17 Agosto 2019

Va a rubare stordito dalla marijuana, arrestato

E’ stato sorpreso dal portinaio di condominio mentre cercava di entrare, con le chiavi sottratte poco prima in guardiola, in alcuni appartamenti per rubare, ma non c’è riuscito forse perchè era troppo stordito dalla marijuana che aveva fumato. Così un ragazzo di 19 anni, con precedenti, è stato arrestato verso le 8 di ieri mattina dalla Polizia in via Bertacchi, zona Navigli, per furto aggravato. Il giovane, originario del Marocco e regolare in Italia, ha rubato le chiavi di alcuni appartamenti dalla guardiola della portineria dopo averla forzata. Arrivato al pianerottolo del secondo piano è stato sorpreso dal custode mentre armeggiava con le chiavi, per cercare di entrare. Con se aveva un trolley pieno di vestiti (alcuni giubbotti), probabilmente il bottino di altri furti, e attrezzi per scassinare. Il 19enne non era in possesso di droga ma ha spiegato ai poliziotti che lo hanno arrestato di aver fumato. ANSA  

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Spacciava al quinto mese di gravidanza, arrestata

Una donna italiana è stata arrestata a il 16 agosto scorso per spaccio di sostanze stupefacenti. Gli agenti del Commissariato di Villa San Giovanni hanno sorpreso la donna, al quinto mese di gravidanza, nel cortile della sua abitazione nella zona di via Padova, mentre stava per cedere ad un acquirente la droga. Nella sua abitazione sono stati rinvenuti 12 grammi di cocaina e circa 7 grammi di hashish occultati dietro ad un pannello. L’acquirente ha dichiarato di aver comprato per 40 euro due involucri di cocaina del peso complessivi di grammi 0,45 circa. ANSA  

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Controlli notturni, ritirata la patente a cinque automobilisti ubriachi

La polizia ha effettuato a Milano una serie di controlli sulle strade della città per prevenire gli incidenti stradali. La scorsa notte in piazza Belfanti tre equipaggi della polizia stradale in servizio hanno controllato 21 persone: di queste cinque guidavano ubriache. Un uomo è stato denunciato in quanto il tasso alcolemico riscontrato nel sangue era superiore a 0,8 grammi per litro. A quattro conducenti è stato riscontrato invece un tasso alcolemico inferiore, compreso tra lo 0,5 e lo 0,8 grammi per litro, per loro è scattata la sanzione amministrativa di 532 euro. Un’auto è stata sequestrata. La polizia ha anche utilizzato il pretesto per gli stupefacenti: una persona è stata trovata sotto l’effetto di cannabinoidi e cocaina. A tutti è stata ritirata la patente di guida per la successiva applicazione del periodo di sospensione previsto a seconda delle diverse violazioni. AdnKronos  

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Rapina prostituta, poi rimane misteriosamente ferito, arrestato

Ha rapinato la prostituta con la quale si era appartato e, una volta a casa, si è ferito con un coltello, finendo in ospedale in gravi condizioni. Un uomo di 34 anni, pregiudicato, è stato arrestato dalla polizia per rapina aggravata. La notte scorsa gli agenti sono intervenuti in via Lombardi a Baggio, nella periferia Ovest della città, chiamati da una prostituta, che aveva riferito di essere stata rapinata da un cliente. I due avevano avuto un rapporto sessuale in un motel della zona, ma, una volta riaccompagnata nel luogo dove aspettava i clienti, l’uomo l’ha minacciata con una pistola e si è fatto consegnare la borsa, contenente 500 euro e il telefono cellulare. Gli agenti sono risaliti all’uomo dalle generalità lasciate al motel e lo hanno rintracciato nella sua abitazione, dove lo hanno trovato con numerose ferite da arma da taglio. Il 34enne è stato portato in ospedale in codice rosso. L’uomo ha poi ammesso di aver rapinato la donna e di essersi provocato le ferite con un coltello. AdnKronos  

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La storia della ligera, attraverso la vita di Luciano Lutring

Dopo che qualche anno fa si è spento Luciano Lutring “il solista del mitra“, uno dei più noti esponenti della “ligera“, non è rimasto che il ricordo della mala che imperversò nella Milano del dopoguerra fino a metà degli anni “70”. Un mondo popolato di personaggi “romantici”, che quasi mai lasciavano vittime sul loro percorso, che tanto stride con la violenza dei criminali che calpestano le strade della nostra città oggi. Luciano Lutring era nato nel 1937, i genitori volevano fare di lui un musicista – in un certo senso lo diventerà – ma lui fin da giovane fu attratto dalla vita dei bassifondi milanesi, popolata da ladri, truffatori, rapinatori, piccoli estorsori e soprattutto “papponi“,  che amava frequentare perché gli permettevano di soddisfare il suo grande amore per le donne. Anni trascorsi nelle osterie ad ascoltare canzoni come “Porta Romana Bella” e “Ma mi” che della “ligera” erano considerati gli inni, in compagnia di altri futuri criminali come Francis Turatello e Renato Vallanzasca che un giorno ne sarebbero diventati i più pericolosi esponenti. Personaggi dalla vita avventurosa come Ugo Ciappina, ex partigiano gappista passato dal fare l’ascensorista in un albergo di lusso a essere fondatore della “Banda Dovunque“. Un’eterogenea compagine di rapinatori composta anche dal veterano Joe Zanotti, l’ex emigrante in Francia Giuseppe Seno, l’ex fascista Alfredo Torta e l’amico di Ugo Ciappina, ex studente di filosofia e partigiano, Ettore Bogni. La banda compì diverse rapine prima di essere sgominata dalla polizia. Dopo la loro cattura si scopri che parte dei proventi dei colpi fu data a un fantomatico rivoluzionario comunista armeno, Calust Megherian, il quale aveva promesso di donarli al PCI. Ovviamente il partito di Togliatti non aveva ricevuto nulla. Ci fu chi pensò si fosse trattato di un complotto per screditare il PCI, ma in realtà i cinque erano stati solo vittime di qualche astuto truffatore che frequentava il loro stesso ambiente. Ciappina non riuscì mai a cambiare vita, uscì dal carcere nel 1955, nel 1958 fu nuovamente arrestato per avere partecipato alla “rapina di via Osoppo”, crimine per cui rimase in cella fino al 1974 per poi essere a vario titolo coinvolto in altre inchieste su episodi dello stesso genere dal 1981 al 2004. Lutring invece non voleva essere coinvolto in fatti che potevano avere risvolti sanguinosi, a lui piaceva la bella vita, le auto di lusso, le incursioni nei grandi hotel in Francia in compagnia di belle donne e per ottenerli gli bastavano i soldi che racimolava con qualche truffa e occasionale spaccata. Lui alle rapine a mano armata preferiva le serate trascorse bevendo “Barbera e Champagne” e ascoltando le canzoni della mala di Ornella Vanoni. In quelle nebbiose notti milanesi con lui c’erano anche altri piccoli criminali i cui nomi sono rimasti solo nella memoria dei vecchi cronisti, Luciano de Maria, Arnaldo Gesmundo, Enrico Cesaroni, Bruno Brancher, Carlo Bollina detto il “paesanino“, Luigi Rossetti detto “Gino lo zoppo“, Sandro Bezzi… e un altro personaggio sul quale spendere qualche parola in più Ezio Barbieri, il boss dell’Isola Garibaldi. Barbieri era nato nel “22” in via Borsieri, proprio al centro del malfamato quartiere dell’Isola, dove la ligera era profondamente radicata fin dagli inizi del “900”. Era destino che entrasse a farne parte dopo aver trascorso l’infanzia fra il Bar Girardengo e il Bar dell’Aquila dove personaggi con soprannomi come “il Generale”, “il Pascià”, “il Profeta”  trascorrevano le giornate giocando a carte e pensando al prossimo colpo. Gente che non alzava mai la voce, non si faceva notare, che nessuno si sognava di chiamare “banditi”, perché per il popolo i criminali erano altri. Alcuni erano stati in America e vi erano tornati diventando dei miti grazie alle storie di gangster che avevano portate con sé, sicuramente erano in buona parte inventate, ma il piccolo Ezio ascoltandole aveva sognato di essere uno di loro. La sua carriera criminale iniziò nella Milano del primo dopoguerra dove, fra le macerie dei bombardamenti, le mense dei poveri, la borsa nera e un futuro incerto per molti, cominciavano ad aggirarsi le prime belle auto dei nuovi ricchi. Polizia e Carabinieri erano ancora lontani dal riorganizzarsi, e non erano ancora in grado di amministrare a dovere ordine e giustizia. Insieme al suo amico Sandro Bezzi fondò la “Banda dell’Aprilia Nera“, che prese nome dalla Lancia Aprilia nera targata 777 (come il centralino della Questura, il nostro 112) con cui si prese a lungo beffa della polizia. L’Isola era la sua base, il resto della città il suo terreno di caccia. Lui e i suoi compagni formavano posti di blocco improvvisati per imporre un dazio ai più abbienti, rapinavano banche, realizzavano scorrerie aventi come bersaglio i corrieri della borsa nera o gli  industriali che si arricchivano con essa… ma non usarono mai le armi che spesso tenevano in pugno. Nel quartiere sapevano tutti chi erano i “banditi” ma nessuno li denunciò mai. Al  termine della scorreria “quelli dell’Aprilia” si trovavano al bar di via Borsieri 24, e dopo avere diviso fra di loro quanto gli occorreva distribuivano il resto a tutti i bisognosi della zona. La carriera del bandito con il pizzetto alla bersagliera che tutti salutavano nel quartiere perché faceva del bene alla povera gente, si concluse il 26 febbraio 1946. Dopo tante spettacolari inseguimenti in auto e tante rocambolesche fughe per i ravvicinati tetti delle case dell’Isola, alla fine la polizia una sera lo raggiunse. Un testimone raccontò così la sua cattura: “…quando hanno sparato al Barbieri, lui veniva di volata da via Sebenico, con la macchina ha attraversato la piazza Minniti inseguito dalla polizia che gli ha sparato sull’angolo di via Porro Lambertenghi. Barbieri riuscì a scappare lasciando macchie di sangue sul selciato. La gente che lo vedeva fuggire gli batteva le mani!”. Quella sera a morire fu il suo amico Sandro Bezzi mentre lui fu catturato qualche ora dopo ed ebbe fine la storia del Robin Hood dell’Isola. Venticinque anni dopo, nel 1971 fu scarcerato (una pena impensabile da scontarsi al giorno d’oggi per chi non ha ucciso nessuno) e gli

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Ritiro monopattini, i chiarimenti del Comune

Prima del ritiro dei monopattini, lo scorso luglio la Giunta aveva dato il via, in contemporanea con l’entrata in vigore del Decreto Ministeriale, alla sperimentazione della micromobilità elettrica – monopattini, segway, hoverboard, skateboard e monoruote. Da quel momento chi volesse utilizzare il proprio monopattino elettrico può farlo, purché la circolazione sia limitata alle aree pedonali e la velocità del mezzo non superi i 6 chilometri orari. Nella delibera è previsto inoltre che la sperimentazione sia allargata a piste ciclabili, percorsi ciclabili e ciclopedonali e Zone 30 con limite di velocità a 20 chilometri orari. Ma questo sarà possibile solo una volta posati i cartelli (circa 200) così come richiesto dal Decreto del governo, sebbene l’Amministrazione avesse dato parere contrario a questo aggravio di procedure e di tempi. Per quanto riguarda il noleggio di dispositivi per la micromobilità elettrica in condivisione è invece necessaria un’ulteriore regolamentazione e per questo l’Amministrazione sta lavorando a una delibera che istituirà e disciplinerà il servizio e le caratteristiche degli operatori, così come espressamente previsto dal Decreto. In questo quadro, anche a seguito di precedenti comunicazioni, è stata inviata nei giorni scorsi agli operatori già presenti con i loro veicoli in strada una lettera di diffida a proseguire l’attività, finché non siano approvati gli atti sulle prescrizioni a cui dovranno obbligatoriamente attenersi. Allo scopo di costruire un servizio utile a tutti ma anche sicuro, prima dell’approvazione della delibera, che istituirà e disciplinerà il servizio in sharing, riaprendo i termini per la manifestazione di interesse, è già calendarizzato un incontro con tutte le società private che intendono operare sul territorio della città di Milano, per condividere le regole di ingaggio all’interno del periodo di sperimentazione voluto dal Ministero dei Trasporti. “La nostra priorità è garantire la sicurezza in strada dei cittadini – chiariscono la vicesindaco Anna Scavuzzo e l’assessore alla Mobilità Marco Granelli –. La micromobilità elettrica è una risorsa interessante per le città, ma monopattini, segway, hoverboard, skateboard, monoruote non sono un giocattolo e vanno regolamentati. Milano partecipa alla sperimentazione con interesse ma anche con attenzione. Presto sarà pronto l’avviso attraverso il quale anche le società potranno richiedere l’autorizzazione a posizionare mezzi in condivisione sul territorio della città di Milano: autorizzazioni ad oggi o mai richieste o già negate, in quanto non ancora in vigore il Decreto”. Nelle prossime settimane sarà dunque definito il bando per la manifestazione di interesse, all’interno del quale sarà anche richiesto alle società di comunicare con chiarezza all’utenza le regole della circolazione a Milano, le aree e la velocità consentite, gli assoluti divieti (come i marciapiedi o il contromano), l’obbligo di utilizzare il giubbotto catarifrangente la sera e il divieto di utilizzo per i minorenni, a eccezione di ragazzi tra i 16 i 18 anni con il patentino. Alle società sarà inoltre richiesto che i mezzi in strada siano dotati di luci e limitatori di velocità. “Ci teniamo infine a raccomandare a tutti coloro che utilizzano e utilizzeranno i monopattini di parcheggiarli con attenzione – concludono la vicesindaco Scavuzzo e l’assessore Granelli –. Anche questa è una questione di sicurezza, poiché non devono intralciare il passaggio dei pedoni, in particolar modo di coloro che hanno difficoltà di deambulazione o che spingono carrozzine e passeggini. La strada è un bene di tutti”.  

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