dichiarazione antifascista

Feltri: non firmerò nessuna dichiarazione antifascista

“Non firmerò niente: ho una vita di 78 anni che dimostra che ho sempre rispettato la Costituzione, i fascisti non li ho mai combattuti perché non ci sono”. Così Vittorio Feltri, eletto con Fratelli d’Italia a Milano, risponde a margine del primo consiglio comunale ai cronisti che gli chiedevano se avesse intenzione di firmare la patente di antifascismo voluta dal sindaco di Milano Beppe Sala. “Che bisogno c’è? Io sono sempre stato contro i totalitarismi, devo qua a dichiararmi in Comune? – ha detto Feltri – C’è una vita e tutta la mia attività giornalistica che dimostra che io non sono mai stato favorevole ai totalitarismi, specialmente quelli comunisti, ma non è che quelli fascisti o nazisti mi piacessero. Non l’ho mai detto. Quindi che stupidaggine. Siamo qui ancora a romperci le palle con i totalitarismi, con l’antifascismo…”, ha concluso. Askanews    

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Il Municipio 7 delibera contro la dichiarazione antifascista

Con il foto favorevole dei consiglieri di Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega e Milano Popolare, il Consiglio di Municipio 7 è stata approvata un mozione contenente la richiesta di modificare della procedura per la concessione di spazi comunali e di contributi alle Associazioni, attualmente vincolati alla sottoscrizione della cosidetta “dichiarazione antifascista”. I gruppi consiliari di centrodestra attraverso un comunicato diffuso dal Presidente Marco Bestetti, “rivendicano con assoluta convinzione la ragionevolezza del documento proposto“. “Riteniamo infatti – spiegano – che la sottoscrizione della “dichiarazione antifascista”, imposta dal Comune di Milano a tutti coloro che richiedono la concessione di uno spazio pubblico, sia solo una ridondante forzatura ideologica, perché il rispetto delle leggi e della Costituzione italiana è prerequisito implicito per chiunque, che non necessita certo di autocertificazioni in carta bollata“. “Peraltro – continuano i consiglieri – vista la risoluzione del Parlamento Europeo del 19 settembre scorso che ha condannato con fermezza le violazioni dei diritti umani commessi da tutti i regimi totalitari, compresi quelli comunisti, non si comprende il motivo per cui a Milano si dovrebbe dichiarare il rifiuto della sola ideologia fascista, fingendo che i crimini commessi dai regimi comunisti non siano mai esistiti”, concludendo, “A pochi giorni dal 30° anniversario del Giorno della Libertà, che celebra la caduta dell’odioso muro di Berlino e la fine del comunismo in Europa, consigliamo quindi al Partito Democratico di rassegnarsi alla storia e di non aggrapparsi ad inutili scartoffie burocratiche per cercare di riscrivere il corso degli eventi“.  

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Fratelli d’Italia vuole modificare il testo della “dichiarazione antifascista”

Con un l’intervento in articolo 21 svolto nel corso della seduta del Consiglio Comunale di lunedì, il Consigliere di Fratelli d’Italia Andre Mascaretti, ha implicitamente confermato l’intenzione del suo partito di tentare di modificare il testo della cosidetta “dichiarazione antifascista“, che tutti i cittadini sono costretti a sottoscrivere per avere rapporti con la Pubblica Amministrazione, facendosi forte dell’invito fatto a tutti gli stati membri dell’UE dal Parlamento Europeo di “formulare una valutazione chiara e fondata su principi riguardo ai crimini e agli atti di aggressione perpetrati dai regimi totalitari comunisti”. Mascaretti, ha esordito proprio richiamandosi a questa, per poi elencare tutte le vittime, italiane e non, di regimi e persecuzioni comuniste, ricordando quando, nel 2007, come Assessore del Comune di Milano fu presente alla posa una lapide per ricordare le vittime italiane del totalitarismo, nel Cimitero Memoriale di Levashovo, nei pressi di S. Pietroburgo, sorto sul luogo dove furono fucilati e sepolti in fosse comuni migliaia di innocenti perseguitati negli anni delle grandi purghe di Stalin. Mascaretti, secondo cui è dovere del Consiglio Comunale “rendere giustizia a quelle vittime“, ha concluso auspicando che nessuno faccia dei distinguo per giustificare la gravità dei crimini commessi da quelle dittature. Un’auspicio caduto nel vuoto quello dell’esponente del partito della Meloni. Infatti, il primo a prendere la parola per ribattere alle sue dichiarazioni è stato Carlo Monguzzi Consigliere del PD, che ha ironizzato dicendo che “questo argomento non interessi assolutamente a nessuno“e che sono cinquant’anni che sente gente di destra sostenere tesi simili per poi sparire. Basiglio Rizzo, Consigliere di Rifondazione Comunista, gli ha invece risposto con un classico: “I conti con i fascisti l’Italia li ha fatti il 25 aprile del 1945” aggiungendo che è grazie ai comunisti se lui può raccontare in aula una storia diversa da quella che c’è stata nel nostro paese”. Paolo Limonta, Consigliere Comunale di Milano Progressista, lo ha invece liquidato dicendo: “E’ difficile potere accettare lezioni da chi ha aderito a un partito che non ha mai rinnegato il fascismo“. Nonostante i distinguo che sono comunque venuti da parte della maggioranza, a quanto è dato sapere, non è intenzione di Mascaretti ne’ del suo partito di recedere dai loro propositi.  

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