5 Novembre 2019

Milano Anni 60, in mostra la storia di un decennio irripetibile

Da domani e fino al 9 febbraio 2020, Palazzo Morando|Costume Moda Immagine ospita la mostra “Milano Anni ‘60” che ripercorre la storia di un decennio irripetibile che ha consacrato il capoluogo lombardo come una delle capitali mondiali della creatività in grado di assumere il ruolo di guida morale ed economica del Paese. Promossa da Comune di Milano|Cultura Direzione Musei Storici e curata da Stefano Galli, la mostra è organizzata da MilanoinMostra in collaborazione con la Direzione Musei Storici del Comune di Milano e la Questura di Milano, con il patrocinio della Polizia di Stato e della Regione Lombardia. La rassegna presenta fotografie, manifesti, riviste, arredi, oggetti di design e molto altro ancora, che faranno rivivere al visitatore l’atmosfera di quell’epoca straordinaria in cui Milano, spinta dal boom economico, si trovò improvvisamente a vivere un irrefrenabile fermento culturale, caratterizzato da una forza progettuale senza precedenti e dalla voglia di lasciarsi alle spalle in maniera definitiva gli orrori della guerra. Il percorso espositivo, diviso in sezioni, si apre con le immagini della nuova Milano, il cui volto si modifica grazie alle nuove costruzioni, come il Pirellone, la Torre Velasca, la Torre dei servizi tecnici comunali, il Centro direzionale, la Torre Galfa ma anche la nascita dei quartieri periferici, tra i quali spiccano Quarto Oggiaro, Olmi, Gallaratese, Gratosoglio, Comasina, quest’ultimo iniziato nel 1953 e ultimato nel 1960, il più importante intervento edilizio in quegli anni in Italia con i suoi 11.000 vani e 83 palazzi. Fotografie e riviste dell’epoca documentano il boom economico, con la realizzazione delle tangenziali milanesi, del tratto Milano-Piacenza dell’autostrada A1, infrastrutture che portarono una più rapida circolazione delle merci con una maggiore crescita delle aziende; celebri nomi della grafica pubblicitaria furono chiamati a ripensare i brand delle nuove e rinnovate realtà aziendali, a partire dal fondamentale progetto di Franco Albini e Bob Noorda per la Metropolitana Milanese. Numerosi sono gli oggetti che aiutano a rievocare la grande stagione del design, con maestri del calibro di Bruno Munari, Marco Zanuso, Vico Magistretti, Enzo Mari, Achille Castiglioni, Sambonet, Joe Colombo, Gio Ponti. Si racconta la storia delle aziende milanesi coinvolte in questa clamorosa stagione. Tra tutte Brionvega, Cassina, Zanotta, Kartell, Tecno, Fontana Arte, Artemide, Flos, Arflex e Danese. Anche il mondo della cultura, delle gallerie d’arte e del cabaret visse un periodo di grande spolvero. E naturalmente la musica, in particolare il jazz, che trovò casa in numerosi club sparsi per la città, come la Taverna Mexico, dove si esibirono i migliori esponenti di questo genere. Già alla fine degli anni Cinquanta, Milano divenne anche un luogo apprezzato dove organizzare concerti memorabili, come quelli di Billie Holiday allo Smeraldo, dei Beatles al Vigorelli, dei Rolling Stones al Palalido, di Jimi Hendrix al Piper, ma fu anche il palcoscenico che vide affermarsi artisti quali Enzo Jannacci, Giorgio Gaber, Adriano Celentano, Patty Pravo. La fine degli anni 60 segnò poi la nascita della contestazione, dalle rivolte studentesche negli atenei, sfociate nelle occupazioni della Statale e della Cattolica, ai picchetti nelle fabbriche e agli scioperi. Chiude la mostra la sezione dedicata a piazza Fontana e alla fine del sogno, con le fotografie della strage e dei funerali, accompagnate da documenti e alcuni oggetti legati a questo tragico avvenimento alla cui ricerca e selezione, presso gli archivi della Polizia di Stato e non solo, ha collaborato la Questura di Milano. “MILANO ANNI ‘60” a Palazzo Morando | Costume Moda Immagine è il nuovo appuntamento espositivo di un percorso iniziato con “Milano tra le due guerre. Alla scoperta della città dei Navigli attraverso le fotografie di Arnaldo Chierichetti” (2013) e proseguito con “Milano, città d’acqua” (2015) e “Milano, storia di una rinascita. 1943-1953 dai bombardamenti alla ricostruzione” (2016), “Milano e la mala” (2017) e “Milano e il Cinema” (2018). Un viaggio a tappe nella storia di una città, attraverso le sue specificità, le vicende sociali, le tante iniziative culturali e imprenditoriali che ne hanno cambiato radicalmente il volto. Catalogo edizioni MilanoinMostra. INFO Orari: Martedì-domenica: 10.00-20.00 (la biglietteria chiude un’ora prima) Giovedì: 10.00-22.30 (la biglietteria chiude un’ora prima) Biglietti:  intero: € 12 ridotto: € 10 (studenti under 26, over 65, disabili, gruppi adulti e tutte le convenzioni) ridotto speciale: € 8 (dipendenti ATM e possessori tessera annuale ATM) Biglietto Famiglia: 1 genitore: € 10 + 1 figlio entro i 14 anni, € 6 2 genitori: € 10cad. + 1-2 figli, € 6 cad. Omaggio: bambini da 0 a 6 anni, guide turistiche, accompagnatori di disabili; possessori Abbonamenti Musei Lombardia, Soci ICOM INFO c.palazzomorando@comune.milano.it | www.civicheraccoltestoriche.mi.it http://www.milanoinmostra.it/ 

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Arte e real estate: Abitare In presenta Palazzo Naviglio

Arte e real estate: Abitare In presenta Palazzo Naviglio. L’appuntamento è sabato 9/11, ore 14.30 – Via Savona 105, Milano. Ci sarà anche la presentazione di una scultura, Genius: l’abbraccio dell’artista Antonio La Rosa, fuori dallo showroom, grazie alla collaborazione avviata da Abitare In con la Collezione privata Castello Pozzi Milano. L’opera ha vinto il “Premio Leonardo da Vinci” e rappresenta l’espressione poetica e artistica dell’anima del progetto Palazzo Naviglio e dell’attività di rigenerazione urbana firmata Abitare In. Alla presentazione sarà presente l’artista che racconterà al pubblico l’opera. Su Abitare In Abitare In, pmi milanese, nata nel 2015, si occupa di sviluppo residenziale, è quotata all’Aim e iscritta al Registro delle PMI Innovative. Abitare In acquista vecchi complessi industriali in aree dismesse e semicentrali della città; li ricostruisce ex novo, crea edifici residenziali, secondo i principi di innovazione e sostenibilità. Abitare In vende “sulla carta” immobili che vengono progettati e personalizzati nel dettaglio sulla base delle richieste dei singoli acquirenti. Il loro target è il cittadino alla ricerca della prima casa e le famiglie del segmento di mercato cosiddetto affordable, con costi sostenibili: non solo la scelta delle finiture, ma il layout stesso della casa, l’organizzazione degli spazi, gli arredi. In pratica partendo da un appartamento ideale, si può procedere a trasformarlo completamente. Abitare In nasce dall’idea di Marco Grillo (AD) e Luigi Gozzini (presidente): ex compagni di università, laureati in informatica, hanno pianificato e sviluppato il loro progetto nel settore immobiliare partendo da zero e oggi la società sta avendo successo, confermato anche dall’andamento in Borsa (oggi il valore dell’azione è introno ai 43 euro, cresciuto di oltre il 30% nell’ultimo anno).  

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Festa abusiva alla Statale, condanne e denunce, indaga la Procura

Le immagini lasciano poco spazio all’immaginazione: cestini ribaltati, cumuli di bottigliette, bicchieri ammassati e del liquido gettato sul pavimento. Sono gli strascichi di una festa non autorizzata cui hanno partecipato centinaia di ragazzi all’Università Statale nella notte di Halloween. Un evento organizzato da alcuni studenti che hanno occupato illegalmente gli spazi di via Festa del Perdono, come ha denunciato il rettore dell’università, Elio Franzini, pubblicando gli scatti della serata e ricostruendo quanto accaduto. “Le immagini si commentano da sole e sono il risultato dell’ennesima occupazione illegale degli spazi della nostra università, avvenuta giovedì sera in occasione di Halloween – scrive il rettore in una lettera aperta -. Queste feste, del tutto abusive, organizzate da gruppi in larga parte esterni all’ateneo, che chiedono persino una tariffa per l’ingresso, sono state tollerate per molti anni, quasi fossero l’inevitabile prezzo da pagare per risparmiare la nostra comunità da sfregi peggiori“. “Durante l’occupazione – si legge ancora sul sito dell’università – la chiusura del portone di Via Festa del Perdono 7 è stata impedita, nelle ore successive sono stati introdotti illegalmente in ateneo materiali anche infiammabili, oltre a cibi e bevande alcoliche di vario genere. La festa si è quindi svolta tra le 22 e le 5 del giorno successivo e hanno partecipato centinaia di ragazzi, molti dei quali minorenni“. Il Rettore si dice quindi “profondamente convinto che ogni atteggiamento di passiva indifferenza o rassegnazione nei confronti di atti di palese illegalità sia sbagliato in assoluto e, ancor più, da parte di un’università pubblica, che da sempre fa della difesa della legalità e dei diritti uno dei suoi essenziali valori, da trasmettere alle giovani generazioni“. “Per questo – prosegue – “avevamo deciso una chiusura straordinaria alle ore 16, nella giornata di giovedì – precisando -. E lo abbiamo fatto avvisando con congruo anticipo gli studenti e il personale che lavora in sede centrale, senza tenerli, come accaduto in passato, in uno stato di passiva soggezione rispetto a quanto stava accadendo“. “Purtroppo ogni misura precauzionale non è bastata – si rammarica il rettore -. Dopo le 16, siamo rimasti soli, testimoni di un reato che si compiva senza nulla poter fare, ad assistere alla preparazione dello scempio che vedete e che soltanto per un caso non ha avuto conseguenze peggiori, come quelle che si sono di recente verificate, in contesto del tutto analogo, presso un’altra università italiana“. Il Rettore si appella poi “alle autorità deputate alla nostra sicurezza“. auspicando “che si possa e si debba custodire la sicurezza di questo luogo, di coloro che lo frequentano e di chi abita il quartiere senza essere costretti a scegliere tra due estremi, tra le cariche della polizia e una posizione di pericolosa e assuefatta passività, come se non esistessero altre soluzioni ispirate a una pacifica, ma ferma, assunzione di responsabilità, al rispetto assoluto della legalità, alla difesa dei più elementari diritti della convivenza civile“. “Abbiamo deciso – conclude – di pubblicare le immagini perché tutti siano consapevoli e si impegnino perché questa sopraffazione non si debba ripetere, nel silenzio collettivo della comunità accademica, delle istituzioni e dell’opinione pubblica“. In seguito il Rettore ha comunicato, “Oggi stesso parte la denuncia contro ignoti, sappiamo chi è stato ad organizzare” ma “non siamo pubblici ufficiali e non possiamo identificare queste persone“. Solidarietà al Rettore è stata espressa da Azione Universitaria che, attraverso le parole del Coordinatore Andrea Fornelli, ha fatto sapere di apprezzare “le parole e lo sforzo del Magnifico Rettore Elio Franzini e ci auguriamo che, con il supporto morale degli studenti che danno realmente valore all’Università anche rispettandone le strutture, si possano finalmente contrastare queste iniziative mettendo la parola fine a questo scempio!“, aggiungendo “Azione Universitaria, come sempre ha fatto, condanna fermamente queste iniziative: è ora di dire basta a questi collettivi di studenti che pensano di poter comandare nelle strutture della nostra Università portando alcool, sporcizia e degrado“. “È peraltro il caso di ricordare che pochi mesi fa, all’università Sapienza di Roma, un ventiseienne ha perso la vita in una festa organizzata abusivamente – ricordano gli studenti, concludendo – , esattamente come la ‘Festa senza perdono’: purtroppo questa tragedia non ha sortito alcun effetto sulla coscienza degli organizzatori della “festa” in UniMi che, senza considerazione alcuna delle misure di sicurezza, continuano a rivendicare, incoscientemente, questo loro falso diritto“. In serata la Procura di Milano ha fatto sapere di avere aperto un’indagine con le ipotesi di “violazione delle norme di sicurezza” e “invasione di edificio pubblico“.  

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Scuole a pezzi: il Comune taglia i fondi

Scuole a pezzi: il Comune taglia i fondi. La reazione potrebbe sembrare strana, ma ormai sotto la Madonnina tutto va bene. Sempre e comunque. Nelle scorse settimane abbiamo raccontato come siano messe male le scuole comunali. Alcune hanno persino dovuto chiudere per pioggia: le stanze e le aule erano oggettivamente inagibili. Mancanza di manutenzione di qui, lavori di riqualificazione non terminati di là. Per ognuna della decina di istituti comunali che hanno dovuto sospendere le attività, si è trovata una scusa diversa. E di scuse si tratta perché tra un viaggio e l’altro il sindaco Giuseppe Sala avrebbe potuto chiedere ai suoi assessori come erano messe le scuole: il primo cittadino ama i suoi foto ritratti con minorenni al seguito, allora perché non occuparsene anche quando i genitori li portano a scuola invece che solo quando li portano al sindaco? Forse perché parliamo di periferie? Da quelle parti gli uomini come Sala passano solo se qualcuno apre un posto in stile centro città. Se no finisce che si fa le foto sbagliate perché non conosce i quartieri e le persone che ci vivono. Ora che l’ultimo bilancio è passato in Consiglio i milanesi si svegliano con una nuova sorpresa: le scuole sono a pezzi e il Comune taglia i fondi. Eppure i soldi per sponsorizzare su Facebook le foto delle poche scuole rinnovate li hanno trovati a Palazzo Marino. Le polemiche politiche non si sono fatte attendere: prima è stato il turno di Alessandro De Chirico, Fi. poi della Lega che ha colto la palla al balzo per sottolineare il problema: “Molte #scuole milanesi crollano a pezzi. Manutenzioni scarse e problemi strutturali creano percoli per i bambini e disagi a insegnanti e genitori. La giunta comunale invece di aumentare le risorse le taglia! La #Lega lancia il grido d’allarme. #Milano merita un governo della città più attento a queste tematiche”. Un messaggio condiviso da Paolo Guido Bassi, Samuele Piscina e Massimiliano Morelli. Basterà questa pressione per risolvere il problema di centinaia di famiglie milanesi? Intanto la realtà ci ricorda solo che le scuole sono a pezzi e il Comune taglia i fondi.

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Scomparso Oss Pinter, il leghista che amava gli ultimi

Scomparso Oss Pinter, il leghista che amava gli ultimi. Lo avevamo conosciuto proprio dove amava stare: in trincea. All’inizio dell’emergenza migranti era stato tra i primissimi a scendere in strada per cercare di dare una mano e un senso al flusso di centinaia di persone in arrivo ogni giorno. Erano le prime settimane, a Milano il prefetto era Francesco Paolo Tronca e con l’aiuto dell’Esercito si era rapidamente sistemato uno spazio nel sottopassaggio vicino alla Centrale. Fino a quel momento migranti e volontari vivevano sui gradini della stazione e Gianluca Oss Pinter era fiero di aver ottenuto i primi interventi della politica: “Majorino si è mosso subito – diceva Oss Pinter – dopo che l’ho guardato e gli ho detto che con i migranti sui massetti del Duce ero io a dormire“. Una frase che secondo lui aveva smosso l’ex assessore al Welfare comunale. Passo dopo passo il leghista atipico aveva seguito l’evolversi dell’emergenza in situazione strutturale e strutturata: era ormai una colonna di Arca Onlus, una delle principali associazioni milanesi che era rapidamente passata dall’attenzione ai poveri all’attenzione ai migranti. Ma era anche la testimonianza di un modo molto particolare di intendere l’essere impegnato politicamente e socialmente: secondo noi un modo molto meneghino, sicuramente un modo tutto suo che non gli ha mai fatto mancare la stima sia della destra che della sinistra. Oss Pinter in trincea ci stava davvero e così ne conosceva tanti aspetti, compresi i difetti e i pregi. Si impegnava quotidianamente, e con una costanza che è stata di esempio per molti. Aveva assorbito la parte migliore di Milano, quella di chi tutti i giorni lavora in silenzio e a testa bassa per portare a casa risultati, mentre altri si riempono la bocca ma tengono le mani in tasca. Con tutti i suoi pregi e i suoi difetti Oss Pinter mancherà agli ultimi, ma anche a tutta la città.    

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