In Italia ci sono oltre 60.000 Guardie Particolari Giurate (G.P.G.) in servizio ogni giorno. Lavorano nei tribunali, negli ospedali, nei porti, nei cantieri pubblici e negli aeroporti. Armati o non armati, affrontano rischi reali, vigilano su beni sensibili e spesso affiancano, nei fatti e nelle azioni, le Forze dell’Ordine in scenari ad alta criticità. Eppure, non sono riconosciuti per ciò che realmente sono: professionisti della sicurezza, pilastri di un ordine pubblico che non può più mantenersi solo sul comparto statale. Il paradosso è evidente. Mentre lo Stato denuncia carenze croniche di organico in Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, e mentre i Comuni sono costretti a ridurre i servizi di Polizia Locale per mancanza di risorse, migliaia di operatori con formazione professionale vengono trattati dal legislatore come “privati”. Senza pieno riconoscimento, senza tutela giuridica e senza parità contrattuale. Ci vorrebbe una riforma subito, possibile, doverosa ed urgente. È tempo di superare questo vuoto normativo. Un nuovo disegno di legge in discussione in Commissione Affari Costituzionali propone una riforma strutturale della vigilanza privata. L’importanza di questa Riforma è, anche, la creazione di un Registro Nazionale delle G.P.G. qualificate, una formazione statale obbligatoria, il riconoscimento del ruolo di pubblico ufficiale in ambiti pubblici, e una graduale equiparazione retributiva e previdenziale a chi svolge funzioni analoghe nelle Forze dell’Ordine. Non si tratta di istituire una “forza armata parallela”, ma di valorizzare in modo intelligente e coordinato una risorsa già esistente, aumentando l’efficienza del sistema senza moltiplicare i costi. Le G.P.G., debitamente formate e registrate, potrebbero affiancare i Comuni nei servizi di pattugliamento urbano, vigilare su eventi, presidiare strutture pubbliche critiche, o intervenire in caso di emergenza. Il tutto sotto la supervisione delle Prefetture e delle Questure, nel pieno rispetto dell’ordinamento vigente. Riconoscere il ruolo delle guardie giurate particolari significa rafforzare lo Stato, non delegarlo. Significa aumentare la sicurezza dei cittadini, evitare sovraccarichi alle forze dell’ordine, e restituire dignità a migliaia di donne e uomini che rischiano la vita ogni giorno con stipendi da 1200 euro al mese e senza alcuna delle garanzie offerte agli agenti pubblici. L’Italia ha bisogno di una sicurezza multilivello, in cui pubblico e privato non siano nemici, ma alleati. Serve una visione moderna, pragmatica e costituzionalmente orientata, capace di superare logiche corporative e ideologiche. Serve il coraggio di riconoscere ciò che già esiste e funziona, ma è stato troppo a lungo ignorato.
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Roma - Riforma Nazionale G.P.G.