5 Dicembre 2020

Scena muta per i commercialisti della Lega

Scena muta per i commercialisti della Lega. Dopo le ultime dichiarazioni di Michele Scillieri, il primo del giro a finire in manette, il resto del gruppo scegli di continuare a non rispondere. Alberto Di Rubba, non ha risposto alle domande del procuratore aggiunto Eugenio Fusco e anche Andrea Manzoni, l’altro revisore contabile della Lega in Parlamento indagato nell’inchiesta della Procura di Milano sulla Lombardia Film Commission e sui presunti fondi neri per il Carroccio. Nel frattempo resta ai domiciliari Francesco Barachetti, l’imprenditore bergamasco, pure lui indagato. I suoi legali, Matteo Montaruli e Massimo Borghi, hanno tentato di farglieli revocare, ma senza successo: il tribunale del Riesame ha respinto la richiesta. Ma la scena muta per i commercialisti della Lega non potrà continuare per sempre: Scillieri ha iniziato a parlare di soldi che sarebbero tornati pure nel partito di Salvini, una notizia trapelata dagli interrogatori che se confermata sarebbe grave per i salviniani. Perché dalle indagini pare che il gruppo gestisse un vasto giro di fatturazioni per e con la Lega, tanto da far sospettare ad alcuni pm un loro ruolo nella creazione di fondi neri proprio per la Lega. Ma fin’ora di prove decisive non pare se ne siano trovate. L’unica certezza è che ci sono ombre sulla vicenda della Film Commission. Il gruppo ha acquistato un immobile per 400mila euro, 11 mesi dopo lo ha venduto per 800mila alla Lombardia Film Commission grazie a un finanziamento extra della Regione allora guidata da Roberto Maroni. Già l’affare, ci permettiamo di chiamarlo così visto il raddoppio del capitale, è come minimo da segnalare per la capacità o la fortuna. Però c’è anche il problema che Di Rubba era presidente della LFC e allo stesso tempo socio dei compratori. E c’è anche il problema che l’assessore Stefano Bruno Galli (Lega) ha confermato per iscritto che il valore della compravendita era congruo, ma basandosi su una perizia redatta da un esperto sempre legato al giro di commercialisti arrestati. Una pratica per altro non frequente, perché generalmente per operazioni simili ci si affida alla valutazione dell’Agenzia delle Entrate e non a un privato. Su questo affare ci sono dunque sicuramente delle ombre che i leghisti dovrebbero dissipare: capita a ogni partito, sia piccolo, sia grande, di incappare in errori, omissioni o collaboratori sbagliati. Nasconderlo però crea più danni che vantaggi. La scena muta per i commercialisti della Lega deve concludersi.

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Sala legalmente responsabile se i soccorsi ritardano per problemi viabilistici

Ha fatto molto discutere sui social questa foto in cui si vedono le auto incolonnate in via Alserio, costrette a salire sui passi carrai e ad invadere la pista ciclabile (che ha dimezzato la carreggiata) per consentire il passaggio di un’ambulanza che arrivava a sirene spiegate. Molti commentatori si sono chiesti se potesse essere imputato qualche reato al Sindaco Sala e ad i suoi assessori, nel caso il ritardo causato dalle modifiche alla viabilità avesse causato gravi conseguenze per la salute del paziente trasportato. Una domanda cui abbiamo cercato di dare una risposta che sembrerebbe proprio essere “si”. Infatti l’art. 14 del Codice della Strada affida agli Enti proprietari la responsabilità di garantire la sicurezza e la fluidità della circolazione. Da ciò, già in passato, la giurisprudenza riteneva penalmente rilevante la condotta di un ente che, non garantendo un’adeguata viabilità, avesse causato danni alle persone. Inoltre il Ministero dell’Interno, con circolare esplicativa n°300/A/2251/16 inviata a tutte le prefetture, ha voluto al punto 1.1 rimarcare che l’omicidio stradale,  in linea teorica, può essere commesso da tutti coloro che non osservano una qualsiasi norma prevista dal Codice della Strada. Quindi, ai sensi dell’art. 14 del predetto codice e della citata circolare, anche l’Ente gestore nella persona del rappresentante legale (il Sindaco) potrebbe essere ritenuto responsabile di tale reato qualora, l’evento possa essere ricondotto all’omissione di quanto gli amministratori potevano porre in essere per eliminare il pericolo e non hanno posto in atto. Nel nostro caso vi è un’ulteriore considerazione da fare: sia il Sindaco Sala, sia l’Assessore Granelli, hanno più volte espresso, in modo nemmeno troppo velato, la volontà di scoraggiare l’uso dell’automezzo privato, rendendone più difficoltosa la circolazione, senza però considerare che avrebbero causato gli stessi problemi ad Ambulanze, Forze dell’Ordine e Pompieri. Un’atteggiamento che, visto con gli occhi del magistrato potrebbe profilarsi come doloso, aggravando la posizione di chi se ne fosse reso responsabile. Non vogliamo però atteggiarci a giudici emettendo sentenze, senza essere giuristi, ma ve ne sono molti fra le file dell’opposizione che potrebbero prendere in considerazione quanto abbiamo scritto per affrontare in modo concreto una questione molto sentita dai milanesi.  

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Coronavirus: continuano a diminuire i ricoverati, raporto al 10,7%

Diminuiscono i ricoverati sia nei reparti (-233) sia nelle terapie intensive (-14). Il numero dei tamponi effettuati è 42.276 e 4.533 sono i nuovi positivi (). I guariti/dimessi sono 6.015. I dati di ieri:  i tamponi effettuati: 42.276 totale complessivo: 4.222.113  i nuovi casi positivi: 4.533 (di cui 453 ‘debolmente positivi’)  i guariti/dimessi totale complessivo: 284.073 (+6.015), di cui 6.155 dimessi e 277.918 guariti  in terapia intensiva: 822 (-14)  i ricoverati non in terapia intensiva: 6.792 (-233)  i decessi, totale complessivo: 22.773 (+147) I nuovi casi per provincia: Milano: 1.463, di cui 580 a Milano città; Bergamo: 242; Brescia: 442; Como: 337; Cremona: 122; Lecco: 121; Lodi: 89; Mantova: 268; Monza e Brianza: 461; Pavia: 280; Sondrio: 82; Varese: 490.

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Fontana: 19/20 rischio fuga dal Nord

Il 19 e il 20 dicembre, ovvero l’ultimo week end in cui si può partire prima delle festività natalizie “rischiamo di rivivere quello che successe nella notte fra il 7 e l’8 marzo”. Lo ha detto a Mattino5 il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, rispondendo alla domanda se teme una nuova ‘fuga dal Nord’. “Il rischio è proprio quello – ha sottolineato Fontana -. Proprio perché oggi possiamo prevederlo, dovremo cercare di attrezzarci perché ci sia particolare attenzione nelle stazioni, negli aeroporti e da tutti i luoghi da cui la gente potrebbe partire. Bisognerà parlare con le Prefetture e con le forze dell’ordine per evitare che si creino più danni che lasciare la libertà a tutti di circolare nel periodo natalizio”. ANSA

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Sala appoggia la protesta degli studenti

Sul tema della riapertura delle scuole il sindaco Sala, si schiera con gli studenti che in tutta la città hanno affisso volantini rossi con la scritta ‘A Natale regalate la scuola’ partecipando alla campagna lanciata dal Comitato Priorità alla Scuola Milano. Il Comitato chiede il potenziamento immediato di spazi, trasporto pubblico e monitoraggio sanitario per riaprire tutte le scuole in sicurezza. “Sia restituito il diritto all’istruzione a bambine e bambini, ragazze e ragazzi”. “In questo specifico caso io non mi sento di dar torto agli studenti – ha scritto Sala sulla sua pagina Instagram postando una foto del volantino affisso al portone di casa sua -. Abito di fronte al liceo Parini e questa mattina i ragazzi hanno lasciato questo messaggio nel quartiere e sul portone di casa mia. Ognuno di noi ha un suo pensiero sulle mille opzioni di apertura/chiusura e mi pare si faccia una gran fatica ad accettare il contraddittorio, rifugiandosi spesso nell’aggressione verbale. Anche il tema scuola non fa eccezione”. ANSA

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Approvato il regolamento per l’occupazione temporanea di suolo pubblico

Continuare a sostenere le attività commerciali in un momento di difficoltà, rendendo al contempo i quartieri più vivaci e accoglienti, nel rispetto dell’ambiente del decoro urbano. Con questo obiettivo la Giunta ha approvato oggi una delibera, che dovrà passare al vaglio del Consiglio Comunale, relativa al nuovo regolamento sulle Occupazioni di Suolo Pubblico Temporanee Leggere. Attraverso una serie di prescrizioni la nuova normativa mette a sistema la semplificazione dell’iter autorizzativo attivato nei mesi scorsi per la posa di tavolini e dehors leggeri sul suolo pubblico, assicurando la convivenza tra le funzioni residenziali e le attività commerciali. Il Regolamento è composto di 16 articoli. Ecco le principali indicazioni: Strutture e arredi e ambiti di applicazione Il Regolamento riguarda la posa di strutture leggere prontamente rimovibili come tavoli, sedie, ombrelloni, tende, fioriere, pedane, pavimentazioni autoposanti, impianti di illuminazione e riscaldamento, mobiletti e carrelli, che durante le ore di chiusura dell’attività dovranno essere rimossi o tenuti in ordine. Tutti gli arredi devono essere di rapido smontaggio in caso di necessità. L’elenco degli arredi utilizzabili sarà riportato in uno specifico catalogo comprendente le caratteristiche tecniche, funzionali ed estetiche degli arredi e degli impianti tecnologici utilizzabili, nonché la relativa diversa e possibile collocazione rispetto alle varie aree di occupazione (aree a verde, marciapiedi e isole pedonali, carreggiata in area di sosta). Le occupazioni possono essere effettuate su marciapiedi, isole pedonali, aree a verde, carreggiate, prioritariamente davanti all’esercizio del concessionario, e dovranno sempre garantire almeno 2 metri per il transito pedonale, almeno 1,5 se l’occupazione è in carreggiata, almeno 3 metri da elementi di arredo urbano (ad es. panchine) per tutelarne la funzione pubblica. Deve essere sempre garantito il regolare transito di mezzi di sicurezza e di soccorso. L’occupazione non deve interferire con gli attraversamenti pedonali, né occultare la segnaletica stradale o l’avvistamento delle luci semaforiche. Il Comune può individuare ambiti urbani in cui la posa di strutture non sia consentita – ad esempio per la presenza di vincoli monumentali o ambientali e per la necessità di garantire la sicurezza pubblica, o sia consentita in maniera limitata, per tutelare ambiti urbani già caratterizzati da congestionamenti. Occupazioni sui marciapiedi e isole pedonali Il Regolamento disciplina e distingue le distanze da rispettare per garantire la convivenza tra le occupazioni e le attività limitrofe, ad esempio con le fermate dell’autobus o ingressi di abitazioni. Per marciapiedi di larghezza superiore ai 4 metri, la porzione di suolo occupabile è limitata al 50% della larghezza, comunque mantenendo la dimensione minima di 2 metri di passaggio libero per i pedoni. Sui marciapiedi e sulle isole pedonali è vietato il posizionamento di strutture con pedane per non intralciare il regolare flusso pedonale in sicurezza. Nelle isole pedonali non è consentita la delimitazione continua degli spazi mediante l’apposizione di cordoni o altri elementi di arredo, a meno che non sia concordato con l’Amministrazione per funzioni di mitigazione delle condizioni climatiche nella stagione invernale. In caso di occupazioni di dimensioni maggiori ai 15 metri di larghezza, l’area dovrà essere interrotta per consentire un passaggio pedonale di almeno 2 metri. In presenza di più occupazioni affiancate, esse dovranno garantire un allineamento e un passaggio fra le stesse di almeno 2 metri per assicurare l’accessibilità e la sicurezza dell’area. Occupazioni in carreggiata  Le occupazioni possono essere concesse anche su porzioni di suolo in carreggiata in sostituzione della sosta purché compatibili con i parametri di sicurezza stradale nelle strade classificate come ‘locali’ dalla normativa vigente. Per contemperare il soddisfacimento della domanda di sosta residenziale con le esigenze di sostegno delle attività commerciali, non saranno concedibili di norma spazi complessivamente superiori a 10 metri lineari, salvo valutazioni specifiche. L’Amministrazione potrà valutare e approvare richieste relative alla pedonalizzazione di strade e piazze anche solo per specifici orari e di allargamento del marciapiede con spostamento della fascia di sosta. Le occupazioni su carreggiata potranno prevedere una pedana rialzata a quota marciapiede delimitata da protezione perimetrale o alternativamente, in caso di strade con limite fino a 30 km/h, altri elementi sostitutivi, idonei alla protezione dell’area occupata. Occupazioni aree verdi  Le concessioni possono riguardare anche aree verdi. Qualora le occupazioni insistano su prati e tappeti erbosi, potranno prevedere l’utilizzo solo di pedane o superfici di appoggio di natura permeabile sufficientemente sopraelevate dal suolo. La collocazione delle occupazioni dovrà garantire il rispetto di una distanza minima di 2 metri attorno alle alberature o agli arbusti esistenti. Restano assolutamente vietati tutti gli interventi di potatura o abbattimento di alberature esistenti, il taglio e la compressione di radici affioranti, interventi di contenimento di arbusti esistenti, gli ancoraggi al suolo mediante scavi e utilizzo di picchetti. I concessionari restano responsabili della cura del prato occupato e del mantenimento della perfetta integrità degli alberi siti in prossimità dell’area. In caso di danneggiamenti irreversibili a causa dell’occupazione concessa, il concessionario, oltre alla corresponsione del danno economico sarà tenuto a provvedere alla sostituzione dell’elemento arboreo danneggiato con un nuovo esemplare del medesimo genere e della stessa specie. Coinvolgimento dei Municipio e dei DUC Nell’ottica di ottimizzare l’efficacia dell’iter concessorio, i Municipi ed i Distretti Urbani del Commercio istituiti sono chiamati ad un ruolo di facilitazione e proficua mediazione degli interessi pubblici e privati. In particolare, i Municipi saranno interpellati per valutare l’impatto delle occupazioni rilasciate rispetto a eventuali disturbi della quiete pubblica, al conclamato non rispetto degli spazi concessi o danni al verde. I Distretti Urbani del Commercio (DUC) potranno sottoporre all’Amministrazione comunale eventuali idee progettuali sulle occupazioni di suolo pubblico leggere, che presentino efficaci soluzioni in ordine all’armonizzazione estetica delle occupazioni di suolo leggere nel medesimo DUC, a tutela del decoro urbano complessivo. Gli esercenti, mediante unica istanza, potranno inoltre presentare all’Amministrazione progetti condivisi da parte di una pluralità di operatori. Tutela dell’ambiente, del decoro urbano e della quiete pubblica  Al fine di tutelare l’ambiente e la sicurezza pubblica, nonché il decoro urbano, lo spazio pubblico dato in concessione deve essere mantenuto in perfetto stato igienico-sanitario ed in condizioni di sicurezza e decoro. È vietata la diffusione sonora e resta salva l’integrale applicazione delle previsioni in materia di

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