10 Dicembre 2021

De Chirico: periferie escluse dai bonus edilizi

“Da una rapida consultazione delle planimetrie diffuse a mezzo stampa, la delibera comunale sulla rigenerazione urbana approvata oggi non riconosce alcun tipo di bonus a circa il 70% degli ambiti che necessiterebbero invece di interventi strutturali importanti” lo scrive in una nota Alessandro De Chirico, Capogruppo di Forza Italia in Consiglio Comunale. “Ciò che preoccupa maggiormente – continua De Chirico – è che viene esclusa completamente un’area compresa tra la seconda e la terza circonvallazione dove sono presenti immobili costruiti alla fine dell’800 e i primi del 900. Si è parlato tanto di escludere il Pirellino dal bonus, ma invece nella delibera c’è. Manca un’attenzione verso le periferie che non sono mai state tenute seriamente in considerazione dal sindaco Sala che se avesse davvero a cuore le periferie avrebbe dovuto riconoscere il massimo della premialità consentita dalla legge regionale”. “Una delibera attesa da un anno da tutto il settore edilizio – aggiunge l’azzurro – che invece rischia di bloccare un comparto che avrebbe bisogno di maggiori incentivi, oltre a quelli governativi, per ammodernare stabili degradati e malconci e far ripartire l’economia cittadina, come insegna la storia a seguito di periodi congiunturali. Se le premesse sono quelle del testo approvato oggi dalla giunta vedremo un sacco di ricorsi. Lavoreremo – conclude il forzista – per apportare le nostre modifiche migliorative che vadano oltre i blocchi ideologici di alcune componenti ecotalebane che sostengono la giunta Sala”.

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Oppiacei per malati cancro a tossicomani: medico arrestato

Ieri mattina a la polizia ha arrestato un medico di base di 61 anni con studio nella centrale zona Porta Vittoria, accusato di aver venduto delle ricette per l’acquisto di medicinali a base di oppiacei. Lo ha riferito la stessa polizia, spiegando che il dottore è stato posto ai domiciliari con il braccialetto elettronico per spaccio, corruzione e falsità ideologica in atti pubblici. Gli investigatori della settima sezione dell’Ufficio prevenzione generale della questura meneghina sono arrivati al 61enne dopo l’arresto, il 31 gennaio 2020, di un egiziano trovato in possesso di un centinaio di pillole medicinali e di 26 ricette elettroniche compilate dal medico. Dalle successive indagini è emerso che il dottore avrebbe prescritto a malati oncologici gravi circa 9mila prescrizioni di costosi farmaci oppioidi, che in realtà sarebbero finiti a pusher e tossicodipendenti mentre a lui sarebbero andati tra i 10 e i 20 euro a ricetta. Un modus operandi che, sempre secondo l’accusa, avrebbe cagionato al Sistema sanitario un danno che si aggirerebbe intorno al 1,3 milioni di euro. I tossicomani utilizzerebbero questo tipo di pillole con stupefacenti e alcol, ottenendo così un effetto simile a quello dell’eroina. Askanews  

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Due cinesi arrestati per sequestro e rapina

La Polizia di Stato ha arrestato, in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. a seguito di richiesta del Sostituto Procuratore presso la Procura della Repubblica di Milano dott.ssa Carlo Scalas, coordinato dal Procuratore Aggiunto dr.ssa Laura Pedio, due cittadini cinesi gravemente indiziati, unitamente ad altri due complici indagati per gli stessi fatti nello stesso procedimento penale, del sequestro di persona e di rapina ai danni di una quarantenne imprenditrice cinese, avvenuti a novembre 2020 in via Fioravanti a Milano. L’attività investigativa condotta dai poliziotti della Sezione Omicidi della Squadra Mobile ha consentito di ricostruire tutti i passaggi successivi al sequestro di persona, la fuga in Emilia-Romagna degli autori e la loro identificazione. Il 21 novembre 2020 una volante della Questura di Milano aveva soccorso in via della Moscova una signora in evidente stato confusionale che aveva al polso un braccialetto ospedaliero: la donna si era appena allontanata dall’accettazione del Pronto Soccorso dell’Ospedale Fatebenefratelli dopo un incidente automobilistico. La 40enne, dopo le cure mediche, aveva riferito in Questura di essere stata vittima, il giorno precedente, di un sequestro di persona e di una rapina a Chinatown ad opera di due suoi connazionali che l’avrebbero picchiata, legatole i polsi con del nastro adesivo, minacciata di morte con coltelli e pistole prima di obbligarla a rivelare il nome di un contatto che avrebbe provveduto ad effettuare un bonifico di 80mila euro dopo che i rapinatori avessero simulato di essere la signora; infine, l’avrebbero narcotizzata e si sarebbero allontanati rubandole anche i cellulari e le carte di credito. La donna, con evidenti segni di legatura ai polsi, aveva un ematoma frontale dovuto al sinistro automobilistico causato in zona Paolo Sarpi dallo stato confusionale in cui si trovava e che era stato determinato dalla sostanza che era stata costretta a bere. Ai poliziotti aveva aggiunto di essersi recata presso un’abitazione di via Fioravanti dopo un appuntamento con due connazionali, conosciuti solo via telefono, per effettuare un investimento finanziario da 50mila euro. Le indagini degli investigatori della Squadra Mobile, dopo il sopralluogo svolto con la Polizia Scientifica nell’appartamento in cui sono state rinvenute tracce di sangue nella camera da letto, risultato affittato da una cittadina cinese a connazionali per incontri di affari, hanno consentito, attraverso l’analisi delle telecamere di videosorveglianza della zona, di individuare la via di fuga degli autori e seguirne i successivi spostamenti in auto che, da via Bramante e via Sarpi, li hanno portati quel giorno stesso a Parma. L’attività investigativa che ne è seguita, supportata da intercettazioni telefoniche, ha portato i poliziotti della Squadra Mobile a individuare gli autori materiali del sequestro: si tratta di due cittadini cinesi, attualmente detenuti nella Casa Circondariale di Bologna per fatti analoghi commessi in quella provincia, e altri due complici loro connazionali. Gli elementi investigativi sono stati confermati dalle risultanze delle analisi, elaborate dagli agenti della Polizia Scientifica di Milano, dei profili del DNA campionati al momento del primo sopralluogo sulla scena del crimine che corrispondono ai due soggetti arrestati.

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Fratelli d’Italia: su dehors la giunta ci ha ascoltati

“Fratelli d’Italia si batte da sempre per la tutela dei negozi e delle attività milanesi, e anche dai banchi dell’opposizione riusciamo a farci valere. La proroga degli sconti per i dehors dei bar e dei ristoranti decisa dalla Giunta è il risultato delle mozioni presentate tanto in consiglio comunale quanto nei consigli municipali dai nostri rappresentanti. Non abbandoneremo Milano alla mercè di una Giunta che pensa solo a clandestini e centri sociali!”. Lo ha scritto il Coordinamento Cittadino di Fratelli d’Italia in un post sulla propria pagina social, riferendosi alle mozioni presentate dai Consiglieri Comunali Chiara Valcepina e Francesco Rocca e da quelli municipali Edoardo Bertolotti e  Gabriele Pandolfino, con la richiesta di prorogare la concessione gratuita per i dehors prendendo provvedimenti per ridurre eventuali disagi causati ai cittadini.    

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Edifici abbandonati: nuove regole per ridurre al minimo il consumo di suolo

Una nuova disciplina per il recupero e la restituzione alla città dei “vuoti” di Milano, gli edifici dismessi e abbandonati da anni. Con una proposta di delibera appena approvata dalla Giunta, che dovrà poi passare al vaglio del Consiglio comunale, l’Amministrazione ha messo a punto le disposizioni in materia, nell’ottica di una rigenerazione urbana che minimizzi il consumo di suolo, valorizzi la tutela paesaggistica e tuteli tutte le grandi aree verdi. Le nuove norme sono state decise in applicazione dell’art. 40 bis della Legge regionale 12/2005 che inquadra e disciplina il tema, dopo le regole già definite dal Piano di governo del territorio di Milano che non prevedevano alcun incentivo e premio volumetrico. È stato quindi individuato un primo pacchetto di 115 immobili e complessi edilizi dismessi, tra i 65 già elencati con il PGT e altri 50 frutto di segnalazioni documentate: per questi edifici le relative proprietà avranno due anni di tempo (il minimo consentito dalla Legge regionale) per presentare i progetti di recupero, in assenza dei quali scatterà un iter che li chiamerà alla demolizione e, se prevista, alla perdita dei bonus volumetrici. Si tratta di immobili che, da almeno un anno dall’entrata in vigore della Legge regionale (giugno 2020), risultino dismessi e causino criticità per la sicurezza, l’incolumità pubblica, la salubrità – ad esempio per la presenza di amianto o di altri agenti chimici pericolosi – o disagio per il decoro e la qualità urbana. Per queste tipologie di immobili, l’art. 40 bis della Legge regionale in vigore prevede la possibilità di recupero edilizio con un incremento dei diritti edificatori che può variare tra il 10 e il 25% e che, in mancanza di una precisa determinazione comunale, viene previsto di default al 20%. La stessa legge consente anche un ulteriore 5% di bonus per interventi di rigenerazione urbana che assicurino una superficie a verde non inferiore all’aumento di edificato, o che comportino una diminuzione dell’impronta a terra pari ad almeno il 10%. Ora, la delibera comunale fissa il tetto massimo di incremento volumetrico al 10%, quindi al minimo consentito, per non aumentare ulteriormente il carico insediativo del territorio comunale in modo indiscriminato rispetto a quanto stabilito nel PGT. Viene individuata anche una serie di ambiti territoriali in cui questa possibilità non verrà concessa, per ragioni di particolare tutela paesaggistica, ambientale e architettonica. Gli edifici dismessi in questi ambiti, quindi, dovranno essere recuperati con le volumetrie esistenti. Dall’applicazione degli incentivi vanno dunque esclusi i nuclei di antica formazione, il corso del fiume Lambro, il Parco nord, il Parco agricolo sud e tutti gli ambiti contraddistinti da un disegno urbano riconoscibile, quali tutti quelli destinati a verde da salvaguardare; i tessuti urbani compatti (in cui l’edificazione è avvenuta in allineamento alla rete viaria, alle piazze e agli spazi pubblici a verde); i tessuti della “città giardino”, caratterizzati da tipologie residenziali a bassa densità, inserite nel verde; gli ex insediamenti rurali ormai inglobati in città; i quartieri che rappresentano differenti modalità di sviluppo della città, come i primi quartieri popolari o quelli di interesse architettonico anche risalenti agli anni ’50 e ’60 nati per sperimentare nuove tipologie edilizie. Sul totale dei 115 immobili dismessi già verificati, sono 32 quelli che insistono in ambiti esclusi dall’applicazione degli incentivi, e 81 quelli in aree che invece li prevedono (2 avranno gli incentivi solo in parte). In quest’ultima tipologia di ambiti, gli interventi dovranno essere accompagnati da un’adeguata dotazione di aree per servizi e attrezzature pubbliche, oltre che da quote di Edilizia residenziale sociale (convenzionata, quindi a prezzi calmierati, sia in vendita sia in affitto) per quelli che interessano una superficie lorda superiore ai 10.000 m2. L’Amministrazione si riserva anche di rimodulare in aumento il contributo in oneri di urbanizzazione richiesto agli sviluppatori degli interventi, in base alla quantificazione del valore economico prodotto dai progetti di trasformazione. “Questa delibera – spiega l’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi – rappresenta il risultato migliore che si possa ottenere all’interno del quadro legislativo regionale, un quadro per noi peggiorativo rispetto a quanto stabilito in precedenza: i premi volumetrici introdotti dalla Legge regionale sono comunque fissati al minimo consentito, così come i tempi di consegna dei progetti di recupero, e inoltre abbiamo individuato gli ambiti, non pochi, totalmente esclusi da questo meccanismo premiale. Tutti punti che il Comune è riuscito ad ottenere grazie alla battaglia legale dei mesi scorsi, conclusa di recente con il pronunciamento della Consulta. In questo modo teniamo fede ai nostri obiettivi di recupero dell’esistente e di rigenerazione urbana, conteniamo il carico urbanistico e facciamo in modo che venga accompagnato da un’adeguata dotazione di aree per servizi di interesse pubblico e di oneri urbanizzativi, oltre che dalle corrette quote di edilizia residenziale sociale”. L’art. 40 bis è stato riformulato dopo le tre ordinanze del TAR della Regione Lombardia del febbraio scorso che, nell’ambito di tre ricorsi presentati da altrettanti proprietari di immobili nei confronti del Comune relativamente alla norma sul recupero degli edifici abbandonati del PGT, hanno di fatto dato ragione all’Amministrazione che aveva sollevato il tema di illegittimità costituzionale dell’articolo 40 della Legge regionale 12/2005 che consentiva ai proprietari degli immobili abbandonati di ottenere un bonus edificatorio fino al 25% e di costruire in deroga alle norme morfologiche e a quanto previsto dal PGT. Lo stesso articolo 40 è stato poi definitivamente bocciato dalla Corte costituzionale con una sentenza datata 6 ottobre e depositata il 29, e al suo posto è entrato in vigore l’art. 40 bis, che riduce i bonus volumetrici e lascia maggiore autonomia ai comuni nella pianificazione della rigenerazione del proprio territorio. Tutti i comuni sono obbligati a metterlo in atto entro il 31 dicembre, pena l’applicazione automatica di un bonus volumetrico del 20%.

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Prorogate le concessioni gratuite per i dehors

Parte l’iter di aggiornamento del Regolamento sulle occupazioni di suolo pubblico temporanee e leggere, ovvero le nuove disposizioni in materia disposizione di tavoli, sedie, fioriere, ombrelloni, pedane, gazebi, dehors e altri elementi di arredo urbano funzionali alla somministrazione di alimenti e bevande. La Giunta comunale, riunitasi oggi pomeriggio, ha approvato la proposta di deliberazione consiliare riguardante l’armonizzazione della normativa attualmente in vigore che regolamenta l’occupazione del suolo pubblico permanente e temporanea. Il provvedimento proseguirà l’iter di approvazione nelle Commissioni competenti e in Consiglio comunale dove dovrà essere approvato entro il prossimo 31 dicembre. L’armonizzazione della normativa nasce dalla necessità di: stabilizzare e normalizzare il processo autorizzatorio messo a punto durante l’emergenza pandemica; coordinare la disciplina introdotta per le occupazioni di suolo pubblico con strutture temporanee leggere con quella prevista per le occupazioni permanenti e per l’installazione di dehors; semplificare e razionalizzare le disposizioni, mediante l’integrazione dei sistemi informatici che facilitino l’organizzazione e la gestione dei relativi flussi procedimentali. “La proposta di delibera approvata oggi – ha detto l’assessora allo Sviluppo economico e Politiche del lavoro, Alessia Cappello – è nata dal lavoro congiunto di più assessorati, dall’ascolto degli esercenti e dei cittadini per rinnovare e mettere ordine in una disciplina complessa, che tocca vari ambiti della vita della città e che nell’ultimo anno, a causa dalla pandemia, ha richiesto interventi di tipo emergenziale. Ora la parola passa al Consiglio comunale per la discussione dei contenuti e l’approvazione”. Fra le linee fondamentali per la revisione e l’integrazione del Regolamento ci sono: differenziazione tra occupazioni di suolo pubblico con strutture leggere prontamente amovibili, con strutture semirigide amovibili e con dehors; semplificazione della procedura di autorizzazione; applicazione della nuova disciplina con esclusivo riguardo agli esercizi di somministrazione di alimenti e di bevande; come da legge nazionale e in assenza di eventuali deroghe, reinserimento del preventivo parere positivo da parte della Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio della Città metropolitana di Milano per alcune aree centrali della città; le occupazioni di suolo pubblico che si trovano sullo stesso piano della carreggiata in sostituzione della sosta, potranno essere solo stagionali, nel periodo tra il 15 aprile al 15 ottobre; le occupazioni su aree verdi potranno essere solo stagionali e concesse tra il 1° marzo e il 31 ottobre; previsione di specifiche disposizioni tecniche, funzionali ed estetiche e allineamento alla normativa regionale per quanto riguarda le prescrizioni in materia di inquinamento acustico; adeguamento progressivo alla nuova disciplina nel corso del 2022. Il testo licenziato dalla Giunta prevede inoltre che per l’annualità 2022, qualora non venisse prolungata la gratuità – ad oggi disposta ex-lege da provvedimento del Governo – sia applicata una specifica agevolazione tariffaria con riduzione del 20% sugli importi del Canone unico patrimoniale. La Giunta ha infine stabilito che l’Amministrazione procederà ad individuare iniziative di controllo delle località interessate dalle occupazioni temporanee contenendo gli effetti legati alla cosiddetta “mala movida”, ad esempio prevedendo la presenza di steward, società di vigilanza e interventi della Polizia locale in coerenza con eventuali protocolli sottoscritti con la Prefettura.

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