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Sala: insensato staccare la spina al Governo

La leader di Fdi, Giorgia Meloni, “ha vinto” le elezioni amministrative e “non solo perché non è al governo”, ma “non ha alcun senso la sua richiesta di staccare la spina proprio al governo Draghi”. Lo ha scritto su Instagram il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, secondo il quale “in questo momento storico non dobbiamo solo ‘stare’ in Europa, ma dobbiamo ‘contare’ in Europa. E se il Governo cade, tanti saluti a tutto il lavoro fatto”. “La Lega ha un problema di leadership. Salvini non può resistere, se ci prova vanno sotto il 10%. Io sono sempre critico nei suoi confronti, ma apprezzo la risposta che dà alla richiesta di Meloni: ‘un conto sono le città, un altro il Governo’. Speriamo lo pensi davvero” ha aggiunto il primo cittadino.

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Eleonora Messa: sport abbandonato dal Governo

Oggi intervistiamo Eleonora Messa, diplomata in scienze sociali, istruttrice di danza e fitness, titolare di un’associazione di danza e coordinatrice regionale dell’associazione AsooDanzaItalia, che si occupa di tutelare i diritti dei ballerini e delle asd, ssd, ac, ecc. Da lei cercheremo di avere una visione a 360° gradi sugli effetti della pandemia sul mondo dello spettacolo e dello sport. Buongiorno Eleonora, ci parli brevemente di lei e della sua esperienza nel mondo dello spettacolo e dello sport: Sono appassionata di danza fin da piccola e ho praticato ginnastica artistica dai 6 agli 11 anni, partecipando e vincendo numerose gare. Ho poi iniziato a praticare danza hip-hop, in una crew con cui partecipavamo anche gare di livello nazionale girando per l’italia e vincendone parecchie. A 20 anni ho cambiato scuola per iscrivermi all’accademia dove ho seguito tutte le discipline underground, per poi intraprendere la strada dell’insegnamento nel mentre continuavo a fare la ballerina. Ho continuato a insegnare ballare e formarmi per cinque anni, fino a quando, nel 2016, ho aperto una mia scuola di danza in Via Napoli 35 a Melzo (MI),  dove con tanto amore e affetto ho costruito una seconda famiglia. Quanto hanno inciso l’emergenza sanitaria e le restrizioni ad essa collegate sulle vostre attività ordinarie? L’emergenza sanitaria ha inciso molto sul nostro lavoro, dato che siamo persone sempre a stretto contatto con la clientela e partiamo da un’età minima di 4 anni fino a quando una persona riesce a svolger attività fisica. Le restrizioni sono state molte sia nelle palestre, sia nelle scuole di danza, soprattutto perché il Governo non ha compreso che le scuole di danza sono una cosa e le palestra è un’altra. Una distinzione che andrebbe fatta senza accomunarle in un unico calderone. Quello che ho vissuto in questo ultimo anno e mezzo ha influito molto sul mio lavoro, anche perché siamo stati i primi a chiudere e gli ultimi a riaprire, nel mentre abbiamo continuato a pagare affitti e spese. Abbiamo provato e resistito per più di un anno facendo lezioni su zoom come molte altre scuole, ma con grosse limitazioni, perché le emozioni che trasmettono danza e arte non possono essere comunicate tramite un pc, ma tramite in presenza, movimento e cuore . A suo parere i ristori destinati ai lavoratori e alle attività di sport e spettacolo sono stati sufficienti? A mio parere non sono stati tanto sufficienti. Non mi lamento a livello personale perché, per i mesi di chiusura, seppur poco e in ritardo ci è stato riconosciuto qualcosa e, fortunatamente, avevo da parte qualche risparmio che mi ha permesso di tirare avanti. Però a livello di ASD e strutture sportive hanno fatto molto poco, e gli aiuti non sono bastati soprattutto per le Associazioni che erano già in difficoltà prima. Cosa sarebbe stato necessario fare e cosa si potrebbe ancora fare per sostenere e vostre categorie? E’ necessario che il Governo comprenda le distinzioni fra ASD, palestre e SSD e le sostenga di conseguenza, decidendo se potremo rientrare nel CONI in modo che i nostri collaboratori possano essere regolarizzati dato che in Italia fare l’insegnante di danza ancora oggi non è un lavoro, al contrario di quanto accade in molte altre nazioni del mondo. Per questo, durante la pandemia, con lo scopo di tutelare i diritti sia delle scuole di danza sia dei collaboratori sportivi,  abbiamo fondato l’associazione Asso Danza Italia,  di cui faccio parte come coordinatrice della regione Lombardia. Cosa ne pensa della chiusura delle palestre fino al primo di giugno? Penso che aprire ancora un altro anno a giugno sia follia, due anni buttati via che nessuno ci restituirà, soprattutto a bambini e adolescenti che hanno visto il mondo cambiare dovendo rinunciare a tutto anche lo sport. Molte scuole di danza hanno riaperto con l’agonismo (cosa che ho fatto anche io), però è un po’ un escamotage che usiamo per ripartire almeno con il 10% dei nostri soci. Ma il governo vuole farci usare degli escamotage o vuole davvero far ripartire l’economia italiana? Perché questa è la vera domanda, abbiamo fatto di tutto per essere in regola come tutte le altre attività a settembre ci hanno fatto spendere e spandere per essere in sicurezza e lo eravamo e lo siamo ancora oggi molto più puliti, sanificati e in regola dei centri commerciali ma questo non basta! Sono allibita e sconcertata di come possano pensare che la gente sopravviverà a tutto questo. Che giudizio da su come Stato, Regione e Comune hanno affrontato l’emergenza sul piano pratico e sanitario? Purtroppo il mio giudizio su come lo Stato e la Regione hanno gestito la pandemia non è buono. Capisco che governare un paese sia una cosa assai complessa e che qualunque cosa si faccia si sia soggetti a critiche (perchè ovviamente non si può piacere a tutti ), soprattutto da parte di noi italiani che tendiamo a lamentarci sempre per qualsiasi cosa, ma penso che il Governo sia andato in contraddizioni troppe volte. Molta gente si è anche stancata di seguirne le indicazioni a causa delle troppe promesse non mantenute, del continuo attribuire al popolo la colpa della situazione in cui ci trovavamo, senza che a Roma si prendessero mai la responsabilità degli errori commessi,  anche quando era palese che a sbagliare erano stati loro e non noi. E’ ottimista o pessimista in merito alla fine dell’emergenza e al futuro della sua categoria? Sono assolutamente ottimista sul piano umano, perchè sono certa che tutto passerà e potremmo tornare a fare una vita diversa ma normale, mentre sono purtroppo più pessimista su come il nostro Paese affronterà il danno economico subito e mi chiedo che futuro avranno i nostri figli? Spero di sbagliarmi, spero che cambieremo mentalità, sia noi, sia dei politici, dimostrando di sapere cambiare passo, sollevandoci dalla mediocrità e dimostrando tutto il valore umano della nostra nazione. Si parla di un suo futuro impegno politico vuole parlarcene? Si è vero mi sono avvicinata alla politica soprattutto in questo anno e mezzo di pandemia e ho capito che servono dei

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Bilancio. Mascaretti (FdI): Barberis scarica sul Governo le responsabilità della giunta

“Siamo entrati abbondantemente nel quarto mese del 2021, dunque un terzo di questo anno lo stiamo lasciando alle spalle, ma non abbiamo ancora iniziato a discutere il bilancio preventivo 2021, dunque la Giunta è in terribile ritardo poiché, soprattutto in questa situazione, sarebbe stato importante votare il bilancio preventivo entro la fine del 2020. Resto colpito che il capogruppo del PD Barberis oggi scarichi le responsabilità di tale ritardo sul Governo” lo dichiara Il Capogruppo di FdI Andrea Mascaretti. “Un ritardo che una buona amministrazione non avrebbe dovuto accumulare, soprattutto in una situazione come questa,  nonostante i vari differimenti concessi dal Ministro dell’Interno”. “Ilcapogruppo del PD Barberis – continua Mascaretti – annuncia con orgoglio pre-elettorale Il Comune è pronto a investire attraverso MM oltre 100 milioni di euro a favore delle case popolari della città. Ma si ricorda Barberis che Milano è stata amministrata dal PD? Cosa hanno fatto per le case popolari?” dichiara Andrea Mascaretti capogruppo FDI a Palazzo Marino “La sinistra ha completamente abbandonato le case popolari amministrate da MM.  Ci sono case comunali amministrate da MM dove cadono i soffitti sui letti e sulle tavole degli inquilini abbandonati dall’Amministrazione Sala. A Bruzzano, nelle case del Comune di Milano, la situazione è indecente gli inquilini degli ultimi piani convivono con muffe e macerie da almeno 5 anni. Sono addirittura intervenuti i vigili del fuoco che hanno, udite bene, diffidato gli inquilini ad andare nelle loro camere perché pericolose. Ma dove dovrebbero andare considerato che siamo in zona rossa e non si può uscire di casa. In zona via Murat, nelle case del Comune il riscaldamento funziona sempre e gli inquilini devono dormire con le finestre aperte. In altri casi restano senza riscaldamento per settimane. Ci sono anziani e disabili prigionieri nelle case del Comune che non mette gli ascensori e dove ci sono spesso non vanno. Per queste persone vuol dire essere rinchiusi e non poter andare a fare la spesa e neppure curarsi”. “Sono davvero uno sfracello le case del Comune di Milano – conclude Mascaretti – come dice un servizio televisivo andato in onda su una rete nazionale prima di Pasqua e il Comune, insieme ad MM, pur sapendolo, ha abbandonato i cittadini in quelle condizioni da anni! Fore il Capogruppo del PD, anziché fare annunci, dovrebbe scusarsi con i cittadini milanesi”

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Attivisti ‘No Big Ships’ contro il decreto navi da crociera a Venezia

Attivisti contrari alle navi da crociera a Venezia cercano un incontro con il governo per sostenere che la sua ultima proposta di reindirizzare le grandi navi lontano da Piazza San Marco non affronta le pressanti preoccupazioni ambientali sulla fragile laguna veneziana. Il Consiglio dei Ministri ha approvato questa settimana un decreto che chiede una gara pubblica di idee per creare un nuovo porto di attracco “al di fuori delle acque protette della laguna”. Il ministro della Cultura Dario Franceschini ha affermato che il decreto affronta le preoccupazioni dell’UNESCO di lunga data e stabilisce che le navi da carico e da crociera di dimensioni superiori a 40.000 tonnellate devono attraccare fuori dalla laguna. Sebbene non sia articolato nel decreto, il piano temporaneo prevede che le grandi navi utilizzino il porto di Marghera sulla terraferma italiana fino a quando non verrà trovata e implementata una soluzione definitiva, un processo potenzialmente lungo di anni. “Chi è stato a Venezia in questi anni, italiano o straniero, è rimasto sconvolto nel vedere queste navi – lunghe centinaia di metri e alte come un condominio – passare da luoghi fragili come il Canale della Giudecca o davanti a Piazza San Marco”, Ha detto Franceschini. Ha definito il decreto un modo “molto importante” per trovare una nuova soluzione definitiva. Ma il Comitato No Big Ships, una coalizione di attivisti, ha detto che il porto di Marghera fa ancora parte della laguna veneziana e quindi va bocciato anche come soluzione temporanea. La nuova rotta prevista porterebbe le navi oltre la coda del Lido per poi abbracciare la terraferma attraverso il Canale dell’Olio, lontano dal centro storico di Venezia ma sempre in laguna e fino a Marghera. “È certamente un sollievo sentire il governo affermare finalmente la sua intenzione di tenere le grandi navi fuori dalla laguna e impedire loro di avvicinarsi a Venezia”, ​​ha detto Jane da Mosto del gruppo We Are Here Venice, che fa parte di la coalizione No Big Ships. “Ma il piano provvisorio ‘temporaneo’ per portare a Marghera grandi navi da crociera non proteggerà la laguna”, ha detto in una e-mail. “Questa nuova rotta danneggerà ancora il suo fragile ecosistema, con inevitabili effetti a catena negativi”. La questione ribolle a Venezia da anni. La fragile città lagunare dipende dal turismo, anche se la pandemia di coronavirus ha inferto un duro colpo a quell’industria nell’ultimo anno. Ma gli oppositori del turismo delle navi da crociera affermano che le navi sono fuori scala per Venezia, causano inquinamento, minacciano l’ecosistema della laguna e sono un pericolo. A sostegno delle loro affermazioni, citano lo schianto del 2019 di una nave da crociera sul principale Canale della Giudecca di Venezia che ha ferito cinque persone. Il Comitato No Big Ships ha detto che sta cercando un incontro con il governo per sostenere che la rotta del Canale del Petrolio per Marghera “non è praticabile”. “Qualsiasi soluzione temporanea deve essere rifiutata perché il rischio è troppo alto che diventi definitiva”, ha twittato il gruppo.

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Il Comune partecipa al Bando del Governo per interventi di rigenerazione

Importanti risorse economiche, fino a 100 milioni di euro, a favore di interventi di rigenerazione del tessuto abitativo, sociale e ambientale nei quartieri Lorenteggio e Giambellino potrebbero arrivare dal Governo grazie alla partecipazione del Comune di Milano al Bando del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nell’ambito del “Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare (PINQua). Con questa finalità la Giunta ha approvato la proposta relativa al progetto pilota “Milano, metropoli di quartieri. Infrastruttura per l’abitabilità nei quartieri della città pubblica” che mette in stretta connessione una serie di progetti già previsti nei due quartieri del quadrante sud-ovest della città. Le finalità del progetto che concorrerà al Bando ministeriale riguardano la rigenerazione del tessuto abitativo di quartieri connotati da profili di disagio abitativo e socioeconomico, la riqualificazione e la riorganizzazione del patrimonio edilizio esistente destinato all’edilizia residenziale sociale, una capillare trasformazione della rete di spazi pubblici che muove dalla prossima entrata in esercizio della nuova linea della metropolitana M4 che attraversa ed innerva l’ambito interessato, l’incremento della qualità dell’ambiente naturale. “Milano ha in questi anni consolidato una strategia chiara sui finanziamenti ministeriali – dichiara l’assessore all’Urbanistica e Verde Pierfrancesco Maran – concentrandoli in alcune zone, come appunto Giambellino e Lorenteggio. Sommandosi possono fare la differenza e cambiare radicalmente alcuni quartieri così importanti della nostra città. È una doppia sfida: di qualità dell’abitare a favore dei residenti e di sostenibilità ambientale per tutta la comunità milanese”. Nel dettaglio la proposta riguarda dieci progetti. Per i primi sette si richiede il finanziamento governativo e riguardano: demolizione e ricostruzione integrale degli edifici di edilizia residenziale pubblica di via dei Giaggioli 7/9/11 ed opere connesse (48 milioni); sistemazioni superficiali Linea M4 tratta Ovest (20 milioni); sistemazioni superficiali Linea M4 tratta Centro (23,5 milioni); sistemazioni superficiali Linea M4 zona San Cristoforo, area sbarco passerella e collegamento ciclopedonale (2,8 milioni); masterplan MUST: riqualificazione di via Olona e della pista ciclabile Olona-Modestino-Solari (850.000 euro); piano dei Trasporti Linea Circolare 90-91 – Sede riservata da piazza Zavattari a piazza Stuparich (3,5 milioni); nuova Biblioteca Lorenteggio (1,35 milioni). Il progetto è il risultato del Concorso Internazionale di Progettazione indetto nel novembre 2017 nell’ambito del Piano Periferie e darà vita a una biblioteca di nuova concezione in grado di coniugare le tradizionali funzioni di supporto allo studio e alla lettura con una grande apertura al territorio, mettendo a disposizione laboratori e spazi di partecipazione attiva per tutto il quartiere. Per le case popolari di via dei Giaggioli 7/9/11 – 210 ‘case minime’ costruite nel Dopoguerra per i senzatetto – il progetto prevede una ristrutturazione completa. I sei edifici (raggruppati su tre stecche gemelle) verranno abbattuti e ricostruiti con una soluzione tecnologicamente avanzata di prefabbricazione per sei piani fuori terra più uno interrato: in particolare pilastri, solai, travi, facciate e pareti verticali verranno realizzati ‘off-site’, cioè altrove, e in seguito assemblati e montati in cantiere. Il modulo di progetto previsto è un bilocale, che può facilmente, attraverso lo spostamento di pochi elementi costruttivi e quindi la combinazione del modulo base, diventare monolocale o al contrario tri o quadrilocale, a seconda delle esigenze abitative. Una soluzione vantaggiosa in termini sia economici sia prestazionali, che garantisce, oltre all’efficienza energetica, sicurezza, facilità di manutenzione e suo mantenimento nel tempo. “È l’occasione – spiega l’assessore alle Politiche sociali e abitative Gabriele Rabaiotti – per realizzare le case popolari di domani. Edifici semplici ma di qualità, efficienti dal punto di vista energetico, accessibili e facilmente riconfigurabili nella loro composizione, grazie all’adozione del modulo di progetto: i locali possono diventare il doppio o la metà a seconda delle necessità delle famiglie. Il progetto prevede una tecnologia ‘off-site’, ovvero una prefabbricazione intelligente, in cui il cantiere viene dedicato solo all’assemblaggio e al montaggio: un’attività rapida, in sicurezza, a basso impatto ambientale, con disagi ridotti al minimo. Questa proposta, infine, amplifica l’operazione già in essere di riqualificazione dell’area Giambellino-Lorenteggio, aggiungendo risorse e opportunità di sviluppo in questo quartiere popolare”. La qualità dell’abitare passa necessariamente anche da interventi sullo spazio pubblico. Per questo i progetti di edilizia residenziale pubblica sono stati abbinati a quelli di riqualificazione di strade, piazze, marciapiedi, ciclabili e spazi verdi, con l’obiettivo di aumentare lo spazio fruibile e più accessibile per tutti, più sicuro per gli utenti della strada a partire da pedoni, famiglie e ciclisti. “La strategia è quella di connettere tra loro i quartieri della parte ovest di Milano valorizzando gli spazi di strade e piazze interessate dalla linea M4 – continua l’assessore alla Mobilità Marco Granelli – realizzando così un percorso di qualità dove lo spazio pubblico aiuta a migliorare la qualità dei quartieri e di chi ci abita. Un percorso che unisce questi luoghi anche con il centro della città, a partire da piazza San Babila, lungo la Cerchia dei Navigli, Sant’Ambrogio, Sant’Agostino, le vie Solari, Foppa, Lorenteggio, le piazze Frattini e Gelsomini, fino a piazza Tirana e Ronchetto sul Naviglio. Se la M4 permetterà di spostarsi più velocemente dal centro della città ai quartieri viaggiando sottoterra, in superficie lo spazio diventa più vivibile realizzando uno spazio rigenerato e di qualità per tutti”. Altri tre interventi formano un quadro sinergico complessivo del Progetto, pur non essendo oggetto di richiesta di finanziamento ministeriale perché già finanziati integralmente con risorse proprie o altre fonti statali o europee: riqualificazione ambientale del quartiere Lorenteggio: nuovo verde attrezzato in via Giambellino 129.  Si tratta di un’area di 27mila mq, per lungo tempo abbandonata che, dopo un intervento di bonifica, verrà trasformata in un parco culturale incentrato sulla relazione tra uomo e natura nell’ambito del progetto europeo Clever Cities; itinerario ciclabile piazza Napoli-Giambellino; Scuola media di via Strozzi 11 (Zona 6): ricostruzione dell’edificio scolastico. La proposta verrà presentata al Ministero, per essere successivamente sottoposta alla valutazione di finanziamento, entro il 15 aprile.

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Già finita la pace di Draghi

Già finita la pace di Draghi. In questi giorni abbiamo dubitato, ergo siamo stati forse più saggi di chi si entusiasmava per il governo Draghi. L’unico modo in cui tutto può funzionare bene è se si smette di discutere, ma non sarebbe più democrazia. Invece il salvatore della patria, l’ennesimo, rischia di non salvare un tubo perché a Roma si discute di sottosegretari. Renzi essendo furbo lo avrà immaginato e infatti dopo aver ribaltato il tavolo si è tolto dal mazzo. Intanto gli altri si scannano per avere presidenti di commissioni e sottosegretari nel nuovo governissimo della ripresa e resilienza nazionale. Ma è già finita la pace di Draghi: da giorni si discute di caselle e per giorni si continuerà a parlarne. Nel frattempo c’è un mondo fuori da considerare: al vaccino, ma pure ai cittadini, non importa un fico secco se c’è tizio o caio in questa o quella casella perché in teoria chi partecipa al governo è d’accordo sull’essere d’accordo. Dunque perché dovrebbe essere diverso se come sottosegretario c’è uno della Lega o di LeU? In teoria è tutto uguale, dunque perché si perde ancora tempo? Uno dei problemi del governo Conte era la lentezza: continuavano a fare bei discorsi senza concludere le cose. Tanto che aveva buttato sei mesi in chiacchiere invece che prepararsi alla seconda ondata. Ma con Draghi la situazione è esattamente la stessa di prima: si parla. Invece di avere un reale e realistico piano di vaccinazione che corre, abbiamo servi e servetti che corrono tra i palazzi per mettere d’accordo i potenti e potentini. Uno spettacolo disarmante. Ecco allo che il “governo della truffa” si presenta male. Anzi, malissimo.

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