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Consiglio Nazionale di Forza Italia e sulla linea politica di Antonio Tajani: verso la via del centro, guidando il rilancio tra le nuove regole, il radicamento e l’identità.

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Nel Consiglio Nazionale di Forza Italia tenutosi a Roma, Antonio Tajani ha delineato con chiarezza la rotta del partito azzurro verso il 2027, tracciando un percorso che punta a un equilibrio sempre più netto nel centrodestra italiano. È l’immagine di un partito che, pur fedele al suo passato berlusconiano, intende radicarsi con nuovi strumenti e una nuova identità nel panorama post-leader. Al centro del discorso del segretario nazionale ci sono parole chiave che segnalano una visione chiara: solidità, rinnovamento, moderazione, Europa. Tajani rivendica per Forza Italia un profilo autonomo rispetto agli alleati, dichiarando senza ambiguità che “siamo diversi da FdI e Lega” e che il contributo azzurro è essenziale per “rendere equilibrato un centrodestra che altrimenti, forse, non si chiamerebbe più centrodestra”. Non è una semplice frase ad effetto, ma un posizionamento politico consapevole: Forza Italia intende rappresentare il polo liberale, atlantista e cristiano-riformista, in una coalizione spesso sbilanciata su pulsioni sovraniste e populiste. È la prosecuzione, in chiave contemporanea, dell’intuizione originaria di Berlusconi: unire i moderati, costruire una forza di governo credibile e filo-occidentale. Non mancano, però, elementi di riforma interna. Le modifiche allo statuto, tra cui l’elezione diretta dei Segretari Regionali e l’obbligo di due anni di tesseramento per votare al CongressoNazionale, sono segnali di volontà di strutturare una nuova democrazia interna, allontanandosi dalla vecchia logica verticistica e personalistica. Forza Italia si propone come partito politico “vero, non più solo contenitore leaderistico. Significativi anche i nuovi ingressi annunciati: Sindaci civici come Peppe Cassì (Ragusa) e Antonfrancesco Vivarelli Colonna (Grosseto), e la consigliera lombarda Marisa Cesana, esprimono una strategia chiara di apertura alla società civile e di costruzione di una nuova classe dirigente territoriale, a partire dai Comuni e dalle Regioni. Una scelta necessaria, in vista delle tornate elettorali regionali in Marche, Veneto, Toscana, Campania, Val d’Aosta e Puglia. L’obiettivo a medio termine è chiaro: consolidare Forza Italia come forza centrale nel centrodestra, sostenere una riforma elettorale proporzionale (che meglio valorizza le forze intermedie) e presentarsi al 2027 con una rete di dirigenti e consensi diffusa, e consolidata. Antonio Tajani non nasconde l’ambizione di rafforzare il partito: “Serve Forza Italia per tenere saldo l’equilibrio del centrodestra”, ha detto con tono sobrio, ma fermo. Un’affermazione che, tra le righe, suona anche come un messaggio ai partner politicisenza un centro forte, la coalizione rischia di sbilanciarsi definitivamente verso l’estremismo. Nel vuoto lasciato dalla fine dell’era Berlusconi, Forza Italia prova ora a diventare adulta. Tajani si candida a esserne il custode e il ricostruttore, con una visione più istituzionale e meno spettacolare, ma non per questo meno ambiziosa.

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