8 Giugno 2022

Baby Gang. De Corato: risultato di 11 anni di governo della sinistra

“Non sono bastate le violenze di gruppo da parte di nordafricani la notte del 31 dicembre 2021 per porre l’attenzione sul problema dell’integrazione a Milano. Ora, davanti alle violenze sul treno Desenzano-Milano il sindaco parla ancora di comprensione”. Commenta così l’assessore alla sicurezza di Regione Lombardia Riccardo De Corato le dichiarazioni del primo cittadino di Milano su quanto avvenuto sul treno in ritorno in città da Peschiera del Garda. Aggiunge l’assessore: “Le chiacchiere sono diventate l’unico strumento in mano al centro sinistra, un mea culpa sulla situazione non l’ho ancora sentito fare. Si parla di giovani eludendo sistematicamente di citare che sono tutti nordafricani di prima o seconda generazione. Qui non c’entra niente l’ascolto, c’entra semmai la cultura che hanno, come negli episodi di Capodanno, che considera la donna come un oggetto”. “Inoltre, se vogliamo parlare di giovani questa città è 95esima nella classifica per qualità della vita dei ragazzi, la colpa di chi è se non di chi l’ha governata ultimi 11 anni? – prosegue De Corato-. Esiste un problema di baby gang ma è strettamente relegato al fenomeno migratorio nella nostra città. Sala fa finta di non saperlo, ma quasi sempre queste bande sono costituite da figli di immigrati nordafricani che non hanno in alcun modo voluto accettare le nostre regole. Parlare di ascolto dopo le violenze subite da queste povere ragazze è fuoriluogo. Oggi, verso le baby gang ci vuole un deterrente che non sono certo le parole di ascolto che da anni predica la sinistra. Ci troviamo davanti a fatti uguali a quelli di piazza Duomo, l’ultimo dell’anno, ma evidentemente al Sindaco quei fatti non sono serviti a nulla per aprire gli occhi . Aggressioni che coinvolsero prima poche ragazze e poi divennero decine. Così su quel maledetto treno da 5 ragazze vittime ora forse siamo arrivati a 30! Il Sindaco dovrebbe chiedere scusa agli abitanti di Peschiera del Garda a nome della città in quanto la maggior parte dei nordafricani violenti arrivava molto probabilmente da Milano. Della situazione di queste orde di violenti sono preoccupate tutte le sigle sindacali del trasporto su rotaia , le quali in una lettera articolata denunciano la loro impotenza davanti a quanto accade . Per questo nei prossimi giorni vedrò di dare eco a quanto da loro richiesto “.

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Appello a Sala, al posto del Terminal 2 costruire la Cargo City

Appello a Sala, al posto del Terminal 2 costruire la Cargo City. Tra l’ENAC (Ministero Trasporti) che vuole riaprire il Terminal 2 e la Sea che vuole tenerlo chiuso c’è una terza via molto più razionale e conveniente, abbatterlo ed utilizzarlo per la cargo city. E’ giunto il momento che il Sindaco Giusppe Sala metta ordine e dia qualche indicazione strategica e ambientale alla gestione annebbiata della Sea. Sorprende che l’Enac non si renda conto che l’obsoleto Terminal 2 chiuso per pandemia da due anni se fosse riaperto oggi mostrerebbe un indecoroso spettacolo dai bagni alle sale d’attesa degradate e potrebbe mettere a repentaglio la sicurezza di addetti e passeggeri. E’ noto che la stessa Sea, dissanguata dai ricchi dividendi che deve staccare per il Comune azionista al 54% e per il fondo investimenti F2i socio al 46% nonostante una perdita di 80,3 milioni di euro nel 2021 ha rinviato al 2026 la ristrutturazione del Terminal 2 che sta perdendo i pezzi. La sua messa in sicurezza, l’ammodernamento dei servizi e l’efficientemento energetico costerebbero almeno 6 milioni di euro per un terminal passeggeri privo di prospettive di sviluppo. I costi della ristrutturazione dei servizi passeggeri sarebbero dannosi perchè finalmente si potrebbero utilizzare maggiormente i tre satelliti del Terminal 1 che, come dice il Sindaco di Milano Giuseppe Sala, possono arrivare fino a 30 milioni di passeggeri anno (per gli esperti oltre 40 milioni) dai 19 milioni del 2021. Con elevati dividendi, ma un debito netto di 467 milioni, la Sea controllata dal comune di Milano, propone un sovradimensionato progetto di 44 mila mq dentro la Brughiera per la nuova cargo city che invece si potrebbe realizzare al posto del Terminal 2 risparmiando la biodiversità del Parco del Ticino che ha già concesso troppo allo sviluppo aeroportuale ed enormi risorse economiche. Sea nonostante la fine della pandemia ha ancora in atto la cassa integrazione, peraltro utilizzata da anni ben prima della pandemia e recentemente si è vista erogare 8,5 milioni di euro dalla Regione “per coprire le perdite” ed ora sta anche per vendere i servizi telematici mentre questi stanno diventando sempre più strategici per i servizi aeroportuali. Ora il Comune di Milano ha l’occasione di recuperare l’area del T 2 di ben 60 mila mq., che resterebbero inutilizzati, per la cargo City evitando di consumare il prezioso suolo della Brughiera.

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Sala: i membri delle baby gang vanno compresi e aiutati

“Purtroppo è un allarme sociale in tutto il mondo. Il mio amico sindaco di Belluno mi ha detto ‘noi non sapevamo nemmeno cosa fossero le baby gang e oggi le abbiamo’. Bisogna lavorare di più, non è possibile immaginare di lavorare solo di repressione, anche se il territorio va controllato, ma ci sono dei fatti sociali sottostanti”. Lo ha detto Giuseppe Sala, intervenendo a Sky Tg 24 commentando i fatti di violenza di Peschiera. I l sindaco ha poi portato l’esempio del quartiere di San Siro, “ perché lì il tasso immigrazione è quasi al 40 per cento con molti giovani, magari con grandi aspettative deluse. La città non è un tutt’uno, ma singole parti che, a volte, vanno gestite in maniera diversa”. “I giovani – ha proseguito Sala – dobbiamo da un lato comprenderli e da un lato aiutarli”.

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Il processo Eni Nigeria e come si costruisce una rete di fake news/5: il sequestro di persona in via Watt

Il processo Eni Nigeria e come si costruisce una rete di fake news/5: il sequestro di persona in via Watt. Nelle scorse puntate di questo viaggio nel più importante processo seguito dalla Procura di Milano sotto il mandato di Francesco Greco, abbiamo visto come con una serie di mail anonime uno o più ignoti abbiamo cercato di diffondere informazioni che oggi definiremmo fake news. Una serie di presunte notizie sugli affari di Mario Draghi, della famiglia Rocca di Techint, come di altri nomi importanti che grazie ai proventi di miniere d’oro avrebbero costruito una serie di affari loschi tra Italia e Africa. Gabriele Volpi, attuale proprietario dello Spezia calcio, sembra l’unico nome relativamente sconosciuto. In questa prima parte abbiamo approfondito l’importanza della costruzione di quasi verità e dell’utilizzo di servizi come gmx.com così come dell’importanza di tenere d’occhio la propria casella mail. Oggi però passiamo al salto di qualità, in un certo senso: le persone dietro a una complessa manovra di aggiramento del sistema Eni iniziano a metterci la faccia. E’ infatti il 2015 l’anno in cui Alessandro Ferrario, napoletano classe ’71, si presenta di fronte alla polizia per denunciare un sequestro di persona. E’ il 13 agosto. L’uomo alla Procura di Siracusa dichiara di essere stato rapito a Milano il giorno prima: tre uomini, due neri e un bianco “dallo spiccato accento milanese”, armati di pistola lo avrebbero costretto a salire su un suv nero BMW per portarlo a parlare con un quarto personaggio. Quest’ultimo prima gli avrebbe chiesto se sapeva qualcosa di un deposito di rifiuti radioattivi vicino a Melilli, poi informazioni in merito a certe cene avvenute al ristorante il Caimano (che in realtà è il Kaimano con la K). I quattro “dopo aver consultato qualcun altro con un collegamento tipo skype” lo avrebbero rilasciato così, senza nemmeno uno “se chiami la polizia ti spariamo”, o un più semplice “attento a te”. Forse perché come diceva una vecchia pubblicità “una telefonata ti allunga la vita”. O forse perché questo sequestro lampo in realtà non è mai avvenuto. Ma Ferraro in quell’agosto è ribolle di informazioni: dice che l’episodio lo ha fatto pensare. E forse il problema sono proprio quelle cene milanesi in cui lui ha scoperto l’esistenza di “un’organizzazione internazionale che si basa in Italia con l’obbiettivo di destabilizzare il managment  (è scritto così nel verbale, ndr) di grandi gruppi italiani al fine di assumere il controllo di importanti operazioni economiche”. Niente meno. E i target non sono piccoli: “Eni spa, Telecom spa e Cofely spa”. Ma la trama si infittisce ancora perché Ferraro conoscerebbe il capo di tutto, proprio quel Gabriele Volpi di prima, grazie a un presunto agente dei servizi segreti nigeriani Nic Aboutaki. Ferraro tra l’altro non si spiega come mai quest’ultimo sappia che lui ha avuto rapporti con i servizi segreti italiani “per ragioni d’ufficio” (il pensiero corre subito ammiocuggino). Ma i dettagli esondano da Ferraro: la rete conterebbe anche su Vergine (ex ad di Saipem), Luigi Zingales (cda di Eni spa), Cusimano (dirigente Telecom spa), Pietro Varone (ex Saipem). Avrebbe partecipato a questi incontri “tuttavia estraneo a quei discorsi”, pure il giudice di Cassazione Esposito (ricordate? Quello che avrebbe dichiarato che a Berlusconi gli avrebbe “fatto un mazzo così”, con conseguente diatriba giornalistico-giudiziaria che ha coinvolto pure Franco Nero). Ma ecco che Ferraro si raffredda tutto d’un colpo: “Non ho idea se tali fatti siano veri oppure no, rappresento tutto ciò al solo fine di individuare le persone da me frequentate nei contesti milanesi”. Come se per parlare del vicino di casa uno iniziasse: secondo quella del secondo piano è un pedofilo, io l’ho visto spesso con due ragazzine, secondo quello del pianerottolo è sempre al sexy shop ed è iscritto a un sito per chi violenta le donne, però non sto dicendo che sia un criminale. A chiunque, cronista o no, verrebbe il dubbio. Anche perché nel frattempo c’è spazio per un altro giro di fango: stavolta è Bruno Marziano, deputato regionale siciliano, che sarebbe stato corrotto per la costruzione della Piattaforma Vega B di Eni. Caso vuole che Marziano avesse espresso pubblicamente il proprio appoggio all’operazione, ma non risulta che sia stato arrestato. Ma è la serie di mezze verità di cui continueremo a parlare nel prossimo articolo…

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Due ore di Blackout in centro

Blackout di circa due ore, dalle 13 alle 14:45, in centro storico nel giorno di apertura del Salone del Mobile, quando in città fioriscono tutti gli eventi del Fuorisalone. l guasto ha interessato l’area di piazza Castello e viale Gadio e qualche civico è stato coinvolto anche in via Dante. Per una decina di minuti la luce è mancata anche a Palazzo Reale. Il guasto alla rete elettrica potrebbe essere stato causato da alcuni lavori di pavimentazione in corso nella zona, ma la società Unareti sta ancora verificando le cause esatte. Le squadre sono intervenute per ripristinare l’elettricità nella zona colpita. ANSA

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Adriana Glaviano espone nel cuore delle 5Vie i suoi artwork durante il Fuorisalone

Adriana Glaviano espone nel cuore delle 5Vie i suoi artwork durante il Fuorisalone. Da BigApple Design un’intera parete con la wallpaper di Adriana Glaviano per tutta la durata del Fuorisalone. Nel cuore delle 5Vie, in piazza Mentana, per tutta la settimana, ma in particolare mercoledì 8 giugno quando tutta l’area chiude al traffico per festeggiare la rinascita di tutti noi dopo il lockdown, Adriana Glaviano attende amici e collezionisti nello splendido spazio di BigApple Design. Palermitana di nascita, Adriana ha frequentato a Milano l’Accademia di Brera. Illustratrice e grafica fin dagli inizi della sua carriera, si dedica alla moda per la testata Vogue Italia e per il Gruppo Rizzoli in testate iconiche come Amica, Io Donna ed Anna come vice-direttore moda. Oggi è art director free lance e si occupa di grafica, editoria e artwork. Le sue opere NFT hanno raggiunto quotazioni notevoli sulle piattaforme di blockchain. BigApple Design Un luogo dove progetti, prodotti ed eventi a tema design trovano casa. Un hub creativo che risponde all’esigenza di personalizzare lo spazio abitativo con oggetti emozionali ed arredi di manifattura esclusiva. Affacciato su Piazza Mentana, nel cuore del distretto delle 5Vie di Milano, lo showroom ha quattro ampie vetrine su piano strada che, grazie alla disposizione ad angolo, creano uno scenografico colpo d’occhio. Qui vengono esposte al pubblico le proposte selezionate dalla founder, l’architetto Melissa Tambelli, che ha trasformato uno store in un vero e proprio percorso sensoriale nel mondo del design e dell’architettura d’interni. BigApple Design – Showroom • Studio • Store – piazza Mentana 3, 20123 Milano, Italy +39 02 86450204 www.bigappledesign.it

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