11 Gennaio 2021

Meglio le crisi lombarde di quelle romane

Meglio le crisi lombarde di quelle romane. Perché quando si aprono, poi si chiudono. Possiamo non essere d’accordo con le soluzioni, magari neppure con i motivi per cui nascono, ma sicuramente sappiamo che da qualche parte porteranno. Noi stessi abbiamo espresso perplessità sulla letizia con cui è stata accolta la notizia dell’arrivo di Moratti a gestire la sanità lombarda, ma qualcuno è arrivato. E qualcuno di primo piano. Se riuscirà a rimettere in carreggiata la locomotiva deragliata della Lombardia lo vedremo nei mesi, ma almeno una soluzione alla crisi c’è stata. Oggi invece a Roma vediamo un pateracchio incomprensibile: tutti contro tutti, soprattutto Renzi contro Conte, ma è oggettivamente un casino da settimane e nessuno ha capito perché. Renzi ha acceso la miccia, ma gli altri (Mattarella compreso) non riescono a spegnerla. Il governo è bloccato ancor prima che dai veti reciproci dalle discussioni. Si sente ripetere ai telegiornali “l’importante è fare in fretta” “non c’è più tempo”, ma poi la cronaca dice che gli stessi personaggi discutono. Sono loro che dovrebbero occuparsi di velocizzare le pratiche e di cercare di uscire dalla crisi, invece vanno in televisione a dire che bisogna fare presto. Un teatrino dell’assurdo ripetuto da settimane. E che continuerà: la prossima riunione del governo è martedì, quella successiva la prossima settimana. Dunque meglio le crisi lombarde di quelle romane, perché a Roma sembrano aver perso il senso della realtà. Una riedizione di quando l’ex presidente Napolitano (non compianto da molti per carità) strigliò i parlamentari affermando che si erano dimostrati non all’altezza della situazione e loro dimostrarono la faccia come il didietro spellandosi le mani dagli applausi. Invece di tacere in silenzio, magari provando un po’ di vergogna per l’indecenza e incapacità dimostrata fino a poco prima, applaudivano. Oggi ripetono di fare presto, come se fossero lì per caso a svolgere la funzione di opinionisti.

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Domani De Corato torna in Consiglio Comunale

Torna in Consiglio comunale di Milano uno dei decani dell’aula, Riccardo De Corato, assessore regionale alla Sicurezza ed esponente di Fdi, e soprattutto consigliere comunale ininterrottamente dal 1985 al 2016. Aveva dovuto dire addio a Palazzo Marino, alle scorse elezioni, non sufficienti le 2.362 preferenze raccolte. Ma ora che Stefano Parisi – all’epoca candidato sindaco per il centrodestra – ha rinunciato al posto, tocca a lui subentrargli. La surroga avverrà durante la seduta in videoconferenza in programma domani. “Metterò a disposizione della città, come ho sempre fatto – ha assicurato l’ex vicesindaco -, la mia esperienza trentennale di consigliere comunale nelle fila della maggioranza e dell’opposizione in vista della prossima scadenza elettorale. Le priorità per le quali mi batterò sono le periferie, che versano in condizioni disastrose, la sicurezza, la mobilità e l’ambiente sulle quali Milano ha registrato il fallimento delle politiche del centrosinistra”. Unico consigliere con una carriera in Comune più lunga della sua è Basilio Rizzo, entrato nel 1983 e da allora sempre riconfermato in Consiglio, alle scorse elezioni con Milano in Comune. ANSA

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Prolungamento M1, Di Stefano: “Milano nega l’evidenza”

Prolungamento M1, Di Stefano: “Milano nega l’evidenza”. “Il Comune di Milano, sulla questione del prolungamento della metropolitana rossa da Sesto San Giovanni a Monza, continua a raccontare falsità, arrivando persino a negare l’evidenza. Ci accusano di voler bloccare i lavori quando in realtà la realizzazione dell’infrastruttura è in capo a loro tramite la partecipata Mm come riporta l’accordo sottoscritto il 9 dicembre 2009 (articolo 3): interventi che presentano ritardi biblici e per cui, per tutelare la nostra città e i cittadini, abbiamo diffidato Milano affinché mantenga gli impegni presi e la smetta con le prese in giro. Inoltre, al sindaco Sala e alla sua giunta che dicono – sapendo di mentire – che Sesto non mette soldi, ricordo che noi abbiamo onorato tutte le fatture finora emesse dal Comune di Milano e Mm per totali 5 milioni, a cui ne verranno aggiunti altri 3 allo stato di avanzamento dei lavori. Non solo: il 3 luglio abbiamo versato a Milano ulteriori 1.8 milioni per la ripresa del cantiere e la realizzazione delle opere di superficie che devono portare alla riapertura di viale Gramsci, attesa da 9 anni dai residenti, e alla riqualificazione del quartiere Restellone. Questi sono i fatti, certificati e messi nero su bianco, le chiacchiere le lasciamo ad altri molto più bravi a promettere senza poi dare risposte concrete. Quando ci siamo insediati abbiamo coperto i 5 milioni di debiti fuori bilancio per il prolungamento della M1 che ci sono stati lasciati in eredità dalla precedente amministrazione a guida Pd e abbiamo sempre lavorato per risolvere i problemi, mantenendo ogni volta la parola data, a differenza del Comune di Milano e di Mm che non contenti di metterci 9 anni per fare un chilometro e mezzo di galleria hanno pure il coraggio di scaricare su di noi le responsabilità di una gestione pessima da parte loro. Ci hanno detto che venerdì prossimo, il 15 gennaio, ripartirà il cantiere: staremo a vedere se le bugie continueranno o se per la prima volta verrà onorato l’impegno preso, augurandoci che l’eventuale ripresa dei lavori non sia solo di facciata per poi interrompersi dopo qualche giorno… ”. Così in una nota il sindaco di Sesto San Giovanni, Roberto Di Stefano, in merito ai ritardi sul prolungamento della M1 da Sesto a Monza.

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Le scuole di Milano continuano a cascare a pezzi

Le scuole di Milano continuano a cascare a pezzi. L’ultimo caso, segnalato da Marianna Vazzana sul Giorno è la scuola di via Monterotondo a Niguarda. L’ennesimo controsoffitto precipitato a causa delle infiltrazioni d’acqua. Ennesimo, perché ogni volta che piove per più di un’ora le scuole comunali si allagano, o ne crollano parti. Una situazione talmente grave da costringere l’Amministrazione ad ammetterlo con il cambio di assessore. Da quando c’è Paolo Limonta però non pare che sia migliorato nulla. Intanto il centrodestra alza la voce, ecco il commento di Deborah Giovanati, assessore del Municipio 9: “Il Comune di Milano sapeva del rischio di lasciare irrisolte delle infiltrazioni e non ha mosso un dito per risolvere la situazione. Era già accaduto un anno prima. IL COMUNE DI MILANO NON SI INTERESSA DELLA SCUOLA DEI NOSTRI BAMBINI. A MILANO CON SALA CROLLANO I TETTI IN PERIFERIA. Il Comune di Milano era a conoscenza delle infiltrazioni avvenute nel mese dicembre, infatti le educatrici erano costrette a mettere i secchi sul pavimento. Nessun intervento e la scuola chiude per le vacanze natalizie. Piove e nevica (che novità straordinaria?!?). Durante la chiusura l’assessore Limonta non si è minimamente preoccupato di mandare i suoi tecnici (li gestisce lui, decide lui dove inviarli a fare i sopralluoghi ecc) per verificare quelle infiltrazioni d’acqua e magari risolvere il problema, i bambini sarebbero rientrati dopo pochi giorni. “Ci siamo insospettiti quando giovedì mattina, rientrando all’asilo, i commessi ci hanno invitato a non entrare dall’ingresso principale ma dal retro. Poi ci siamo accorti del motivo: una parte del controsoffitto era crollata nell’atrio. Noi genitori siamo preoccupati. Fortuna che la caduta è avvenuta durante la chiusura del plesso”. Chiara Mauri è la mamma di un bimbo di 4 anni che frequenta la scuola dell’Infanzia comunale di via Monterotondo 10, a Niguarda. Come lei, tanti altri genitori degli oltre 100 bimbi iscritti chiedono al Comune “interventi. Il 16 dicembre colava acqua dal soffitto”. A dare manforte ai genitori, l’assessore all’Educazione del Municipio 9 Deborah Giovanati: “Il Comune era a conoscenza dell’infiltrazione – sottolinea – ma non ha effettuato alcun intervento. Non è accettabile”.La risposta dell’assessore all’Edilizia scolastica Paolo Limonta è arrivata subito: “Da martedì, con i tecnici di MM che si occupano di manutenzione ordinaria, farò un sopralluogo.” Quando l’assessore Limonta mi ha scritto del sopralluogo di martedì prossimo, ho risposto che andava fatto domani (cioè oggi) quando i bambini non ci sono e prima che rientrino di nuovo. Le educatrici devono stare tutte bardate a protezione loro e dei bambini e l’assessore invita ad entrare in un asilo durante l’orario scolastico numerose persone esterne tra tecnici comunali, di MM e rappresentati istituzionali? Logicamente a questa mia richiesta, con le motivazioni descritte, non ho ricevuto neanche una risposta di cortesia. Ennesimo fallimento della gestione scuole. Manutenzione ordinaria trascurata che si trasforma in straordinaria. Ma quante situazioni di questo tipo siamo costretti a vedere ancora?!”.

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Moratti a Rai3: “Non sono ottimista come Speranza”

Moratti a Rai3: “Non sono ottimista come Speranza”. La neo assessore e vicepresidente di Regione Lombardia è stata intervistata con solerzia dalla Rai (d’altronde i Moratti verrebbero intervistati pure se volessero starnutire in diretta nazionale): “Penso che la Regione Lombardia sia sempre una regione all’avanguardia, quindi se si può parlare di rilancio lo si può fare sempre partendo da una posizione di motore del Paese. Certamente ci sono aree che vanno potenziate perché potenziando la Lombardia si potenzia il Paese. Penso a tutto ciò che riguarda innovazione e industria, mentre per la parte che mi riguarda da vicino, devo dire che mi ha fatto piacere vedere che nella bozza attuale del Recovery Fund i fondi per la sanità sono stati aumentati e in modo particolare per la medicina del territorio e la telemedicina, due punti molto importanti”. Sul modello della Sanità lombarda: “Il modello della Sanità lombarda è stato rivisto con la legge Maroni. Adesso va fatta una revisione perché sono scaduti i 5 anni dopo i quali era prevista appunto una revisione. In questo momento la Lombardia ha puntato in materia significativa sui poli ospedalieri, quello che va fatto è un riequilibrio in modo che ci sia una maggiore territorialità, quindi maggiore vicinanza ai cittadini nei presidi in cui vengono erogati i servizi, non solo ospedalieri ma di cura alla persona. Questa sarà una delle mie priorità, da realizzare insieme alla Giunta e attraverso un reale confronto con il Consiglio, maggioranza e opposizione”. Sul suo rientro in politica: “Non avevo nessuna intenzione di rientrare in un ambito istituzionale, mi ha convinto il Presidente Fontana. In un momento così difficile, quando mi è stata chiesta una disponibilità, penso per la mia esperienza organizzativa e manageriale, ho pensato fosse giusto dare il mio contributo. Amo profondamente la mia regione e mi è sembrato giusto non tirarmi indietro. Inoltre penso che la sanità sia anche uno snodo rispetto alle tematiche che riguardano l’ambiente, le politiche sociali, l’economia, ambiti altrettanto importanti”. Sul fatto che in Lombardia siano state inoculate solo il 38% delle dosi ricevute e sulla possibilità di vaccinazione di massa Moratti a Rai3: “Non sono ottimista come Speranza”. “Il tema è duplice. Da una parte c’è la disponibilità delle dosi e qui credo che si potrà ragionare con il Ministero e con il Commissario Arcuri per capire se il tema che riguarda la definizione della quantità delle dosi in base solo alla popolazione sia quello corretto oppure se non servano anche altri parametri da tenere in considerazione. Il problema che riguarda invece la Regione è quello della distribuzione del vaccino. Mi permetto di non essere così ottimista come il Ministro Speranza. Anche io ho grande fiducia nel personale medico ma credo che vada veramente incoraggiato a somministrare i vaccini e vadano invece scoraggiati quegli esempi che purtroppo ci sono, anche se sono minoritari, che non lo fanno. Uno dei miei primissimi obiettivi sarà quello di incontrarmi con tutti i direttori generali delle ATS e delle ASST per fare in modo che la vaccinazione in Lombardia sia molto più accelerata ed ampia di quella che è prevista” Sull’ipotesi di misure più restrittive in Lombardia: “Mi rendo conto della difficoltà da parte del Governo, al quale do la mia piena e leale collaborazione istituzionale, di decidere misure restrittive e quali. Certamente questa divisione in zone e con dei DPCM annunciati pochissimi giorni in anticipo pongono difficoltà a cittadini, operatori, imprenditori, commercianti” Sulla serie Sanpa: “Credo sia un’occasione persa perché è una serie che si ferma al 1995. Non tiene in considerazione e non fa vedere lo straordinario lavoro di quei giovani che erano stati cresciuti e salvati dalla San Patrignano di allora e che ora sono diventati i responsabili della comunità e la mandano avanti con risultati estremamente positivi”

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Covid: sale il tasso di positività

A fronte di 25.011 tamponi effettuati sono 3.267 i nuovi contagiati, con un tasso di positività che risale al 13% (ieri era al 10%). In crescita i ricoveri sia in terapia intensiva (+3, in totale 459) che negli altri reparti (+21, in totale 3.598). I dati di ieri: i tamponi effettuati: 25.011 totale complessivo: 5.048.018 i nuovi casi positivi: 3.267 (di cui 118 ‘debolmente positivi’) i guariti/dimessi totale complessivo: 417.173 (+847), di cui 3.839 dimessi e 413.334 guariti in terapia intensiva: 459 (+3) i ricoverati non in terapia intensiva: 3.598 (+21) i decessi, totale complessivo: 25.787 (+59) I nuovi casi per provincia: Milano: 594 di cui 194 a Milano città; Bergamo: 195; Brescia: 522; Como: 423; Cremona: 92; Lecco: 116; Lodi: 42; Mantova: 190; Monza e Brianza: 214; Pavia: 206; Sondrio: 78; Varese: 541.

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