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Farmacap, la sanità che sparisce: Gualtieri e la maggioranza voltano le spalle alle farmacie comunali

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C’è una linea sottile, ma è sempre più evidente, tra innovazione dei servizi pubblici e istituzionale. Peraltro, con l’approvazione delle Linee Guida su Farmacap, l’Amministrazione capitolina guidata dal Sindaco Roberto Gualtieri sembra averla definitivamente superata, trasformando quella che dovrebbe essere una azienda con vocazione sanitaria in un contenitore generico e confuso di attività, molte delle quali totalmente estranee alla mission originaria delle farmacie comunali. La Farmacap nasce con un obiettivo chiaro con il garantire servizi farmaceutici pubblici, accessibili, di prossimità e capaci di rispondere ai bisogni reali della cittadinanza, e in particolare delle fasce più fragili. Ma cosa c’entrano, oggi, con una farmacia comunale i corsi di alfabetizzazione digitale, la mediazione linguistica e culturale, le attività ludico-ricreative in collaborazione con il terzo settore o, peggio ancora, la “guida all’uso consapevole dei social”? A Roma esistono già decine di sportelli municipali e uffici centrali che si occupano, o dovrebbero occuparsi, di questi servizi. La loro duplicazione dentro Farmacap non solo è inutile, ma è anche pericolosa perché viola il principio di economicità che ogni pubblica amministrazione è chiamata a rispettare per evitare sprechi e ottimizzare risorse. Invece, qui si spalanca l’ennesimo buco nero di spese poco giustificabili, mentre le farmacie comunali, quelle vere, restano ferme nel tempo, con strutture obsolete, scarsità di prodotti, orari ridotti e un servizio di prenotazione per il Servizio Sanitario Nazionale che funziona a singhiozzo, e se funziona. Il paradosso è evidente, mentre la città arranca nella gestione dei servizi essenziali, si preferisce caricare un’azienda sanitaria con funzioni che nulla hanno a che vedere con il suo mandato. E non si dica che è un modo per renderla “più presente nel sociale” perché è solo un modo per diluire responsabilità, distribuire competenze e ruoli senza alcuna coerenza funzionale. E questo, in un contesto già fragile, espone Roma Capitale a un rischio concreto con uno squilibrio economico-finanziario che potrebbe far deragliare quel faticoso processo di risanamento che Farmacap ha avviato dopo anni di commissariamento dal 2014 al 2022 dovuti a gravi perdite. A rendere ancora più grave la situazione è il muro di gomma innalzato dalla maggioranza capitolina, sorda a qualsiasi contributo costruttivo. Proposte come quella sono state ignorate con leggerezza, ormai caduta nel vuoto, di destinare risorse alla riqualificazione delle farmacie, al loro ammodernamento, all’estensione dell’orario continuato o al miglioramento dell’assortimento, e della gestione del Servizio Sanitario Nazionale. In una città dove l’accesso alla salute è sempre più difficile e diseguale, ci si sarebbe aspettati una priorità chiara nel rafforzare la rete farmaceutica pubblica. Invece, si è scelta l’ambiguità, la dispersione e l’alibi dei “servizi trasversali” che nessuno ha chiesto. Quella approvata non è solo una linea guida, ma una linea politica, e porta una firma chiara di un’amministrazione che sembra aver smarrito il senso del servizio pubblico, sacrificando la sanità di prossimità sull’altare di una progettualità velleitaria e confusa. E a pagare, come sempre, saranno i cittadini.

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Attualità · Politica · Roma - Politica · Sanità

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