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Grave ma stabile l’Ispettore Di Martino

Sono state necessarie 7 ore di operazione e 70 fra sacche di sangue e plasma, per ridurre  le gravi ferite riportate dall’Ispettore Di Martino a un rene, al duodeno e ai vasi addominali, in seguito alle tre coltellate che gli sono state inferte dal marocchino irregolare Hasan Hamis. Oggi le condizioni dell’agente ferito sono definite “stabili” ma sempre gravi, ed è ricoverato nel reparto di terapia intensiva.  

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Agnte ferito. Sala: espulsioni responsabilità del Governo

Il Sindaco di Milano Giuseppe Sala ha così commentato il grave ferimento dell’Agente Christian Di Martino “I delinquenti acclarati devono essere rimpatriati e intendiamoci, il punto è chi fa che cosa. Quindi anche il nostro governo, visto che qualche esponente dei partiti di maggioranza butta la croce addosso a Milano e a me, faccia un esame di coscienza e si chieda perché non fa il suo dovere”. Sala ha quindi concluso aggiungendo “se c’è un provvedimento di espulsione il dovere è eseguirlo. Altrimenti chi ci rimette sono le forze dell’ordine o i cittadini” e se ciò non avviene è “chiaro di chi è la responsabilità”.

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Grave Agente di Polizia accoltellato da un marocchino. Sardone (Lega): colpa della sinistra. De Chirico (FI): Milano peggio di Bogotà

Questa notte, alla stazione di Lambrate, un Agente di polizia di 35 anni, è stato accoltellato da un marocchino irregolare. Le condizioni del ferito che in un primo momento non sembravano gravi, sono rapidamente peggiorate a causa di un’emorragia interna che ha richiesto un rapido trasporto di Niguarda dove è stato operato d’urgenza. Ora è ricoverato in rianimazione in prognosi riservata. L’aggressore, un trentasettenne marocchino con numerosi precedenti penali, quando è stato raggiunto dall’agente in compagnia di altri colleghi, stava lanciando delle pietre contro i treni e con una di esse aveva colpito, ferendola in modo lieve, una donna. Visto lo stato di agitazione in cui versava, i poliziotti lo hanno colpito con un taser, che non ha però avuto efficacia a causa del giubbotto che indossava. E’ quindi nata una colluttazione nel corso della quale l’extracomunitario ha colpito tre volte alle spalle l’agente ledendogli alcuni organi letali. Il criminale è poi stato bloccato e portatto a San Vittore, nel mentre la sua vittima veniva soccorsa. Secondo l’Europarlamentare della Lega, Silvia Sardone, le responsabilità sono chiare “L’odio anti-divise alimentato dalla sinistra contribuisce a produrre aggressioni efferate come queste ai danni dei servitori dello Stato. Ogni giorno tre uomini o donne delle forze dell’ordine vengono attaccati da balordi per strada ma per Pd e compagni in Italia esiste un regime poliziesco”. Nello specifico, Sardone sottolinea “Nonostante anni di denunce riguardo la pericolosità della zona della stazione di Lambrate, popolata notte e giorno da clandestini, punkabbestia e tossici, il Comune ha sempre sottovalutato i problemi”. La leghista si augura quindi che il “balordo, con diversi alias e precedenti penali, sia immediatamente condotto al Cpr di via Corelli per procedere con l’espulsione”. concludendo “La sinistra buonista che è contraria ai centri di rimpatrio oserà opporsi? Giustificherà persino un tentato omicidio ai danni di un poliziotto? Organizzerà una marcia in difesa dei clandestini?”. Sull’episodio è intervenuto anche Alessandro De Chirico, Consigliere Comunale di Forza Italia, auspicando a sua volta, “Mi auguro che l’assalitore venga immediatamente espulso dal nostro Paese perché non merita di gravare per nemmeno un giorno sulle spalle degli italiani con vitto e alloggio pagato nelle nostre Patrie galere”.  “All’ufficiale ferito gli auguri di pronta guarigione e un ringraziamento, insieme ai suoi colleghi, per il servizio che svolge in città  il cui Sindaco s’ispira per il piano mobilità a  Bogotà, ma che alla capitale colombiana in fatto di sicurezza non ha già nulla da invidiare” conclude De Chirico.

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ZTL Ascanio Sforza. Rappresentanti di tutti i partiti di cdx al presidio di protesta dei cittadini

“Calata dall’alto e utile solo a fare cassa è la zona a traffico limitato di via Ascanio Sforza che in meno di un anno, con migliaia di multe, ha portato alla desertificazione della zona, contribuendo ad aumentare il degrado e l’illegalità sui Navigli; il Comune di Milano ascolti i residenti e i commercianti che chiedono la rimozione della ztl” così in una nota i Consiglieri comunali Alessandro De Chirico (Forza Italia), Francesco Rocca (Fratelli d’Italia) e Alessandro Verri (Lega). “Per il Naviglio Pavese sono necessari interventi di riqualificazione e di maggior controllo del territorio – aggiungono i tre esponenti dell’opposizione –  dalla pulizia delle sponde del naviglio, alla rimozione di tag e scritte vandaliche, spesso a firma di anarchici e centri sociali; dal contrasto allo spaccio di droga alle numerose aggressioni per furti. Sono queste le azioni che un’Amministrazione comunale dovrebbe svolgere, se attenta al territorio e ai cittadini”. “A Palazzo Marino e in Municipio 5 più volte sono state denunciate e documentate le negative conseguenze della ztl, ci uniamo quindi al presidio di domani sera per chiederne la rimozione” concludono De Chirico, Rocca e Verri.

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Ordinanza anti movida. De Chirico (FI): inutile senza controlli. Piscina (Lega): favoriti i minimarket

Nel corso della commissione con a tema l’ordinanza anti movida in via di approvazione a Palazzo Marino, secondo quanto riferito da Alessandro De Chirico, Consigliere Comunale di Forza Italia “È emerso che dopo la mezzanotte non ci sarà alcun divieto di vendita del gelato di asporto”  ma “Vanno messe delle restrizioni ai minimarket che vendono a tutte le ore e che magari distano pochi metri dalle zone off-limits” e  “Pur ritenendo che sia doveroso mettere delle limitazioni alla vendita d’asporto di alcolici, è doveroso consentire a chi ha investito nei dehors posso continuare a servire al tavolo, nei weekend, almeno fino alle 2”. Infine, sottolinea De Chirico “Chi controllerà che questa ordinanza venga rispettata? Ho posto la domanda all’assessore Granelli, che ovviamente non ha risposto, mi auguro che se Gabrielli c’è ancora batta un colpo”. Dello stesso tenore l’intervento di Samuele Piscina, Consigliere comunale della Lega, secondo cui “abbiamo avuto la conferma che l’intenzione della sinistra sia quella di favorire gli stranieri dei minimarket e dei riders”. “Gli assessori Cappello e Granelli hanno affermato di voler superare il divieto del gelato cercando di fare un passo di lato – spiega il leghista -, ma non hanno detto né come intendano farlo, né se consentiranno l’asporto di altri alimenti e con quali modalità”. “Le parole del Sindaco sono ancora una volta imbarazzanti e lontane dalla  realtà. I divieti di asporto, di utilizzo dei dehors e di commercio in forma itinerante porteranno unicamente ad intensificare l’acquisto nei minimarket o attraverso i riders che, non svolgendo attività di somministrazione, saranno chiamati per portare le bottiglie nelle piazze e nei parchi, dove i maleducati continueranno a fare baccano a ogni ora della notte, senza alcun controllo da parte della Polizia Locale” ha concluso Piscina.

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Milano ricorda le vittime dell’antifascismo militante

Sergio Ramelli, Carlo Borsani, Enrico Pedenovi. Il 29 aprile a Milano si ricorda chi è stato ucciso per non essersi dichiarato antifascista. La giornata, tradizionalmente, si divide in due modi. Il primo istituzionale, il secondo identitario. La mattina, mentre i giovani delle tre comunità militanti (Rete dei Patrioti, Casa Pound e Lealtà e Azione) volantinavano davanti all’ITT Molinari (scuola di Sergio Ramelli), le istituzioni si sono riunite per ricordare Sergio Ramelli. Ucciso a 18 anni per aver detto in un tema che le Brigate Rosse non solo esistevano, ma erano comuniste. Era il 1975. l’anno prima, a Padova, erano stati uccisi Giuseppe Mazzola e Giuseppe Giralucci nella sede del MSI. Alla commemorazione tra gli altri, il Presidente del Senato La Russa e il Sindaco Giuseppe Sala. Da riportare lo scambio tra i due, con il Presidente del Senato che ha auspicato che, prima della fine del mandato, il Sindaco si presenti alla commemorazione con la fascia tricolore. Il Sindaco ha replicato che il suo outfit raramente la prevede. Glielo avrà sconsigliato l’armocromista di partito. Purtroppo si è persa l’occasione per chiedergli, come segno tangibile del taglio con un passato molto diverso dal suo presente, di dichiararsi una volta per tutte senza giri parola Sindaco di Milano. Sceso il sole è iniziato il corteo delle comunità militanti, aperto a tutti i militanti della destra che hanno sfilato sotto un’unica bandiera: il Tricolore. Nessuno ha risposto alle provocazioni provenienti da alcune case che fiancheggiavano la strada. Più di mille militanti (incredibile che anche Polizia e Repubblica concordino sulla cifra) hanno dato vita ad un serpentone che si è portato sotto le lapidi degli uccisi. Ha fatto seguito il rito del presente. A differenza degli anni scorsi non dovrebbero esserci strascichi giudiziari, a seguito della sentenza della Suprema Corte che ha riconosciuto la liceità del rito. Riporta Repubblica che la Polizia avrebbe comunque fotosegnalato i presenti. Sarebbe interessante se qualcuno chiedesse al Ministro Piantedosi perché. La scelta delle sigle che hanno aderito al corteo, presenziando fisicamente, è stata quella del silenzio stampa, non intendendo fare comunicati. La volontà era onorare in silenzio i morti ed evitare al contempo l’impressione di volerli strumentalizzare. Distinguendosi così nettamente da chi i comunicati li ha fatti, ma al corteo non c’era. Rispettiamo la loro scelta e chiudiamo qui la cronaca. Non potendo, in ogni caso, non notare la differenza nei modi e nei toni, con i numerosi cortei di questi mesi a Milano. L’estetica non è, naturalmente, tutto. Ma anche in politica marca la differenza tra diversi modi di intendere la militanza politica.

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