26 Maggio 2019

Salvadoregno arrestato per maltrattamenti alla moglie

Un salvadoregno di 26 anni è stato arrestato dai Carabinieri per maltrattamenti alla moglie, una connazionale di 25 anni, che ha riportato ferite giudicate guaribili in 21 giorni. Attorno alle 9 di sabato la donna ha chiesto l’intervento dei militari nel suo appartamento in via dell’Aprica, dove il compagno la stava minacciando e picchiando per l’ennesima volta. Ai carabinieri del nucleo operativo, infatti, ha spiegato che le violenze andavano avanti dal 2017 ma che non ha mai denunciato per paura di ritorsioni. E’ stata trasportata all’ospedale Niguarda dove le hanno riscontrato “contusioni multiple e un disturbo da stress post traumatico“. ANSA  

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Anche Salvini ha votato a Milano

Anche Matteo Salvini ha scelto di votare a Milano. “Bella, molto bella, c’è cambiamento si sente nell’aria“. Ha dichiarato il vicepremier arrivando al seggio per votare alle europee, a chi gli chiedeva che giornata sarà. Salvini, che è anche ministro dell’Interno, ha spiegato che “per il momento è tutto tranquillo, non ci sono segnalazioni di irregolarità“. ANSA  

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Silvio Berlusconi ha votato in via Scrosati

Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, ha votato per le elezioni europee, nel seggio allestito presso la scuola media di via Scrosati, nel quartiere Lorenteggio. L’ex premier ha atteso il suo turno in coda nel corridoio del seggio e, nel frattempo, ha salutato alcuni cittadini, stretto mani e fatto selfie e foto. Poi è entrato a votare nella cabina elettorale e all’uscita ha ringraziato fotografi, operatori video e giornalisti dicendogli: “A tutti voi grazie e buon lavoro“. Prima di lasciare il seggio Silvio Berlusconi ha parlato con i giornalisti spiegandogli che “sono venuto qui a votare perché per tanti anni sono stato qui con la mia mammina a votare. Sono un sentimentale“. A chi gli ha fatto notare che non era registrato al seggio Berlusconi ha detto: “un candidato può scegliere dove andare a votare e io ho scelto il ricordo“. ANSA  

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Elezioni Europee, affluenza

Alle ore 12 in Lombardia per le Elezioni Europee hanno votato il 21,03% degli aventi diritto contro il 20,93% della precedente tornata elettorale. Nella provincia di Milano sono stati il 19,07% gli elettori a recarsi alle urne (contro il 18,7%), mentre a Milano i votanti sono stati il 18,15 % (contro il 17,62%). Un risultato in linea con quello del 2014 rispetto al quale vi è stato un leggero aumento di pochi decimi di punto percentuale. Alle ore 19 i votanti in Lombardia sono stati il 52,44% contro il 51,13% della precedente tornata elettorale. Nella provincia di Milano hanno votato il 48,82% gli elettori (contro il 48,30%), mentre a Milano si sono recati alle urne il 46,73% degli aventi diritto (contro il 44,95%). Continua l’aumento tendenziale dei votanti in modo più deciso che alle 12. Alle ore 23 si sono chiuse le urne e in Lombardia avevano votato il 64,10% degli aventi diritto contro il 66,43% del 2014. Sono stati invece il 61,18% (contro il 63,75%) i votanti nella provincia di Milano, mentre in città si sono recati alle urne il 58,7% (contro il 60,00%) dei milanesi. Si è quindi invertita con una perdita di circa il 2% la tendenza che fino al pomeriggio vedeva i votanti in aumento.  

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Elezioni, questa volta scegliamo bene

Questa volta scegliamo bene. Le elezioni sono importanti sempre, ma questa volta di più: come dimostra la crisi di alcuni suoi rappresentanti storici, il meccanismo dell’Unione Europea sta iniziando a funzionare. Le attività dei parlamenti nazionali, o forse dovremmo dire regionali, sono ormai per la gran parte un riflesso di ciò che accade in Europa. I veri cambiamenti si decidono a Strasburgo,  dove il Parlamento delle nazioni europee stabilisce le regole a cui tutti devono adeguarsi. E attenzione a sottovalutare l’importanza di un’unione di popoli come quella europea: mezzo miliardo di persone sono anche in grado di mettere all’angolo colossi come Facebook, di cui sono ancora tra l’altro il principale prodotto, ops cliente: insieme gli europei possono fare qualunque cosa e nessuno può davvero competere con un’unione di popoli come quella europea.  In un periodo di grande cambiamento, l’Europa deve cambiare e perciò dobbiamo contare in Europa. E prima ancora di contare a Roma: serve una rappresentanza forte nelle idee, portata avanti da persone con esperienza e senso delle istituzioni. Nel nuovo Parlamento europeo servirà dunque questo profilo, almeno così penso io, e proprio questo profilo indica chiaramente Giorgia Meloni. Fratelli d’Italia può contare sulla sua guida, per altro l’unico partito rilevante guidato da una donna, e su candidature di politici navigati come Stefano Maullu. Nomi che, penso io, possono offrire qualcosa che ora l’Unione Europea ha perso essendosi troppo concentrata sul mettere a punto i suoi meccanismi: prospettive. Una parola che è mancata per troppo tempo, impegnati come eravamo a contare le bottiglie di Junker e a finanziare solo l’industria tedesca e l’agricoltura francese. Oggi dobbiamo alzare lo sguardo verso i prossimi decenni in cui dovremmo affrontare sfide ben più impegnative di quelle degli ultimi anni: settant’anni di pace hanno distratto gli europei, ora è il momento di svegliarsi.  

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