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Sul candidato per Milano forse è meglio lasciar stare

Sul candidato per Milano forse è meglio lasciar stare. Potrebbe essere un’opzione: il centrodestra ammette di non essere in grado di selezionare uno sfidante per Sala, perché i tempi in cui zio Silvio da Arcore cacciava il contante per tutti è finito. Dunque convincere qualcuno a fare una campagna povera o magari addirittura a metterci i soldi, sembra molto difficile. Perché non lasciare stare? Sarebbe una scelta dignitosa per questa classe dirigente. Lasciate votare solo agli under 40 del centrodestra un candidato che si sa destinato a perdere, ma almeno si creerà la prossima generazione di politici. Magari meno litigiosa e più concreta. Tanto l’attuale non è riuscita e difficilmente riuscirà a trovare un nome. Troppi gli interessi e le partite durate per decenni tra i contendenti: ogni gesto ha il sapore e l’eco di epoche passate. E in fondo i capi che ora non riescono a decidere sono tutti sistemati. Si getti allora la spugna ufficialmente e si lasci spazio a chi dovrà tirare il carro per i prossimi 30 anni. Sarebbe più dignitoso dello spettacolo degli ultimi mesi: tutti dichiarano di non aver messo veti a nessuno, ma i candidati si bruciano per i veti incrociati. Allora siccome gli italiani non sono stupidi, ammettiamo che gli attuali dirigenti non sono in grado o non sono interessati a trovare un accordo. E applichiamo la proposta degli under 40, o un altro limite per carità. Però compiamo un passo indietro quando ancora ha un senso. Se fatto ora, ha un senso anche per il domani di tutti. Perché al momento sul candidato per Milano forse è meglio lasciar stare.

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Sala punge il centrodestra sul candidato 2021

Sala punge il centrodestra sul candidato 2021. Mentre partecipa all’avanzamento di lavori non avviati da lui, il sindaco solleva una questione sollevata anche su l’Osservatore: manca il candidato del centrodestra. E non solo: non si capisce nemmeno quale sia il piano per la città che Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega abbiano in testa per Milano. Nessuno ne parla a meno di non ridursi solo a criticare la giunta o le piste ciclabili. Il fianco era scoperto e il primo cittadino ha affondato la lama. A margine dell’arrivo della talpa escavatrice alla stazione Solari della futura linea M4 della metropolitana milanese, il sindaco Giuseppe Sala e’ tornato sul tema delle elezioni comunali del prossimo 2021. “Il centrodestra – ha affermato – e’ alla ricerca di spazi in cui dire qualcosa di diverso, ognuno fa la sua parte e io parlo con rispetto di tutti. Dico che il nostro progetto di citta’ e’ chiaro, puo’ essere discutibile, e su quello chiamero’ Milano a un confronto e spero proprio che non sia solo con quelli che sono dalla mia parte ma con la citta’. Il punto – ha rilevato – e’ quale sia il progetto del centrodestra. Ho sentito dire da esponenti della Lega che a ottobre si sapra’ il loro candidato, anche se doveva essere settembre. Lo stesso si potrebbe dire di me. Non e’ un problema di attendismo, pero’ vediamo se davvero a ottobre avranno un candidato, mi pare che abbiano una rosa tra cui scegliere. Beati loro”, ha concluso. Lui stesso non ha ancora sciolto la riserva, perché a quanto dicono sta aspettando di vedere se lo mettono a capo della nuova mega società di Stato che controllerà le reti internet e telefoniche. Ma almeno di lui si sa: se riesce a tornare nella parte di “giro grosso” dove ti pagano tanto sarà contento di andarsene, altrimenti ripiegherà sul secondo mandato per avere se non i soldi almeno il potere. Il centrodestra del canto suo sta attendendo Salvini: se perde politicamente alle prossime tornate elettorali i suoi nemici interni al partito e alla coalizione si solleveranno, altrimenti dovrà decidere se candidare Silvia Sardone. Lei andrebbe così a completare un duetto iniziato anni fa col marito Roberto Di Stefano: lei diventa sindaco di Milano, mentre lui va a fare il presidente della Regione. L’accordo coniugale in fondo è sempre stato quello: a Silvia la città, a Roberto la provincia. Un patto di ferro che sta perdurando e adattandosi ai tempi.

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Amministrative 2021, La Russa avverte: la Lega non deciderà da sola

Forte del sempre maggiore consenso che viene attribuito al partito di Giorgia Meloni, il senatore di FdI e vicepresidente di Palazzo Madama Ignazio La Russa, ha approfittato della conferenza stampa per annunciare il passaggio del Consigliere di Municipio 3 Mary Azman da FI a FdI, per lanciare un messaggio agli alleati: “Certamente cercheremo il miglior candidato insieme a Lega e FI, esattamente come abbiamo fatto, seppur discutendo, per le Regioni. Non appaltiamo a nessuno la ricerca, così come la Lega non la appalterà a FdI in nessun’altra parte d’Italia”.  Il partito della Meloni non sembra quindi disposto a lasciare campo libero alla Lega, che fino a oggi non ha mai nascosto la volontà di indicare il candidato sindaco di Milano, nonostante i numeri ottenuti nel capoluogo lombardo non siano mai stati all’altezza di quelli raggiunti in altre province. Una scelta che secondo il commissario milanese della Lega, Stefano Bolognini, dovrebbe cadere su un candidato proveniente dalla società civile. Idea che non trova d’accordo il senatore La Russa, che ha infatti aggiunto, “Politico o esponente della società civile? Non ci sono categorie che a priori possano essere escluse o che siano obbligatorie”. L’attesa che Sala sciolga le riserve sulla propria candidatura in modo che la sinistra possa indicare il proprio candidato, non sembra preoccupare La Russa, che ha infatti concluso sottolineando, “Noi non abbiamo l’obbligo di dire con largo anticipo chi sarà il nostro candidato. Anche se abbiamo più di un nome in testa”. Stefano Bolognini ha in seguito indirettamente risposto alle dichiarazioni di La Russa, attraverso ad una intervista su Il Giorno, in cui ha evitato diplomaticamente di innescare polemiche: “I nomi per il candidato sindaco andranno condivisi con tutto il centrodestra. È scontato. Ma è altrettanto scontato che la Lega, il partito di maggioranza relativa nella coalizione a Milano e in Lombardia, abbia l’onere e l’onore di fare la prima mossa”.

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Gallera accetta di sfidare “Peppe Spritz”

Tutto ha preso il via un paio di giorni fa quando il Sindaco Beppe Sala, nel corso di uno dei suoi video giornalieri, si è rivolto al pubblico chiedendo di proporre dei candidati per l’Ambrogino d’oro, scegliendoli fra quanti si stanno impegnando nell’emergenza coronavirus. Una proposta fatta probabilmente in buona fede, che a molti però è sembrata l’ennesima dimostrazione dell’incapacità del primo cittadino di affrontare la crisi, essendo più propenso a pensare come riprendere in mano le redini della città quando sarà tornata la “locomotiva” d’Italia di cui gli è sempre piaciuto farsi vanto. Fra quelli che hanno gradito meno l’iniziativa del Sindaco c’è stato il Consigliere Comunale di Forza Italia Alessandro De Chirico, che l’ha commentata con sarcasmo, “Peppe Spritz, sindaco di Aperitivopoli, oggi chiede di indicargli chi merita l’Ambrogino d’oro”, ricordando che le candidature sono “una delle poche competenze ancora in capo al Consiglio Comunale”.  Poi però un paio di proposte l’azzurro le ha comunque fatte: “Ho due nomi da proporre. Il primo: l’anonima (per il momento) ausiliaria del traffico che si è rifiutata di fare multe durante lo scoppio della pandemia in città. Il secondo: l’assessore Gallera che da un mese, ininterrottamente, ogni giorno va in TV a rassicurare tutti i milanesi e i lombardi, mentre altri pensavano a organizzare aperitivi sui Navigli“. Gallera che è persona seria e concentrata sul compito che gli è capitato in sorte nella questione ha ovviamente evitato di metterci becco, ma in tempi di notizie cupe e monotematiche, alla stampa locale (noi compresi) non è sembrato vero potere tornare ad occuparsi di politica, mettendo da parte anche solo per qualche ora lutti e malattie. Così oggi quelli di Repubblica nell’intervistare l’Assessore hanno fatto il salto logico che in molti avevano in mente, e invece di chiedergli se era contento di essere candidato all’Ambrogino, gli hanno domandato se fosse disposto a candidarsi come sindaco del centrodestra. “Se servirà candidarmi non mi tirerò indietro“, è stata la risposta. Apriti cielo, la sinistra milanese ha subito alzato gli scudi. L’ex assessore Majorino e quello ancora in carica Granelli lo hanno subito accusato di approfittare del suo ruolo nell’emergenza per fare campagna elettorale, quasi fosse stato lui a candidarsi e non il loro giornale di riferimento a chiederglielo. Al contrario di loro però sembra che a molti milanesi piaccia, cosa che traspare anche dai molti commenti critici ai post che i due hanno scritto contro di lui. Se le cose andranno come sembra probabile in questo momento, come avevamo previsto quando lo inserimmo nella lista dei possibili candidati del centrodestra (molto prima che di coronavirus se ne parlasse anche in Cina), a sfidare “Peppe Spritz”, sarà proprio Giulio Gallera.  

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L’Assessore Majorino annuncia la candidatura alle europee

L’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino annuncia la sua candidatura alle elezioni Europee. “Sono convinto che si debba dare tutti il massimo e metterci la faccia per far vincere l’Europa democratica e contrastare la logica dell’Europa dell’odio“, ha detto intervenendo agli Stati generali del Comune organizzati dall’associazione Cronisti in Comune. “Ho dato la mia disponibilità al Partito democratico a candidarmi alle Europee poi sarà il Pd a scegliere attraverso i suoi organismi se sarò presente in lista o meno e saranno gli elettori a decidere – ha precisato Majorino – Sono pronto per questa scommessa perché credo si debba mettere tutti la faccia per far vincere l’Europa democratica e contrastare la logica dell’Europa dell’odio e la Brexit all’italiana che serpeggia dalle parti della Lega. Io se posso dare una mano in questo senso la do“.

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