A Spinaceto la manutenzione urbana è un ricordo. E mentre l’area sprofonda in un abbandono visibile e documentato da anni, la politica si limita alle parole, mentre i cittadini si arrangiano come possono. A confermare l’inerzia delle istituzioni, è arrivata una lettera del Presidente dell’ATER di Roma, prima del 2023, Bruno Prestagiovanni, che ha definito “rammaricante come uomo e come amministratore” lo stato della zona, ma ha precisato: “le aree descritte non sono di proprietà dell’ATER, ma del Comune”. Una dichiarazione che, al di là della solidarietà espressa, suona come una presa di distanza. Perché il nodo vero, quello che impedisce qualsiasi intervento, è la lunga diatriba sulla proprietà dell’area verde che versa in stato di completo abbandono. Eppure, la questione è tutt’altro che confusa. Con una lettera ufficiale datata 16 gennaio del 2007, l’allora direttore del Dipartimento III di Roma Capitale, architetto Pier Luigi Mattera, ha scritto nero su bianco che “l’area di interesse fu acquisita al patrimonio del Comune di Roma con atto di compravendita del notaio Albetazzi per la realizzazione del piano di zona Spinaceto”. La proprietà, peraltro, è del Comune di Roma. Perciò nessun alibi e nessuna azione. In seguito all’ultima ricognizione sul posto, non si registrano novità degne di nota. Solo qualche ramo pericolante tagliato, probabilmente da residenti esasperati, lasciato però a terra come prova del “fai-da-te”, ormai necessario. “Il giardino è in stato di totale degrado”, denuncia Salvatore Posabella, storico presidente del Comitato di Quartiere di Spinaceto, “ci sono pali della luce che si appoggiano su rami pericolanti, l’ex pista di pattinaggio è distrutta, le panchine ridotte a scheletri metallici, l’AMA passa ogni tanto per darci il contentino. Sulle piante, la situazione è altrettanto desolante. Il Servizio Giardini è sparito da anni. Una volta, anni fa, vennero a mettere dei bollini sugli alberi da curare. Poi il nulla. E i rami pericolanti continuano a cadere”. La lista delle segnalazioni protocollate è lunga vent’anni. “Credo di aver iniziato a scrivere nel 2004”, racconta Posabella, “lettere inviate all’ex Presidente dell’ATER Petrucci, all’attuale Sindaco di Roma e al Servizio Giardini, tutte ignorate”. Anche l’attivissimo residente Antonio Monaco ha affiancato per anni l’opera di denuncia. “L’unica risposta ufficiale è arrivata dal Comune”, continua Posabella, “attraverso l’architetto Mattera, che ci ha confermato la proprietà dell’area. Ma da allora, nessun passo avanti”. Nel tempo sono stati informati anche rappresentanti municipali e comunali: Pasquale Calzetta, Maurizio Cuoci, Marco Cacciotti, Gianni Porfiri. Tutti messi al corrente, nessuno capace di agire. Nel frattempo, la comunità continua a rammendare il quartiere che cade a pezzi: fontanelle riparate artigianalmente, rami tagliati senza autorizzazione e rifiuti raccolti con mezzi propri. E Spinaceto non è un caso isolato. Il degrado si estende come un contagio urbano anche a Mostacciano, Torrino, Mezzocammino, Tor de Cenci, Villaggio Azzurro, Decima, e all’intero quadrante dell’EUR. Quartieri con servizi ridotti al minimo, ma anche con cittadini attivi, esausti, che chiedono soltanto il diritto di vivere in un quartiere decoroso, poiché pagano le tasse. Oggi, nel 2025, vi è Orazio Campo, nuovo presidente dell’Ater (dal 2023), e a fronte di tutto ciò, l’amministrazione del Comune di Roma, nelle vesti del Sindaco Gualtieri, si concentra su priorità discutibili come i cordoli per i ciclisti della domenica, i rifacimenti spot, autovelox, limiti di velocità, divieti di transito a veicoli che non rientrano nelle categorie Euro5 ed inaugurazioni a favore di telecamere. Nulla che riguardi seriamente il territorio dove le famiglie crescono figli tra erbacce, pali pericolanti e giardini dimenticati. Non si tratta più solo di mancanza di fondi, ma di volontà politica e di rispetto. Tutto il quadrante dell’EUR, chiede una risposta. Roma la deve a tutti i suoi cittadini.
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