marco fumagalli

Pedemontana, sindaci abbandonano il tavolo, Pizzighini (M5S): “I territori non vogliono la tratta D”

Paola Pizzighini (Consigliera regionale M5S): “Quello dei sindaci è un messaggio chiaro alla Giunta Regionale. Da oggi nessun Assessore e nessun esponente della maggioranza potrà più permettersi di mascherare il fallimentare progetto dell’autostrada più costosa d’Italia dietro lo slogan “lo chiedono i territori” o, se lo faranno, staranno raccontando una bugia. Pedemontana è un buco nero di risorse pubbliche, dal quale gli investitori privati sono scappati e che i territori non vogliono. L’unica domanda alla quale la Giunta e la sua maggioranza dovrebbero sentirsi in dovere di rispondere è il motivo per cui continuino ad accanirsi su questo colossale fallimento” così la Consigliera regionale del Movimento Cinque Stelle, Paola Pizzighini, in merito alla decisione dei dodici sindaci dei Comuni della Brianza orientale (interessati dalla tratta D breve della Pedemontana lombarda) di abbandonare subito il tavolo di confronto convocato in Regione Lombardia con l’assessore regionale alle Infrastrutture e Opere pubbliche, Claudia Terzi. Più critico l’ex Consigliere regionale, ora Rappresentante del gruppo di Monza e Brianza est, Marco Fumagalli (M5S) che aggiunge: “Pedemontana è l’emblema dell’arroganza della destra lombarda. Solo chi non conosce la materia può credere che la variante progettuale proposta dalla Regione stia in piedi da un punto di vista giuridico. È evidente che la tratta D breve è un’opera completamente diversa da quella progettata in origine e pertanto occorre fare un nuovo bando per aggiudicare una nuova opera, non proporre una variante fasulla. Adesso ci aspettiamo che i sindaci, che ancora hanno a cuore il proprio territorio e la legalità, impugnino gli atti e facciano cessare questo enorme spreco di denaro pubblico”.

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Riforma Sanità, Fumagalli (M5S): «Liste d’attesa e agenda unica non siano utilizzate dal centrodestra come armi di propaganda»

Riforma Sanità, Fumagalli (M5S): «Liste d’attesa e agenda unica non siano utilizzate dal centrodestra come armi di propaganda». Marco Fumagalli (M5S): «Solo pochi mesi fa, il Movimento Cinque Stelle ha chiesto al Consiglio Regionale di istituire un termine breve, ovvero il primo luglio del 2021, per l’attuazione della normativa regionale che prevedeva la creazione di agende uniche pubblico privato e di sanzionare i Direttori generali, che non fossero in grado di rispettare tale obbligo di legge. Il Consiglio Regionale ha rigettato la nostra richiesta. Ora l’annuncio della Vicepresidente Letizia Moratti che addirittura dichiara la creazione dell’agenda unica già dalla fine del mese di novembre. L’auspicio è che non si tratti della solita politica dell’annuncio, della solita propaganda priva di qualsiasi fondamento. Motivo per cui chiederemo che, qualora le agende uniche non fossero operative a decorrere dall’anno 2022, le aziende private vengano sanzionate con “la mancata remunerazione di ogni prestazione prenotata al di fuori di tale sistema” come disposto dalla normativa regionale. Chiederemo contestualmente che i Direttori generali siano privati del premio di produzione, qualora non rispettassero la normativa in tema di agenda unica. In questo modo capiremo una volta per tutte, se sul tema è in atto un lavoro concreto o se si tratta dell’ennesima presa in giro ai danni dei cittadini lombardi» così Marco Fumagalli, Consigliere Regionale del Movimento Cinque Stelle, in merito all’annuncio dell’Assessore al Welfare Letizia Moratti relativo alla prossima creazione dell’Agenda Unica di prenotazione pubblico-privato, per le prestazioni sanitarie in Lombardia.

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Regione: opposizioni all’attacco con una commissione d’inchiesta

Regione: opposizioni all’attacco con una commissione d’inchiesta. In questi giorni, complice anche il via vai della Guardia di Finanza per le indagini sulla strage nelle Rsa, si avvertiva un certo nervosismo a Palazzo Lombardia. Dall’esterno pezzi da novanta della politica milanese di sinistra come Pierfrancesco Majorino bombardano da giorni il dibattito con la richiesta sempre più pressante di commissariare la Sanità lombarda. Ora arriva anche un colpo dall’interno in Regione: opposizioni all’attacco con una commissione d’inchiesta: “I consiglieri delle forze di opposizione in Consiglio regionale della Lombardia – Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, Lombardi Civici Europeisti, Più Europa/Radicali, Italia Viva – depositeranno domani (oggi ndr) le firme necessarie per l’istituzione di una Commissione consiliare di Inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid 19 in Regione Lombardia. Lo hanno annunciato ieri mattina in una conferenza stampa tenuta a Palazzo Pirelli, sede del Consiglio regionale, e diffusa via Facebook, i cinque capigruppo: Marco Fumagalli (M5S), Fabio Pizzul (PD), Niccolò Carretta (LCE), Michele Usuelli (+ Europa) e Patrizia Baffi (IV). Secondo le previsioni dello Statuto regionale della Lombardia, articolo 19, la commissione di inchiesta ha il potere di indagare su questioni di spettanza del Consiglio Regionale e può essere istituita su richiesta motivata sottoscritta da almeno un terzo dei Consiglieri regionali, quindi almeno 27. I gruppi di opposizione hanno i numeri necessari per chiederne l’istituzione, a cui deve dare seguito l’Ufficio di presidenza del Consiglio entro 15 giorni dal ricevimento della richiesta. Marco Fumagalli, capogruppo del M5S, dichiara: “Il dramma che stiamo vivendo in Lombardia non deve ripetersi: abbiamo il dovere di approfondire con una commissione d’inchiesta. Va fatta trasparenza sulle cause dell’ampia diffusione del virus, vanno valutati eventuali errori di programmazione, difetti organizzativi legati al sistema sanitario lombardo, problemi e carenze nella catena di comando anche legati alla legislazione regionale in vigore. Le verifiche saranno assolutamente scrupolose a partire dalla distribuzione a singhiozzo dei dispositivi di protezione individuale, al limitato ricorso ai tamponi nella popolazione, fino all’orrore nelle case di riposo e ai numeri reali della pandemia. Tutto deve essere analizzato per capire le carenze e gli errori che hanno determinato questa ecatombe di dimensioni eccezionali. I lombardi hanno pagato a caro prezzo questa pandemia, e la Commissione, a partire da una documentazione solida, sarà la sede opportuna per programmare una sanità lombarda che sappia affrontare coerentemente le emergenze”. Fabio Pizzul, capogruppo del Partito Democratico: “Il sistema sanitario lombardo non ha risposto adeguatamente alla sfida e la legge regionale va rivista alla luce di quanto è successo in queste settimane. La commissione d’inchiesta non è un fittizio tribunale ma un luogo dove fare chiarezza, dove capire perché in Lombardia ci siano stati tanti, troppi morti, e perché sia stato così difficile tracciare un’epidemia che qui si è manifestata in modo così virulento. È, prima di tutto, un atto di chiarezza nell’interesse dei cittadini lombardi. Perché tanti morti? perché non siano stati protetti operatori sanitari e RSA? Si accertino gli errori perché non vengano ripetuti, anche in vista di un’apertura graduale di una fase 2 o di una nuova esplosione dell’epidemia in autunno. Dovremo trovarci pronti, con le scelte corrette.” Niccolò Carretta (Lombardi Civici Europeisti): “Siamo convinti che una commissione d’inchiesta possa fare solo che bene alla nostra Regione e all’Istituzione del Consiglio regionale perché aiuterebbe certamente il processo auspicato per fare luce su quello che non ha funzionato durante l’emergenza Covid-19 e che ha comportato un livello di stress delle strutture ospedaliere lombarde oltre ogni limite. Da presidente della Commissione d’Inchiesta sui rifiuti ci tengo a precisare che questo tipo di iniziative servono perché aiutano a garantire un maggior grado di trasparenza nei confronti dei cittadini”. Michele Usuelli, (+ Europa) “Avendo constatato la restrizione degli spazi di dibattito democratico nella assemblea degli eletti e ritenendo di essere sempre stati opposizione dura ma costruttiva e propositiva, il mancato ascolto e l’insufficiente interlocuzione con la giunta ci obbligano ad utilizzare questo strumento per non essere compartecipi della grave incapacità di gestione della politica sanitaria e Lombardia . Patrizia Baffi, consigliere di Italia Viva: “Sono di Codogno e qui ho vissuto prima degli altri il dramma della pandemia. Qui abbiamo vissuto prima di tutti l’impreparazione rispetto a ciò che stava succedendo, e anche il senso di abbandono, perché mentre noi eravamo confinati dall’esercito all’interno della zona rossa, al di fuori la vita continuava normalmente. Oggi è importante questa unione tra le forze di minoranza. La commissione d’inchiesta è un atto dovuto, non un diritto ma un dovere di ogni consigliere regionale. Non sarà un tribunale dell’Inquisizione, perché do per scontato l’impegno e la professionalità di tutti coloro che si sono spesi per contrastate l’epidemia, ma c’è stata una fragilità nell’affrontare l’epidemia, c’è stata una falla e occorre capire dove è stata. Questo ci spetta come consiglieri regionali, per il ruolo che ricopriamo, in vista di mesi che si annunciano ancora difficili.”

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Il Covid19 e l’occasione di un’economia flessibile

Il Covid19 e l’occasione di un’economia flessibile. Il dibattito sulle infrastrutture digitali pubbliche torna all’ordine del giorno con un’intervento di Marco Fumagalli, consigliere regionale del M5S Lombardia, a proposito della strategia per l’utilizzo dei dividendi di Serravalle. “L’Assessore regionale al Bilancio Davide Caparini ha spiegato  che ritiene di non dover erogare il dividendo e riserve della Serravalle in quanto infrastrutture necessarie per il dopo COVID – ha raccontato Fumagalli – Si conferma che la politica che persegue Regione Lombardia è sempre quella del cemento e dell’asfalto e del business che li sostiene. Per la Lombardia la Lega al Governo è una sciagura. Non hanno la lucidità di capire che questa emergenza modificherà completamente le nostre priorità e il modo di vivere. Con una maggiore attenzione verso la salute e l’ambiente. Lo smart working ci porterà ad una diversa modalità di intendere il lavoro e sulla necessità di infrastrutture. La Regione dovrebbe pensare alle infrastrutture digitali e non ad asfaltare la Pianura Padana. Non servono autostrade ma telemedicina, infermiere di comunità, RSA che assistano i propri degenti e tanta tantissima prevenzione. Ma forse è meglio dire che ci vorrebbe un nuovo governo regionale”, conclude il portavoce del M5S. Ma al di là della polemica politica il tema era prioritario nell’era Avanti Covid19, ora diventa essenziale per la sopravvivenza dell’economia italiana. Non stiamo parlando della necessità di lavorare in smart working, ma di avere una parte flessibile veramente dell’economia: non sono i contratti dei lavoratori a dover essere flessibili, ma i lavori a essere organizzati in modo da poter essere espletati in vari modi. Se ci fossero infrastrutture serie, avremmo potuto pensare a organizzazioni serie per il lavoro. Parliamo di piani che prevedano lo smart working e non come un unico flusso, rendendo le aziende in grado di reagire a più crisi. Se per un breve periodo ci fosse un cambio di store, perché fermare le vendite? Per supplire alle necessità basta un magazzino, delle commesse con un telefono e pc e una flotta di motorini. E se capitasse una delle sempre più frequenti crisi economiche o ambientali? Si resta fermi, shoccati perché non ci sono piani moderni, solo sistemi novecenteschi ormai estenuati. Invece con sistemi evoluti si potrebbero incidere seriamente le statistiche sui licenziamenti. Il Covid19 e l’occasione di un’economia flessibile non sono cosa da poco, potremmo rendere flessibile l’economia e non il futuro dei lavoratori.

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Affaire libici, M5S: “Gallera risponda o mozione di sfiducia”

Affaire libici, M5S: “Gallera risponda o mozione di sfiducia”. Non si placano le polemiche in Consiglio regionale per la questione dei miliziani libici feriti curati negli ospedali italiani. In pochi parlano e, quando lo fanno, danno risposte evasive. Per questo il consigliere Marco Fumagalli batte sul punto: “Il Consiglio Regionale della Lombardia deve finirla con di occuparsi del nulla cosmico. Da mesi assistiamo alla costante marginalizzazione del Consiglio Regionale impiegato in attività lontane dalle reali esigenze dei cittadini. Le risorse pubbliche devono essere impiegate per fare l’interesse dei cittadini. Discutere, come è accaduto oggi, di istituire il sigillo longobardo è assurdo. Piuttosto parliamo dei soldati libici curati nei nostri ospedali. Se Gallera non spiega la vicenda in Commissione è pronta la nostra mozione di sfiducia”, così Marco Fumagalli, capogruppo del M5S Lombardia, a seguito dei lavori della Commissione Programmazione e Bilancio sul “Premio Anello Sigillo Longobardo” e sul premio “Lombardia è musica”. “Ci sono tanti temi importanti e urgenti da trattare. Abbiamo depositato progetti di legge importanti, che non vengono mai presi in considerazione. Al momento l’atteggiamento della Giunta è di assenza. È accaduto ieri con l’assenza di Bolognini sull’importante questione delle misure a favore dei disabili. Se questo è l’atteggiamento verso le prerogative e le funzioni del Consiglio e dei consiglieri regionali, per far valere le nostre ragioni utilizzeremo altri strumenti. A mali estremi, estremi rimedi”, conclude Fumagalli.  

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Miliziani libici negli ospedali, M5S: “Gallera non sa quanti sono”

Miliziani libici negli ospedali, M5S: “Gallera non sa quanti sono”. A riferirlo è Marco Fumagalli, capogruppo M5S gruppo consiliare in Regione Lombardia: “Sulla questione dei militari libici al San Raffaele la Regione evidenzia tutti i suoi limiti nella gestione del controllo delle strutture convenzionate. L’assessore Gallera, infatti, ha riferito in aula che a seguito di una denuncia anonima del 24 di gennaio ha provveduto a disporre i necessari controlli. Non si capisce perché a seguito della mia interrogazione del 26 novembre 2019 sulla presenza di alcuni militari libici ricoverati sulla base di un accordo con la Santa Sede presso il Gruppo San Donato abbia omesso qualsiasi controllo. Addirittura nel rispondermi alla mia interrogazione in data 23 gennaio 2020 mi era stata consegnata la lettera del Gruppo San Donato, datata 20 dicembre, in cui il gruppo stesso dichiara che non era a conoscenza circa la natura, militare o civile, dei ricoverati. La risposta che è una mera lettera di trasmissione non ha dato nessun chiarimento in merito, ma oggi apprendiamo dalle parole dell’Assessore che si trattava di militari. Mi chiedo cosa si debba fare per attivare i controlli di Regione Lombardia e che qualifica si debba avere visto che la richiesta di un consigliere regionale viene evasa. Dalle tempistiche mi pare che ci sia stato il tentativo di coprire una situazione che poi è, però, sfuggita di mano”. Quindi: il gruppo San Donato non sa chi sta curando e l’assessore regionale al Welfare si sta informando solo grazie a una denuncia anonima su cui si sa poco. Chi l’avrà inviata? A parte gli interrogativi, che in questa storia sono sempre di più, restano alcune certezze: la prima è che nessuno sa niente. Da sette anni c’è un certo via vai di centinaia di persone e nessuno sembra saperne niente. E’ anche vero che persino l’Ara Pacis è diventato un luogo per incontri segreti invece che un semplice museo. L’altra certezza è che qualcosa si muove: grazie alla denuncia anonima le informazioni prima o poi dovrebbero arrivare. Finalmente potremo sapere quanti e quali miliziani sono stati ospitati negli ospedali italiani, strutture che è bene ricordarlo, non sono propriamente sempre vuote.   

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