mascherine

Porta Genova: 198 controllati, 4 indagati, 11 multe per le mascherine

Sono continuati, ieri sera sabato 24 ottobre, i controlli sulle zone della movida milanese da parte della Polizia di Stato che ha monitorato, in particolare, la zona dei navigli, ove non si sono registrate situazioni di criticità. I poliziotti dell’Ufficio Prevenzione Generale della Questura di Milano, con le unità della Polmetro e le unità cinofile da ordine pubblico, affiancati dagli agenti del Reparto Mobile e della Polizia Scientifica, hanno svolto un servizio specifico, sin dalle 19.30, presso la Stazione MM2 di Porta Genova, fermata strategica della linea metropolitana milanese utilizzata da molti giovani per raggiungere le zone del divertimento milanese, sulla quale spesso, anche in fase di ritorno, sono stati registrati atti di vandalismo e danneggiamenti. Nel corso del servizio presso la stazione MM, concluso verso le ore 00.15 di stamane: sono state controllate circa 198 persone; n. 2 cittadini romeni maggiorenni sono stati accompagnati in Questura perché, dalla verifica in banca dati, sono risultati destinatari di provvedimenti giudiziari riguardanti la permanenza sul territorio nazionale: entrambi sono stati deferiti all’autorità giudiziaria ai sensi dell’Art. 650 c.p. “Inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità”; un cittadino italiano maggiorenne è stato segnalato alla Prefettura perché trovato in possesso di un grammo di eroina; un cittadino italiano è stato deferito all’Autorità Giudiziaria in stato di libertà per porto abusivo di arma da taglio (un coltello a farfalla della lunghezza complessiva di 22 cm); un cittadino minorenne è stato denunciato in stato di libertà per ricettazione in quanto trovato in possesso di una tessera sanitaria di provenienza furtiva; 11 persone sono state sanzionate per il mancato uso della mascherina; 2 persone sono state sanzionate per il mancato rispetto delle limitazioni agli spostamenti tra le ore 23 e le ore 05. Al termine del servizio, nell’area della Stazione Metropolitana, sono stati rinvenuti e sequestrati, a carico di ignoti, 5 bottiglie di superalcolici, 4 bustine con 7,40 grammi di hashish e 1 bustina con 4,70 grammi di marijuana.

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Sequestrate circa 7mila mascherine contraffatte e pericolose

Sono state sequestrate dal Nucleo Antiabusivismo della Polizia locale di Milano circa 7mila mascherine di stoffa, prive di qualsiasi certificazione ed etichettatura e dunque potenzialmente pericolose, da un rivenditore all’ingrosso di Agrate Brianza. Nell’ambito di un’attività di presidio su alcuni mercati milanesi – da Benedetto Marcello a Papiniano, da Vespri Siciliani a De Predis – il Nucleo Antiabusivismo ha sequestrato centinaia di mascherine con marchi di note case di moda (come Versace, Louis Vuitton, Chanel, Gucci), di personaggi televisivi, cartoni animati e videogiochi per bambini (Me contro te, Minnie, Pokemon, Super Mario, Minions, Pj Masks, Hello Kitty, Minecraft, Fortnite) e di squadre di calcio (Milan, Inter e Juventus). In particolare, da un sequestro penale eseguito al mercato settimanale scoperto di via De Predis, è nata l’attività d’indagine che ha condotto gli agenti della Polizia locale ad un centro commerciale all’ingrosso nel territorio del Comune di Agrate Brianza, dove sono state rinvenute 6.700 mascherine contraffatte, contenute in semplici buste di cellophane senza né etichettatura né istruzioni sull’uso corretto. Il titolare, di origini cinesi, è stato denunciato per il reato di detenzione e vendita di materiale contraffatto (rischia la reclusione da 1 a 4 anni e una multa da 3.500 a 35.000 euro). “Un’attività importante non solo per il suo valore di contrasto alla contraffazione – dichiara la Vicesindaco e assessore alla Sicurezza Anna Scavuzzo –, ma anche perché ha permesso di togliere dal mercato prodotti potenzialmente pericolosi, soprattutto per i bambini. Questi pezzi di stoffa non hanno infatti nulla a che vedere con i dispositivi di protezione individuale e non sono adatti a tutelare la salute, poiché non risulta certificata alcuna capacita di filtraggio. La totale assenza di indicazioni sull’origine non permette inoltre di conoscere la natura dei materiali e delle sostanze utilizzate per la colorazione, che potrebbero contenere ingredienti chimici e dunque potenzialmente tossici o allergenici, a maggior ragione se inalati a lungo a stretto contatto con naso e bocca”. Dall’attività nei mercati svolta dal Nucleo Antiabusivismo della Polizia locale sono state inoltre indagate 8 persone per i reati di contraffazione e ricettazione, sono stati eseguiti 10 sequestri penali (per un totale di 500 articoli tra mascherine, borse, cinture e portafogli con marchi contraffatti), 4 sequestri amministrativi (per un totale di circa 400 articoli tra bigiotteria, ombrelli e accessori per cellulari) e sono stati emessi 2 verbali per vendita non autorizzata. Inoltre sono stati sequestrati 3,2 chili di tabacchi lavorati esteri ed emesso un verbale di contestazione per vendita di sigarette di contrabbando.

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Mascherine biodegrabili per tutelare l’ambiente

Mascherine biodegrabili per tutelare l’ambiente. I Rotary Club italiani combattono l’utilizzo di mascherine e guanti monouso non biodegradabili che ha peggiorato l’inquinamento sia a terra, sia in mare. Si può già iniziare a ridurre l’impatto del fenomeno con il promuovere dispositivi DPI riutilizzabili e smaltibili correttamente, per passare urgentemente a proporre nuovi materiali più consoni a risolvere il problema. I Rotary Club italiani già da alcuni mesi avevano segnalato il problema e il suo continuo peggioramento, inserendo anche questo tema nel Programma “Plastic Free Waters” che ha portata mondiale e coinvolge tutte le flotte dell’IYFR “International Yachting Fellowship of Rotarians”. A fine maggio l’ONG francese Opération Mer Propre (OMP) ha nuovamente richiamato l’attenzione su questa nuova minaccia per gli ecosistemi marini dopo aver scoperto moltissime mascherine usa e getta e guanti in lattice nei fondali del Mediterraneo. Sono milioni e milioni di pezzi che ogni mese vengono dispersi nell’ambiente. Il pericolo è “che finiscano per diventare onnipresenti nell’ambiente” come avverte Joffrey Peltier di OMP. “Sarà l’inquinamento del futuro se non viene fatto nulla”. “Presto correremo il rischio di trovare più maschere che meduse nel Mediterraneo” ha aggiunto Laurent Lombard di Opération Mer Propre. Scegliere di acquistare mascherine riutilizzabili e lavabili, ormai ampiamente in commercio, e di lavarsi più spesso le mani anziché continuare a cambiare i guanti possono essere due azioni semplici, ma di grande aiuto per ecosistemi. “Con tutte le alternative che abbiamo – ha continuato Joffrey Peltier – la plastica non può essere la soluzione per proteggerci da COVID-19. Questo è il messaggio”. Il Rotary con l’associazione Mare Vivo sta valutando i rischi ambientali connessi allo smaltimento, dopo il loro utilizzo dei DPI, con conseguente dispersione nell’ambiente e, in particolare, nel mare. Si parla di quasi novanta milioni di mascherine giornaliere, solo in Italia e ci si domanda dove finiranno questi quantitativi enormi dopo l’uso. Cosa si sta pianificando per evitare che DPI magari contaminati finiscano dispersi nell’ambiente? Come si affronta il problema dello smaltimento? Fino ad ora l’urgenza di averne in enormi quantità stava evidenziando la necessità di produzioni sul nostro territorio. Comunque sia, ora occorre ridisegnare le caratteristiche e i materiali dei DPI in modo da consentirne il riuso in condizioni di sicurezza. La sfida che il sistema produttivo è chiamato a raccogliere per lo sviluppo del Paese richiede la messa a punto di nuove tipologie di DPI compatibili con l’economia circolare. Efficacia e durata dipenderanno dai materiali utilizzati: già ora molti sopportano – senza deformarsi – un lavaggio acqua e sapone a 60°, come indicato anche recentemente dall’Iss, che per realizzare le mascherine fai da te consiglia tessuti di cotone. Ma l’aspetto filtrante con l’uso del solo cotone è molto limitato, o addirittura assente. Maison Banchi Massimo Banchi, titolare di Maison Banchi con sede a Prato, ha affrontato con decisione questo tema negli ultimi mesi, ed è stato uno dei primi fin da marzo scorso a seguire l’appello del Governo e riconvertire la produzione per intervenire a limitare i danni del coronavirus fin da subito. Dr. Banchi, come si potrebbe fare per ridurre l’inquinamento? “Le nostre sono mascherine di contenimento. Non sono mascherine chirurgiche e non sono DPI. Per questo possiamo progettare e sperimentare sempre nuovi materiali in linea con le disposizioni, ma senza impattare su burocrazie inutili. Sono mascherine che trattengono perfettamente aerosol, schizzi e droplet. Sono le cosiddette mascherine di cortesia che evitano il contagio delle persone esterne, evitando che chi le porta possa trasmettere goccioline e droplet e di conseguenza il virus. Sono fatturabili con iva 22%, ma logicamente non possono essere immesse sul mercato a soli 50 centesimi. In farmacia le trovate a 5 – 6 euro, ma se considerate che sono riutilizzabili e lavabili per almeno 10 volte, il loro prezzo diventa ancor più conveniente di quelle chirurgiche che vanno gettate ogni 4 ore. Inquinando molto di più delle nostre, che già oggi in gran parte utilizzano materiali biodegradabili. Anzi, fra poco, appena concluderemo la sperimentazione, potremmo avere mascherine biodegadabili al 100%”.

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Paracadutisti accompagnati dall’Assessore Gallera donano DPI alle Forze dell’Ordine

Venerdì pomeriggio, alcuni appartenenti all’European Paratroopers Association, che associa i paracadutisti militari in servizio, della riserva e in congedo della UE e della NATO, è scesa a fianco della Lombardia donando un primo lotto di oltre 2000 mascherine chirurgiche, 1000 guanti protettivi monouso e 400 flaconi di gel igienizzante al commissariato della Polizia di Stato di Greco Turro. “Questo primo lotto di materiali medicali è frutto di una raccolta di fondi tra gli iscritti e di donazioni di tre aziende italiane del settore, la Bruno Farmaceutici S.p.A. di Roma, la Aneva Italia srl e la Sanitaria Fe.Vi. S.r.l entrambe di Lecce”, ha spiegato il Presidente dell’associazione, l’ex paracadutista della Folgore Giulio Festa. Alla consegna dei materiali medicali, effettuata dal Distaccamento Operativo dell’European Paratroopers Association guidato da Alessio Fasano, che ha dichiarato, “Abbiamo scelto di donare i materiali alla polizia di Stato in riconoscimento dell’impegno delle forze dell’ordine, schierate in prima linea nell’emergenza coronavirus“, erano presenti l’Assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera e il dirigente del commissariato, il I° Dirigente Angelo De Simone, che si sono intrattenuti a parlare dei problemi delle forze di Polizia conseguenti all’emergenza coronavirus. Gallera ha definito la donazione, “un gesto molto significativo e concreto, a beneficio di donne e uomini che ogni giorno indossano la divisa per garantire la sicurezza e il rispetto delle regole nelle nostre città“, aggiungendo, “Regione Lombardia, nelle prossime settimane, effettuerà agli esponenti delle Forze dell’Ordine i test sierologici con prelievo ematico per l’individuazione degli anticorpi neutralizzanti. Un’azione importante per chi svolge un lavoro delicatissimo in prima linea“. Una notizia accolta con favore dal rappresentante della segreteria Locale del sindacato di Polizia Fsp, Giuseppe Sciarrone, che al termine dell’incontro ha ringraziato gli operatori dell’EPA per la donazione ricevuta ed espresso soddisfazione per l’impegno preso dall’Assessore Gallera per, i più volte richiesti, test sierologici agli uomini delle forze dell’Ordine della nostra Città. Presto l’European Paratroopers Association procederà, sempre in Lombardia, anche alla distribuzione di visiere protettive stampate in 3D e di un ulteriore lotto di mascherine prodotte direttamente presso l’Airborne School dell’associazione, di stanza in Slovacchia, hanno assicurato i rappresentanti dell’EPA.  

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Lega: Comune spaccia come proprie le mascherine della Regione e le consegna agli abusivi ERP

“Una cosa è certa: il Comune è in seria difficoltà nella distribuzione di più di 1 mln di mascherine che gli ha donato Regione Lombardia, consegne avvenute sin da quando è stata adottata l’ordinanza per coprire naso e bocca“, commentano Samuele Piscina, Presidente del Municipio 2 di Milano e responsabile Enti Locali Lega, insieme a Piermario Sarina, Capogruppo Lega in Municipio 6 e vice-responsabile Enti Locali cittadino. “La diffusione ai cittadini sta andando a rilento per via di una macchina disorganizzata, come ci hanno denunciato anche diverse associazioni che collaborano all’iniziativa MilanoAiuta, sviluppata dal Comune. Nonostante i problemi, però, il Sindaco Sala non accetta alcun aiuto operativo da parte dei municipi e li costringe in un angolino come semplici passacarte, non consegnandogli neanche le 300.000 mascherine che la Regione aveva destinato proprio ai parlamentini e lasciando stagnare questi ultimi DPI nei magazzini a distanza di 2 settimane dalla loro ricezione“. “Bisogna essere franchi con i Milanesi: il sistema adottato consta nella donazione delle mascherine da parte di Regione Lombardia ai singoli comuni che hanno poi l’onere di distribuirle sul territorio. Il Comune di Milano ha effettivamente ricevuto le mascherine, ma, se i cittadini continuano a non vederle, è demerito del sistema di distribuzione adottato dal Sindaco Sala”. “Come se ciò non fosse sufficientemente grave in un momento in cui la tempestività è sicuramente il fattore più importante, alcune associazioni che svolgono le consegne nei caseggiati ERP per conto dell’amministrazione cittadina, diversi volontari della Protezione Civile e alcuni cittadini, ci hanno denunciato che le mascherine vengono corrisposte a chiunque, anche agli occupanti abusivi, in buste inspiegabilmente bollate con il logo del Comune di Milano, come se fosse il Sindaco a donarle e non la Regione. Inoltre, sembra che ai volontari venga caldamente consigliato di indossare le pettorine del Comune al fine di far riconoscere l’impegno dell’amministrazione comunale”. “Riteniamo davvero grave che chi vive nell’illegalità abbia una sorta di priorità nei confronti delle centinaia di migliaia di cittadini per bene che ancora attendono i DPI in donazione”, concludono gli esponenti leghisti. “Inoltre, speriamo di sbagliarci, ma la sensazione è che il Sindaco Sala preferisca farsi pubblicità piuttosto che essere aiutato nella distribuzione dagli enti un di colore politico diverso. In questo momento non conta chi offre o distribuisce i DPI, poiché ogni aiuto è assolutamente ben accetto e fondamentale, ma far passare la donazione come se fosse unicamente merito del Comune, lo riteniamo riprovevole e scorretto. I Municipi rimangono a completa disposizione per aiutare concretamente nella distribuzione che a oggi avviene a rilento, ma non per implorare unicamente che le mascherine vengano distribuite prima in un quartiere piuttosto che in un altro poiché tutti i cittadini devono poterne avere accesso”.  

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Aperta indagine sulle mascherine della Fippi

La Procura di Milano ha aperto un’indagine in seguito a un esposto presentato da Adl Cobas Lombardia per accertare, tra l”altro, l’idoneità, i costi e l’aggiudicazione della fornitura delle mascherine prodotte dalla Fippi di Rho, un’azienda di pannolini che ha riconvertito la produzione su commissione di Regione Lombardia. L’inchiesta, nella quale sono ipotizzati i reati di truffa e frode nelle pubbliche forniture a carico di ignoti, è coordinata dai pm Mauro Clerici e Giordano Baggio. Clerici e Baggio, titolari del fascicolo, hanno delegato i militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Milano a compire accertamenti relativi, per esempio, alla quantità di mascherine prodotte, alla loro idoneità e alla loro certificazione e alle modalità con cui è stata affidata la commessa. ANSA

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