10 Giugno 2021

Le guardie rosse complici del degrado

Perché il male trionfi basta che i buoni non facciano nulla, diceva il cardinale Newman. Ma siccome questo toglierebbe la scena ai malvagi e ai loro complici, qualcuno di loro si sente in dovere di impegnarsi comunque in prima persona. Sfondo: Milano. Momento del giorno: sera. Locale: un ristorante ed il suo plateatico. Protagonisti: quattro amici a cena. Ridono e scherzano, gli amici. È quasi zona bianca ed il coprifuoco fa meno paura. All’improvviso, un grido. Una ragazza urla: “Al ladro”. E vicino ai quattro amici sfreccia in bicicletta un ragazzo dai tratti nordafricani. Ha appena compiuto uno scippo. Una ragazza, seduta al tavolo, forse coetanea della vittima, si alza e lo sbilancia nel tentativo di fermarlo. I buoni non sono rimasti inermi. Il delinquente si rivolta, cerca di metterle le mani addosso. Altri intervengono in suo aiuto. Nel parapiglia partono un paio di cazzotti. L’aspirante mariuolo vede le stelle, arretra, perde il bottino, barcolla e scappa. Nessuno lo insegue. Sufficiente giustizia era stata fatta. La ragazza recupera gli averi. Ringrazia e se ne va. I quattro amici si rilassano. È presto, il coprifuoco sembra lontano quanto il giovane scippatore. Ma la serata non è finita. Dopo quindici minuti appare una volante. “Che bello, qualcuno deve aver chiamato la polizia e sono arrivati!” pensano gli amici. Qualcosa però non torna. I poliziotti non li raggiungono. Parlano con i testimoni. Si informano da alcuni in un locale vicino. Non li interpellano nemmeno. Poi risalgono sulla volante e se ne vanno. Incuriositi, i nostri chiedono ad uno dei testimoni cosa volessero sapere gli agenti. “Eh, niente, qualcuno li ha chiamati per denunciarvi. Dicevano che avevate malmenato un povero immigrato”. “Vedete, l’amarezza non riguarda le Forze dell’Ordine, che hanno fatto il loro dovere”  dichiara una delle persone intervenute. “No, riguarda le Guardie Rosse del Degrado. In questa città c’è una minoranza, almeno spero che lo sia, che guarda con ammirazione al degrado. Che sia urbanistico o sociale, pensano renda più bella la vita. Un immigrato scippa una ragazza? È giusto, lei aveva un telefonino, lui no. Redistribuzione sociale. Qualcuno protegge la ragazza? Vergogna, avete aggredito un povero immigrato. Questo modo di pensare è allucinante, ma purtroppo esiste e spiega molto di quello che è successo a Milano nell’ultimo decennio”. “Per parte mia non mi pento di nulla – continua – rifarei tutto e non lascerei mai che due donne venissero aggredite solo per essere comprensivo. Ma quello che davvero non si può accettare è che la denuncia sia partita da una donna. Qualcuno è contro la violenza sulle donne solo se a perpetrarla è il marito Italiano sposato con rito cattolico. In ogni altro caso esistono tomi su tomi di giustificazioni possibili. Io sono una persona semplice: vedo un reato e se posso intervengo. Da stasera con una punta di amarezza in più”.

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Risalgono le grandi crypto

Risalgono le grandi crypto. E che rimbalzo verrebbe da dire: il bitcoin è passato da 26mila euro a 30mila in poco tempo. Un rimbalzo niente male per una crypto che fino ad oggi è stata vittima di scommesse al ribasso che hanno abbattuto il valore della metà. Un bel colpo per chi ci ha comprato quando ha toccato la punta massima. Ma ci vuole grande cautela perché in queste settimane le crypto hanno invertito i loro rimbalzi: se prima la tendenza era a salire comunque nonostante i consueti crolli, oggi è al contrario: il picco più deciso è sempre quello in negativo.

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La lettera del comitato Noi denunceremo

La lettera del comitato Noi denunceremo. Dopo oltre un anno di pandemia la lettera del comitato Noi denunceremo ci sembra uno dei modi migliori per ricordare la Sars-Cov-2 e guardare al futuro: LETTERA PER NOI. 10 giugno 2021 Ne stiamo uscendo. I tanti sacrifici e la campagna vaccinale stanno portandoci fuori dal tunnel. Ormai l’estate 2021 è alle porte e queste porte abbiamo una gran voglia di aprirle, di tornare a vivere, ad assaporare la vita, anzi a mordere la vita. Ma non possiamo dimenticare, anzi non dobbiamo dimenticare. Non possiamo farlo perché non ce lo permettono i rimpianti, i sensi di colpa, i rimorsi. Non dobbiamo farlo perché li tradiremmo un’altra volta, dopo che a tradirli ci ha già pensato qualcun altro. Era fine febbraio del 2020 e cominciavamo a morire come mosche. L’undici marzo se ne andava mio papà, solo, senza nessuno. È morto solo come sono morti soli in tanti, tantissimi in quel l’inizio di primavera del 2020. Il ventidue marzo nasciamo NOI, e siamo subito tanti, siamo subito uniti, siamo straniti per quello che ci è capitato e ci facciamo forza l’un l’altro. Dopo un periodo di smarrimento decidiamo che tutti devono sapere cosa è ccaduto e cosa sta ancora accadendo e iniziamo a raccontare le nostre storie alla Procura di Bergamo, così, semplicemente. Parte l’inchiesta e siamo travolti dall’attenzione dei media, soprattutto stranieri. Raccontiamo, raccontiamo, non smettiamo mai di raccontare il nostro dramma. Si avvicinano a noi grandi e belle persone, ma anche soggetti che ci hanno dato poco e tolto molto. Viviamo nel nostro dolore ma continuiamo a battagliare. Senza paura. Dopo l’estate NOI presentiamo in una conferenza stampa molto affollata un dossier dell’OMS pubblicato in internet per un giorno e poi subito ritirato. Lo facciamo diventare un caso nazionale. Portiamo anche alla ribalta delle cronache un generale dell’esercito in pensione che elabora report prospettici sulla pandemia. Noi non ci fermiamo ma anche il virus corre e ritorna a mordere. Il Natale 2020 non è un bel Natale. Il contagio ricomincia a toccare picchi preoccupanti e il peso delle perdite si fa sentire. Arriva gennaio e con gennaio NOI riceviamo una spallata pesante. La spallata arriva all’improvviso, inaspettata, è pesante ma non ci fa cadere, barcolliamo ma non cadiamo, anzi diventiamo più forti. Comprendiamo che dobbiamo aprire nuovi orizzonti, che dobbiamo aiutare con i fatti chi ha sofferto, che dobbiamo, con i fatti, agire perché tutto quello che è accaduto non accada più. Comprendiamo che il passato non va dimenticato ma che il futuro va costruito, in onore dei nostri cari che non ci sono più. Smettiamo di voler solo abbattere e pensiamo a come ricostruire, meglio di prima. Non ci prestiamo a boom mediatici estemporanei, non rincorriamo freneticamente ció che è stato, alla ricerca dei segreti occulti di poteri forti o deviati, ma con metodo e costanza cerchiamo di comprendere, parliamo con coloro che possono farci capire, che possono dirci la verità. Vogliamo essere la goccia che scava la pietra, non la bomba che esplode. Vogliamo tanti obiettivi, non uno solo. Vogliamo costruire un nuovo cittadino, non dargli solo i colpevoli. Vogliamo, insomma, cambiare quello che non è andato e non va perché il passato non deve essere dimenticato ma il futuro va costruito. Perché NOI ci saremo dopo i processi, dopo le condanne, dopo i risarcimenti, perché NOI non siamo più disposti ad essere sudditi, perché NOI siamo cittadini, con i nostri doveri ma anche con tanti tanti diritti e siamo stufi di vederli sempre calpestati. Grazie a tutti NOI. Il presidente Luca Fusco

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Maran sfotte e ha ragione

Maran sfotte e ha ragione. Perché la pantomima sul candidato sindaco per Milano è andata avanti troppo. Gli stessi elettori di centrodestra sono esausti perché hanno capito che di loro non interessa nulla. E infatti come ha sottolineato Otello Ruggeri di Fratelli d’Italia il centrodestra milanese può battere Sala a patto che non presenti un candidato. E infatti Maran sfotte e ha ragione: Anche oggi ci sfidano domani L’ennesimo vertice del centrodestra ha prodotto oggi i candidati per Roma, mentre Milano è di nuovo rinviata. Beppe Sala ha annunciato la ricandidatura il 7 dicembre, ormai 7 mesi fa e tutti noi che lo sosteniamo stiamo lavorando con il massimo impegno perché la città superi l’anno difficile del Covid. Quella di Beppe è una candidatura nata a Milano, così come lo erano quelle di Giuliano Pisapia e Bruno Ferrante; sono ormai 15 anni che il centrosinistra sceglie a Milano, coi milanesi, chi candidare Sindaco. Fa specie che i nostri avversari, che teoricamente sarebbero di provenienza milanese, deleghino la scelta a estenuanti vertici nazionali dove prima arriva Roma e forse poi toccherà a Milano, son ben lontani i tempi di “Roma ladrona”. Almeno non ci raccontino la storiella del candidato civico: se l’indicazione arriverà dopo decine di infruttuose riunioni nazionali al massimo potrà essere definito “non iscritto a un partito”.

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L’indagine statistica della Prefettura sugli atti intimidatori

L’indagine statistica della Prefettura sugli atti intimidatori. 300 Sindaci, 607 Amministratori locali, 457 tra Segretari comunali, Direttori Generali, Dirigenti e funzionari in posizione apicale: sono questi i soddisfacenti risultati in termini di adesione all’indagine condotta in forma anonima dalla Prefettura di Milano, ANCI Lombardia e l’Associazione “Avviso Pubblico” con il prezioso supporto dell’Università degli Studi di Milano, in vista della giornata formativa sul tema dell’intimidazione ai danni degli amministratori locali, che si terrà il prossimo giovedì 10 giugno alle ore 10.00. L’incontro, organizzato tramite videoconferenza al fine di consentire la massima partecipazione degli enti territoriali di tutta la regione Lombardia, intende costituire uno spazio di confronto, approfondimento e sensibilizzazione sul tema, ad oggi caratterizzato da una rinnovata attualità in correlazione alle problematiche di natura socio-economica che dell’emergenza sanitaria da COVID-19 hanno costituito insidioso corollario. Al contempo, l’utilizzo sempre più massiccio e diffuso dei social networks e degli strumenti di comunicazione via web rappresenta ulteriore fattore agevolante di condotte denigratorie e minacciose, spesso azionate in forma anonima e dotate di una potenzialità offensiva e di una pervasività particolarmente intensa. L’evento, introdotto dal Prefetto Vittorio Rizzi, Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza e Direttore della Polizia Criminale presso il Ministero dell’Interno, dal Prefetto di Milano Renato Saccone e dal Presidente di ANCI Lombardia Mauro Guerra, sarà poi animato dai contributi dei relatori – Prof. Nando dalla Chiesa, Professore dell’Università degli Studi di Milano, Dott.ssa Alessandra Dolci, Procuratore Aggiunto e Capo della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, Dott.ssa Patrizia Liguori, Dirigente della Polizia Postale di Milano – che hanno inteso supportare l’iniziativa mettendo a disposizione del Tavolo la professionalità e l’esperienza che ne connotano l’azione e l’impegno sul territorio. Punto di partenza dei lavori di giovedì prossimo saranno proprio i risultati del questionario anonimo somministrato tramite modalità digitale nelle scorse settimane a tutti gli amministratori locali lombardi, ed attraverso il quale sono già emersi alcuni interessanti elementi di indagine e riflessione: in particolare, se da una parte il 76% dei partecipanti al sondaggio ha dichiarato di non aver mai subito atti intimidatori – dato sicuramente non esaustivo vista la assoluta volontarietà di adesione al questionario – dall’altra parte ben 54 Sindaci, 84 Amministratori locali e 49 dipendenti comunali hanno riferito di non aver voluto denunciare le pressioni e le minacce subite. Interessante si rivela altresì il dato relativo alla modalità con cui le condotte di sopraffazione ed intimidazione sono state poste in essere a danno di coloro che dichiarano di averle subite, e che nel 39% dei casi consistono in calunnie, screditamenti, diffamazioni e minacce operate tramite il web. Non manca peraltro, nel 75% degli aderenti al sondaggio, la consapevolezza della opportunità di favorire un utilizzo accorto e responsabile delle piattaforme social da parte dei medesimi amministratori locali al fine di prevenire possibili situazioni di conflitto con la cittadinanza, in tal senso confermando l’utilità di percorsi di sensibilizzazione e formazione sul tema. Oltre alla partecipazione da remoto delle Prefetture della Lombardia, delle Forze dell’ordine territoriali e delle amministrazioni locali destinatarie dell’iniziativa, è prevista la possibilità di richiedere l’accredito stampa per l’accesso a sala riservata presso la sede di ANCI Lombardia, in Milano alla Via Rovello 2, da dove gli organizzatori e i relatori dell’evento effettueranno i propri interventi in videoconferenza.

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De Corato e Fidanza (FdI): Milano città violenta

“Secondo il sindaco Sala tre episodi di violenza assurda in un mese alle Colonne di San Lorenzo sarebbero da imputare alle riaperture. Magari allo stress che le chiusure prolungate e la pandemia hanno causato nei giovani. Evidentemente per Sala lanciare 10bottiglie contro cittadini e poliziotti, aizzare pitbull contro le forze dell’ordine, accoltellare un giovane di 26 anni all’addome sono casi da derubricare come movida selvaggia. La realtà è che la Milano amministrata dalla sinistra è completamente fuori controllo, dal centro alle periferie. Mentre Sala e la sua giunta hanno pensato solo a fare un marketing vuoto e fine a se stesso. I nodi adesso stanno venendo al pettine, sotto gli occhi di tutti. Ai milanesi non servono piazze pedonali e piste ciclabili. Ciò che serve è vivere la città in sicurezza”. Così in una nota l’eurodeputato milanese di Fratelli d’Italia, Carlo Fidanza, commenta le dichiarazioni del sindaco Giuseppe Sala a margine della presentazione del palinsesto de “La Bella Estate”. “Ancora violenza a un dipendente di ATM . E’ successo ieri sera al Capolinea di Viale Isonzo, quando un ubriaco sceso dalla 90 ha brandito un paletto e si è scagliato contro ad un lavoratore ATM al chiosco. La vittima dell’aggressione si è prontamente riparata con l’avambraccio e questo gesto spontaneo l’ha salvata da danni peggiori”. Afferma invece il Consigliere Comunale di FdI a Milano, Riccardo De Corato, già vice Sindaco del capoluogo lombardo ed Assessore regionale in merito all’aggressione ad un dipendente Atm avvenuta ieri sera al capolinea di viale Isonzo a Milano. “Subito, sul luogo, sono intervenute la Polizia e la Security che hanno accertato quanto accaduto. Il lavoratore soccorso dal 118 ha poi avuto una prognosi di 5 giorni. Le forze dell’ordine ieri sera sono state molto impegnate: parrebbe infatti che siano dovute intervenire su tre differenti aggressioni al personale di Atm nel solo turno serale. In fase di bilancio avevo chiesto al Comune la creazione di un apposito fondo di ristoro per il personale Atm aggredito, ma l’Assessore comunale Marco Granelli mi aveva risposto che non esiste alcuna emergenza aggressioni e che, anzi, negli ultimi è stata riscontrata una riduzione del fenomeno. Un fatto è certo: il personale Atm continua a prendere botte e i sindacati continuano a denunciare quanto accade, ma il Sindaco Sala, la sua Giunta e l’Azienda continuano a negare la situazione emergenziale e a fare orecchie da mercante. Per il centrosinistra è diventato un tabù parlare di ‘città violenta’, nega anche l’evidenza! Tutta la mia vicinanza e solidarietà al dipendente aggredito ieri”, conclude De Corato.  

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