25 Settembre 2021

Unioncamere Lombardia: pubblicato il rapporto sul commercio estero della Lombardia nel secondo trimestre 2021

Massimo storico per l’export lombardo: 35 miliardi di euro nel secondo trimestre 2021. Superati anche i livelli pre crisi. L’accelerazione sul primo trimestre (+12,9%) spinge le esportazioni oltre la media del 2019 (+9,9%). I risultati positivi sui principali mercati di sbocco si diffondono a quasi tutti i settori e provincie lombarde. Il forte incremento nelle attività delle imprese lombarde nel secondo trimestre ha dato nuovo slancio agli scambi con l’estero della regione che toccano un massimo storico. Il valore delle esportazioni originate dalla Lombardia supera per la prima volta i 35 miliardi di Euro: crescono anche le importazioni, superando i 37 miliardi complessivi, con una riduzione del deficit commerciale a 2,7 miliardi di euro. La variazione dell’export lombardo sul I° trimestre di quest’anno è di +12,9% e l’incremento rispetto allo stesso trimestre del 2020 tocca il +46,7%, valore eccezionale legato al confronto con il punto di minimo registrato l’anno scorso. Rispetto al livello medio del 2019 – considerato come riferimento pre-pandemia – l’export cresce del +9,9%. Con questi dati si conferma l’accelerazione congiunturale che porta a un netto superamento dei livelli pre-crisi, a conferma della dinamica positiva in corso. “La ripresa dell’export lombardo si rafforza ancora e il valore delle esportazioni nel secondo trimestre segna un nuovo punto di massimo storico di 35 miliardi di euro superando ampiamente i livelli pre-crisi. commenta il Presidente di Unioncamere Lombardia Gian Domenico Auricchio – Nel complesso, la crescita è vigorosa e si estende a tutti principali mercati di sbocco delle merci lombarde con punte record verso Cina, Turchia e Regno Unito, dando chiari segnali di ottimismo e di rilancio che hanno riportato le imprese al di sopra dei valori pre-crisi”. Il report completo sul commercio estero in Lombardia II trimestre 2021 è scaricabile dal sito di Unioncamere Lombardia ricabile dal sito di Unioncamere Lombardia

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Confcommercio Milano: un Manifesto con le priorità del terziario per la città che ritorna al futuro

Confcommercio Milano: un Manifesto con le priorità del terziario per la città che ritorna al futuro. Elezioni amministrative, dodici i candidati sindaco al confronto (moderato dalla giornalista Simona Arrigoni) promosso oggi da Confcommercio Milano a Palazzo Castiglioni, nella sede di corso Venezia: il sindaco Giuseppe Sala, Luca Bernardo, Layla Pavone, Gianluigi Paragone, Natale Azzaretto, Bryant Biavaschi, Mauro Festa, Giorgio Goggi, Gabriele Mariani, Marco Muggiani, Alessandro Pascale, Bianca Tedone. “I prossimi cinque anni – afferma Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio – saranno determinanti per Milano che deve recuperare il terreno perduto – il terziario a Milano nel 2020 per le conseguenze dell’emergenza Covid ha perso circa 40 miliardi di euro – e riprendere a crescere. In sintesi questo significa sicurezza sanitaria, rilancio economico, nuova attrattività internazionale, nuove infrastrutture e rigenerazione urbana”. Il peso di tutti i comparti del terziario a Milano e Città Metropolitana (elaborazione Ufficio Studi Confcommercio Milano su dati Istat) è molto rilevante: 118,1 miliardi di euro, il 72,8% sul Pil*; il 74% delle imprese (più di 233mila) e il 69,3% di occupati (1 milione e 400 mila). Confcommercio Milano presenta, nel confronto tra i candidati sindaco, il “Manifesto per Milano”, documento con indicazioni programmatiche emerse dalle proposte del sistema associativo rappresentato e dai contributi sulla piattaforma https://www.confcommerciopermilano.it/. Con le priorità del terziario per Milano, illustrate ai candidati sindaco, su: sanità, sicurezza, fisco, smart working, giovani e formazione, imprese, Olimpiadi 2026, turismo e attrattività, mobilità, pari opportunità, infrastrutture e rigenerazione urbana. PNRR E con una premessa fondamentale: l’opportunità irripetibile del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). “Quello che farà realmente la differenza rispetto al passato – sottolinea Sangalli – è che Milano potrà contare sui fondi europei del PNRR. Si parla di quasi 5 miliardi da investire nei prossimi 3 anni: risorse straordinarie che, se confermate, potrebbero accelerare progetti a lungo attesi. Come le infrastrutture materiali e immateriali, la transizione ecologica delle imprese e la formazione dei giovani. I tempi attuativi sono però stretti ed è necessario velocizzare le procedure”. I temi prioritari per la città emergono anche dal sondaggio realizzato da Confcommercio Milano – dati elaborati dall’Ufficio Studi – con le risposte di 581 imprese (il 69% da 1 a 5 addetti. In prevalenza hanno risposto: il dettaglio non alimentare 18%, la ristorazione 17%, i servizi alle imprese 17%, gli agenti e rappresentanti di commercio 14%). PRIORITÀ “Alla prossima Amministrazione comunale – dichiara Sangalli – chiediamo soprattutto di rafforzare la riduzione e la semplificazione delle tasse locali, di proseguire con i sostegni alle micro e piccole imprese e di essere coinvolti nella pianificazione dei fondi europei del PNRR che rappresentano una opportunità di sviluppo irripetibile per Milano”. I temi prioritari per Milano Fisco e sicurezza (86,4%) e mobilità (78,8%) sono quelli più sentiti, ma anche riqualificazione periferie (78,7%), salute (78,1%), infrastrutture (77,7%), turismo e attrattività (75,6%) hanno valutazioni significative. Come investire le risorse del PNRR Soprattutto – è il dato che emerge dalle risposte al sondaggio – per riqualificazione e rigenerazione urbana (81,9%) e per potenziare le infrastrutture materiali e immateriali (78,5%). Importanti anche i progetti sui giovani, la formazione, le nuove imprese, le pari opportunità. Nel “Manifesto per Milano” di Confcommercio Milano si sottolinea la necessità di rafforzare la connessione veloce per favorire l’innovazione digitale delle imprese e si propone di istituire la Start Up Week. Ed occorre continuare nella riqualificazione dei quartieri periferici per migliorare i livelli di sicurezza, vivibilità ed accrescere l’attrattività. Sarebbero utili nuove iniziative sperimentali di collaborazione (come avvenuto per Gratosoglio e Niguarda). Fisco Tari, Cosap, Pubblicita’: la proposta nel “Manifesto per Milano” è di una riduzione e semplificazione con un servizio dedicato al calcolo e alla comunicazione dei canoni gestito con le associazioni di categoria. Occorrono, inoltre agevolazioni Imu e Tari per gli immobili sfitti. Sicurezza Assieme al fisco il tema prioritario per Milano maggiormente indicato nelle risposte al sondaggio. Il “Manifesto per Milano” di Confcommercio Milano individua tre ambiti d’intervento. Il contrasto a degrado, abusivismo e contraffazione. Nelle zone della movida occorrono più controlli su abusivi e irregolari nelle ore di più alta concentrazione. E serve la regolamentazione, in termini di numerosità e densità, delle licenze di somministrazione nel tessuto urbano. Va ripristinata l’Unità Reati Predatori, ora depotenziata, per assicurare un presidio dei principali assi commerciali. Serve un più efficace contrasto alle infiltrazioni malavitose nel settore dei pubblici esercizi. Il Comune dovrebbe aggiungere, ai controlli oggi già effettuati, accertamenti basati su diversi indicatori: come investimenti significativi senza indebitamento bancario, debiti commerciali verso terzi, troppi dipendenti in rapporto al volume d’affari, cambi di gestione frequenti (e altro). Mobilità Il 73%, emerge nel sondaggio, ritiene che l’auto si sia dimostrata un mezzo sicuro con l’emergenza sanitaria. Occorre perciò mantenere un equilibrio nelle scelte che impattano sull’attività e la vita quotidiana (come le misure sulla sosta) e va favorito l’interscambio con il trasporto pubblico. L’85% è favorevole ad un’unica App – proposta nel “Manifesto per Milano” di Confcommercio Milano – in cui convergano tutti i servizi pubblici e privati presenti sul territorio. Nel “Manifesto per Milano” si chiede inoltre di rivedere il piano delle piste ciclabili cittadine coinvolgendo le associazioni di categoria nello studio e nello sviluppo di nuovi percorsi. Le piste ciclabili vanno in realizzate in sicurezza e nelle sedi adeguate senza creare ostacoli alle attività imprenditoriali. “Quando la realizzazione di una pista ciclabile danneggia l’accessibilità, la vivibilità e l’attrattività della città, bisogna avere il coraggio di trovare alternative”. Nel “Manifesto per Milano” si chiede, anche, di valutare l’eliminazione, nella fascia pomeridiana, del pagamento di Area C con l’obiettivo di agevolare l’accessibilità nel centro cittadino (che ha fortemente risentito degli effetti negativi generati dall’emergenza sanitaria). Smart working Il 48% delle imprese chiede lo stop a un uso massiccio e generalizzato dello smart working e il 44% pensa si debba mantenere un equilibrio fra lavoro a casa e lavoro in ufficio. Nei momenti maggiori dell’emergenza sanitaria l’assenza dei lavoratori negli uffici ha “desertificato” la città con un evidente danno per tante attività economiche. Se le condizioni sanitarie lo consentiranno, si rileva nel “Manifesto per Milano”,

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Milano 2021: Osnato (Fdi): “Sala dica se parteciperà al convegno dei Verdi europei pagato con soldi pubblici”

Milano 2021: Osnato (Fdi): “Sala dica se parteciperà al convegno dei Verdi europei pagato con soldi pubblici”. “La presenza del sindaco Sala al convegno organizzato dal suo partito dei Verdi europei a pochi giorni dal voto per le Comunali non è soltanto politicamente inopportuno, vista la presenza di Carola Rackete. E’ anche illegittima perché, di fatto, si configura a pieno titolo come un appuntamento elettorale del sindaco ma è pagato con fondi dell’Unione europea, quindi di tutti noi cittadini. Bene ha fatto il capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo, Carlo Fidanza, a evidenziare questo conflitto. Cosa ha da dire Sala sull’argomento?”. Se lo chiede il deputato di Fdi, Marco Osnato. “Le norme comunitarie vietano espressamente di usare soldi dei cittadini europei per sovvenzionare eventi con la partecipazione di candidati – prosegue Osnato -. Sala rompa il suo imbarazzato silenzio sull’argomento e ci dica se ha intenzione di presenziare ugualmente violando le norme o avrà l’accortezza di rinunciare a questa passerella pagata dai cittadini”.

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Treni locali, Onlit: liberalizzazione in Francia, affidamenti diretti in Italia

Treni locali, Onlit: liberalizzazione in Francia, affidamenti diretti in Italia. Dopo anni di resistenza, il colosso delle ferrovie francesi SNCF ha dovuto cedere il monopolio su una tratta regionale. Insomma, perfino in Francia per sviluppare e rendere più efficienti i servizi ferroviari per pendolari (quelli su autobus lo sono stati da tempo) si è finalmente arrivati alla liberalizzazione del mercato, con l’affidamento dal 2025 della linea regionale Marsiglia-Nizza alla compagnia Transdev. Questa storica decisione segna la fine del primo bando di gara lanciato da una regione francese, dopo un “dialogo competitivo” durato diversi mesi con SNCF. Alla gara per l’affidamento del servizio aveva partecipato anche Thello, la società del gruppo FS. Proprio quelle FS che in quasi tutte le regioni italiane (attraverso Trenitalia) e in Lombardia attraverso Trenord continuano a ottenere contratti di servizio in base ad affidamenti diretti. Anche la Francia si sta adeguando al resto d’Europa, con un’apertura al mercato che ha cambiato positivamente il volto del trasporto locale (ferroviario e su autobus). Raddoppio delle frequenze, aumento della qualità del servizio e riduzione dei costi per la comunità locale, questi sono i risultati attesi anche in Provenza. Mentre in tutt’Europa questi scenari competitivi e innovativi rompono schemi monopolistici consolidati, l’Italia resta il fanalino di coda nelle quote di trasporto sostenibile su ferrovia e su autobus, e l’uso dell’automobile resta preponderante. Nonostante le indicazioni europee, nel nostro paese a spiccare in negativo è proprio la regione che si proclama più europea di tutte. La Lombardia, infatti, anziché stracciare il contratto decennale con Trenord per le continue inadempienze e per il pessimo servizio, sta predisponendo un nuovo affidamento diretto di dieci anni. I rapporti tra la Regione e Trenord (controllata al 50% ciascuno proprio dalla Regione e da FS) sono in pieno conflitto d’interessi, visto che l’ente è al tempo stesso il programmatore e il compratore dei servizi ferroviari regionali, nonché il proprietario di Trenord, di cui nomina il management. Intanto che si aspettano le riforme sulla concorrenza promesse da Draghi perseverano con comportamenti consociativi ed inefficienti che guardano al passato anziché al futuro della transizione ecologica.

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