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ATM, De Chirico (FI) e Mascaretti (FdI) attaccano management e Commissione di Controllo

“L‘aumento dei costi al viaggiatore, non è coinciso con investimenti in sicurezza e materiale rotabile“, è l’opinione su ATM di Alessandro De Chirico, Consigliere Comunale di Forza Italia, che poi elenca una lunga serie di incidenti e disservizi, “brusche frenate della metropolitana di cui non si capisce la causa“, “vibrazioni dei palazzi in corrispondenza di determinate fermate“, “deragliamenti su rotaie affosate nel manto stradale“, “accumulo infinito di ritardi“, “freni di un convoglio della M3 che hanno preso fuoco”… Secondo l’azzurro “è evidente che rispetto al passato ci sia una crisi nel management di ATM dove manca una visione trasversale dei problemi. Rispetto agli uomini di esperienza prima presenti nei ruoli apicali dell’azienda e che sono cresciuti insieme, cacciati troppo velocemente senza avere il tempo di trasmettere il know how alle nuove generazioni, i giovani specialisti sono scollati tra di loro, senza riuscire nemmeno a far dialogare i settori”. “In azienda c’è anche chi rimpiange Rota!” sottolinea De chirico, che poi conclude, “È normale che in ATM ci sia un solo uomo al comando del settore operativo, che oltre ad essere controllore è anche controllato? Sarebbe opportuno che il responsabile del servizio sia differente da quello della manutenzione”. Il Consigliere Comunale di Fratelli d’Italia Andrea Mascaretti, rileva a sua volta che, “nulla risulta fatto per prevenire questi gravi rischi”, nonostantele “le giunte Pisapia-Sala in meno di 7 anni abbiano raddoppiato il biglietto”, che era “rimasto inalterato” per 10 anni durante “le giunte Albertini-Moratti“. Secondo Mascaretti, “anche la commissione di controllo delle Partecipate ha le sue colpe perché ha archiviato l’argomento senza che il problema sia risolto! Ora basta – conclude l’esponente del partito della Meloni – se accadranno ancora incidenti, chiederemo le dimissioni dell’Assessore e di tutti i responsabili”.  

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Domenica 15 in arrivo un altro sciopero dei mezzi

Domenica 15 in arrivo un altro sciopero dei mezzi. E dopo quello scorso in cui era stato messo in dubbio il diritto a scioperare, non sorprende. Tanto più che era stato programmato, coma spiega la nota diffusa da Trenord: “Il sindacato OrSA ha nuovamente proclamato uno sciopero per domenica 15 dicembre. L’agitazione, che era stata ritirata dal sindacato lo scorso 27 novembre, è stata nuovamente proclamata, con obiettivi conflittuali verso l’azienda allo scopo di causare significativi disagi alla mobilità in occasione dei grandi eventi del periodo natalizio. Negli ultimi sei mesi, con tutte le altre organizzazioni sindacali Trenord ha siglato tre accordi storici che valgono, a favore dei lavoratori, oltre 13 milioni di euro. Contrariamente a quanto affermato pretestuosamente da OrSA, tali accordi preludono l’avvio delle trattative per il rinnovo del contratto di lavoro in un contesto di relazioni sindacali positive. OrSA, che rappresenta poco più del 14% del totale del personale, ha scelto invece la via conflittuale,nonostante le raccomandazioni della Commissione di Garanzia, puntando a nuocere tanto ai lavoratori quanto alle migliaia di persone che hanno programmato di utilizzare il treno alla vigilia delle festività natalizie. OrSA ha proclamato lo sciopero in un giorno festivo, per cui non sono previste le “fasce di garanzia” come accade invece nei feriali. Una scelta di totale indifferenza verso il diritto alla mobilità dei cittadini che rischia di generare disagi significativi anche sulla viabilità stradale. È il caso, per esempio, della “Città dei Balocchi” a Como, manifestazione per cui le istituzioni locali hanno invitato i visitatori a utilizzare i mezzi di trasporto pubblici, potenziati per l’occasione. Ma gli esempi potrebbero moltiplicarsi verso tutti i capoluoghi lombardi ricchissimi di attrazioni natalizie. Per questo Trenord, paventando rischi per l’ordine e la mobilità pubblici, ha informato le Prefetture di Milano e Como. L’azienda auspica che prevalga il senso di responsabilità dei lavoratori per dimostrare a tutti i cittadini il valore del servizio che Trenord offre sul territorio lombardo”.   Gli orari  Lo sciopero inizierà alle ore 3 di domenica 15 dicembre e terminerà alle ore 2 di lunedì 16 dicembre, senza fasce di garanzia. I treni regionali, suburbani e a lunga percorrenza di Trenord e il servizio Malpensa Express potranno subire limitazioni e cancellazioni. Circoleranno autobus sostitutivi senza fermate intermedie per le eventuali corse non effettuate tra Milano Cadorna (in partenza da via Paleocapa, 1) e Malpensa Aeroporto e tra Malpensa Aeroporto e Stabio. Per la Lunga Percorrenza saranno garantiti i treni indicati sul sito di Trenord al linkhttp://www.trenord.it/it/assistenza/treni-in-caso-di-sciopero.aspx Informazioni sull’andamento della circolazione saranno comunicate su sito e App Trenord e nelle stazioni, tramite i monitor e gli annunci sonori.

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Su Atm non è colpa solo di Sala

Su Atm non è colpa solo di Sala. Come abbiamo più volte sottolineato sull’Osservatore, Sala ha molte colpe, ma chi gli sta intorno altrettante. Opposizioni comprese. Un sindaco di centro destra condannato non lo avrebbe accettato nessuno, tanto per dirne una. Ma sulle partecipate, come Atm è difficile dargli tutte le colpe: come ha sottolineato pubblicamente Otello Ruggeri, FdI, a controllare la commissione deputata a occuparsi delle partecipate c’è un membro dell’opposizione. “Mentre parte dell’opposizione chiede le dimissioni del Direttore di ATM e altra parte si interroga sul perché delle inspiegabili brusche frenate della Metropolitana rossa, che hanno causato numerosi feriti, se fossi un vero giornalista – e non lo sono – mi chiederei: mentre accade tutto questo cosa fa la Commissione di Controllo sulle Partecipate? C’è stato un giudice a Berlino, ci sarà pure almeno un vero giornalista a Milano” ha scritto Ruggeri. Una domanda legittima, visto che in teoria è il motivo per cui i politici guadagnano soldi pubblici: dovrebbero cioè curarsi della cosa pubblica, ma nel senso di manutenerla e migliorarla. E la commissione lo sta facendo? Sicuramente qualcosa le è sfuggito: le metropolitane sono messe molto male, non attraversavano un momento come questo da parecchio tempo. E le altre partecipate non sono messe benissimo, impegnate come sono nella corsa impazzita verso un futuro sempre più cool della città. La locomotiva scricchiola, come abbiamo evidenziato in altri articoli, ma non è colpa solo di Sala. Lui è il primo della linea, ma dietro ci sono tanti altri. A partire da chi ha voluto ruoli di responsabilità, ma non pare avere le capacità per rivestire le stesse cariche.  

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Atm, trema il modello Milano

Atm, trema il modello Milano. L’ultimo incidente sulla metropolitana rossa è costato 17 feriti, tra cui una bambina. Un incidente però si può davvero definire tale se resta un episodio isolato, invece non è così. Di incidenti ormai ne sono capitati molti sulla linea Rossa. La prima e più importante di Milano. Sulla metro 5, o Lilla, stendiamo un velo pietoso: le scale mobili, e per adesso citiamo solo quelle, sono in perenne manutenzione. Eppure dovrebbero essere quelle più nuove di tutte, invece sembrano installate a inizio Novecento. Le metropolitane però a Milano sono qualcosa di più di un mezzo di trasporto: sono uno dei simboli della Milano efficiente e moderna che corre veloce verso altri successi. Una versione moderna delle locomotive che nell’Ottocento hanno reso sempre più piccolo il mondo. E adesso non funzionano più perfettamente, tutt’altro. I disservizi si accumulano, ma ancora peggio: si accumulano i feriti: con l’ultimo incidente siamo a decine e decine di feriti. Per carità, non è certo la guerra, ma è oggettivo che decine di persone sono rimaste contuse o ferite dagli incidenti della metropolitana. Il problema con i miti basati su piedi d’argilla è proprio questo: ai primi scossoni crolla tutto. E qualcuno si fa male. A volte pure molto male. Però siamo ancora in tempo: per adesso il modello scricchiola, ma regge. Facciamo ancora in tempo a ripensare le basi e mettere a punto le infrastrutture. Non evitiamo di guardare il problema, lo diciamo per Beppe l’onesto: affrontare con pragmatismo la realtà non mette in discussione la solidità di un sistema, anzi. La vera solidità del modello Milano non sono le rotaie (sulla M5 hanno sbagliato pure sulla curva a Garibaldi), ma nella serietà e nell’umiltà dei milanesi e di chi li governa. L’umiltà. Parola sconosciuta a Palazzo Marino con le ultime due giunte, ma che potrebbe essere la chiave del rilancio della città.    

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Scontro fra mezzi ATM e AMSA, 18 feriti, 2 gravi

Questa mattina in via Egisto Bezzi si è verificato uno scontro tra un autobus e un camion di Amsa, che ha causato il ferimento di diverse persone. Sul filobus della linea 90 si trovavano 15 persone e l’autista. L’impatto con il mezzo dell’Amsa è stato così forte che il filobus dell’Atm è stato sbalzato dalla corsia preferenziale su quella normale. E’ ancora da chiarire la dinamica dell’incidente. Una persona, all’arrivo dei soccorritori, era in arresto cardiaco ed è stata rianimata sul posto e trasportata all’ospedale Sacco dove è in gravi condizioni. Una donna di 49 anni, probabilmente una passante, è stata sbalzata dal mezzo ed è ricoverata in stato di coma. Il conducente del bus, secondo il 118, un uomo di 47 anni, ha riportato un trauma cranico commotivo ma non è in condizioni gravi, mentre l’autista del mezzo AMSA, per quanto cosciente, è rimasto incastrato nell’abitacolo e ha una sospetta frattura del femore. Il bilancio definitivo del 118 è di 18 persone coinvolte, di cui 12 ricoverate in ospedale, mentre sei persone sono state curate sul posto. ANSA  

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Atm contesta il diritto di scioperare

Atm contesta il diritto di scioperare. L’intervento di Arrigo Giana, direttore generale di Atm, ha messo in dubbio con un intervento pubblico il diritto di scioperare dei suoi dipendenti. Dopo decenni si iniziano dunque a contestare liberamente i diritti fondamentali delle persone con un lavoro. In un momento in cui ci sono sempre meno persone con un lavoro dignitoso, anche quelli vengono messi all’angolo. Vi riproponiamo le sue parole di commento allo sciopero previsto per oggi e domani. “È il momento di un cambio radicale, serve una svolta, è ora di parlare anche del diritto a muoversi dei cittadini. Bisogna affrontare in modo costruttivo il tema degli scioperi rivedendo le norme e aggiornandole alle attuali esigenze di mobilità delle città – dichiara Arrigo Giana, Presidente di Agens (Agenzia Confederale dei Trasporti e Servizi) e Direttore Generale di Atm (Azienda Trasporti Milanesi) – La priorità, infatti, è certamente continuare a garantire il diritto legittimo di scioperare ma allo stesso tempo tutelare anche gli spostamenti di milioni di cittadini che ogni giorno usano il trasporto pubblico per andare al lavoro, a scuola o per raggiungere strutture ospedaliere. Il tema della rappresentanza sindacale è cruciale: le aziende non possono essere ostaggio di minoranze che non hanno rappresentatività nel settore, ma hanno il potere di paralizzare le città. Per questo come associazione di categoria stiamo lavorando a una proposta di legge che prevede la proclamazione dello sciopero solo da parte di sindacati che hanno una rappresentatività congrua tra i lavoratori. Se così fosse, le componenti sindacali che raccolgono più consenso sarebbero anche più legittimate“. “Altro tema di riflessione – prosegue Giana – è la modalità di informazione. Le aziende per legge sono tenute a dare larga diffusione di uno sciopero ai cittadini almeno cinque giorni prima ma non hanno alcuna possibilità di informare la clientela sulle possibili reali ricadute. Quello che chiediamo è quindi di introdurre un obbligo individuale di comunicare all’azienda l’adesione almeno il giorno prima. Questo permetterebbe di dare informazioni e orientare così le scelte alternative, o meno, dell’utenza. Stabilire una regola in questo senso mi sembra una proposta di buon senso e di convivenza civile, perché se da un lato è sacrosanto il diritto di scioperare, dall’altro lo è anche quello dei cittadini di poter organizzare i propri spostamenti, il proprio lavoro e la propria vita- conclude Giana”.

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