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Report Crea, l’Italia non è più un paese per infermieri

Report Crea, l’Italia non è più un paese per infermieri. Giuliano (Ugl Salute): “Rendere di nuovo attrattiva questa professione”. L’Italia non è più un paese per infermieri. “Non è un titolo di un film – commenta il Segretario Nazionale della Ugl Salute Gianluca Giuliano – ma una realtà triste e drammatica che denunciamo da tempo non solo per questa categoria ma per tutte quelle degli operatori sanitari. Il report pubblicato dal CREA (Centro per la Ricerca Economica applicata in Sanità) conferma una enorme carenza di personale stimabile da 230 a 350mila unità. Un dato che mette l’Italia tra i fanalini di coda in Europa e fa porre la domanda: perché? Noi crediamo – prosegue il sindacalista – che oltre alle politiche scellerate di tagli operati in passato ai danni della sanità una delle cause sia la ormai poca attrattività che questa professione ha nelle fasce giovanili, come dimostrato dal calo delle adesioni registrato negli ultimi corsi universitari in infermieristica. Pur svolgendo un ruolo essenziale per la comunità gli infermieri italiani non riscontrano gli adeguati riconoscimenti che meriterebbero come dimostrano le attuali retribuzioni al di sotto della media europea. Sono costretti spesso a lavorare in condizioni di scarsa sicurezza e non vengono tutelati da norme contrattuali certe. Così uno scenario precario come quello attuale, con tanti professionisti attratti dalle migliori condizioni offerte da altre nazioni, rischia di trasformarsi in catastrofico nei prossimi anni e a farne le spese, se non si interverrà con urgenza, convogliando sempre maggiori risorse, sarà l’assistenza per i cittadini”.  

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Sanità pubblica, rinnovo CCNL. Giuliano (Ugl Salute): “No a mancette. Difenderemo diritti e dignità dei lavoratori in ogni modo”

Sanità pubblica, rinnovo CCNL. Giuliano (Ugl Salute): “No a mancette. Difenderemo diritti e dignità dei lavoratori in ogni modo”. Il rinnovo del contratto nazionale della sanità pubblica rischia di trasformarsi una mancetta. “Cosa altro possono pensare i lavoratori di fronte a quanto si sta concretizzando?” chiede il Segretario Nazionale della Ugl Salute Gianluca Giuliano. “La media generale di aumento in busta paga per gli operatori sanitari – prosegue il sindacalista – dovrebbe aggirarsi intorno ai 75 euro lordi mensili. Una cifra irrisoria che ha quasi il sapore dell’offesa per chi già vede i propri emolumenti non in linea con la media europea. Così, dopo tante parole e tanti elogi, chi ha lottato e sta lottando contro il virus con coraggio e generosità rischia di raccogliere solo pochi spiccioli che mortificherebbero la professionalità e la dedizione messe al servizio della collettività”. Il Segretario della Ugl Salute aggiunge: “I professionisti impegnati in prima linea hanno pagato un prezzo altissimo con deceduti tra le proprie fila e sono ancora oggi la categoria di lavoratori che conta il maggior di contagiati. I tagli operati negli anni e il blocco del turnover hanno sempre più ridotto gli organici e così gli operatori sanitari sono costretti a turni di lavoro massacranti che ne stanno sempre più fiaccando la resistenza. Non bastasse devono anche fare i conti con le continue aggressioni fisiche e verbali che ne mettono a rischio l’incolumità. È ora che l’Italia volti pagina e riconosca a tutte le professioni sanitarie stipendi dignitosi, equiparandoli ai tanti colleghi delle altre nazioni, garanzie dal punto di vista normativo all’altezza delle aspettative ed una qualità del lavoro dove la sicurezza sia una priorità assoluta. La Ugl Salute dice quindi no alla mancetta schierandosi al fianco degli operatori sanitari, pronta a difenderne diritti e dignità in ogni modo” conclude Giuliano.  

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Il Covid non dà tregua, Giuliano (Ugl Salute): “Operatori allo stremo delle forze”

Il Covid non dà tregua, Giuliano (Ugl Salute): “Operatori allo stremo delle forze”. Cosa hanno si è fatto per frenare e combattere la pandemia? “È una domanda che devono porsi tutti coloro che sono stati e si trovano in cabina di comando, affrontando, se ne hanno coraggio, le proprie responsabilità. Siamo stati molto critici con il precedente Governo, sottolineando a più riprese i gravissimi errori commessi. Non farlo ora sarebbe delittuoso” dice con fermezza il Segretario Nazionale della Ugl Salute Gianluca Giuliano. “Certo le colpe per il depauperamento della sanità partono da molto lontano e hanno, purtroppo, tanti padri e sono di coloro che, nel nome dei tanto sbandierati pareggi di bilancio, hanno tolto risorse e forze al SSN. In oltre due anni di lotta alla pandemia – prosegue il sindacalista – sembra non si sia fatto tesoro di alcuna esperienza passata e ci troviamo di nuovo in una situazione drammatica, seppur in presenza dell’utilizzo dei vaccini. Le strutture sanitarie sono al collasso, le ambulanze nuovamente si accalcano al di fuori dei pronto soccorso e diventano giacigli di fortuna in attesa che i pazienti possano essere presi in carico, quando si può, dalle strutture. In questo quadro in prima linea continuano ad esserci loro, gli unici veri coraggiosi soldati di questa guerra al Covid-19. Sono gli operatori sanitari, armati solo del proprio coraggio e della loro professionalità, oramai allo stremo. Continuano ad essere la categoria di lavoratori più esposta al contagio con numeri in aumento e che fanno rabbrividire. Non bastasse questo rischio nell’adempimento del proprio dovere – dice ancora il Segretario Nazionale della Ugl Salute – leggiamo ogni giorno notizie di aggressioni, fisiche e piscologiche ai danni dei professionisti della salute impegnati in prima linea. Senza difesa dal virus, senza difesa dalla violenza, con stipendi che, lo denunciamo da tempo, sono nettamente al di sotto della media dei colleghi europei. Li hanno ricoperti di elogi e parole, buoni per il consenso politico, ma nella sostanza poco o nulla è stato fatto. Il Pnrr doveva aprire a un potenziamento degli organici, con una campagna di assunzioni che come sindacato chiedevamo coraggiosa ed incisiva, ma che tarda colpevolmente a concretizzarsi. Di riconoscimenti pratici e adeguamento delle retribuzioni c’è ben poca traccia. Chiediamo allora alle istituzioni di non perdere altro tempo per affrontare una situazione ormai ad un passo dal punto di non ritorno. Per i lavoratori della sanità, per i cittadini, per l’Italia intera” conclude il sindacalista.  

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Medicina del Territorio, Giuliano (Ugl Salute): “Allentamento del tetto di spesa regionale volano per nuove assunzioni”

Medicina del Territorio, Giuliano (Ugl Salute): “Allentamento del tetto di spesa regionale volano per nuove assunzioni”. Gli standard della nuova medicina del territorio sono pronti ad essere ufficialmente definiti. “Parte delle risorse del Pnrr riguardanti la sanità – commenta Gianluca Giuliano, Segretario Nazionale della Ugl Salute – saranno per le Case della Comunità ma anche per Usca, centrali operative territoriali e Ospedali di comunità”. Il sindacalista poi prosegue: “Ci saranno fondi, circa 2 miliardi di euro, indirizzati all’edificazione delle strutture delle Case della Comunità. Seguiremo con la massima attenzione poi gli sviluppi legati all’allenamento dei vincoli di spesa per le Regioni volano per quelle nuove assunzioni che chiediamo da tempo”. Dichiara ancora Giuliano: “La medicina del territorio è uno degli strumenti su cui deve necessariamente porre le fondamenta il nuovo SSN. Il corretto funzionamento di questa prima linea di difesa sanitaria, dove è previsto l’utilizzo dei medici di famiglia con una formula di impegno ad ore, consentirebbe, alla luce del perdurare dell’emergenza pandemica, un allentamento della pressione sulle strutture ospedaliere e la possibilità per i cittadini di poter usufruire di servizi e cure di livello che torneranno ad essere erogati in tempi sufficientemente brevi. Le Regioni potranno quindi procedere a quel massiccio piano assunzionale che servirà a rinforzare la schiera degli infermieri chiamati ad occuparsi della medicina territoriale. L’occasione che si prospetta è unica e per questo la Ugl Salute chiede che tutto avvenga in tempi brevi, e soprattutto con la massima trasparenza, per consentire l’immissione nel SSN di circa 30.000 infermieri e del personale amministrativo, circa 10.000 unità, che servirà per far partire questo nuovo progetto” conclude il sindacalista.

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