6 Novembre 2023

Manifestazione della Lega a Milano pro Israele

“Come si fa a difendere la causa Lgbtq se poi difendi la causa terrorista di Hamas”. Sembra un messaggio alla sinistra e alle manifestazioni per la pace quello del vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini che chiama a raccolta la Lega in piazza a Milano in “difesa dell’Occidente” e per garantire a Israele “il diritto di esistere”. “A qualche centinaio di metri da qui – aggiunge Salvini – c’è la manifestazione di antirazzisti che stanno attaccando Israele. Gli ultimi fascisti rimasti sono quelli che stanno sfilando per Milano a odiare Israele, nostalgici dell’odio e della paura’”, dice il leader leghista dal palco di Largo Cairoli: un migliaio di persone presenti, nonostante i pronostici che ne annunciavano più di tremila. “È bello vedere una piazza libera, aperta, non militante, con tante bandiere di Israele – aggiunge Salvini – un Paese che ha diritto di esistere senza se e senza ma”. “I silenzi e l’indifferenza che stiamo vivendo in questi giorni rispetto al massacro di civili voluto dai terroristi di Hamas in Israele è inaccettabile”, ha detto il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga. In avvio di manifestazione è intervenuto anche Alon Bar, ambasciatore di Israele in Italia: “Voglio ringraziare il vicepremier Salvini e tutto il governo italiano per la forte solidarietà espressa nei confronti di Israele in queste settimane. Questa solidarietà ci ha profondamente commosso e vi chiediamo di continuare a sostenerci con forza”, ha affermato l’ambasciatore. “Grazie soprattutto per i tentativi di costringere Hamas a liberare incondizionatamente gli oltre 245 israeliani tenuti in ostaggio nella striscia di Gaza, tra cui un neonato di pochi mesi e anziani sopravvissuti alla Shoah”. “La cultura del rispetto verso la vita, la libertà, la dignità e la sicurezza di ogni essere umano deve partire dalla scuola. Non ci può essere spazio nelle nostre scuole per prediche o pratiche di violenza, discriminazione e odio”, dice il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. “La nostra civiltà è universalista, nel senso che offre al genere umano i suoi valori”, aggiunge il ministro. “E tuttavia – prosegue- la nostra civiltà difende le frontiere, perché se esistesse un diritto umano a immigrare sarebbe travolta la libertà stessa dei cittadini e la democrazia e lo Stato non servirebbe a proteggere i suoi cittadini”. “Hamas è un’organizzazione terroristica”, ripetono gli oratori che intervengono dal palco. “La guerra è scatenata da un attacco terroristico, Hamas è un gruppo di terroristi che da troppo tempo usa la fede islamica per giustificare i propri crimini. Chi cattura bambini e donne ad oggi è un terrorista e non ha nulla a che vedere con la fede islamica. L’Islam non è questo. Nessuna fede ha chiesto di commettere atti di terrorismo”, dice Ayoub Ouassif, operaio musulmano, originario di Sassuolo (Modena) dal palco leghista. “Da noi oggi l’imam dice ‘non siamo interessati a integrarci, vogliamo sostituirvi”, aggiunge il sindaco di Monfalcone Annamaria Cisint parlando della “situazione drammatica di un processo di islamizzazione” da fermare: “È intollerabile quanto successo a Monfalcone la scorsa settimana quando dietro al duomo il Pci con le bandiere e gli integralisti hanno iniziato a gridare ‘Allah akbar, morte a Israele». «Il buonismo – ha aggiunto – ci porterà alla sostituzione”. E proprio dalle parole della sindaca sembrano essere ispirati molti partecipanti alla manifestazione. Diverse persone, di età e provenienze diverse, sembrano non avere ben compreso il tema dell’appuntamento leghista: una protesta anti immigrazione. “Basta immigrati. Mi danno fastidio”, dice una signora sulla settantina scesa in piazza, “leghista da sempre”, venuta in treno da Varese. “Non ne posso più di vedere 20enni forti e robusti che vivono meglio di me con i soldi che gli diamo noi. Altro che rifugiati”, aggiunge. “Sono venuta a questa manifestazione dal Friuli perché voglio che non ci sia più il pericolo dell’islamizzazione in Italia”, dice una donna in fondo alla piazza. “Io mi sento minacciata da questi islamici e abbiamo visto che sono pericolosi. Lo abbiamo visto nelle manifestazioni pro Palestina”. Sul palco quasi tutto lo stato maggiore del Carroccio: da Luca Zaia ad Attilio Fontana, dal ministro Giancarlo Giorgetti a Roberto Calderoli.

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L’affido famigliare sponsorizzato dal comune di Milano

Far conoscere ai milanesi un’opportunità. E, perché no, trovare nuove persone disposte ad aiutare. Dal 9 all’11 novembre il comune di Milano organizza una tre giorni dedicata al tema dell’affido familiare, il servizio messo a disposizione dall’amministrazione per far sì che i minori che provengono da famiglie in difficoltà possano avere il supporto che serve loro per crescere serenamente. Il programma prevede eventi di confronto con esperti della materia e i responsabili del servizio comunale, ma anche incontri di presentazione aperti ai cittadini e alle cittadine che sono interessati a iniziare questo percorso. “Si inizia alle ore 9 di giovedì 9 novembre con un convegno dedicato agli operatori del settore che si terrà al museo civico di storia naturale in corso Venezia 55 alla presenza dell’assessore al welfare e salute Lamberto Bertolé. Parteciperanno, inoltre, la direttrice dell’area territorialità dell’assessorato al welfare e salute Cristiana Benetti, la responsabile del servizio di affido Silvia Zandrini, il docente di pedagogia presso l’università degli Studi di Bergamo Ivo Lizzola, lo psicoterapeuta Marco Chistolini. Ci sarà poi un confronto a più voci sull’impegno quotidiano per sostenere i percorsi di affido con il racconto di alcune esperienze dai territori e, infine, le testimonianze dei ragazzi e delle ragazze”, si legge in una nota di palazzo Marino. E ancora: “Venerdì 10 novembre, alle 17.30, presso l’hub di Comunità Nuova in via Mengoni 3, ci sarà ‘l’aperitivo dell’affido’, un incontro per tutti i cittadini interessati che potranno confrontarsi con gli operatori del Ccordinamento affidi per avere informazioni sul percorso. Sabato 11 novembre la tre giorni si concluderà con due eventi: alle 10, nella sala consiliare di Palazzo Marino, l’assessore Bertolé consegnerà degli attestati di ringraziamento ai cittadini e alle cittadine che hanno scelto di fare questa esperienza, mentre alle 14.30, presso la sede del coordinamento affidi in viale Sturzo 49, ci sarà una ‘merenda affidataria’ per un confronto di esperienze tra le famiglie affidatarie e chiunque sia interessato a intraprendere il percorso di affido”. “Quando una famiglia attraversa una situazione di difficoltà e non è in grado di occuparsi dell’educazione e delle necessità materiali e affettive dei propri figli, l’affido ha lo scopo di tutelare i bambini e le bambine e il loro diritto a mantenere i legami con il loro nucleo d’origine, offrendo loro, nel contempo, un contesto che li supporti nella crescita. Possono diventare ‘affidatarie’ – ha chiarito il comune – persone singole o coppie, sposate o conviventi, senza vincoli di età che concludano con successo un percorso di informazione e approfondimento. Per ogni progetto di affido familiare i servizi sociali professionali territoriali sottoscrivono, con le famiglie affidataria e naturale, un patto di affido all’interno del quale viene declinato il progetto di intervento. Nel corso dell’affido, la famiglia o persona affidataria ha costanti rapporti con il servizio sociale e il coordinamento affidi che, in caso di necessità, può attivare un supporto educativo e pedagogico. L’amministrazione avvia inoltre l’erogazione di una somma di denaro mensile per contribuire alle spese di mantenimento del minore e attiva la copertura assicurativa per eventuali infortuni o danni”, hanno evidenziato dall’amministrazione. La legge prevede che la durata dell’affido familiare sia di massimo due anni, rinnovabili se questo risulta rispondente ai bisogni di crescita dei minori e, comunque, sempre in seguito a una decisione dell’autorità giudiziaria. Nel primo semestre del 2023 sono stati attivati 40 nuovi affidi che si aggiungono ai 237 in prosecuzione dal 2022. In totale, i percorsi attivi nei primi sei mesi del 2023 sono stati 304. I minori in affido appartengono a diverse fasce di età e, anche se generalmente il percorso inizia prima dei dieci anni, ci sono molti preadolescenti che hanno bisogno di questo tipo di accoglienza. “L’affido familiare – ha dichiarato l’assessore Bertolé – è un servizio messo a disposizione dal Comune di Milano per far sì che i minori che provengono da famiglie in difficoltà possano avere il supporto che serve loro per crescere serenamente. Accogliere un bambino vuol dire aprirsi all’incontro con fiducia e flessibilità, accompagnarlo per il tempo che serve, fargli spazio nella propria vita e nella propria casa, provare a sostenerlo nel suo percorso, sempre rispettando le sue origini e sostenendolo, quando è possibile, nel ritorno alla sua famiglia d’origine. Ci teniamo a ringraziare tutte le persone che si sono proposte per questa esperienza straordinaria e a rassicurare chi sta pensando di intraprendere questo percorso sul fatto che non si è mai soli in questo viaggio: si può contare – ha concluso – sull’aiuto costante dei professionisti esperti del comune e sulle tante altre famiglie che hanno compiuto la stessa scelta”.

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Il sindaco Sala: “Chi delinque rischia poco, non va bene”

C’è la sensazione di uno scarso rischio da parte di chi delinque”. Parole del sindaco di Milano, Beppe Sala, che sabato mattina – a margine della deposizione di una corona di fiori al sacrario dei Caduti in occasione della giornata delle Forze armate – ha parlato, per l’ennesima volta, della questione sicurezza nel capoluogo meneghino. Il primo cittadino, commentando i fatti di sangue della notte precedente – un tentato omicidio in corso Como e una rissa con due accoltellati in Darsena – ha cercato di guardare il tema da un’altra prospettiva. Sulla sicurezza “indubbiamente la situazione continua a essere delicata e so anche che certamente bisogna fare di più, sia in termini di controllo, sia – le sue parole – anche rispetto al fatto che c’è la sensazione di uno scarso rischio da parte di chi delinque”. “Non ne ho parlato con Prefetto e Questore ma ci sentiremo ancora oggi – ha spiegato Beppe Sala -. Sono veramente lontano da immaginare un sistema ordinamentale della giustizia troppo aggressivo ma così alla fine si rischia veramente poco e questo non va bene”. E ancora: “Bisogna veramente disincentivare questo tipo di atteggiamenti prima ancora di controllarli”. Il sindaco ha poi replicato a chi “invoca tolleranza zero”, chiedendo un pugno più duro. “Rispondo ‘sì, e poi anche se fossero arrestati e non solo fermati, e messi in prigione, dove?’. Non ci sono le strutture adeguate”, ha concluso il primo cittadino.

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Il PSG potrebbe essere l’ultima spiaggia per Stefano Pioli

E’ stato un weekend pesante per i tifosi milanisti, che hanno visto perdere per la terza volta in tre settimane la propria squadra, questa volta contro una delle compagini in fondo alla classifica di Serie A: l’Udinese. Ieri sera, sabato 4 novembre, i fischi a San Siro sono stati assordanti fin dalla fine del primo tempo, come non succedeva ormai da anni. I tifosi sembrano essere stufi delle prestazioni poco convincenti dei rossoneri e, soprattutto, della guida tecnica di mister Stefano Pioli. È chiaro, infatti, come il tecnico sia ormai poco voluto dalla folla, tanto che già dalla fine della stagione 2022/23 molti ne avrebbero voluto l’esonero. Dopo aver provato a sostenere la scelta della società, ora il volere dei tifosi è più chiaro che mai: è necessario un cambio di allenatore. Lo dimostra il fatto che da alcune ore sia tornato in tendenza su X – ex Twitter – l’hashtag #PioliOut, proprio come successo nel 2019 prima ancora che sedesse sulla panchina del Milan. Anche la società sembrerebbe aver perso la pazienza, tanto che la partita contro il PSG di martedì 7 novembre potrebbe essere l’ultima spiaggia per il parmense. Secondo quanto si vocifera, infatti, i dirigenti starebbero già studiando le possibili alternative. La più intrigante? La promozione di Ignazio Abate dalla Primavera del Milan, un po’ come successo a Palladino e Gilardino rispettivamente con Monza e Genoa. L’ex terzino rossonero potrebbe inoltre essere affiancato dalla figura più carismatica del calcio mondiale degli ultimi anni: Zlatan Ibrahimovic.

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Coppia trovata morta in casa dal figlio

I corpi in camera da letto. Sui cadaveri i segni delle coltellate. Tragedia domenica pomeriggio a Corbetta, nel Milanese, dove moglie e marito – 54 anni lui, 47 lei – sono stati trovati morti nella loro casa di via Piave. L’allarme è stato dato dal figlio della coppia – un 24enne che viveva con i genitori – poco dopo le 15. Il ragazzo avrebbe trovato la mamma e il padre nella camera da letto dell’abitazione. Il giovane ha così dato l’allarme al 118, ma i soccorritori non hanno potuto far altro che constatare il decesso dei due. Stando a quanto filtrato, entrambi i cadaveri presentavano segni di fendenti. I carabinieri della compagnia di Abbiategrasso e del nucleo investigativo di Milano stanno ora cercando di ricostruire l’accaduto, anche ascoltando il 24enne, per capire cosa sia successo in quella casa. L’ipotesi più probabile è che si sia trattato di un omicidio suicidio. Resta da capire, però, chi abbia colpito a morte l’altro prima di togliersi la vita. Non è escluso, secondo i primi rilievi, che sia stata lei ad ammazzare il marito per poi uccidersi. Nel passato del 47enne e della 54enne non risulterebbero episodi violenti, né precedenti interventi delle forze dell’ordine. Sembra, però, che negli ultimi periodi la coppia avesse dei problemi.

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