museo della resistenza

Il Comitato Baiamonti: “L’Anpi sposti il museo della Resistenza”

Il Comitato Baiamonti: “L’Anpi sposti il museo della Resistenza”. Ecco il testo integrale della lettera: Egregio presidente, a nome del comitato Baiamonti verde comune, le scriviamo in merito al Museo nazionale della Resistenza la cui sede è prevista a Milano in una costruzione da erigere accanto alla “piramide” dove si trovano gli uffici della Microsoft e la Fondazione Feltrinelli. La seconda piramide sorgerebbe su uno degli ultimissimi metri quadrati di terreno non edificato in una zona già molto congestionata anche per la stretta vicinanza con il recente quartiere di P.ta Nuova (con i suoi enormi grattacieli) e il gran traffico. Una breve cronistoria Fine 2016: s’inaugura la Fondazione Feltrinelli nella piramide di Herzog & de Meuron sloggiando un grande vivaio che dava un po’ di refrigerio durante l’estate. 2016/17: sull’area destinata al nuovo edificio, si smantella il distributore Tamoil che l’occupava e, nella bonifica, si trovano resti di mura spagnole. 2017: nasce il comitato Baiamonti verde comune che raccoglie 2500 firme, di cui 1300 protocollate e consegnate alle sedi apposite, perché l’area sia adibita a verde pubblico accanto al già esistente piccolo giardino dedicato a Lea Garofalo. Da allora, si susseguono le vicende dell’area che nel 2018 il Comune mette a bando per costruirvi la seconda piramide da adibire a uso commerciale. Poiché le tre aste vanno deserte, nel dicembre 2019 il sindaco annuncia che la piramide ospiterà il Museo nazionale della Resistenza. Malgrado nel febbraio 2021 un patto di collaborazione con il Comune prevedesse la gestione dell’area da parte del comitato Baiamonti fino a inizio lavori, il patto viene siglato solo nel febbraio 2022 causa ulteriori, ampi, ritrovamenti di mura spagnole. Ora l’area del giardino viene assegnata al comitato Baiamonti verde comune in cogestione con l’adiacente Circolo degli ex combattenti. Ma purtroppo, ci è stato comunicato che a fine marzo dobbiamo lasciare lo spazio perché probabilmente verrà chiuso per inizio lavori a data ancora non comunicata. Posizione del comitato Baiamonti verde comune Il comitato, che fa parte della Rete dei comitati della Città metropolitana di Milano, è nato a sostegno del verde pubblico, di cui questa zona ha particolare bisogno. L’annuncio congiunto del presidente della Repubblica Mattarella, del ministro della Cultura Franceschini e del sindaco Sala, di destinare la seconda piramide al Museo nazionale della Resistenza ha trovato il comitato in profondo disaccordo con l’Amministrazione per l’ulteriore consumo di suolo. Pur sottolineando il nostro fermo favore per la realizzazione del Museo nazionale della Resistenza, abbiamo tuttavia un’altrettanta ferma convinzione: non dovrebbe assolutamente comportare l’ulteriore cementificazione della città in questo momento di grave crisi climatica e forte inquinamento atmosferico. Inoltre, e in particolare, già Milano vede una media di soli 17,8 mq di verde pro capite contro i 31 di quella nazionale e i 100 di Roma! L’ANPI stessa aveva proposto tempo fa, come sede del Museo, due edifici di pregio anche simbolico: il Museo del Risorgimento in via Borgonuovo e il Palazzo Calchi Taeggi in c.so di Porta Vigentina. Noi indichiamo inoltre, per l’imbarazzo della scelta, gli ampi spazi che presto saranno liberi dell’Ansaldo in zona Sant’AgostinoP.ta Genova;  soluzioni, tra l’altro, molto più economiche oltre che volte alla valorizzazione di beni storici. Caro presidente, ci rivolgiamo a lei perché non venga compiuto l’ulteriore scempio della nostra città già così minacciata da progetti megalomani di cementificazione, rinominati “di rigenerazione urbana” a nostro scherno. Non possiamo più permettere che con la manipolazione e l’inganno si camuffino progetti in realtà finalizzati solo alla speculazione per soddisfare l’avidità di grandi fondi internazionali che vogliono appropriarsi dei nostri beni pubblici. E non solo a Milano, ma in tutta Italia. Comitato Baiamonti verde comune Rete dei comitati della Città metropolitana di Milano Associazione Amici Parco Nord Associazione Parco Piazza d’Armi Le Giardiniere Azioniamo Baiamonti Verde Comune Coordinamento San Siro Comitato Cittadini Crescenzago Comitato Difesa Ambiente Zona 5 Comitato Cittadini per Piazza d’Armi Comitato La Goccia Comitato Milanese Acquapubblica Comitato per la difesa del centro balneare Romano Comitato Torre di Via Stresa -Torre insostenibile No Asfalto – Tutela strade lastricate Proteggiamo il Monte Stella Salviamo Benedetto Marcello Salviamo il Parco Bassini Salviamo il Pratone – Greensando Un altro piano X Milano

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Museo della Resistenza: via libera al protocollo d’intesa

Si delinea il percorso che porterà alla nascita del Museo della Resistenza a Milano. Oggi la Giunta ha approvato le linee di indirizzo per la sottoscrizione di un protocollo d’intesa tra il Comune e il Ministero dei Beni e delle Attività culturali che definisce gli impegni delle parti per la sua realizzazione ai Bastioni di Porta Volta. Il museo avrà sede nel nuovo edificio “gemello” della Fondazione Feltrinelli” firmato dallo studio Herzog & De Meuron, previsto nell’ambito del Piano Integrato di Intervento riguardante le aree comprese tra i viali Montello, Crispi, Bastioni di Porta Volta, piazza Baiamonti. Il progetto è stato rivisto alla luce delle indicazioni della Sovrintendenza per consentire il mantenimento dei resti delle mura spagnole, rinvenute durante la bonifica del terreno dove, per oltre sessant’anni, è stato in funzione un distributore di carburante. L’Amministrazione si è fatta carico delle spese per la revisione del progetto preliminare mentre, come previsto da convenzione, l’operatore in capo al Piano integrato, Coima S.G.R. S.p.A., finanzierà la progettazione definitiva ed esecutiva. La realizzazione del museo sarà finanziata con risorse appositamente assegnate al Ministero per un ammontare di circa 14 milioni di euro. Il Ministero sarà anche stazione appaltante e controllore delle spese, coordinerà e supervisionerà la realizzazione del progetto, che comprende ulteriori opere pubbliche quali marciapiedi, spazi a verde, spazi pubblici e manutenzione dei caselli daziari, l’allestimento del museo e lo sviluppo dei contenuti. Il Comune da un lato metterà a disposizione il terreno già bonificato per la costruzione dell’edificio, che una volta ultimato rientrerà nella sua proprietà esclusiva, dall’altro si impegna a consegnare al Ministero la progettazione definitiva ed esecutiva realizzata da Coima in tempo utile per poter avviare le procedure d’appalto entro un anno e affidare i lavori entro il 31 dicembre 2021. Il Comune inoltre stipulerà gli accordi necessari alla presa in carico dei patrimoni documentari e dei beni, digitali e non, che costituiranno il museo e coopererà nella definizione dei contenuti e delle soluzioni di allestimento insieme al Comitato di supervisione della progettazione, che verrà costituito con successivi accordi . La gestione del museo infine sarà affidata a un apposito soggetto giuridico da costituirsi tra l’Amministrazione, il MiBACT e altri soggetti pubblici.

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Uno spazio Pansa nel Museo della Resistenza

Uno spazio Pansa nel Museo della Resistenza. Abbiamo riportato la proposta di creare il Museo della Resistenza al posto di un piccolo parco in piazza Baiamonti. L’idea era già iniziata male perché era la trovata dell’Amministrazione per mettere a tacere le proteste dei Verdi e del comitato che si è creato tra i residenti con lo scopo di difendere il parchetto: la Resistenza in un attimo è diventata quella dei costruttori, ribaltando uno dei cardini di questo tabù nazionale. A questo punto qualcuno ha rilanciato: creiamo il Museo della Resistenza in piazzale Loreto, un luogo simbolico e molto evocativo. Inoltre i soldi ci sarebbero grazie a un bando internazionale vinto da Milano per riqualificare la zona. Noi ci permettiamo di aggiungere: fatelo dove volete, ma considerate l’ipotesi di inserirci anche uno spazio a Pansa. Il noto giornalista ha avuto il metodo di raccontare i vinti di quella fase storica, ripercorrendo un pezzo di storia recente italiana rimasto vittima dei blocchi contrapposti tutt’oggi. E perché sia un Museo per tutti, invece dell’ennesimo motivo di divisione, bisognerebbe considerare anche chi quella guerra l’ha persa nei campi di battaglia e nelle pagine della storia. Perché non sia un monumento ispiratore di odio, ma una testimonianza del passato comune uno spazio Pansa nel Museo della Resistenza sarebbe un bel gesto. Un modo per creare uno spazio  comune, di quelli di cui c’è un bisogno esistenziale non più ignorabile: le condizioni economiche italiane non sono peggio di altre epoche storiche (i tempi d’oro della lira hanno lasciato debiti per le prossime dieci generazioni, quindi non li consideriamo), ma la società è lacerata intimamente. Un tutto contro tutti che non risparmia nessuno, le nuove generazioni hanno il compito di guidare le vecchie fuori dai loro schemi mentali, consegnando a una storia comune ciò che ancora si ripete come un eterno ritorno di questioni di fatto sorpassate. Dopo quasi un secolo siamo ancora a discutere di Anpi e Resistenza, quando in una nazione normale le avremmo consegnate alla storia dopo la giusta riflessione. Visto che Pansa ha avuto l’acume e il coraggio di raccontare anche l’altra Italia di quei tempi, uno spazio Pansa al Museo della Resistenza si pone come una necessità storica. Uno spazio organizzato da chi ha perso, ma non per questo è stato cancellato. Così da ricucire in un unico luogo due storie che stanno correndo parallele da troppo tempo.

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