10 Novembre 2019

Guardia giurata accoltella per sbaglio collega in Duomo

Una guardia giurata di 30 anni ha accoltellato alla schiena un collega di 24 anni vicino al Duomo, alle spalle della cattedrale, al numero civico 18. Secondo quanto riferito dalla polizia che è intervenuta, le condizioni del ferito non sarebbe gravi. L’accoltellamento è avvenuto verso le 18,50 e il 24enne italiano è stato portato in codice al Fatebenefratelli. La Polizia ha ricostruito l’episodio che è avvenuto a in uno spogliatoio di piazza Duomo, dove una guardia giurata ha accoltellato a quanto pare accidentalmente il collega.  Secondo quanto appreso i due giocavano con l’arma e uno ha colpito l’altro non volontariamente. Il 30enne è stato indagato in stato di libertà, mentre la prognosi per il ferito, un 24enne, è stata ridotta, il giovane non è in pericolo di vita.  

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Fratelli d’Italia, celebra la caduta del muro sancendo il proprio successo

Ieri, Fratelli d’Italia ha celebrato il trentennale della Caduta del Muro di Berlino al Teatro Nuovo di Piazza San Babila, riempiendolo ben oltre i posti a sedere disponibili. Un successo impensabile fino a poco più di un anno fa, quando gli eventi milanesi del partito guidato da Giorgia Meloni  si tenevano in piccole sale, ora destinate ad altri. In mattinata, agli interventi  di consiglieri Comunali, Municipali, Regionali, Parlamentari, scrittori e quadri del partito era stato destinato il salone d’ingresso del teatro allestito per l’occasione, ma si è fin da subito capito che era insufficiente, visto che già dalle 10:30 era completamente occupato dal pubblico. Terminata questa prima fase intorno alle 13:00, l’evento si è interrotto per circa un’ora per dare il tempo a tutti di rifocillarsi al buffet allestito all’interno o nei locali dei dintorni. Dalle 14:30 in poi il pubblico ha cominciato nuovamente ad affluire andando via via a riempire la platea del teatro in modo così capillare che a un certo punto è stato necessario togliere il grande tricolore con cui era stato coperto un settore per rendere disponibili altre sedute. A fare gli onori di casa Ignazio La Russa, che fra una battuta e l’altra ha scandito ordine e tempi degli interventi, anche se in alcuni casi non è riuscito a contenere la voglia di dire degli oratori. Primo ad essere chiamato sul palco il Sociologo Francesco Alberoni, che ha spiegato i motivi della sua adesione al Partito di Giorgia Meloni e fatto un excursus storico e culturale sui motivi della nascita e caduta del Muro di Berlino. Dopo di lui l’economista Gulio Tremonti che, al netto delle tematiche che gli sono proprie, ha dimostrato una buona dimestichezza anche con le argomentazioni politiche. Un intervento che potrebbe essere riassunto nella frase: “per sconfiggere il nazismo è servita una guerra mondiale, per far cadere il comunismo è bastato aprire un supermercato”. Sono quindi seguiti i collegamenti con il cantautore Enrico Ruggeri, che ha salutato la sala e ricordato insieme a La Russa quando le polemiche giornalistiche fomentate dalla sinistra lo costrinsero a rinunciare ad esibirsi in occasione del decennale della caduta del muro. Da Berlino Isabella Rauti, che ha ricordato quando suo padre riunì la segreteria del MSI sotto il muro dieci giorni dopo la caduta, una delegazione dei ragazzi di Gioventù Nazionale e Marco Osnato, che ha causa della ricezione non sempre ottimale è risultato a tratti incomprensibile, strappando comunque un sorriso alla sala con il racconto di una piccola contestazione di cui erano stati fatti segno sul posto. Dopo di loro la Senatrice Daniela Santanchè, con un intervento sentito e appassionato incentrato sulla figura dell’Italiano Benito Corghi, autotrasportatore e militante del Partito Comunista, ucciso dalle guardie di frontiera dell’Est perché si era dimenticato di portare con se la bolla di consegna. “Ha fatto la cosa peggiore che si può fare davanti a dei comunisti: voltò loro le spalle” e li gli spararono, ha sottolineato la Coordinatrice Regionale. Infine, prima del turno di Giorgia Meloni, è toccato parlare all’Europarlamentare Carlo Fidanza che, con una verve piaciuta molto al pubblico, ha ricordato di come in questi ultimi trent’anni la destra italiana, spesso da sola a farlo, abbia saputo tenere vivo il ricordo di quell’evento, ribadendo che FdI non è contro l’Europa, ma per l’Europa dei popoli e delle nazioni. Alle 16.30 circa è salita sul palco Giorgia Meloni, accolta con calore dai presenti che le hanno tributato un lungo applauso. La Presidente di Fratelli d’Italia ha parlato per circa quaranta minuti, dimostrando non solo la sua preparazione storica e sui temi di attualità politica, ma anche una straordinaria prontezza di spirito che le ha consentito di duettare con il pubblico a ogni sollecitazione che le arrivava dalla platea. Molti gli argomenti affrontati , da quelli storici legati alle conseguenze politiche della caduta del muro, a quelli di attualità politica, passando dall’Ilva di Taranto fino al redito di cittadinanza concesso anche a ex brigatisti mai pentiti. La Meloni ha sottolineato con orgoglio come sia stata la coerenza nell’essere sempre se stessi a favorire il successo del partito, definendo eventi come quello di ieri dei “rifugi” dove fermarsi periodicamente lungo il tragitto, per ricordarsi “da dove si viene e dove si sta andando”. Un intervento concluso fra gli applausi, che ha sancito il successo della manifestazione. Un successo sia personale della Meloni che del partito, ormai accreditato di più del 10% a livello nazionale, traguardo cui ambisce anche il coordinamento milanese sempre più convinto che nel 2021 sarà possibile ottenere un risultato mai raggiunto dalla destra nella nostra città. Nel corso della manifestazione è continuata anche la raccolta di firme per il referendum sul Presidenzialismo promosso da Fratelli d’Italia, sono state circa 400 quelle raccolte e certificate dal Capogruppo in Consiglio comunale Andrea Mascaretti.  

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Forza Italia commemora il trentennale della caduta del muro di Berlino

Venerdì 8 novembre sala Brigida di Palazzo Marino si è svolto un incontro commemorativo a 30 anni dall’abbattimento del muro di Berlino, con la partecipazione dell’On. Cristina Rossello, Commissario di Forza Italia per Milano, Fabrizio De Pasquale, capogruppo dei Consiglieri comunali di FI, il Consigliere e giornalista Luigi Amicone, ai tempi inviato a Berlino e altri esponenti di FI. Ospite d’onore e relatore della serata il Senatore Livio Caputo, Caporedattore esteri del Corriere della sera al momento in cui – del tutto inaspettata – giunse in redazione alle 21.30 del 9 novembre 1989 la notizia dell’abbattimento del muro che per ventotto anni aveva impedito ai tedeschi dell’est di recarsi all’ovest, costringendo a rifare in fretta e furia le pagine della sezione esteri del giornale che stava per andare in macchina, per raccontare l’avvenimento epocale: i berlinesi dell’est si stavano riversando all’ovest in centinaia di migliaia, sotto lo sguardo stupefatto dei Vopos (i poliziotti dell’est) che per la prima volta non avevano ricevuto l’ordine di sparare, come sempre era avvenuto nei 28 anni precedenti, provocando centinaia di vittime tra coloro che avevano tentato  la fuga, e molti cittadini addirittura si avventavano con mazze e picconi sul simbolo della divisione della Germania: l’unico muro mai costruito non per difendersi da nemici esterni, ma per impedire la fuga dei propri cittadini. Caputo ha raccontato lo stupore dei berlinesi orientali, sorpresi dall’abbondanza e varietà dei beni di consumo disponibili per tutti; emblematica l’esclamazione di uno di loro: ”Ma qui hanno 39 varietà di salsicce, mentre da noi ce n’è una sola!”. Simmetrica la sorpresa degli occidentali in visita all’est: l’industria della Repubblica Democratica Tedesca, considerata il gioiello tecnologico di tutto l’impero sovietico, si rivelò arretrata di vari decenni rispetto agli standard occidentali, palesando il vero motivo del crollo dell’impero sovietico: il fallimento economico e organizzativo del sistema comunista, nascosto al mondo per decenni dagli specchietti per le allodole delle conquiste spaziali e degli armamenti nucleari. Si era così compiuto un fatto epocale, paragonabile per importanza alla rivoluzione francese. Come hanno ricordato i relatori, molti –primo tra tutti Fukuyama con il suo celebre libro – hanno pensato alla fine della storia, purtroppo smentiti prima dall’11 settembre del 2001 poi dall’espansionismo planetario della Cina e dai rivolgimenti in corso in tutto il mondo arabo. Anche la speranza di una pietra tombale sull’idea comunista si è rivelata illusoria: sopravvivono stati che si dichiarano comunisti come la Cina, il Vietnam, Cuba; vari stati dell’America Latina, anche se non si dichiarano comunisti, applicano politiche che si ispirano a tale ideologia. In Italia, se da una parte sopravvivono minuscoli partiti e movimenti dichiaratamente comunisti senza seguito numericamente apprezzabile, il comunismo è tutt’altro che morto – hanno sottolineato vari relatori – ma sopravvive sottotraccia, promuovendo idee stataliste e progetti redistributivi esiziali per il nostro sistema economico e per la nostra libertà. In conclusione, se il crollo dell’impero sovietico seguito all’abbattimento del muro ha dimostrato clamorosamente il fallimento dell’ideologia comunista, l’dea alternativa, quella liberale, pur avendo collezionato in tutto il mondo successi economici e di qualità della vita indiscutibili  rimane ancora sotto attacco, soprattutto in Italia.

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