11 Maggio 2021

Non perdiamo il senso della scuola

Non perdiamo il senso della scuola. In questi giorni infatti si torna a discutere di scuola. Una in particolare, il liceo Manzoni, ma il discorso vale per tutti. Perché dopo un anno di cazzeggio qualcuno pare aver perso il senso dell’istruzione: a scuola si va per studiare ed essere valutati. Un primo gradino di quella che sarà tutta la vita, con la differenza che a scuola si può sbagliare. Ma dopo un anno di tromboni che ripetevano che il punto della scuola è la socializzazione, ora gli studenti del Manzoni li hanno presi sul serio e hanno occupato il loro liceo per protestare contro le troppe verifiche e interrogazioni. Perché, come hanno sentito ripetere ai genitori: la scuola è soprattutto socializzazione. Mica essere valutati. Diamo i voti in base a chi è il più simpatico, tanto anche la politica nazionale è gestita da comici (più o meno ufficiali) da anni. Crescere una generazione di simpatici buffoni potrebbe essere una strategia vincente. Si scherza. Ovviamente. Per non piangere. Perché non perdiamo il senso della scuola: “Speravo di sbagliarmi, invece si è avverato quello che avevo previsto e temevo accadesse. Gli studenti di un liceo milanese, dopo averlo occupato per mesi chiedendo di tornare a fare lezioni in presenza, oggi lo hanno rioccupato per protestare contro le troppe interrogazioni e verifiche che sono state assegnate – ha commentato Otello Ruggeri di FdI – Geniali le motivazioni che hanno addotto: “Pretendiamo che in presenza ci si confronti e si socializzi, non che il tempo venga sprecato a mettere voti”. Scemo io che pensavo che a scuola si andasse per studiare, ma evidentemente in questa Italia il merito non è più un valore di riferimento”. Ma la verità è che nella società moderna la scuola è un parcheggio per i figli. Più ci stanno, meno i genitori hanno preoccupazioni e possono lavorare tante ore al giorno. Una sorta di collegio per poveri, dove lo Stato di fatto sostituisce le bambinaie di una volta o la scuola privata. Ma sono gli effetti di un pensiero moderno che ci voleva tutti divisi, genitori, nonni e nipoti. Tutti in piccole case a preservare la nostra individualità dai consanguinei, visti ormai solo come un problema da evitare. Così i nonni si parcheggiano nella Rsa (che infatti fanno ricchi affari da anni) i figli a scuola e noi possiamo andare a lavorare per stipendi da fame se paragonati a quelli di altri Paesi sviluppati. Ma così si è perso il senso: il senso della famiglia e dei gruppi umani in generale in favore di un non meglio precisato benessere da godersi da soli. E la stessa vuota filosofia è stata passata ai figli che a quanto pare hanno capito che a scuola ci si va per socializzare. Forse però siamo ancora in tempo. Perché il caso del Manzoni è singolo, ma è come il primo starnuto prima del raffreddore. Se ci copriamo, evitiamo il peggioramento. E magari non perdiamo il senso della scuola.

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Crollano tutte le crypto

Crollano tutte le crypto. Dopo un lunedì che pareva ottimista, il martedì è successo di tutto: crollano tutte le crypto. Una distesa di segni meno colora il listino. Qualcuna ancora segna un più davanti, ma il valore sta scendendo. Meno rapidi di altri, ma scende. Come scende l’Ethereum, per ora di poco, o il Bitcoin che è sceso fino a 45mila euro. Una quotazione che non si vedeva da settimane. Per non parlare del Doge, che era arrivato a sfiorare gli 0.7 euro per poi crollare rapidamente: prima è salito costantemente da 0.05 poi invece ha dimezzato il suo valore in 24 ore. Segno che la valuta di Musk è davvero imprevedibile. Ma tutte le crypto crollano, è il momento di investire in vista del prossimo rimbalzo. L’unica scommessa da vincere è quale sarà il punto più basso del picco negativo.

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Boom di violenze contro le donne durante la pandemia

Boom di violenze contro le donne durante la pandemia. I dati emergono dall’ultima relazione della Garante regionale per la tutela delle vittime di reato della Lombardia Elisabetta Aldrovandi: nel periodo marzo-ottobre 2020, le denunce per maltrattamenti in famiglia, atti persecutori e violenza sessuale nel territorio lombardo sono state 1.673, a fronte delle 916 dello stesso periodo dell’anno precedente. L’occasione è stata la delibera regionale che ha stanziato 4,4 milioni per aiutare le donne vittima di violenza. “Si tratta di un importante tassello del Piano regionale quadriennale 2020-2023 per le politiche di parità e di prevenzione e contrasto alla violenza contro le donne, che peraltro amplia il target dei destinatari aggiungendo le donne vittime con particolari fragilità, gli uomini maltrattanti, i minori vittime di violenza anche assistita e gli orfani di crimini domestici.  Questo stanziamento è anche una risposta all’aumento di casi di violenza domestica registrati nel 2020, laddove, probabilmente a causa della convivenza forzata determinata dall’emergenza sanitaria, sono esplose situazioni latenti di violenza e prevaricazione familiare o sono peggiorati fenomeni già in essere”. I fondi messi a disposizione, 4,4 milioni di euro, serviranno a sostenere le attività dei centri antiviolenza e delle case rifugio esistenti sul territorio regionale per donne vittime di violenza, garantendo la continuità degli interventi in corso. “Servono norme adeguate di prevenzione e repressione di fenomeni gravissimi che hanno conseguenze a lungo termine, sia fisiche sia psicologiche, sulle vittime, e servono risorse adeguate per aiutare chi subisce questi reati a ricostruire una vita distrutta da gravi violenze”, ha osservato l’Avv. Aldrovandi, aggiungendo che “è altrettanto importante investire sulla riabilitazione dei sex offender, perché un condannato riabilitato non causerà più vittime, né, conseguentemente, danni psicologici e sociali che si riverberano, senza soluzione di continuità, sulla persona e sulla sua rete familiare e sociale”.

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Covid: 583 positivi e 23 decessi

Con 16.223 tamponi effettuati, sono 583 i nuovi positivi in Lombardia con il tasso di positività in crescita al 3.5% (ieri 3.1%). Continuano a calare i posti letto occupati sia in terapia intensiva (-13, 479) che negli altri reparti (-58, 2.668). I decessi sono 23 per un totale complessivo di 33.205 morti in regione dall’inizio della pandemia. I dati di ieri: i tamponi effettuati: 16.223 (di cui 12.836 molecolari e 3.387 antigenici) totale complessivo: 9.883.527  i nuovi casi positivi: 583 (di cui 37 ‘debolmente positivi’)  i guariti/dimessi totale complessivo: 744.091 (+4.583), di cui 3.083 dimessi e 741.008 guariti  in terapia intensiva: 479 (-13)  i ricoverati non in terapia intensiva: 2.668 (-58)  i decessi, totale complessivo: 33.205 (+23) I nuovi casi per provincia: Milano: 212 di cui 62 a Milano città; Bergamo: 80; Brescia: 69; Como: 22; Cremona: 18; Lecco: 12; Lodi: 4; Mantova: 38; Monza e Brianza: 64; Pavia: 20; Sondrio: 20; Varese: 16.

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Comunali. Salvini: mercoledì vertice ma non è detto che si faranno nomi

Mercoledì ci sarà il vertice tra i partiti di centrodestra per parlare del prossimo turno di elezioni amministrative. Lo ha confermato il leader della Lega Matteo Salvini nel corso di un incontro con la stampa oggi fuori da Palazzo Lombardia. “L’abbiamo chiesto noi – ha spiegato il numero uno del Carroccio -, ne parleremo, poi se i candidati ci saranno tra una o due settimane non è un problema, visto che si vota a ottobre quindi l’importante è che prima o poi ci ci siano”. “Se non c’è nessun veto su Bertolaso a Roma e Albertini a Milano sono la persona più felice del mondo, da milanese di nascita e romano di residenza – ha aggiunto Salvini -. Chiederemo a tutti un gesto di amore per queste città e un passo indietro ai partiti. Io lo faccio anche domani mattina. Faccio parte di una squadra e serve il consenso di una squadra non nascondo che io sarei già in piazza a sostegno di Guido a Roma e Gabriele a Milano da ieri, non da domani. Detto questo, se non ci fossero le condizioni siamo in grado di fare scelte altrettanto importanti, rimango convinto che siano due grandi risorse”. ANSA

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Occupato il Manzoni: vogliamo socializzare non prendere voti

Gli studenti del liceo classico Manzoni di Milano, il primo a essere occupato lo scorso 12 gennaio nel capoluogo lombardo, sono tornati a protestare contro “il fittissimo e insostenibile calendario di interrogazioni e verifiche” che devono affrontare dopo la fine parziale della dad e il rientro in classe. Gli studenti hanno quindi occupato il cortile dell’edificio di via Orazio dove terranno una serie di assemblee su più temi, dalle forze di polizia al politically correct, mentre nelle aule sono comunque regolarmente in corso le lezioni. “L’unica prospettiva che ci viene proposta – scrivono gli studenti del Collettivo Politico Manzoni che hanno organizzato la protesta – è quella di una scuola utile solo a mettere voti, rimandare, mettere note e bocciare. Noi non ci stiamo più!”. “Al rientro dopo il il periodo di Dad al 100% tutti noi ci siamo ritrovati a dover sostenere un fittissimo e insostenibile calendario di interrogazioni e verifiche. Pretendiamo che in presenza ci si confronti e si socializzi, non che il tempo venga sprecato a mettere voti”. ANSA

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