15 Novembre 2022

Buon Compleanno East Market, domenica 20 novembre l’evento vintage compie 8 anni

Buon Compleanno East Market, domenica 20 novembre l’evento vintage compie 8 anni. East Market, l’evento del vintage milanese dedicato a privati e professionisti, dove tutti possono comprare, vendere e scambiare, spegne 8 candeline. L’appuntamento di novembre per festeggiare il compleanno comprende i consueti 300 selezionati espositori da tutta Italia, che porteranno migliaia di oggetti insoliti e stravaganti. East Market nasce nel novembre 2014 da un’idea di Linda Ovadia e Gianluca Iovine, l’intuizione tanto semplice quanto di successo è di coinvolgere anche i privati nella vendita di vestiti e oggetti in disuso. Da un piccolo evento tra amici con 50 espositori al Lambretto Studios, East Market diventa una realtà internazionale con 300 espositori, 126mila follower solo su Instagram e una media di 10mila presenze a edizione. Per i successivi quattro anni l’evento è di stanza a Lambrate, quartiere che ha contribuito a rivitalizzare, nel 2018 East Market passa in Mecenate strutturando ulteriormente l’appuntamento con aree tematiche, food and beverage e servizi rivolti al pubblico come agli espositori. Negli ultimi anni East Market diventa un vero e proprio network: sempre nel 2018 inaugura East Market Shop in Porta Venezia, sviluppa altri format paralleli come Retrograde, East Market Garage e East-Mas Shop, diventando un articolato polo del vintage a 360°. Quest’anno in concomitanza con la 100ma edizione nel mese di settembre, East Market acquisisce anche lo storico negozio “Lo Specchio di Alice” in Ticinese, che con lo Shop in Porta Venezia e l’evento in Mecenate va a creare una sorta di “triangolo del vintage milanese”. Non solo compravendita. East Market è un evento esperienziale, dove allo shopping è abbinato il food and beverage, la musica e tutti i contenuti che ogni mese offre la manifestazione. Se il collezionista più esigente può trovare poster, dischi e modernariato, le nuove generazioni scovano capi d’abbigliamento vintage, accessori e idee regalo di tendenza. Tra design, complementi d’arredo e artigianato, ogni mese migliaia di oggetti sempre nuovi e selezionati sono a disposizione del pubblico. Acquisiti e divertimento, ma con un occhio all’ambiente. East Market da sempre valorizza la cultura e la consapevolezza del riciclo, coniugando la bellezza estetica dei prodotti e la loro duratura funzionalità, contrastando la sovrapproduzione industriale di massa che inevitabilmente genera spreco e inquinamento. Con il motto “Everything Old Is New Again” vuole sensibilizzare il pubblico sugli aspetti ecologici del mondo vintage. Accompagnano il market le aree food & beverage. East Market Diner, dove si trova la caffetteria e la bakery con prodotti da forno dolci e salati, due bar sempre aperti per tutta la durata della manifestazione e la food area. In quest’ultima sono a disposizione del pubblico numerosi truck con un’offerta sempre diversa di cucina internazionale e street food, senza dimenticare la tradizione italiana e anche molte proposte per vegani, celiaci e kids. East Market adotta la politica #plasticfree ovvero una policy ecologista che bandisce completamente tutta la plastica nel food e beverage. Per cibi e bevande, infatti, sono disponibili solo materiali eco friendly e riciclabili. Completano la manifestazione i DJ set con il meglio delle selezioni musicali del momento e del passato.

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Inchiesta online sulla salute realizzata con strumenti digitali

Inchiesta online sulla salute realizzata con strumenti digitali di Fulvio Oscar Benussi, Socio Aidr In questo articolo parlerò di come gli strumenti digitali possano essere un supporto formidabile nell’esercizio dei diritti e nello specifico nell’ottenimento delle informazioni che per trasparenza grazie al F.O.I.A. (Freedom of Information Act) introdotto con decreto legislativo n. 97 del 2016 devono essere rese disponibili dalle Pubbliche Amministrazioni. Il decreto riguarda non solo la possibilità di svolgere un’inchiesta giornalistica (situazione esemplare oggetto di questo articolo), ma anche organizzazioni non governative, imprese, cittadini italiani e cittadini stranieri che possono richiedere dati e documenti al fine di potersi informare sulle attività delle pubbliche amministrazioni. Obiettivo dell’inchiesta L’inchiesta si è svolta tra novembre 2021 e maggio 2022 e ha coinvolto Aziende sanitarie locali e Ospedali di tutto il Paese. Le aziende sanitarie e gli ospedali contattati erano quelli di cui ho reperito l’indirizzo mediante ricerche in Internet. Strumenti digitali indispensabili per l’inchiesta Per potere ottenere le risposte in un intervallo di tempo ragionevole ho utilizzato la mia PEC (Posta Elettronica Certificata) cui, come noto, la legge attribuisce alcune potenzialità. Innanzitutto inviando delle PEC ottenevo la non ripudiabilità, ovvero le PPAA destinatarie non potevano affermare di non avere ricevuto, nella data di invio, la mia comunicazione. Va segnalato che alcune AST e Ospedali maggiormente organizzati hanno risposto immediatamente alla mia PEC con l’invio del numero di protocollo generato automaticamente dal loro sistema di posta. La richiesta, inserita nella PEC, da cui ha preso spunto la mia inchiesta chiedeva di inserire i numeri di pazienti coinvolti nelle diverse metodiche di dialisi presso il Centro dialisi di loro pertinenza compilando la seguente tabella: Tabella 1 – richiesta dati inviata ad AST e Ospedali MODALITA DI TRATTAMENTO Inserire il numero dei pazienti in trattamento: Numero dei pazienti che effettuano dialisi peritoneale manuale (CAPD)   Numero dei pazienti che effettuano dialisi peritoneale automatizzata (APD)   Numero dei pazienti che effettuano emodialisi domiciliare trisettimanale   Numero dei pazienti che effettuano emodialisi domiciliare trisettimanale assistita   Numero dei pazienti che effettuano emodialisi domiciliare frequente e/o quotidiana   Numero dei pazienti che effettuano emodialisi domiciliare frequente e/o quotidiana assistita   Il secondo strumento che ho, utilizzato è stata la firma digitale. La richiesta inserita nel corpo della PEC inviata era replicata in un documento PDF firmato digitalmente e allegato. Questo modo di procedere, penso, abbia favorito la percezione di una maggiore autorevolezza alla comunicazione da me digitalmente firmata. L’utilizzo della firma digitale era anche indispensabile per evitare eventuali brutte sorprese da parte di cyber criminali. Infatti: se non avessi certificato la mia identità quale firmatario dell’istanza mediante l’apposizione della firma digitale avrei dovuto allegare a ogni PEC la copia scannerizzata del mio documento di identità. Ovviamente l’invio in Internet di un elevato numero di PEC (circa 170), che ho spedito nello svolgimento dell’inchiesta, avrebbe aumentato esponenzialmente il rischio che il mio documento venisse trafugato. E se ciò fosse avvenuto mi avrebbe esposto al rischio di furto di identità da parte di malintenzionati cyber criminali. Riferimenti normativi La richiesta di dati presente nelle PEC dell’inchiesta era giuridicamente fondata sulla base del FOIA (Freedom of Information Act), introdotto con il decreto legislativo n. 97 del 2016 che ha modificato e integrato il precedente decreto legislativo n. 33 del 2013. Come giornalista mi sono avvalso della possibilità di richiedere i dati della tabella 1 per potere svolgere un ruolo attivo di controllo sulle attività delle pubbliche amministrazioni che ho coinvolto e incoraggiare un dibattito pubblico informato su un tema relativo alla salute pubblica che è di evidente interesse collettivo. Azioni per contrastare le inadempienze La richiesta dati presente nelle PEC inviate non è stata sempre soddisfatta: alcune aziende e Ospedali non hanno ritenuto, con varie motivazioni, di dovere ottemperare al dovere di trasparenza previsto dalle norme in vigore. Per questo ho provveduto a rivolgermi ai Responsabili della prevenzione della corruzione e della trasparenza degli Enti coinvolti chiedendo il loro intervento. Considerando anche le risposte ottenute dopo tali azioni la percentuale di risposte pervenuta ha raggiunto quasi l’80% degli Enti coinvolti nell’inchiesta. Si può facilmente comprendere come in assenza degli strumenti digitali menzionati i tempi di realizzazione dell’inchiesta sarebbero diventati così ampi da indurre chiunque a rinunciare all’impresa… Esito dell’inchiesta sulla diffusione delle metodiche di dialisi domiciliare nel territorio nazionale Sulla base dell’elevato numero di risposte ottenute con l’inchiesta riteniamo che le riflessioni, e il grafico prodotto (Figura 1) pur non rappresentando l’intero universo dei Centri dialisi nazionali, possa comunque essere utile per valutare la situazione italiana relativamente alla domiciliazione dei trattamenti dialitici. Per gli interessati l’inchiesta completa è pubblicata nel numero 2/2022 della rivista universitaria Quaderni di Comunità. Persone, Educazione e Welfare nella società 5.0 [2], e analizza la diffusione in Italia di tutte le metodiche di svolgimento della dialisi domiciliare diffuse in Italia. Il dato più significativo e che emerge è che, effettuando una comparazione tra Italia e Francia, la metodica di cui è particolarmente urgente ampliare la diffusione riguarda in particolare l’emodialisi domiciliare frequente. Il potenziamento della diffusione dell’emodialisi domiciliare frequente è importante in quanto non tutti i pazienti che sarebbero interessati alla domiciliazione delle loro terapie possono effettuare la dialisi peritoneale. Ciò in quanto il loro peritoneo può non essere idoneo a tale terapia. Inoltre l’inidoneità può insorgere anche successivamente alla pratica della dialisi peritoneale e in questo caso, se non è possibile passare all’emodialisi domiciliare frequente, non resterà altra soluzione che tornare ad essere istituzionalizzati ed effettuare le terapie dialitiche in Ospedale o in un Centro di Assistenza Limitata. Per effettuare la comparazione tra Francia e Italia abbiamo confrontato i dati da noi raccolti con quelli tratti dal registro REIN (Epidemiology and Nephrology Information Network) gestito dall’Agenzia di Biomedicina francese che pubblica annualmente uno specifico Rapporto. Entrambi i Paesi hanno un numero di pazienti nefropatici in emodialisi extracorporea comparabile, sono circa 50.000, ed appare evidente che il ritardo italiano riguarda in particolare l’emodialisi domiciliare frequente. L’Italia ha una percentuale di soggetti che eseguono la dialisi domiciliare frequente del 0,33% cioè 168 pazienti, in Francia la

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Cargo: fermiamo il boom speculativo della logistica

Cargo: fermiamo il boom speculativo della logistica. L’area milanese è al primo posto nello sviluppo di piattaforme logistiche, seguita da Torino, Bologna e Veneto. L’eldorado immobiliare non riguarda solo le aree per l’attività terrestre della logistica, della grande distribuzione e dell’e-commerce ,ma anche quelle aeroportuali del Cargo merci. Sono ben quattro gli scali del nord Italia che chiedono spazio per far posto a nuovi capannoni cargo in aeroporto, di cui due vogliono allungare le loro piste per sviluppare il trasporto merci.Si tratta di Montichiari, dove è in progetto il prolungamento della pista di 460 metri (così da arrivare a 3.500 metri), e di Parma che vuole allungare la sua di 756 metri per portarla a 2.880 metri. Le lunghezze attuali sono già adeguate agli standard necessari per la gestione dell’air-cargo. I due scali (fantasma), dopo aver fallito il tentativo di diventare aeroporti passeggeri (bruciando ingenti risorse pubbliche), si stanno riconvertendo al segmento merci. La lunghezza delle due attuali piste, attualmente sotto utilizzate, basterebbe per una normale attività cargo . Per Montichiari sarebbero necessari quasi 50mila mq di terreno, mentre Parma consumerebbe 46mila mq di suolo, più 23.000 mq di taxiway. A settembre il trasporto aereo di merci ha registrato volumi in calo del 10,6% rispetto allo stesso 2021, secondo i dati diffusi dall’Associazione del trasporto aereo (Iata). Le prospettive del settore non prevedono un grande sviluppo, anzi. Ciò nonostante è previsto un ampliamento per entrambi gli aeroporti per piazzali aeromobili, hangar, nonostante la capacità di piste e scalo sia attualmente inutilizzata. A Malpensa è prevista una nuova Cargo city di 44mila ettari di superficie, che si aggiungerebbe a quella attuale, non ancora satura in piena Brughiera del Parco del Ticino. La sostenibilità ambientale vorrebbe il recupero delle aree inutilizzate o dismesse dove realizzare nuovi capannoni come l’obsoleto Terminal 2 che è chiuso al traffico passeggeri da oltre due anni . Si puntare su una nuova grande speculazione urbanistica. Anche il il piano di sviluppo aeroportuale dell’ipercongestionato Orio al Serio prevede a nord dello stesso 47 ettari di aree da cementificare per una nuova area Cargo da aggiungere a quella attuale.

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Fontana e la Lega alleati della sinistra

Fontana e la Lega alleati della sinistra. Non è un modo di dire, né una critica, ma una delle ultime sorprendenti novità dello scenario politico lombardo. Perché quello che può stupire il cittadino comune è diventato un fatto nel volgere di pochi mesi: Letizia Moratti sembrava destinata alla presidenza regionale con il centrodestra sostituendo un Attilio Fontana provato dalla gestione della pandemia a cui la Regione non era pronta sotto molti aspetti. Invece, tra lo stupore dei lombardi, i due hanno iniziato a litigare come una coppia di coniugi estenuata da una convivenza durata troppo a lungo. Alla fine in tanti pensavano che sarebbero addivenuti a una soluzione più o meno pacifica, invece hanno rotto malamente i rapporti. E fin qui poteva pure essere il normale percorso di una vicenda politica, invece con un passo di danza che ha lasciato basiti molti Letizia Moratti ha deciso di proporsi come candidata del centrosinistra ricordando il padre partigiano. Dopo un primo momento da F4 (cit.) il Partito democratico  ha iniziato a ragionarci sopra. In fondo la donna è conosciuta e molto ricca, il che significa la possibilità di farsi pagare la campagna elettorale e avere un personaggio molto noto da contrapporre a Fontana. Ma mentre tutti si concentravano su quanto fosse davvero possibile questo scenario e nell’ennesima crisi di identità del Partito democratico, se ne realizzava oggettivamente un altro: Moratti ha dato vita insieme a Manfredi Palmeri a Lombardia Migliore (incidentalmente le stesse iniziali dell’ex assessora). Un progetto in cui il politico centrista, tutt’ora in maggioranza a Palazzo Pirelli, crede tanto da aver presentato il nuovo simbolo del suo gruppo mesi fa (oggi si chiama Polo civico – Lombardia Migliore) e aver aderito con entusiasmo all’associazione Lombardia Migliore che si candida a trainare tutta una coalizione progressista per sfidare Fontana alle prossime elezioni. Ma Polo Civico – Lombardia Migliore è tutt’ora in maggioranza, cioè nella coalizione che sostiene Attilio Fontana. Il governatore lombardo si trova dunque nell’incomoda situazione di essere alleato con la sinistra. Un dato che nella concitazione dei conciliaboli di fine legislatura sembra essere passato in secondo piano. Forse perché una parte di Lega in fondo si ricorda che ha governato per anni con la sinistra nei governi di responsabilità nazionale. Magari è il primo passo per la prossima sorpresa, una coalizione per le prossime elezioni che proponga agli elettori con uno schema innovativo: dentro ci sarà sia la destra che la sinistra, superando queste distinzioni novecentesche che sanno di vetrinetta in ciliegio. Almeno così Fontana sarà sicuro di essere rieletto.

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