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Contagio: un congresso contro le fake news sulla pandemia

Capire come si diffondono le epidemie, conoscere i meccanismi di funzionamento dei vaccini per combattere le ‘fake news’. È questo l’obiettivo di “Contagio”, il congresso scientifico multidisciplinare promosso in collaborazione con la Presidenza del Consiglio comunale, che intende rispondere a un’esigenza di informazione e divulgazione scientifica, analizzando i fatti alla luce della virologia, dell’immunologia e della clinica medica. Il congresso si articolerà in due giornate di dibattito in diretta streaming, martedì 2 e mercoledì 3 febbraio, a partire dalle ore 17, visibile a tutti grazie alla trasmissione sulla pagina WebTvRadio ‘InComune’ del Comune di Milano. A condurre la due giorni saranno Ginevra Trinchieri, astronomo associato dell’Istituto nazionale d’Astrofisica presso l’Osservatorio astronomico di Brera a Milano, e il divulgatore scientifico Alessandro Cecchi Paone. Tra i relatori e le relatrici, solo per citarne alcuni, Massimo Galli, Direttore Malattie infettive dell’ospedale Luigi Sacco, Fabrizio Pregliasco, Direttore sanitario dell’IRCCS Istituto ortopedico Galeazzi di Milano, Giorgia Sironi dell’Istituto nazionale d’astrofisica, Mara Biasin del Dipartimento di Scienze biomediche e cliniche L. Sacco, e Annalisa Malara, anestesista dell’ospedale di Codogno che per prima scoprì la presenza del Covid-19 in Italia. La vicepresidente del Consiglio comunale, Beatrice Uguccioni, aprirà i lavori del congresso intervenendo nella prima giornata alle ore 17 e porterà i saluti istituzionali anche alla seconda giornata di lavoro, alla stessa ora. Il progetto è nato da un’idea dell’architetto Natasha Calandrino Van Kleef. Scegliere Milano per ospitare il congresso vuol dire riconoscere le eccellenze del settore sanitario e della ricerca che operano in questa città. L’obiettivo è chiarire un tema ormai largamente diffuso e dibattuto, nei suoi aspetti meno noti, razionalizzando la numerosa mole delle notizie ricevute dai cittadini e offrendo gli strumenti conoscitivi basati sul metodo scientifico e sulla sua rigorosa applicazione, a dispetto di cattiva informazione e ‘fake news’. InComune WebTvRadio Programma integrale del congresso medico scientifico Contagio – L’epica lotta dell’umanità contro le malattie infettive

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Sono 1.124 i milanesi morti di covid-19, il 94% aveva più di 60 anni

Repubblica, ha riportato oggi i dati contenuti nella risposta data da Regione Lombardia al Sindaco Sala, che aveva sollecitato dati più precisi in merito al contagio entro i confini cittadini. Confermato il dato giornaliero di ieri che vedeva 241 nuovi casi per un totale di 7.788 milanesi ufficialmente positivi a covid-19, si apprende che i tamponi effettuati in città sono stati 31.650, per una media di 1.033 al giorno. Sono stati 1.124 i decessi di persone che risultano risiedere a Milano. Il 94% di questi avevano più di 60 anni: 695, pari al 61,8%, avevano più di 80 anni, 361, il 32,1%, avevano fra i 60 e i 70 anni. Quattro vittime avevano tra 20 e 39 anni, altrettante più di 100. La “lettera” però non contiene dettagli sufficienti a capire in che modo il contagio si sia diffuso e perché si stia ancora diffondendo in città (sempre che sia effettivamente così).  Sembra oramai appurato che, almeno negli ultimi giorni, buona parte dei nuovi casi siano legati al mondo delle case di riposo, nelle quali dal 6 aprile sono iniziati i test a tappeto, attività che sta probabilmente facendo salire in modo esponenziale il numero di 830 casi positivi e 80 ricoverati che si registravano fino al 15 aprile scorso fra gli ospiti delle case di riposo milanesi. Discorso che vale anche per i 4.789 operatori impiegati nelle RSA,  fra i quali risultavano 45 ricoverati e 286 positivi al virus, destinati a crescere di molto quando saranno sottoposti a test gli altri 634 in isolamento domiciliare senza essere stati sottoposti a tampone e i 500 che si sono messi in malattia per motivi imprecisati. Secondo Repubblica, circa il 40 per cento dei nuovi casi diagnosticati ogni giorno è quindi riconducibile alle case di riposo, un’altra quota dei nuovi contagi sarebbe legata a medici di famiglia e ospedalieri, mentre solo un terzo dei nuovi contagi sarebbe da attribuire alla diffusione del virus in contesti familiari. Valutazione che ci sentiamo di condividere e che ci fa affermare che allo stato attuale delle cose, grazie ai provvedimenti presi e alla coscienziosità dei milanesi, il contagio “per strada” sia ridotto al lumicino.  

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Fontana sul Coronavirus: la progressione non è più esponenziale

Fontana sul Coronovirus: la progressione non è più esponenziale. La comunicazione l’ha data il presidente di Regione Lombardia nella conferenza stampa di pochi minuti fa. “Oggi credo che  la notizia che bisogna continuare a far girare è rispettare le misure. Se continueremo questo rigoroso isolamento la cosa si risolverà, i numeri possono iniziare a darci ragione. Insistiamo perché crediamo che sia l’unico modo e l’unica azione fondamentale”. Poi su richiesta dei cronisti Fontana ha anche annunciato le nuove misure per i dipendenti di Regione Lombardia: “In giunta sono stati stanziati 4,5 milioni per favorire lo smartworking dei dipendenti di Regione Lombardia – e poi ha aggiunto – stiamo cercando di realizzare il nuovo ospedale alla Fiera di Milano e stiamo cercando anche questi “benedetti respiratori”. A cercare la notizia positiva, Fontana sul Coronavirus ha detto che la progressione non è più esponenziale: “Si potrebbe cominciare a dire che forse non c’è più la progressione violenta dei giorni scorsi, è ancora una progressione ma non più esponenziale”. Forse un piccolo segnale, ma un segnale positivo di cui in questi giorni si avverte un grande bisogno in tutte le fasce sociali che iniziano a sentire l’effetto delle misure restrittive difese però da Fontana: “Più le misure sono restrittive, più ci sono possibilità di accelerare i tempi di circolazione del virus, per questo lo dico dal primo giorno”. Intanto si agisce in tutte le direzioni, compresa l’ipotesi dell’ospedale in Fiera su cui sta lavorando l’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso.

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Il contagio rallenta, ma non ferma la criminalità

In una città che vede una ridotta presenza in strada di persone per l’emergenza sanitaria in corso, prosegue senza sosta l’attività di prevenzione della Polizia di Stato, tramite il capillare controllo del territorio con l’Ufficio Prevenzione Generale della Questura e con i Commissariati, per contrastare fenomeni di microcriminalità e i reati contro il patrimonio. I poliziotti delle volanti della Questura di Milano hanno arrestato 5 persone: alle ore 10 circa di ieri giovedì 12 marzo, in via Panigarola, la volante del Commissariato Mecenate ha arrestato un 21enne cittadino egiziano per detenzione e spaccio di stupefacenti. Gli agenti hanno notato l’atteggiamento sospetto del giovane avvicinatosi ad un altro uomo che è scappato alla vista dei poliziotti. Fermato e controllato, il 21enne, con precedenti, è stato trovato in possesso di 3 dosi di cocaina, 1 dose di cocaina e 1 di hashish. Sempre per spaccio, è stato arrestato un cittadino 30enne del Ciad in piazza Duca d’Aosta alle ore 22 di ieri sera. L’arresto è stato fatto al termine di un controllo effettuato dagli agenti del Commissariato Garibaldi-Venezia nei pressi della Stazione Centrale. Il 30enne era in possesso di più di 5 grammi di cocaina suddivisa in dosi, un coltello e un grammo di marijuana. Questa mattina alle ore 3.50, gli agenti del Commissariato Sempione, nel corso del controllo del territorio nella zona di competenza, sono intervenuti presso un ristorante in viale Serra dove due persone stavano forzando l’ingresso del locale. I due giovani, un ventenne e un diciannovenne algerini arrestati poi per tentato furto aggravato in concorso, stavano danneggiando con una spranga la finestra del gazebo posteriore e, alla vista dei poliziotti, avevano tentato invano la fuga. Successivamente, alle ore 5.30, la volante Padova della Questura di Milano ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un 38enne cittadino tunisino. Mentre effettuavano il turno notturno, i poliziotti hanno notato l’uomo che, in largo Tel Aviv,  si aggirava tra le auto in sosta con fare sospetto. Una volta controllato ai terminali, l’uomo è risultato destinatario dell’ordinanza per reati contro il patrimonio.

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I Giudici di Pace temono di essere contagiati dai migranti

“La pericolosità di un contagio” da Coronavirus è “tangibile durante le udienze celebrate dai Giudici di Pace” per la “convalida delle espulsioni di migranti clandestini, che si tengono nei Centri di permanenza e rimpatrio” e cioè di chi ha “violato l’ordine di allontanamento dal territorio dello Stato od anche per i reati di clandestinità“. Perciò l’Associazione nazionale giudici di pace chiede con urgenza al “governo e alle autorità competenti“, con una nota, misure idonee per la loro tutela. L’Unione Nazionale dei Giudici di Pace ha chiesto ai ministeri di Giustizia e Salute che “siano fornite maschere idonee a schermarsi da eventuali contagi, previa autorizzazione all’uso durante l’udienza” e “che siano apprestate immediatamente le tutele relative alle indennità di malattia e di rischio e per i giudici di pace e i magistrati onorari che si trovano in medesime situazioni“. ANSA  

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