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‘Ndrangheta all’Isola, sequestri e arresti

Il Gico del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano sta sequestrando, con la Polizia locale, 4 società che gestiscono locali di ristorazione all’interno del Mercato comunale milanese nel quartiere Isola, zona della movida, in un’inchiesta del pm della Dda Silvia Bonardi sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta, che ha portato anche a un’ordinanza del gip Sonia Mancini di custodia cautelare in carcere per 14 persone. Indagini con al centro la cosca dei Piromalli di Gioia Tauro (Reggio Calabria) e le accuse di associazione mafiosa, estorsione, rapina, trasferimento fraudolento di valori e traffico illecito di rifiuti. ANSA

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Guardia di Finanza: 58 arresti per traffico internazionale di stupefacenti tra l’Italia e la Spagna, riciclaggio e frode fiscale

La Guardia di Finanza di Milano, su delega della Procura della Repubblica di Milano – Direzione Distrettuale Antimafia, sta eseguendo una maxi operazione a contrasto del traffico internazionale di sostanze stupefacenti, riciclaggio, esercizio abusivo del credito e frode fiscale. Oltre 400 finanzieri sono impegnati nell’esecuzione di 46 ordinanze di custodia cautelare (33 in carcere e 13 ai domiciliari) emesse dal Gip di Milano su richiesta della D.D.A. e di 12 fermi per indiziato di delitto emessi dalla Procura della Repubblica, eseguiti nelle province di Milano, Bergamo, Brescia, Monza, Varese, Mantova, Torino, Alessandria, Asti, Prato, Roma, Teramo, Catania, Salerno e Spagna, con il supporto del Servizio Centrale Investigazioni Criminalità Organizzata di Roma, della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga – Dipartimento di P.S. e del Corpo della Polizia Locale di Milano. Con l’ausilio di unità cinofile cash dog e antidroga, sono inoltre in corso 96 perquisizioni su tutto il territorio nazionale, Spagna e Svizzera in abitazioni ed aziende risultati nella disponibilità dei soggetti coinvolti. Le attività investigative hanno condotto all’individuazione dei canali di approvvigionamento e della rete di spaccio di hashish e marijuana per circa 30 tonnellate, ricostruendo traffici per 42 milioni di euro e un giro di contante di 26 milioni di euro in poco più di un anno. Sono stati inoltre sequestrati 10 compendi aziendali, 52 immobili in Lombardia e altre Regioni del Nord Italia, beni mobili e disponibilità finanziare per 9 milioni di euro, ritenuti di provenienza illecita ovvero sproporzionati rispetto al reddito o all’attività economica svolta dai sodali dell’organizzazione criminale, composta da un gruppo di italiani e spagnoli, coadiuvati da soggetti di etnia albanese e cinese. In particolare, l’indagine si è focalizzata sulla ricostruzione delle modalità di pagamento utilizzate dai narcotrafficanti, i quali, per saldare gli acquisti delle partite di droga, si avvalevano di “servizi bancari” abusivi gestiti da soggetti di etnia cinese, che fungevano da veri e propri “centri di raccolta” del denaro da trasferire in Spagna. Il sistema in questione si basa su un meccanismo di rimessa informale di denaro denominato fei’chi en, simile alla hawala islamica. I soggetti cinesi (nella quasi totalità titolari di esercizi commerciali) ricevevano contante da trasferire in Spagna, in modo anonimo, veloce e non tracciabile, dietro pagamento di una commissione variabile dall’1,5% al 2%. Il metodo di pagamento dello stupefacente individuato si basava sulla compensazione senza trasferimento fisico di valuta, secondo partite di credito/debito bilanciate tra connazionali cinesi inseriti in un circuito criminale transnazionale e che offrono analogo servizio all’estero. Per l’accettazione del controvalore “nominale” della somma versata in Italia veniva utilizzato un codice di riconoscimento (tipo token), solitamente rappresentato dal seriale di una banconota di piccolo taglio, consegnata dal corriere al collaterale spagnolo. Solo in caso di coincidenza tra il seriale della banconota e il numero comunicato dal punto di raccolta in Italia, la compensazione poteva considerarsi andata a buon fine. È stato appurato inoltre che il denaro consegnato dai trafficanti di droga negli esercizi commerciali cinesi (nell’ordine delle decine di milioni di euro) veniva subito dopo “venduto” a una diversa associazione criminale composta da imprenditori italiani operanti nel settore dell’acciaio e della plastica, dediti a sistematiche frodi Iva con l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti (con bonifici all’estero verso Cina, Svizzera e Hong Kong). Nello schema fraudolento il pagamento di fatture per operazioni inesistenti è correlato alla successiva retrocessione dei relativi importi in denaro contante, senza essere tracciati dagli organismi antiriciclaggio. La peculiarità dell’indagine è rappresentata dalla documentata circostanza che lo stesso contante provento del traffico di droga diventa la provvista in nero degli evasori fiscali, realizzando una perfetta commistione tra profitti illeciti della criminalità comune e della criminalità economica e tutto ciò per milioni di euro! La responsabilità degli indagati sarà definitivamente accertata con la sentenza irrevocabile di condanna. Le misure restrittive sono state emesse in fase di indagini preliminari e, allo stato delle attuali acquisizioni probatorie, in attesa di giudizio definitivo, è doveroso sottolineare che vale la presunzione di non colpevolezza degli indagati. La diffusione del presente comunicato stampa è autorizzata dalla Procura della Repubblica di Milano in ottemperanza alle disposizioni del Decreto Legislativo n. 188/2021, ritenendo sussistente l’interesse pubblico all’informazione, con particolare riferimento al contrasto dei traffici illeciti, nonché di ogni altra forma di criminalità economico-finanziaria. L’odierna operazione testimonia il costante impegno dell’Autorità Giudiziaria e della Guardia di Finanza a contrasto del narcotraffico, dei traffici illeciti nonché di ogni altra forma di criminalità economica, attraverso l’individuazione degli enormi flussi finanziari riciclati nel circuito economico legale.

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Altri arresti per le tangenti sulle protesi dentali

Altri 3 arresti nell’inchiesta della Procura di Milano per presunte mazzette su protesi e apparecchi dentali, i cui costi maggiorati pesavano sui pazienti. Stamane i finanzieri del Comando Provinciale di Milano, coordinati dal pm Paolo Storari stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di 3 persone accusate di corruzione per atti contrati ai doveri d’ufficio. Nell’indagine, che nei mesi scorsi ha già portato altre cinque persone ai domiciliari, tra cui due medici e il legale rappresentante di una società leader nel settore dell’odontotecnica, sono indagate 11 persone. Il provvedimento degli arresti domiciliari è stato firmato dal gip di Milano Cristian Mariani e riguarda ancora una volta Roberta Miccichè, l’ex legale rappresentante di Wisil Latoor (già ai domiciliari), società leader del settore e commissariata dallo scorso giugno, un dipendente e Stefano Ferrari Parabita, medico odontoiatra di Brescia che lavora presso la sede di Monza della Smart Dental Clinic (Gruppo San Donato) clinica convenzionata con il Servizio Sanitario Nazionale. I fatti contestati arrivano fino allo scorso gennaio. ANSA [the_ad id=”36270″]

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Estorsioni e usura: 7 arresti

Gli agenti della Polizia di Stato, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, hanno eseguito nelle province di Milano e Pavia, diverse misure cautelari nei confronti di persone ritenute responsabili di usura ed estorsione, aggravata dal metodo mafioso, spaccio di stupefacenti ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. Si stima che in totale il giro di affari legato alle sole emissioni di false fatture ammontasse a diversi milioni di euro mentre è stata scoperta una “vendita di denaro” da parte di alcuni degli indagati che consentiva di poter camuffare dei prestiti di tipo usuraio: si sono verificate anche estorsioni ed è stato riscontrato sfruttamento di manodopera in nero. Durante le indagini il Tribunale di Milano – Sezione Misure di Prevenzione – aveva emesso un decreto di sequestro a carico di uno degli indagati, risultato affiliato alla ‘ndrangheta, in particolare alla locale di Giussano (Monza e Brianza), direttamente collegata alla locale di Guardavalle (Catanzaro). L’uomo è risultato gestore di fatto, attraverso una serie di prestanome, di società cartiere che emettevano false fatturazioni al fine di mascherare altre operazioni ed attività illecite. Gli agenti della Divisione Anticrimine e gli investigatori della Squadra Mobile, hanno raccolto le dichiarazioni di due presunte vittime di usura da parte dell’indagato destinatario del provvedimento di sequestro. Avrebbe prestato loro somme di denaro a tassi di interesse usurario, variabili tra il 10% e il 30% mensili che, se non restituiti, avrebbero determinato delle pesanti conseguenze nei loro confronti. Le operazioni vedono impegnati decine di poliziotti, anche della Squadra Mobile di Pavia. Dei dieci indagati, tre sono stati portati in carcere, quattro ai domiciliari e uno sottoposto alla misura dell’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria. ANSA

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Spaccio e riciclaggio: dieci arresti

I carabinieri del Comando provinciale di Milano hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare a carico di dieci indagati ritenuti responsabili – a vario titolo – di traffico di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio e ricettazione. I provvedimenti sono stati eseguiti nelle province di Milano, Bergamo, Pavia, Pesaro, Ascoli Piceno, Brindisi e Bari. L’indagine era cominciata nel Novembre del 2017 e ha smantellato un’organizzazione dedita al traffico di sostanze stupefacenti e attiva in diverse province del Nord e Centro Italia. Il denaro provento dello spaccio era periodicamente ritirato da un membro dell’organizzazione che lo nascondeva in normali bagagli da stiva e lo trasferiva il prima a Hong Kong, dove il denaro veniva consegnato ad un money exchange che si occupava di cambiare la valuta e, con trasferimenti bancari, dirottarla in Marocco. Qui era completato il processo di “pulizia” del denaro reinvestito in attività commerciali apparentemente lecite (operanti prevalentemente nel settore dell’ abbigliamento), e impiegato in altre operazioni finanziarie o per acquistare altra droga I militari hanno sequestrato, nel corso delle indagini, 720 chilogrammi di sostanza stupefacente (marijuana, hashish, cocaina ed MDMA) mentre si stima che il denaro transitato su Hong Kong sia quantificabile in circa 200 milioni di euro. ANSA  

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Arresti per rapina, droga e furto

Giornata molto attiva per le Volanti della polizia, ieri a Milano, nel quotidiano contrasto alla criminalità: fra rapine, droga, furti e tentati furti sono state arrestate 6 persone. Alle 7 del mattino i primi due arresti per rapina ed estorsione in concorso: davanti alla discoteca Tocqueville, nella via omonima, due marocchini pregiudicati, di 18 e 25 anni hanno aggredito un italiano, di 29 anni, rubandogli il cellulare, e poi hanno preteso 30 euro per restituirglielo. Ora sono in carcere. Poco prima delle 13, in corso Sempione, un italiano di 38 anni, è stato bloccato con l’accusa di furto dopo essere entrato in un deposito di un cantiere di uno stabile in via di ristrutturazione e aver preso tre cassette di elettroutensili. L’aver indossato un giubbotto da lavoro e aver preso l’autobus 57 nella fuga gli è servito a poco. Alle 14.30 , in via Gozzarini, è stato controllato un marocchino di 38 anni, con precedenti: addosso aveva circa 9 grammi di cocaina suddivisa in 14 confezioni. Arresto anche per lui, per possesso di stupefacenti finalizzato allo spaccio, così come per un uomo e una donna, lui di 23 anni e lei di 20, marocchini irregolarmente in Italia, che alla stessa ora avevano aperto 12 cantine in un edificio in via Oglio. Proprio in una una di queste sono stati sorpresi. Rispondono di tentato furto. La ha fatta invece franca un rapinatore che in una farmacia di via Michele Saponaro, poco prima delle 14 è entrato nel locale, ha tirato un pugno in faccia al farmacista ed è scappato con 50 euro. ANSA  

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