speranza

Senza Speranza c’è speranza

Senza Speranza c’è speranza. Che poi Roberto Speranza ha anche il profilo istituzionale giusto, funzionario di partito, conosce il linguaggio della politica, si tinge bene i capelli di un (finto) rosso popolare nella migliore tradizione comunista. In un governo dove tutti devono stare dentro anche #Leu ha avuto la chance di esprimere un proprio rappresentante. Anche se Leu non esiste di fatto più: un insieme di sigle della sinistra molto conflittuali e divise (una componente addirittura si è espressa contro il Governo Draghi). Non si capisce perché la Bonino o Calenda, ad esempio, non abbiano avuto la stessa opportunità. Misteri di Draghi. Epperó Speranza era Speranza anche prima. Ministro alla Salute nel peggior momento globale possibile. Ministro dell’attesa, dei pareri degli esperti sempre discordanti e in continua contraddizione. Ministro delle chiusure annunciate a poche ora dalle sperate riaperture. Con milioni bruciati così, da una firma su un’ordinanza. C’è speranza oltre Speranza. Superare il metodo Conte II – che poi era il metodo Speranza – dovrebbe essere il primo vero obiettivo di Draghi. Iniziamo male, anzi malissimo.

Senza Speranza c’è speranza Leggi tutto »

Regione difende gli specializzandi di medicina da Speranza

Regione difende gli specializzandi di medicina da Speranza. A spiegarlo è stata la stessa vicepresidente e assessore al Welfare regionale Letizia Moratti: “Stessa cosa per gli specializzandi: ho sollecitato il loro coinvolgimento non sulla base delle previsioni della Legge di stabilità – ha detto ancora Letizia Moratti -. Non solo, dunque, per un mese e senza remunerazione, ma per tre o quattro mesi con evidentemente retribuita la loro attività. Ci potrebbe essere un emendamento che andrebbe a interessare il decreto ristori”. Perché l’idea per così dire geniale del ministro della Salute Roberto Speranza era di risolvere la crisi dei vaccini chiedendo ai giovani di lavorare gratis, mentre i pensionati prenderanno fino a 6500 euro al mese. L’immagine di un Paese dove si continuano a tutelare gli anziani per avere i voti oggi e non a pensare al futuro: con questo risultato il governo nazionale ha regalato migliaia di voti ai propri avversari politici perché gli specializzandi hanno fornito un grande contributo in piena emergenza e moltissimi lavorano ancora a cottimo regalando fino a 2000 euro al mese agli ospedali perché i giovani in servizio si sbattono come muli senza lamentarsi. Per fortuna Regione difende gli specializzandi (con cui pure ha avuto qualche problema in passato) di medicina da Speranza e non è sola: i primi ad accogliere le proteste dei giovani medici erano stati gli eletti nel senato accademico dell’Università Statale che si era schierata contro le direttive romane intese come un tentativo di sfruttamento dei giovani. Regione ha seguito quest’onda positiva difendendo le nuove generazioni dalla poco brillante idea di Roberto Speranza e del suo collega Gaetano Manfredi che non sembra lascerà rimpianti. Si sa che ci ha provato a farsi conoscere perché la sua pagina Facebook è stata a lungo sponsorizzata, ma resterà più noto per aver tentato di costringere migliaia di giovani laureati a lavorare gratis mentre garantiva agli anziani 6500 euro al mese.

Regione difende gli specializzandi di medicina da Speranza Leggi tutto »

Moratti: “E’ Speranza che ci ha chiesto di dire che l’errore era nostro”

Moratti: “E’ Speranza che ci ha chiesto di dire che l’errore era nostro”. Prima ha parlato Fontana: “Indignato per le ricostruzioni sulla trasmissione dei dati”. L’intervento chiarificatore di Attilio Fontana è partito con una dura contestazione del governatore lombardo da parte delle ricostruzioni sul presunto errore di trasmissione dei dati. Nessun errore, rivendica Fontana, semmai la risposta a una richiesta di aggiornamento partita da Roma. Poi è intervenuta Letizia Moratti, vicepresidente e assessore al Welfare regionale: “Mi sono accorta da subito che c’erano dei dati che non erano coerenti con quelli che dovevano essere considerati, diventava necessario avere un confronto su questi dati, per questo motivo avevo chiesto una sospensione di 48 ore per non entrare in zona rossa. Dal ministro non abbiamo avuto nessuna risposta anzi la conferma della zona rossa”. “Se siamo diventati zona arancione è perché abbiamo sollevato noi un problema installando un dialogo tecnico con lealtà e correttezza: il ministro pretendeva che dicessimo che è stato un errore nostro, ma non abbiamo potuto accettare per dignità della Regione e per l’impatto che ha comportato per la regione e le nostre famiglie la zona rossa, quindi andremo avanti con tutte le azioni necessarie per dimostrare la ragione che abbiamo, mi dispiace perché sarebbero bastate 48 ore per confrontarci”. “E’ stato chiesto di indicare lo stato clinico, cioè la data dal sintomo, ma non dello stato sintomatico. Un asintomatico e un pauci sintomatico hanno lo stesso peso sull’rt. Noi non vogliamo inserire un campo preordinato, lasciamo fedeltà al dato per come nasce dalle cartelle cliniche” ha specificato Trivelli. “La nostra richiesta a livello tecnico è quello di ampliare il campo di indicatori per definire una situazione pandemica, l’rt non basta in questa fase, abbiamo chiesto di affiancare alle reti sintomi altri indicatori”. Il dirigente del settore Welfare ha ribadito che l’intervento della Lombardia era per avere dati più completi e affidabili, migliorando “l’impostazione posticcia” del sistema attuale.    

Moratti: “E’ Speranza che ci ha chiesto di dire che l’errore era nostro” Leggi tutto »

Il Pil non è ricchezza, ma lavoro

Il Pil non è ricchezza, ma lavoro. Nell’imbarbarimento perpetuo del dibattito in cui certi popolaristi cercano di trascinarci sempre si confondono le parole, perché cambiare il senso di ciò che si dice è il primo passo per far travisare un messaggio. Ecco dunque che i neocomunisti da divano attaccano Letizia Moratti per la richiesta a Domenico Arcuri di distribuire il vaccino in base al Pil delle regioni, ma il Prodotto interno lordo di una regione non è la somma della ricchezza della regione, ma di quanta ricchezza si produce con il lavoro. Quindi il Pil non è ricchezza, ma lavoro. Difficile capirlo per una categoria di borghesi benestanti e garantiti a stipendio pubblico che rappresenta gran parte del mondo produttivo al centro sud, ma funziona così. La ricchezza si produce, ma non nel senso che quando abbiamo finito i soldi ne stampiamo un altro po’. Si lavora, si guadagna e con quelli si pagano strade, ospedali e stipendi pubblici. Milioni di stipendi pubblici. Gente che per essere licenziata deve come minimo stuprare un bambino davanti a tutti o uccidere molto malamente qualcuno durante l’orario di servizio. E sempre sotto gli occhi di tutti. Altrimenti nessuno li può licenziare. E se lo Stato non ti fa lavorare, lo stipendio arriva lo stesso. Invece quelli che i soldi li producono davvero, se sbagliano un ordine con un’azienda hanno finito per sempre di lavorarci. Se un prodotto è fatto male, chiudono. Se lo Stato dice di non lavorare, chiudono per sempre. E’ la differenza tra lavoro e ricchezza che non viene capito dai sussidiati. Quindi ben vengano i Moratti che conoscono la differenza tra le due cose. E che chiedono la precedenza a chi sostiene anche le vite altrui. Il tanto odiato Nord sopporterà l’ennesimo insulto dai suoi stessi figli, ma speriamo non gli elettori. Perché Moratti ha chiesto il rispetto del lavoro, non della ricchezza. E chi lavora lo ha capito, chi vive sulle spalle altrui la odia.

Il Pil non è ricchezza, ma lavoro Leggi tutto »

La città si illumina nel segno della sobrietà e della speranza

Sobrietà e speranza, sono queste le due parole che caratterizzeranno le luminarie natalizie in città in occasione delle prossime festività. Una scelta voluta dall’Amministrazione, sostenuta e condivisa anche da Confcommercio Milano, sponsor, Associazioni di Via che hanno contribuito ad accendere Milano in questo particolare periodo di convivenza con l’emergenza Covid. “Anche in un momento di singolare difficoltà per la città e per il suo tessuto commerciale e produttivo dovuto all’emergenza Covid – dichiara l’assessora alle Politiche per il Lavoro, Attività Produttive e Commercio Cristina Tajani –,  grazie all’efficacia del metodo di collaborazione tra Comune, associazioni del commercio e associazioni di via siamo riusciti a illuminare in maniera diffusa la città, valorizzando luoghi simbolo come corso Buenos Aires, corso Vittorio Emanuele, corso Venezia, via Dante, i principali assi commerciali e anche le vie esterne alla circonvallazione, come viale Monza sino a Sesto San Giovanni. Le luminarie sono un segno di luce e di speranza, utile a rinsaldare il profondo legame tra il tessuto commerciale e i suoi abitanti, favorendo il sostegno e la partecipazione dal basso di associazioni e comitati il cui lavoro, soprattutto in questo momento,  è fondamentale per mantenere viva la città. Aver regalato le luminarie alla città costituisce per i tanti privati che hanno collaborato con l’Amministrazione un vero gesto d’amore e speranza verso Milano e i suoi cittadini”. “Mai come in questo momento – sottolinea Gabriel Meghnagi, presidente della rete associativa vie di Confcommercio Milano – credo siano importanti per la città, per le attività commerciali, le luci di Natale. La situazione di oggettiva difficoltà non ci ha impedito di trovare attenzione e ascolto da importanti sponsor”. Milano incomincerà ad accendersi di calde luci già a partire da martedì 1° dicembre e nei giorni a seguire. Grazie all’intervento #Illuminiamoinsieme di Urban Up | Unipol, un grande tappeto di luce costituito da più di 180mila led bianchi e blu percorrerà e illuminerà Milano per oltre 4 km: dall’albero di luce alto 25 metri a Gratosoglio fino ai led luminosi in Buenos Aires, Palestro, corso Venezia con i suoi Caselli, corso Vittorio Emanuele, corso di Porta Romana, passando dalla Torre Galfa, alle gru in Porta Nuova fino all’immobile in via De Castillia recentemente riqualificato, per un totale di 12.000 metri di linee elettriche, tutto si accenderà contemporaneamente nella città, illuminandola fino prossimo al 6 gennaio. Saranno grandi comete bianche con la coda blu a portare l’atmosfera di Natale in via Piero della Francesca e in via Poliziano grazie a Nexi che, oltre a illuminare le strade in collaborazione con Ascopier e Confcommercio Milano, metterà a disposizione dei commercianti della zona una serie di webinar gratuiti per far conoscere le opportunità e i benefici che i pagamenti digitali possono portare a sostegno delle imprese. Anche quest’anno a dare un tocco di luce in corso Sempione sarà l’albero di Natale Nexi allestito presso la sede: simbolo di attaccamento e vicinanza al quartiere. Quest’anno via Dante si accenderà con le parole di Banca Mediolanum: “Credi nei tuoi sogni, non arrenderti mai. Ascolta buoni consigli”. Le tre frasi compariranno unitamente agli elementi grafici – palline e pacchetti natalizi – anche all’ingresso di via Tommaso Grossi, che conduce alla sede dell’ufficio milanese dei consulenti finanziari. Per la seconda volta anche viale Monza si accende per le feste, da Piazzale Loreto sino a Villa San Giovanni grazie a 74 arcate blu composte da oltre 33mila led, ideate da Nivea appositamente realizzate per augurare buon Natale a tutti i residenti e a chi quotidianamente arriva in città da nord. Immancabile la magica atmosfera del Quadrilatero della moda dove lampadari di fiamme di luce alternati a sfere di pino verde creeranno suggestive emozioni nelle vie Montenapoleone, Verri, Sant’Andrea, Borgospesso, Bagatta, San Pietro all’Orto e Santo Spirito dove si alterneranno anche istallazioni di diversi sponsor. Immancabile anche l’albero di Natale in piazza Croce Rossa, quest’anno creato dall’artista fiorentina Roberta Cipriani; mentre in via della Spiga torneranno le decorazioni tipiche del Natale. I contributi degli sponsor hanno reso possibile non solo l’illuminazione del cuore della città ma anche l’allestimento con filari di luci e decorazioni natalizie di tante realtà esterne al centro come: via Carli ad Affori, via Saponaro a Gratosoglio, piazza Anita Garibaldi a Baggio e via De Roberto a Quarto Oggiaro. Per incentivare e sostenere la realizzazione di luminarie da parte   di Associazioni di Via, Associazioni di categoria, Istituzioni e comitati di quartiere,  l’Amministrazione mette a disposizione sino al 9 dicembre un contributo complessivo di 75mila euro (massimo 3 mila euro per ogni singolo progetto) proprio per realizzare, senza fare ricorso a sponsor privati, decorazioni e installazioni luminose a carattere  natalizio, lungo le vie e gli assi commerciali nei quartieri decentrati  della città. Un sostegno destinato alle associazioni come Centrale District che, grazie al contributo dei tanti albergatori e dei commercianti delle vie limitrofe alla Stazione Centrale, ha illuminato autonomamente con festoni e luci la principale porta d’ingresso della citta dando un segnale importante di vitalità del quartiere, o Asselor che illuminerà l’asse commerciale di via Lorenteggio.

La città si illumina nel segno della sobrietà e della speranza Leggi tutto »

Gallera: oggi la speranza diventa qualche cosa di più

L’Assessore Gallera ha iniziato la conferenza stampa di aggiornamento sull’emergenza coronavirus dicendo, “oggi è stata una giornata  iniziata sotto i migliori auspici, nella lotta che stiamo facendo per offrire speranza ai nostri concittadini colpiti dal coronavirus“, perché “è stato consegnato formalmente dal Presidente Fontana l’Ospedale in Fiera al Direttore generale del Policlinico di Milano” che lo gestirà a partire da fine settimana quando entrerà in funzione. Gallera è quindi passato ad enunciare subito i dati sottolineando, “anche oggi sono la conferma di una speranza che diventa qualche cosa di più, anche se non dobbiamo in alcun modo abbassare la guardia e dobbiamo continuare con grande fermezza la nostra battaglia“: casi positivi 43.202 (+1.047), ricoverati 11.883 (+68), in terapia intensiva: 1.324 (-6), dimessi e in isolamento domiciliare 22.907, deceduti: 7.199 (+381). Tamponi effettuati: 111.057. Provincia di Milano 8.911 (+235), di cui 3.656 (+96) in città. In merito al dato delle terapie intensive, Gallera ha tenuto a sottolineare che “anche questo è un elemento significativo”, ma vuol dire che fra i nuovi ricoverati non ce ne siano più che necessitano di essere messe in terapia intensiva, bensì che il saldo fra quanti la lasciano, perché in via di miglioramento o deceduti e quanti vi entrano è diventato negativo. Infatti, ieri a fronte di 81 persone che è stato necessario intubare, 87 erano state estubate perché nuovamente in grado di respirare in autonomia o per motivi più tragici. Un dato comunque positivo perché, agli 81 nuovi ingressi in terapia intensiva di ieri si è arrivati passando dai 75 di domenica, i 90 di sabato, i 109 di venerdì, i 122 di giovedì e i 132 di mercoledì passato, a dimostrazione di un consolidato trend in discesa anche per quanto riguarda i casi più gravi. Gallera ha quindi concluso dicendo, “siamo su un dato che ci conforta rispetto al fatto che siamo su uno  scenario diverso. I sacrifici che abbiamo fatto cominciano a produrre un risultato e per questo dobbiamo intensificarli.  

Gallera: oggi la speranza diventa qualche cosa di più Leggi tutto »