13 Novembre 2020

LFC, commercialisti della Lega sempre più nei guai

LFC, commercialisti della Lega sempre più nei guai. Secondo i documenti sequestrati durante le indagini della Guardia di Finanza non sarebbero stati eseguiti i lavori di manutenzione al capannone destinato a diventare la sede della Lombardia Film Commission. Salterebbe dunque l’unico motivo razionale per il quale l’immobile venne acquistato per 800mila euro (soldi ottenuti grazie a un finanziamento regionale) dall’ente regionale dopo che i commercialisti della Lega lo avevano acquisito appena 11 mesi prima per la metà. Dopo l’esplosione del caso infatti il gruppo, che vanta incarichi di responsabilità in società controllate dalla politica come Arexpo, aveva provato a giustificare l’oggettivamente enorme guadagno (chi vende al doppio un immobile comprato un anno prima è quanto meno un fenomeno o benedetto dalla fortuna) spiegando che negli 11 mesi erano stati eseguiti lavori di manutenzione. Ma secondo i magistrati non sarebbe vero “dal momento che gli stessi non risultavano terminati né allo scadere del termine statuito nel preliminare” di vendita, “né al tempo del definitivo, concluso per atto pubblico del 13.09.2018”. Tra l’altro, sempre dalla ricostruzione dei pm milanesi, pare difficile che venissero eseguiti lavori di alcun genere nel capannone di Cormano, perché nel periodo indicato era stata staccata la corrente per morosità. Come riporta l’Ansa, con due testimonianze di tecnici “è stato appurato”, spiega il gip, “che, a seguito dello stato di morosità della Paloschi”, che deteneva il capannone prima di Andromeda, “era stata dapprima sospesa e poi definitivamente interrotta l’erogazione dell’energia elettrica” a partire dal 30 agosto 2016, con riattivazione e “contratto intestato alla fondazione, a decorrere dal 29 giugno 2018”. Un tempo “talmente breve di fornitura” che non può “avere consentito il completamento delle opere”. E di fronte a questi inadempimenti la LFC “non attiva affatto i rimedi previsti, fra i quali spicca in primo luogo l’esercizio del diritto alla restituzione del doppio della caparra versata”. Ecco dunque che su LFC, commercialisti della Lega sempre più nei guai.

LFC, commercialisti della Lega sempre più nei guai Leggi tutto »

Chi sono gli altri imputati nel processo Bt Italia

Chi sono gli altri imputati nel processo Bt Italia. Il procedimento si basa su una presunta truffa da 300 milioni di euro che avrebbero messo ex manager e dirigenti della costola italiana del gruppo. A denunciarla fu proprio la casa madre e ora dopo la condanna di Silvia Truzzoli, si va la dibattimento per un’altra ventina di imputati. E tanti hanno tutt’ora posti di responsabilità in altre aziende. Il dibattimento si aprirà il prossimo 26 gennaio davanti alla seconda sezione penale del Tribunale. Come si evince dal decreto che dispone il rinvio a giudizio sono usciti dal procedimento l’ex amministratore delegato Gianluca Cimini, morto la scorsa estate, e l’ex presidente di Bt Italia Luis Satorre Alvarez per prescrizione. Tra le persone mandate a processo ci sono Corrado Sciolla, successore di Satorre Alvarez alla presidenza di Bt Italia, gli ex direttori finanziari Luca Sebastiani e Alessandro Clerici, e gli ex responsabili delle fatturazioni Giacomo Inganamorte e Antonio Giulio Guarini. E poi anche Andrea Alessandri, come revisore di PriceWaterhousecoopers ed ex responsabile del team di revisione dei bilanci di Bt Italia, che è il solo a rispondere di falsità nelle relazioni o nelle comunicazione dei responsabili della revisione legale. Questi sono solo alcuni dei nomi, ma  proseguiremo poi a informarvi su chi sono gli altri imputati nel processo Bt Italia: i pm Silvia Bonardi e Monia Di Marco, titolari dell’indagine chiusa nel febbraio dell’anno scorso in tutto per 24 indagati, hanno contestato a vario titolo i reati di false comunicazioni sociali, emissioni di fatture false per 58 milioni ed anche, solo per un appalto, frode nelle pubbliche forniture. Secondo la ricostruzione, gli indagati, avrebbero ‘abbellito’ i bilanci tra il 2012 e il 2016, con ritocchi per circa 300 milioni con lo scopo di incidere sul margine operativo lordo (Ebitda).

Chi sono gli altri imputati nel processo Bt Italia Leggi tutto »

Manca l’interprete, slitta il processo al terrorista Fathe

Manca l’interprete, slitta il processo al terrosista Fathe. Bisognerà aspettare fino ancora due settimane per sentenza a carico di Mahamad Fathe, lo yemenita 23enne che nel settembre 2019 aggredì un militare di pattuglia nell’area della Stazione Centrale di Milano colpendolo al collo con un paio di forbici. Il verdetto del Tribunale di Milano era atteso per oggi ma l’udienza è stata rinviata al 26 novembre per l’assenza dell’interprete: slitta il processo al terrosista Fathe,  per un problema apparentemente ridicolo. Secondo il pm Enrico Pavone, l’uomo – che al momento di essere bloccato urlò “Allah akbar”, la tipica frase pronunciata dagli autori di attentati di matrice islamica – è colpevole di tentato omicidio aggravato dalla finalità terroristica. “Un lupo solitario – lo aveva definito il magistrato durante la sua requisitoria – che voleva colpire lo Stato italiano attraverso l’omicidio di un appartenente alle forze dell’ordine”. Il rappresentante della pubblica accusa aveva chiesto una condanna 14 anni e 3 mesi di carcere. Salvo ulteriori imprevisti o slittamenti, il verdetto arriverà il 26 novembre dopo l’arringa della difesa.

Manca l’interprete, slitta il processo al terrorista Fathe Leggi tutto »

La pandemia di Covid-19 ha avvicinato gli italiani alle tecnologie digitali

La pandemia di Covid-19 ha avvicinato gli italiani alle tecnologie digitali. Facendo apprezzare i loro vantaggi a una fetta sempre più consistente di nostri concittadini, e costringendoli giocoforza ad aumentare le proprie competenze. Dunque, la pandemia di Covid-19 ha avvicinato gli italiani alle tecnologie digitali: il dato emerge da una ricerca presentata da Deloitte nel corso del Deloitte Innovation Summit, realizzata attraverso interviste a un campione di oltre 6.000 cittadini italiani ed europei. L’87% degli italiani, emerge dall’analisi, è a proprio agio nell’utilizzare le tecnologie digitali, meglio di quanto fanno Regno Unito e Francia, dove la percentuale è del 77%, mentre il 59% dei pensionati si è reso conto, in seguito all’emergenza sanitaria, che le innovazioni digitali non sono difficili da utilizzare. Durante il lockdown il 34% degli italiani ha “scoperto” lo shopping online per i beni non di prima necessità e il 32% si è avvicinato per la prima volta all’e-banking Lo spostamento verso il digitale di una parte delle nostre vite ha però fatto emergere anche delle criticità: così un italiano su due ritiene che durante il lockdown i fattori strutturali più carenti siano stati l’accesso alla connettività veloce (50%) e l’accessibilità digitale dei servizi scolastici (49%). Inoltre, il 44% degli italiani ritiene che debbano essere migliorati i sistemi di monitoraggio della popolazione messi in piedi per contenere il contagio. Il 65%, poi, individua il distanziamento sociale sui mezzi pubblici come la priorità di intervento in tema mobilità (a fronte del 50% estero) e il 61% vorrebbe monitoraggio e contingentamento dei relativi ingressi (45% all’estero). Inoltre il 43% degli italiani (a fronte di una media del 30% all’estero) vorrebbe che la ricerca e l’innovazione nei prossimi 5 anni si concentrasse sullo sviluppo di assistenza sanitaria più veloce ed efficace.

La pandemia di Covid-19 ha avvicinato gli italiani alle tecnologie digitali Leggi tutto »

Ospedale in Fiera. Stocchetti: ci hanno derisi, ma ora siamo qui

Nino Stocchetti, direttore del Padiglione del Policlinico della Fiera di Milano, è tornato sulle polemiche scoppiate in primavera sulla struttura. “Ci hanno deriso – ha detto – perché non era più necessario, ma come cittadino sono stato felicissimo che siano arrivati meno malati del previsto. Abbiamo scelto di non smantellarlo in estate, e quando è arrivata la seconda ondata siamo tornati e siamo riusciti a riaprire in tempo brevissimo”. Stocchetti ha poi rivelato che anche Annalisa Malara, la dottoressa che scoprì il primo paziente di Covid-19 in Italia, lavora da ieri all’ospedale della Fiera di Milano. aggiungendo che nessun “medico o infermiere è stato ‘deportato’ qui al Padiglione del Policlinico in Fiera, come si è sentito dire. Tutti coloro che sono venuti qui a lavorare, si sono offerti volontariamente, e la lista di chi si è proposto è lunga”. Il meccanismo scelto per far funzionare il Padiglione Fiera è quello del ‘mutuo soccorso’. In sostanza gli ospedali più piccoli mandano i loro medici ad aiutare quelli più grandi, che a loro volta mandano i loro rianimatori a far funzionare i moduli all’ospedale della Fiera. “Anche Lodi sta restituendo l’aiuto ricevuto in primavera. Ieri sono arrivati in Fiera 3 medici di Lodi, tra cui Annalisa Malara”.

Ospedale in Fiera. Stocchetti: ci hanno derisi, ma ora siamo qui Leggi tutto »

Dopo la flessione di ieri, tornano a salire i contagi

Dopo la flessione di ieri, tornano a salire i contagi in Lombardia: i nuovi positivi sono infatti 9.291 con 42.933 tamponi effettuati e il rapporto è risalito al 21,6%, mentre ieri era al 15.5%. Salgono anche i decessi che sono 187 per un totale complessivo di 18.910 morti in regione dall’inizio della pandemia. I dati di ieri: i tamponi effettuati: 42.933, totale complessivo: 3.420.606 i nuovi casi positivi: 9.291 (di cui 473 ‘debolmente positivi’ e 90 a seguito di test sierologico) i guariti/dimessi totale complessivo: 132.254 (+8.229), di cui 6.890 dimessi e 125.364 guariti in terapia intensiva: 782 (+18) i ricoverati non in terapia intensiva: 7.047 (+140) i decessi, totale complessivo: 18.910 (+187) I nuovi casi per provincia: Milano: 4.066, di cui 1.375 a Milano città; Bergamo: 172; Brescia: 621; Como: 762; Cremona: 255; Lecco: 189; Lodi: 69; Mantova: 211; Monza e Brianza: 1028; Pavia: 410; Sondrio: 153; Varese: 1.160.  

Dopo la flessione di ieri, tornano a salire i contagi Leggi tutto »