31 Maggio 2023

L’importanza dei servizi sociali per una città come Milano: costruire comunità resilienti e inclusione per tutti

L’importanza dei servizi sociali per una città come Milano: costruire comunità resilienti e inclusione per tutti Introduzione: Milano, una delle città più vivaci e cosmopolite d’Italia, brilla per il suo patrimonio culturale, la moda, la finanza e molto altro. Tuttavia, dietro l’immagine glamour e sfarzosa, si cela una realtà che richiede un’attenzione particolare: la presenza di disuguaglianze sociali e sfide che devono essere affrontate. In questa prospettiva, i servizi sociali emergono come una componente vitale per il tessuto urbano di Milano, contribuendo a costruire una città più inclusiva, resilienti e sostenibile per tutti i suoi cittadini. Supporto alle fasce vulnerabili: I servizi sociali offrono un sostegno essenziale alle persone e alle comunità più vulnerabili di Milano. Attraverso programmi di assistenza sociale, assistenza sanitaria, assistenza all’infanzia e servizi per anziani e disabili, queste persone ricevono l’aiuto di cui hanno bisogno per affrontare le difficoltà economiche, sociali e sanitarie. Questo sostegno aiuta a mitigare le disuguaglianze e a creare un ambiente in cui ogni individuo abbia la possibilità di svilupparsi e raggiungere il proprio potenziale. Promozione dell’inclusione sociale: I servizi sociali sono uno strumento potente per promuovere l’inclusione sociale. Essi lavorano per eliminare le barriere che impediscono alle persone di partecipare pienamente alla vita della città. Attraverso l’offerta di programmi di formazione e di inserimento lavorativo, i servizi sociali aiutano le persone svantaggiate a integrarsi nel mercato del lavoro e ad acquisire competenze necessarie per una vita indipendente. Inoltre, promuovono la diversità e l’accettazione delle differenze, creando una società più coesa e solidale. Prevenzione e intervento precoce: I servizi sociali non si limitano solo a fornire un supporto reattivo, ma investono anche nella prevenzione e nell’intervento precoce. Attraverso programmi educativi, consulenza e sostegno alle famiglie, si lavora per prevenire l’insorgenza di problemi sociali e per intervenire tempestivamente in situazioni di rischio. Questo approccio preventivo consente di affrontare le sfide in modo proattivo, riducendo gli impatti negativi sulla società e sulle persone coinvolte. Costruzione di comunità resilienti: I servizi sociali contribuiscono alla costruzione di comunità resilienti. Attraverso iniziative di coinvolgimento comunitario e di partecipazione attiva, si stimola la coesione sociale e si promuove il senso di appartenenza alla comunità. La creazione di reti di sostegno e la promozione del volontariato e del lavoro di squadra, aiutano le persone a superare le difficoltà e a trovare soluzioni collettive ai problemi che affrontano. Questa resilienza comunitaria si traduce in una città più forte e capace di affrontare le sfide future. Conclusioni: I servizi sociali svolgono un ruolo fondamentale nella costruzione di una città come Milano, in cui l’inclusione sociale, l’equità e la solidarietà sono valori centrali. Essi contribuiscono a mitigare le disuguaglianze, a promuovere l’inclusione, a prevenire i problemi sociali e a costruire comunità resilienti. Investire nei servizi sociali significa investire nel benessere di tutti i cittadini, creando un ambiente più equo, giusto e sostenibile per tutti. È solo attraverso un impegno congiunto delle istituzioni, delle organizzazioni e dei cittadini che Milano potrà continuare a crescere come una città che si preoccupa del benessere di tutti i suoi abitanti.

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Dire “stop al digital divide” si può, la sinergia tra pubblico e privato spinge verso l’innovazione

Dire “stop al digital divide” si può, la sinergia tra pubblico e privato spinge verso l’innovazione * di Allegra Civai La Fondazione AIDR propone un avviso pubblico per provare a fare rete e sensibilizzare i cittadini sull’importanza della preparazione digitale Collaborare sembra essere la parola d’ordine, la svolta per recuperare definitivamente il divario digitale presente nelle telecomunicazioni. Un divario generazionale tra giovani pronti ad abbracciare le nuove tendenze, fatte di social e intelligenza artificiale, e anziani invece disorientati da un mondo che ancora non gli appartiene. Ma non solo, anche un gap culturale dato dalle diverse competenze della popolazione. A tal proposito il 9 febbraio, alla presenza del Ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, e il 9 maggio, alla presenza del Ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, presso lo spazio “Esperienza Europa – David Sassoli”, si è siglato l’accordo di collaborazione tra Fondazione AIDR (Assocazione Italian Digital Revolution), Parlamento e Commissione Ue, per la realizzazione del programma dell’Anno europeo delle competenze. L’obiettivo? Proporre un avviso pubblico per provare a fare rete tra pubblico e privato per sensibilizzare studenti, dipendenti pubblici e privati o semplici cittadini sull’importanza della preparazione digitale. Su questo tema è intervenuto anche Roberto Basso, Direttore External Affairs and Sustainability di WindTre, che al Forum PA, il più grande evento nazionale sulla modernizzazione della pubblica amministrazione, ha affermato di contrastare il digital divide con programmi di educazione a doc per anziani e neo-connessi. Un lavoro a due mani tra pubblico e privato, che lo scorso anno ha visto WindTre portare competenze digitali anche nei comuni più piccoli, con corsi di formazione rivolti alla popolazione, alle amministrazioni e alle piccole imprese. Tra il 2022 e l’inizio di quest’anno sono 85 i comuni che hanno sottoscritto il protocollo d’intesa Borghi Connessi e una decina le città con le quali si cerca di realizzare la trasformazione urbana digitale in ottica Smart City. Inoltre, WindTRE ha puntato sul trasformare i propri negozi in dei veri e propri punti di assistenza, contatto e formazione per le persone. Il focus non è solo sul digital divide, ma anche sull’innovazione. Stefania Matrone, Direttrice Transformation & Development Office di WindTre ha spiegato che l’obiettivo dell’azienda è quello di modernizzare, usando i 18 miliardi di dati che transitano sulla loro rete mobile ogni giorno, in modo da poter aiutare le amministrazioni comunali e le aziende che vogliono innovare secondo un approccio data-driven, usando quindi i dati per prendere le decisioni. E chi sa se questa volta sarà la volta buona per un digitale paritario e utile per tutti.

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FPS: Milano città a forte vocazione solidale 180.000 volontari, oltre 15 persone su 100 sopra i 14 anni

FPS: Milano città a forte vocazione solidale180.000 volontari, oltre 15 persone su 100 sopra i 14 anni. Con oltre 180.000 volontari, Milano si conferma una città a forte vocazione solidale: svolgono attività benefiche oltre 15 persone su 100 fra le persone con più di 14 anni. É quanto emerge dalla presentazione nel capoluogo lombardo del Rapporto “Sussidiarietà e… sviluppo sociale”, realizzato dalla Fondazione per la Sussidiarietà con Istat. Due terzi dei volontari milanesi operano in organizzazioni, mentre un terzo in modo diretto. I volontari sono divisi equamente fra uomini (51%) e donne (49%). La fascia di età con maggiore presenza è fra 45 a 64 anni. Due terzi dei volontari hanno un diploma di scuola superiore o la laurea. Fra le persone in buone condizioni economiche quasi una su quattro fa volontariato, ma l’impegno è forte anche fra chi ha una situazione più modesta (10%). Il 14% di chi ha un lavoro fa volontariato; il 10% fra disoccupati, pensionati e casalinghe. Il Rapporto rivela che la sussidiarietà, intesa come partecipazione ad attività collettive, sociali e politiche, contribuisce a migliorare la qualità della vita, facilita la ricerca di un lavoro e riduce il rischio di povertà. La partecipazione a programmi di formazione continua favorisce l’inserimento nel mondo del lavoro, a tutte le età (0,7 su una scala da 0 a 1). A livello nazionale il non profit dà un contributo vitale all’Italia: il valore della produzione ha raggiunto nel 2022 gli 84 miliardi di euro (+5% rispetto al 2020). All’incontro, oggi alle 18,30 nel Salone degli Affreschi della Società Umanitaria intervengono Giuseppe Sala, Sindaco di Milano, Gian Carlo Blangiardo, già Presidente di Istat, Paolo Bonassi, Executive Director Strategic Support, Intesa Sanpaolo, Guido Borsani, Presidente Fondazione Deloitte, Barbara Colombo, Presidente UCIMU, Eugenio Massetti, Vicepresidente Vicario Confartigianato Imprese, Alberto Sinigallia, Presidente Fondazione Progetto Arca, Luigi Taranto, Segretario generale Confcommercio, Giorgio Vittadini, Presidente Fondazione per la Sussidiarietà. “Questa ricerca fotografa un aspetto della nostra città poco valorizzato, seppur fondamentale nella definizione della sua identità: Milano è da sempre una città solidale, attenta a chi ha più bisogno”, afferma il Sindaco di Milano Giuseppe Sala, “Siamo felici di sapere che oltre 180mila persone fanno volontariato, ma non possiamo fermarci a questi numeri. Bisogna crescere e far crescere la cultura della solidarietà e del sostegno reciproco. Istituzioni, imprese private, Terzo Settore, cittadini devono lavorare insieme per fare meglio e di più per chi ha meno possibilità o vive in condizioni di disagio, economico e sociale, per permettere alla nostra comunità uno sviluppo e un futuro più equo e più giusto”. “La ricerca, la prima del genere in Italia, dimostra che la presenza di un privato sociale attivo e dinamico contribuisce ad attenuare le condizioni di disagio e favorisce l’occupazione”, afferma Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, “Il terzo pilastro tra Stato e mercato, la comunità, gioca un ruolo chiave per lo sviluppo. Lo studio mostra che la sussidiarietà è il carburante nel motore del sistema socio-economico”. “Intesa Sanpaolo ha sempre posto grande attenzione ai temi sociali come presupposto di crescita del Paese, attenzione rafforzata nel Piano d’Impresa con lo sviluppo di numerose iniziative concrete entro il 2025: un programma di contrasto alle povertà che, con oltre 24 milioni di interventi, è riconosciuto tra i più significativi del Paese, progetti per favorire la formazione e l’ingresso di giovani nel mondo del lavoro, sostegno benefico ad organizzazioni e associazioni, finanziamenti al Terzo settore, oltre al volontariato, che coinvolge molti colleghi del Gruppo in tutta Italia. Un impegno di tale portata non sarebbe possibile senza una forte collaborazione e integrazione delle competenze con soggetti di diversa natura – istituzioni, enti non profit – il cui presupposto è la sussidiarietà, intesa come valore per la comunità e per la persona. Di particolare utilità quindi il Rapporto della Fondazione presentato oggi”, ha commentato, Paolo Bonassi, Executive Director Strategic Support Intesa Sanpaolo. “Il Rapporto Sussidiarietà e Sviluppo Sociale racconta una società segnata da crescenti disuguaglianze socio-economiche. Al contempo, evidenzia la presenza di una molteplicità di attori consapevoli del proprio ruolo per lo sviluppo di una società più equa, ambientalmente e socialmente sostenibile: fra questi, gli attori del settore privato sono chiamati ad esercitare con sempre maggiore attenzione la propria responsabilità sociale”, osserva Guido Borsani, Presidente Fondazione Deloitte, “La collaborazione di tutte le parti sociali rappresenta l’elemento centrale attorno al quale costruire un nuovo modello di sviluppo”. “Lo sviluppo sociale è considerato oggi, a tutti gli effetti, uno degli ambiti e quindi una delle finalità che un’azienda considera nello svolgimento della propria attività, in linea con l’approccio strategico ESG sempre più diffuso anche tra le aziende costruttrici di macchine utensili. Dunque, quella che, fino a poco tempo fa, era considerata una “semplice” buona pratica messa in atto da gran parte delle aziende del settore, per lo più PMI, legate al territorio e alla comunità di cui fanno parte, oggi è divenuta asset fondamentale per la competitività delle singole imprese e dell’intero settore”, ha affermato Barbara Colombo, presidente UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE, l’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione. “All’inizio degli Anni Duemila”, afferma il Vice Presidente di Confartigianato Imprese, Eugenio Massetti, “fra vari studiosi nacque e crebbe un dibattito sul valore o meno di alcune particolarità del modello italiano: policentrismo, poliarchia, sussidiarietà. Soprattutto queste ultime due strettamente connesse, come a presentare le possibilità vere del Paese. Il Rapporto che viene presentato parla dell’economia sociale come ‘ecosistema’. Se si va agli inviti di Papa Francesco la ‘sostenibilità’ nasce dall’assunzione di Relazioni che danno modo ad un soggetto di sentirsi ‘in dialogo’, con gli ambienti della sua vita. Anche la sussidiarietà, continua Massetti, non produce da sola ‘sviluppo sociale’ se non connessa con la generazione di Senso nei molteplici aspetti della quotidianità; e per quanto ci riguarda saper fare associazionismo vuol dire lavorare in questa direzione. Per questo la partecipazione delle persone ad attività collettive arricchisce la loro vita. C’è la necessità di comprendere che la Sussidiarietà è un Processo, e non solo una modalità; un processo in cui nel proprio

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La 37° Biker Fest Internazionale raccontata dall’influencer Pheneasi

La 37° Biker Fest Internazionale raccontata dall’influencer Pheneasi. Cappello cowboy e stivaletti texani, è il nuovo ambasciatore della cultura biker che con il suo canale YouTube sta portando un po’ di America in Italia. Si chiama Pheneasi, è di Milano, ma a vederlo non si direbbe. Harley-Davidson e anelli sulle dita, è un biker di quelli che amano la vita on the road. Da poche settimane ha aperto il suo canale sulla piattaforma di Google e di weekend in weekend sta documentando i principali motoraduni ed eventi della custom culture. Lo abbiamo visto a Lignano Sabbiadoro dove ha documentato la 37° Biker Fest Internazionale, tra US cars e moto custom ha partecipato anche come giurato per il secondo anno consecutivo al principale Pin-Up Contest in Italia. Potrebbe definire la biker fest di quest’anno come un successo? Beh questo possono dirlo solo gli organizzatori, ma sia da utente, sia da giurato del Pin-Up contests posso dire solo una parola: fantastico. E’ stato incredibile vedere una biker fest così piena di gente, così colorata, davvero una boccata d’aria fresca dopo gli ultimi anni di covid. Sono accorsi turisti dall’austria, slovenia, abbiamo incontrato persone da mezza europa. Respirare queste emozioni è qualcosa di indescrivibile, e non mi riferisco alla gomma bruciata nei burnout. Quale impatto ha un evento del genere sull’economia locale? Sicuramente un impatto positivo, allunga la stagione turistica anticipandola, stessa cosa la Bike Week di settembre, ma sono tanti gli eventi che hanno questo risultato. I motoraduni e gli eventi motociclistici in generale hanno il potere di trainare un importante indotto locale, la Biker Fest con i suoi 37 anni di storia ne è un esempio. Provate a prenotare un hotel nello stesso periodo in qualsiasi località balneare italiana e non troverete strutture al completo. Anche eventi più piccoli hanno un effetto importante, ad esempio lo Sporty Meeting a Grazzano Visconti è un esempio di come un paesino in stile medievale possa animarsi grazie alla custom culture. Quale tipo di contenuto digitale può raccontare meglio un evento di questo genere? Gli eventi vanno vissuti, ma anche ricordati, per questo motivo dopo anni sui social a documentare eventi con brevi video, ho deciso di lanciarmi su YouTube. Un bel video da 15 – 20 minuti è in grado di fare immergere gli utenti all’interno dell’evento, vedere le edizioni precedenti crea l’aspettativa in quello futuro, la cosiddetta hype. E poi ovviamente il video è un bel ricordo, vedere il proprio mezzo ripreso in un video genera sempre un certo orgoglio, perché sia che tu abbia una U.S. car o una moto custom, una delle cose che preferisci è farla vedere. La community harley-davidson come è rappresentata nel mondo digitale? In Italia molto poco, per questo motivo i video che carico hanno già raggiunto migliaia di visualizzazioni. E’ un mondo molto popolato, quello degli amanti di Harley-Davidson e della cultura biker in generale, però è sotto-rappresentato nel web. Pochi creators, pochi canali, e soprattutto pochi contenuti italiani che invoglino giovani e meno giovani a partecipare a questo contesto molto positivo. Di recente YouTuber come Jack_nbc si sono avvicinati al mondo Harley ed è stato bello vedere nuovi contenuti in questo piccolo universo. Come ha sviluppato la passione per l’Harley-Davidson? Andavo ad EICMA fin da piccolo, guardavo le moto con mio papà. Lo step successivo sono stati i motoraduni e gli autoraduni, da lì alla prima custom il passo è stato breve: una bellissima Keeway Superlight 125 che porto nel cuore. L’ho smontata tutta e mi sono divertito a modificarla, ma poi la voglia di Harley era troppo forte. Il mito mi ha “chiamato” e ho scelto il mezzo giusto per vivere lunghi viaggi on the road in coppia, il mio TriGlide Ultra.

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