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Quote latte, l’archiviazione di una mega truffa

Sulle quote latte c’è stata per anni molta confusione mediatica. Oggi il tema torna d’attualità grazie alla sentenza di archiviazione di un procedimento avviato da alcuni allevatori. Per i ricorrenti la situazione è andata male, ma almeno nella relazione del giudice Paola Di Nicola c’è uno spaccato della società italiana. Ve lo riassumiamo per sommi capi: c’è stato un sistema di malaffare tanto esteso per violare le norme europee e favorire solo una parte di allevatori italiani, che la giudice non è in grado di stabilire responsabilità penali di fronte al tribunale di Roma. Saranno altri, forse, a occuparsene. Triste, ma vero. Una tale ramificazione tra enti pubblici, agenzie governative e Ministeri da permettere un’ingiusta distribuzione di miliardi di euro. Tanti soldi, tanti “centri di potere” secondo il gip, che nessuno sarà colpevole. Ed essendo passato del tempo, i colpevoli saranno sempre meno grazie alla prescrizione. Per darvi la possibilità di leggere con i vostri occhi, vi alleghiamo la sentenza. Ordinanza-GIP-Roma-5.6.19 (1)

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La giustizia lumaca insabbia la truffa a danno dei Francescani

La giustizia lumaca insabbia il caso della truffa da venti milioni a danno dei francescani. Dopo tanta attesa per scoprire tutti responsabili di questa vicenda, lo stesso ordine si trova di fronte agli effetti di una giustizia troppo lenta per scovare i responsabili. Una decisione che ha deluso la provincia lombarda dei frati che ha rilasciato un comunicato: “La provincia Sant’Antonio dei Frati Minori (già Provincia Lombarda) prende atto della decisione del Giudice che ha deciso di non procedere per intervenuta prescrizione. In questa sede si intende ribadire come la Provincia San’Antonio si sia immediatamente rivolta alle autorità giudiziarie per denunciare i fatti oggetto del processo ritenendosi parte lesa di quanto avvenuto. Con rammarico la provincia di Sant’Antonio nota come i tempi della giustizia penale non abbiano permesso la definizione di una verità processuale”. La presunta truffa coinvolgeva oltre a un affarista poi morto suicida, l’ex responsabile dei conti dell’ordine e altri frati e il loro operato si estendeva fino in Svizzera. Le persone coinvolte avrebbero distratto i fondi lasciando senza soldi tutto l’Ordine. Un ennesimo esempio di come i tribunali italiani spesso siano in difficoltà tali da dover accettare che certi reati non verranno perseguiti.

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Finti acquirenti truffano venditore di Rolex

Lo hanno invitato al ristorante, hanno cenato insieme e poi se ne sono andati portandogli via tre orologi Rolex del valore di 56 mila euro lasciandogli anche da pagare un conto da mille euro. Vittima della truffa, organizzata da un uomo e una donna italiani, un cittadino giapponese di 36 anni che aveva pubblicato su Instagram le foto di alcuni Rolex da vendere: un modello Submariner (valore 33 mila euro), un Gmt Master (12 mila euro) e un Daytona (11 mila euro). I due truffatori lo hanno invitato all’Osteria Mamma Rosa di piazza Cincinnato e dopo aver cenato lo hanno informato che, prima dell’acquisto, avrebbero voluto far visionare gli orologi da un esperto e si sono poi dileguati.

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Truffa ad anziani in via Palmanova

Si è presentata alla loro porta spacciandosi per la figlia di una vicina di casa interessata ad acquistare da loro un particolare orologio. E le informazioni che aveva a disposizione, raccolte probabilmente nei giorni precedenti, sono riuscite a convincere i due anziani 89enni che l’hanno fatta entrare nella loro abitazione di via Palmanova. Ma qui la donna si è poi impossessata di alcuni orologi per un valore di oltre 20 mila euro, che la coppia le ha mostrato, per poi darsi alla fuga. Sulla vicenda indaga la Polizia.  

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Onlus lucra sulla merce, denunciata per truffa e falso

L’Unità Annonaria Commerciale della Polizia Locale ha denunciato per truffa e falso una onlus che operava in diverse via cittadine. Sotto sequestro anche i banchi e la merce che aveva messo in vendita. La Meta Onlus, un’associazione appartenente al terzo settore, aveva richiesto nei mesi scorsi diverse autorizzazioni temporanee per occupazione di suolo pubblico per la raccolta fondi a scopo benefico (piazza Cadorna, piazza Argentina e piazzale Corvetto). Sulla sua attività però erano arrivate diverse segnalazioni di cittadini e comitati per comportamenti non corretti. Gli agenti dell’Annonaria della Polizia Locale, sotto la direzione del comandante Marco Ciacci, hanno messo sotto controllo per diverse settimane i banchi de La Meta Onlus, a partire da fine novembre fino alla fine di gennaio scorso. Hanno potuto verificare che in tutte e tre le zone per cui era stato richiesto il permesso, La Meta Onlus effettuava in realtà la vendita di beni, nella maggior parte dei casi capi di abbigliamento, e non la raccolta fondi. Il più delle volte non veniva rilasciata alcuna ricevuta e, nei casi in cui veniva rilasciata, la vendita non era registra in libri contabili. A Milano, rispetto alle attività commerciali, le onlus che vogliono fare raccolta fondi sono agevolate nella richiesta di occupazione suolo, che è gratuita e comporta solo la comunicazione agli uffici. Il permesso è assegnato per 15 giorni ed è rinnovabile. Approfittando illecitamente di questa possibilità, La Meta Onlus ha occupato stabilmente e gratuitamente alcune piazze cittadine, tra cui anche piazza Cadorna e piazza Argentina, in cui è espressamente vietato il commercio itinerante. Nelle bancarelle erano esposti cartelli con la dicitura ‘offerte 10 euro’ ma una donazione non può essere preventivamente stabilita dalla onlus altrimenti si configura la vendita. L’utilizzo dei fondi raccolti è stato messo sotto osservazione da parte degli agenti della Polizia Locale. Mentre le finalità dichiarate avevano ‘lo scopo di favorire l’integrazione e alleviare il disagio sociale’, in realtà La Meta Onlus distribuiva solo pacchi contenenti una confezione di pasta e una di pelati una sola volta al mese a circa 30 persone. Per tutte queste ragioni, a partire dal 22 gennaio, sono stati messi sotto sequestro dalla Polizia Locale i tre banchetti di vendita e la relativa merce, e la legale rappresentante della Onlus, una cittadina italiana di 58 anni, è stata denunciate per truffa e falso. “Le onlus presenti sul nostro territorio – ha detto la vicesindaco Anna Scavuzzo – sono tante e svolgono attività preziose per il tessuto sociale milanese. Le indagini svolte dalla Polizia Locale sono essenziali per difendere i molti operatori onesti da chi si avvantaggia non rispettando le regole e si approfitta della buona fede dei cittadini”.

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Tenta truffa spacciandosi per Carabiniere, arrestato

Si era spacciato per Carabiniere chiedendo in prestito al gestore di una tabaccheria di via Vittorini una banconota da 100 € per concludere “un’importante operazione antidroga“. L’uomo, un italiano di 49 anni pluripregiudicato, è stato arrestato ieri per i reati di usurpazione di titoli e truffa aggravata e continuata. I carabinieri sono stati allertati dal gestore che era già la quarta volta che riceveva la strana richiesta. E’ stata quindi rimandata la consegna dei contanti e quando il 49enne si è presentato in negozio per ritirare i soldi è stato arrestato.

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