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Davide Rocca (FdI): nuova baraccopoli di fianco all’Ortomercato

“Una nuova baraccopoli è sorta a fianco dell’ortomercato, nell’area in cui sorgeva il centro di emergenza sociale del Comune di Milano” lo denuncia Davide Rocca, Consigliere nel Municipio 4 per Fratelli d’Italia. “Accanto al mercato ortofrutticolo più grande d’Italia” sottolinea Rocca e “non vi sorge solo una baraccopoli, ma anche un cimitero di oltre sessanta auto rubate, smembrate per poterne rivendere i pezzi e date alle fiamme. Una situazione di estremo degrado e pericolo decisamente non consona ad una città europea” aggiunge Rocca. “Ancora una volta – continua il meloniano – il tutto, avviene nel più completo abbandono dell’area da parte del Comune. Questa realtà è un rischio non solo dal punto di vista igienico-sanitario, perché accanto alla baraccopoli abusiva si vendono generi alimentari, ma anche dal punto di vista ambientale perché vengono bruciati i resti di macchine. Dimostrazione che questa sia una Giunta ferma agli slogan elettorali: una amministrazione – conclude Rocca – che si dice tanto green e attenta alla salute dei propri cittadini non può far finta di niente!”. 

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Tangenti all’Ortomercato, tre arresti

Un dirigente pubblico e due imprenditori sono stati arrestati dalla polizia con l’accusa di corruzione per alcune commesse assegnate alle cooperative dell’ortomercato. Gli agenti della polizia di SIl provvedimento è stato emesso dal gip del Tribunale di Milano, su richiesta della Procura. Gli indagati sono ritenuti responsabili di episodi di corruzione avvenuti nell’ambito delle commesse di facchinaggio assegnate alle cooperative operanti all’interno dell’Ortomercato. Le indagini sono scaturite da una denuncia che ha permesso alla Squadra Mobile di svelare l’esistenza di un radicato sistema corruttivo fondato sull’elargizione, da parte degli amministratori occulti di un consorzio concessionario di servizi, di somme di denaro e regalie di diverso genere, a fronte della garanzia di un trattamento privilegiato in totale violazione delle normative in materia di evidenza pubblica e di concorrenza. A finire ai domiciliari sono stati l’ex di Sogemi, Stefano Zani e gli imprenditori Giorgio Gnoli e Vincenzo Manco. Il direttore di Sogemi, Cesare Ferrero, ha fatto sapere che “La società non è indagata, il procedimento è personale a carico del dottor Zani”.  

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