte a questo dilemma, come apprendiamo da una diretta Facebook dell’associazione La Ninna (https://www.facebook.com/centrorecuperoricciLaNinna/videos/521130482358007), pare che esista un compromesso: si sbanca, ma senza ruspe e in autunno, ovvero a cuccioli cresciuti. Togliendo ai piccoli mammiferi la ferale arma di ricatto. E regalando un’ultima estate agli ortisti (abusivi) e ai ballerini (altrettanto abusivi) per godersi questi piccolo paradiso (sempre abusivo), in attesa che i ricci (che devono essere maledettamente bravi a sopravvivere, stando a fianco a una colonia felina) maturino. Una volta cresciuti, verranno catturati (come, da chi, in che tempi?) e trasferiti (dove, a spese di chi?). Il problema è che, con l’allungamento dell’estate, questo potrebbe mandare in malora il piano di usare elettoralmente l’operazione. In caso vi stiate domandando se in questa storia perfetta manchi qualcosa, vi agevolo: dei residenti, ancora una volta, non frega nulla a nessuno. Le notti saranno come sempre allietate, tra molte virgolette, da musica a palla (che evidentemente ai ricci piace) e la simpatica faida che ha portato a tre roghi questo inverno potrà crescere, prosperare ed esplorare nuovi modi di esprimersi. Perché nessuno deve toccare i ricci (che ci ricattano con l’infanticidio), ma in compenso i rischi per la sicurezza e l’incolumità pubblica non paiono particolarmente rilevanti. Nemmeno col pericolo che un rogo in situazione di siccità posssa arrivare al benzinaio. Un funerale vichingo per i nostri piccoli amici potrebbe essere ugualmente epico ed appropriato, evidentemente. Da qui un suggerimento per gli umani che vogliono avanzare rivendicazioni: travestitevi da mamma riccio in estate. Magari verrete ascoltati.

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L’11 il decennale dell’acqua pubblica

L’11 il decennale dell’acqua pubblica. A ricordarlo il comitato milanese Acquapubblica: Quest’anno a giugno cade il decennale del referendum acqua e nucleare. E’ stato un grande momento di partecipazione popolare con una vittoria schiacciante per l’acqua pubblica fuori dal profitto. Purtroppo quella volontà è stata poi disdettata dai nostri governanri con grande spregio per la democrazia. Per questo quei temi sono ancora oggi di estrema attualità. L’11 giugno terremo un presidio in  piazza Oberdan che non vuole certo essere una commemorazione ma una occasione di mobilitazione. Allego la locandina dell’evento nel caso riteniate di pubblicarla. Grazie, Erica Rodari Comitato Milanese Acquapubblica

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