Regione Lombardia e i nervi scoperti della politica: tra sanità, crisi idriche e legalità. Nella cornice del Consiglio regionale della Lombardia, il question time si è trasformato da semplice momento di confronto istituzionale a radiografia impietosa delle urgenze (e delle tensioni) che attraversano il territorio. Dall’assistenza agli anziani alle infrastrutture sanitarie, dalle crisi idriche alle politiche antimafia, i temi affrontati oggi mettono in luce ciò che funziona, ma soprattutto ciò che ancora manca.
A prendersi la scena sono stati soprattutto i nodi sanitari. Il tema dei costi delle rette per i malati di Alzheimer nelle RSA, sollevato da Davide Casati (PD), richiama una questione tanto tecnica quanto drammatica: chi paga quando lo Stato tace? Incertezza giuridica e disparità di trattamento sono ormai croniche, e la risposta del sottosegretario Mauro Piazza – che punta il dito verso Roma – appare come un tentativo di rimbalzo che non tranquillizza né le famiglie né gli operatori.
Al contempo, l’ospedale di Gavardo (BS) torna sotto i riflettori, simbolo di una sanità territoriale che fatica a mantenere le promesse. Le assunzioni recenti sono un segnale positivo, ma gli effetti strutturali si vedranno solo tra mesi, se non anni. E mentre si discute di ospedali in crisi, quello di Vimercate resta il monumento al paradosso lombardo: un’ex struttura abbandonata, da anni in attesa di un destino, nel cuore di una delle province più produttive d’Italia.
Lisa Noja (Italia Viva) ha riportato l’attenzione su un altro punto dolente: l’accessibilità dei taxi negli aeroporti per le persone con disabilità. Un problema “risolvibile da subito”, ha detto. Ma qui, come altrove, il tempo politico si scontra con l’urgenza civile.
Roberta Vallacchi (PD) ha chiesto interventi strutturali per la crisi idrica. La risposta della Regione? Più invasi, più tavoli. Ancora troppo poco, a detta delle associazioni ambientaliste. L’eco delle emergenze climatiche viene ascoltata, ma la reazione continua a essere più amministrativa che trasformativa.
Infine, la querelle tra Regione e università sulla funzione assistenziale del personale accademico apre scenari delicati sulla governance della sanità. In gioco non c’è solo una firma, ma il confine tra autonomia universitaria e centralismo regionale.
Due gli interventi che chiamano direttamente in causa il senso civico dell’Istituzione. Da un lato, l’annuncio della costituzione di parte civile nel processo antimafia Hydra: gesto simbolico, sì, ma necessario. Dall’altro, il nodo del caporalato agricolo: la Regione si dice vigile, ma le opposizioni chiedono una legge quadro. Tradotto: serve meno difesa d’ufficio e più progettualità concreta.
Il question time di oggi racconta di una Regione che, tra mille ambiguità, è costretta a fare i conti con se stessa. L’assenza della Giunta in aula, segnalata dal Presidente Romani e attaccata da Majorino (PD), è forse il simbolo perfetto di questa giornata: la politica che si sottrae mentre il territorio chiede risposte.
Nel frattempo, province come Monza e Brianza restano appese ai progetti incompiuti, alle infrastrutture in bilico, e ai silenzi della burocrazia. La speranza? Che i prossimi dossier vengano scritti non solo con le interrogazioni, ma con azioni.