5 Ottobre 2020

Una riforma di destra per le case popolari

Una riforma di destra per le case popolari. Servirebbe, perché l’annosa questione non è mai stata nè chiusa nè risolta. Tutt’ora le case popolari sono diventate un buco nero: se ne parla solo per i tanti scandali legati a persone che non ne avevano bisogno o alle oltre 20mila persone perennemente in lista d’attesa. Ma il tema per il quale serve una riforma di destra per le case popolari è la crisi in cui ci troviamo: non abbiamo più le risorse economiche e sociali per ignorare un gigantesco sistema di ingiustizie multiple. Uno dei motivi per il quale chi ha diritto alla casa è sempre in lista è che le case popolari di fatto sono diventate di proprietà. Passano di generazione in generazione, ma quelle sarebbero case di tutti. Non nel senso tutti quelli di famiglia. Invece c’è chi trova inaccettabile che ci siano persone più bisognose di quell’appartamento e pretende che la collettività si sobbarchi il costo: non è infatti normale che un appartamento costi 50 euro al mese. Si tratta di una misura di sostegno civile per chi è in difficoltà, non di un sistema per permettere ad alcuni di vivere alle spalle degli altri. Ci sono persino persone che hanno case di proprietà che pretendono la casa popolare a Milano, come se fosse un diritto abitare a Milano. E le persone suddette sono pure impegnate politicamente. Come altri che hanno fiorenti attività, ma anche la casa popolare. Questa è un’ingiustizia sociale. Chi può deve vivere come gli altri, se no si creano ingiustizie a cascata: ad esempio, se pago 100 euro al mese per un appartamento potrò fare concorrenza sleale al negozio vicino perché l’altro esercente sostiene i costi normali. Una riforma di destra per le case popolari allora dovrebbe prevedere un cambiamento radicale: le case devono diventare effettivamente proprietà di chi le occupa, trasformando gli affitti in riscossione pluriennale della proprietà. In seguito si potrebbero creare un numero definito di case da affittare a prezzi calmierati, ma per un tempo limitato. Perché il senso di dare una mano è che le persone devono stringerla per tirarsi su, non per adagiarsi sulle spalle degli altri. Con queste due piccole, per quanto mastodontiche modifiche, cambieremmo da negativo a positivo un buco nero che affossa le finanze pubbliche. Basti pensare che più di 200mila persone usufruiscono a Milano di canoni calmierati, magari da generazioni. Col risultato che migliaia di famiglie hanno potuto accumulare ricchezza, mentre altri la perdevano. Una scorrettezza sociale a cui un destra veramente sociale dovrebbe pensare.

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Sardone (Lega): “Minacce di morte per il mio no alla moschea di via Novara”

Sardone (Lega): “Minacce di morte per il mio no alla moschea di via Novara”. L’europarlamentare leghista Silvia Sardone ha annunciato una serie di azioni legali per gli insulti e le minacce ricevute: “Da giorni ricevo sui miei canali social minacce di morte, di stupro e insulti feroci per il mio no, condiviso da tutta la Lega e dal centrodestra, alla moschea provvisoria che il Comune di Milano intende installare nell’area di Via Novara”. “Questi insulti – prosegue Sardone – moltissimi dei quali provenienti da profili di stranieri, evidenziano, una volta di più, che c’è un odio latente verso coloro che osano chiedere regole, controlli, sicurezza in merito al tema delle moschee”. “Non saranno certo queste minacce di stupro o di morte a fermarmi dal denunciare la sottomissione del Pd a certe comunità islamiche e i rischi per la città – sottolinea l’eurodeputata e consigliere comunale della Lega a Milano -. Ho già dato mandato al mio avvocato per denunciare questa gentaglia”. La moschea di via Novara è da tempo al centro delle polemiche politiche, anche Forza Italia con Marco Bestetti aveva organizzato una manifestazione per contestare l’idea di aprire un centro religioso in quell’area, più adatta secondo gli azzurri a restare snodo di interscambio tra la città e l”hinterland vista anche la vicinanza con la M5. Ora però sembra che la tensione stia salendo se si è passati alle minacce rivolte a chi nel centro destra non approva la scelta dell’Amministrazione Sala.

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Continua lo scambio di accuse fra Sala e Gallera

Continua fra Regione Lombardia e Comune di Milano lo scambio di accuse sui vaccini antinfluenzali (che non esula da riferimenti alla campagna elettorale). “Da Gallera non mi sento tutelato come cittadino lombardo nel suo ruolo” ha detto oggi il sindaco di Milano Giuseppe Sala. “Le affermazioni di Gallera sfiorano il ridicolo anzi sono ridicole – ha rincarato – . Le fa uno che ha fatto politica senza che nessuno se ne accorgesse per un sacco di anni, nel momento in cui ha avuto visibilità mediatica ha pensato di candidarsi per fare il sindaco nel mezzo di una pandemia”. Sul tema dei vaccini anti influenzali “andiamo alla sostanza, e vorrei che confutassero la mia affermazione, cioè che in questo momento la sanità lombarda sta dicendo ai medici del privato convenzionato che si devono arrangiare”. “Prego di confutare questa mia affermazione, perché se così è ricorderei loro che li abbiamo chiamati eroi solo pochi mesi fa e adesso gli diciamo arrangiatevi con i vaccini. Poi andiamo a vedere come hanno fatto le gare, andiamo a vedere le gare deserte per i vaccini, che qualcosa non va assolutamente è certo – ha aggiunto Sala -. Per cui noi non è che stiamo facendo politica, se volessi fare campagna elettorale mi sarei già ricandidato. Il tema è che stiamo pensando alla salute dei lombardi e la situazione deve rimanere sotto controllo”. “Ritengo una vergogna assoluta fare campagna elettorale sulla salute dei più fragili” ha replicato su Facebook Gallera. L’assessore ha parlato di una cosa “agghiacciante” di una “mossa elettorale” ovvero quella di “dare i vaccini ai dipendenti comunali sani sottraendoli agli anziani, ai malati di tumore e alle donne incinte e tutto questo per ottenere il loro consenso alle elezioni comunali dell’anno prossimo”. “L’operato mio e di Regione Lombardia nella più grande pandemia dal dopoguerra che ha travolto la nostra regione quale prima area del mondo occidentale – ha aggiunto – verrà giudicato dalla storia e dagli elettori quello che è certo è che questo momento drammatico ha fatto emergere l’assoluta evanescenza e inconsistenza del Sindaco Sala che verrà ricordato per le magliette ‘Milano non si ferma’, per gli aperitivi sui Navigli mentre si riempivano le terapie intensive e per aver mandato in ferie i vigli urbani durante il lockdown”. “Capisco che vedere crollare la propria immagine di uomo del fare e di successo sia molto doloroso, al punto di decidere di non ricandidarsi per paura di perdere le elezioni – è la sua conclusione -, ma in momento ancora critico e delicato per la salute dei nostri concittadini sarebbe necessario una costruttiva collaborazione istituzionale tuttavia non la si può pretendere da chi nella vita non ha mai agito con ‘spirito di servizio’ ma solo per vanita’ e ambizione personale”.

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Durante l’emergenza covid 10.000 persone assistite dalla Polizia Locale

Durante l’emergenza Covid la Polizia locale di Milano “ha assistito oltre 10 mila persone, non solo controllando il rispetto della quarantena, ma anche offrendo il conforto e l’aiuto dei nostri agenti durante il difficile periodo dell’isolamento”. Lo ha sottolineato il comandante della Polizia locale di Milano, Marco Ciacci, nel corso della cerimonia per celebrare i 160 anni di fondazione del corpo, che si è tenuta all’Arena Civica. “Insieme alle altre Forze di Polizia abbiamo eseguito migliaia di controlli su strada con il fine di verificare il corretto rispetto delle regole di mobilità – ha aggiunto -. Efficiente e pronta, la nostra Centrale Operativa ha gestito oltre 260 mila richieste di intervento”. Il comandante ha poi illustrato i numeri delle operazioni che hanno portato avanti i diversi reparti. La Polizia locale ha rintracciato i responsabili di oltre il 90% dei casi di omissione di soccorso ed è intervenuta su oltre 9.200 incidenti stradali. Le investigazioni a tutela dell’ambiente hanno portato in un anno a oltre 250 accertamenti per violazioni sullo smaltimento di rifiuti. Il Nucleo Antibusivismo ha recuperato oltre 950 mila articoli e ha sequestrato oltre 830 mila sacchetti di plastica non a norma. E ancora, nell’ultimo anno, sono stati oltre 54 mila i controlli del Nucleo Tutela Trasporto Pubblico, al fianco di Atm. A questi si aggiungono più di 7 mila interventi per contrastare il fenomeno dei parcheggiatori abusivi. I vigili di quartiere nel solo mese di luglio hanno effettuato oltre 8.500 interventi, che superano quota 77 mila considerando tutto l’ultimo anno. ANSA

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Sala: via la licenza a chi ha messo in giro più monopattini del previsto

Riguardo ai monopattini e ai dati riferiti dalla Procura di Milano “sul loro numero oltre il consentito, se è così è una cosa grave. Per cui suggerirei di togliere immediatamente l’autorizzazione a chi ha messo in giro più monopattini del previsto”. Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, a margine della festa della Polizia locale, parlando delle società che, secondo la Procura, avrebbero in circolazione più mezzi del consentito. “Siamo disponibili a collaborare, ma poi rimango della mia idea: i monopattini possono essere uno strumento utile in un momento del genere, ma va fatta ancora vigilanza e osservazione prima di allargare le autorizzazioni – ha aggiunto -. Rimane anche il fatto che, paradossalmente, se noi non autorizzassimo le società che hanno in gestione le flotte dei monopattini e i cittadini se li comprassero da soli, saremmo punto e a capo. Quindi non bisogna concentrarsi solo sui monopattini delle flotte, ma dobbiamo essere più attenti in generale sulla gestione dei monopattini”. ANSA

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Disco pub chiuso per droga

Ieri, poco dopo mezzanotte, la Polizia di Stato, nell’ambito di un mirato servizio di prevenzione e controllo del territorio predisposto dalla Questura di Milano, ha effettuato un controllo presso il disco pub “Cleopatra” di via Romilli 14. Gli agenti del Commissariato Scalo Romana, coadiuvati dalle unità cinofile dell’Ufficio Prevenzione Generale, dalla Polizia Locale, dai Vigili del Fuoco e dall’Ufficio d’Igiene ATS hanno rinvenuto e sequestrato, a carico d’ignoti, 37 dosi di cocaina dal peso totale di 10 grammi all’interno del locale già oggetto di innumerevoli esposti e provvedimenti di sospensione della licenza da parte del Questore di Milano. I poliziotti, nel corso del servizio, hanno controllato complessivamente 13 persone di cui 5 risultate avere precedenti di polizia dai controlli in banca dati. Un cittadino marocchino, sprovvisto di documenti, è stato accompagnato in Questura e indagato per l’ingresso e il soggiorno illegale nel territorio dello Stato. Il personale dell’Ufficio di Igiene ha contestato 4 violazioni e ha proceduto all’immediata sospensione dell’attività cui seguiranno le contestazioni in materia; i Vigili del Fuoco hanno riscontrato reiterate violazioni amministrative e anche di carattere penale in materia di sicurezza per le quali procederanno per la valutazione della chiusura temporanea. La Sezione Annonaria della Polizia Locale ha contestato diverse violazioni elevando sanzioni per una somma totale di duemila euro.

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